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"I Pacs nel programma ci sono": perché ci stanno prendendo in giro
[Articolo, 21 febbraio 2006]

di: Giovanni Dall'Orto


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    Per altri articoli sullo stesso tema vedi qui e qui.

    Una delle persone che avevano ricevuto l'appello ai leader dell'unione (a proposito, siete ancora in tempo a mandarlo, se non lo avete ancora fatto) si è visto rispondere così da un amico, evidentemente sostenitore della giustezza della linea dell'Unione:

    Quello che scrivi non è del tutto corretto. Mi permetto pertanto di fare alcune precisazioni.
    Ti invito a leggere con attenzione il programma dell'Unione prima di inviare la mail come potrete notare a pagina 73 c'è un preciso impegno a favore delle unioni civili.
    Si tratta giustamente di una mediazione. Sono convinto che la serietà dei partiti del centrosinistra e il pressing che proviene da tutta Europa saranno sufficienti a fare in modo che una legge soddisfacente venga approvata.
    [...]

    Ora, noi siamo birichini, e vogliamo proprio farlo, quanto ci consiglia di fare questo saputello. Andiamo a vedere a pagina 73, e ci troviamo scritto:

    "L'Unione proporrà il riconoscimento giuridico di diritti, prerogative e facoltà alle persone che fanno parte delle unioni di fatto.
    Al fine di definire natura e qualità di una unione di fatto non è dirimente il genere dei conviventi né l'orientamento sessuale, va considerato, piuttosto, quale criterio qualificante il sistema di relazioni (sentimentali, assistenziali, e di solidarietà, di mutualità e reciprocità) la loro stabilità e volontarietà".
    Si noti: l'Unione non proporrà il riconoscimento delle unioni civili.
    Non proporrà neppure il riconoscimento de facto di diritti alle unioni civili.
    L'unione, invece, riconoscerà "diritti, prerogative e facoltà" (quali? Indovinalo grillo! Se non si promette nulla, poi non si è tenuti a mantenere la promessa!) alle persone, si noti, persone, che fanno parte delle unioni civili. Dopodiché dichiara che la cosa si applica a tutti, indipendentemente dal sesso (ma esiste giù una legge che vieterebbe comunque di farlo, quindi qui ci promettono solo che grazie a loro alla mattina il sole si alzerà) e dall'orientamento sessuale.
    Quest'ultima pare una promessa più seria... ma dato che non stanno promettendo nulla a nessuno, possono permettersi di garantire che non faranno discriminazione, in base all'orientamento sessuale, sul fatto che non daranno nulla a nessuno. Che carini.

    Torniamo seri, allora.

    Il dibattito sulle unioni civili verteva sul RICONOSCIMENTO DELLE COPPIE CHE NON POSSONO, o non vogliono, ACCEDERE AL MATRIMONIO.
    Di tale riconoscimento qui non si parla affatto. Di che si parla, allora? Di nulla, sostengo io. E non solo io.
     
    Protesta per i Pacs a Milano, 15 febbraio 2006.
    Protesta per i Pacs a Milano, 15 febbraio 2006. Foto G. Dall'Orto.
    Ci si dice infatti che si riconoscono diritti agli "individui".
    Ma questa è pura retorica, fumo negli occhi, tanto è vero che questa soluzione fu proposta, qualche mese fa, dal cardinale Ruini in persona, che ovviamente, essendo nemico giurato dei Pacs, non intendeva affatto proporre un modo più soft per approvarli, ma semmai un escamotage subdolo per evitare di approvarli.

    E infatti, ragioniamoci sopra, viene fuori che è vera "la seconda che ho detto".
    O questi diritti sono diritti che l'individuo ha, indipendentemente dal fatto di fare parte di una coppia o meno, e in tal caso, daccapo, ci stanno promettendo che al mattino il sole si alzerà grazie a loro.
    Oppure, sono diritti che maturano per il fatto di essere in coppia. In tal caso, come minimo la logica vuole che la condizione di "essere-in-coppia" venga certificata. Ma questo è il Pacs... Il Pacs, che è il "patto comune di solidarietà", è infatti una dichiarazione a due con cui viene preso atto da parte della collettività dell'esistenza di una condizione di "un sistema di relazioni (sentimentali, assistenziali, e di solidarietà, di mutualità e reciprocità) stabile e volontario", per citare il programma dell'unione.
    Tuttavia ci è stato detto che il Pacs non ce lo si può dare. Ma allora cos'è che ci darebbero?

    Supponiamo che a me serva andare ad accudire il mio compagno che è in ospedale. Cosa permessa in automatico solo ai parenti e ai coniugi. Per potere ottenere tale diritto, sia pure a titolo individuale, occorrerà che la mia condizione di convivente "assimilabile a un coniuge" sia certificata, altrimenti basterebbe dire che chiunque può assistere chiunque (e qui non serve più alcune legge specifica sulle coppie).
    Ed ovviamente, non ha senso che la cosa si basi su un'autocertificazione di una sola persona: ovviamente anche l'altra persona deve essere d'accordo: la certificazione deve avvenire presenti tutti e due.
    Ma questo è il Pacs...
    Cioè quello che ci viene detto che non ci "possono" dare.

    Cara Unione, puoi ripetere? Perché non l'ho mica capito, alla fine, cos'è che ci vorresti dare...



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