Home page Giovanni Dall'OrtoScritti di attualità > Perché il tweet di Berlsuconi sull'euro è una cagata pazzesca

Perché il tweet di Berlusconi sull'"Euro a mille lire" è una cagata pazzesca.

[Da Facebook, 23/1272016]

di: Giovanni Dall'Orto.
   

Screenshot del tweet di cui si parla nell'articolo
Il tweet di "Forza Italia" di cui si parla nel testo.
 



Sta impazzando in questi giorni questo tweet di Silvio Berlusconi che per cavalcare il tema dei danni causati agli imprenditori italiani da un euro sopravvalutato, troppo "forte" per le nostre esportazioni, afferma che lui l'aveva detto, e che a suo tempo aveva invano premuto per un euro che valesse 1000 lire, non 1937,36.

Giustamente ci si fa beffe di un imprenditore, di una persona abituata a lavorare sui cambi, sui mercati esteri, sulle valute, che non sa che se davvero fossimo entrati a 1000 lire, ora l'euro sarebbe sopravvaluto del 115% anziché del 15%, dimostrando quindi l'intelligenza d'una gallina.

Infatti dimezzando la quantità di lire necessarie per comprare un euro, la nostra valuta sarebbe stata "più forte" del doppio, ossia sarebbe stata rivalutata del 100%, e non certo svalutata, come probabilmente intendeva dire e fare Berlusconi...

La svalutazione si ha infatti quando servono più unità di conto di prima per comprare la stessa quantità di merce, e non quando ne servono meno.

Esempio: una matita si vende sul mercato europeo a un euro, equivalente a 1937 lire e, per semplificare, diciamo, due marchi. Ora decido come chiedeva Berlusconi che no, un euro deve valere mille lire -- e sempre due marchi, dato che non ho alcun potere di modificare il valore delle valute altrui, che dipendono dal mercato, mica dalla decisione di Silvio Berlusconi. Adesso la matita la venderò a un euro, ossia ben duemila lire. E’ stata quindi decisamente rivalutata. Gaaanzo! Berlusconi è un gegno!

No, un attimo. Innanzi tutto, questa rivalutazione vale nei confronti dell’estero, dato che per quanto riguarda l’area della lira, modificando l’unità di conto tutti i prezzi sono raddoppiati, ma anche tutti i salari sono raddoppiati: prima prendevo 1.937.000 lire con uno stipendio di mille euro (avercelo!) e pagavo 1.937 lire per una matita da un euro, dopo prenderò 1.000.000 di lire e una matita mi costerà 1.000 lire: non cambia nulla. Infatti 1.937.000 : 1.000.000 = 1.937 : 1.000. Quello che cambia è il mio rapporto col mercato estero, e qui iniziano i dolori. Il mio concorrente produttore di matite in Germania, riusciva già prima dell’avvento dell’euro a reggere la mia concorrenza al prezzo di un euro, ossia due marchi, ossia duemila lire, quindi continuerà a vendere a quel prezzo. Sono io che se voglio incassare come prima duemila lire da una matita, devo ora venderla a due euro, visto che ogni euro vale ora solo mille lire. Se voglio restare competitivo devo palesemente vendere anche io a un euro, ossia passare da 1937 lire a 1000 lire a pezzo. Un po' meno gegnale, vero?

Certo, le materie prime importate dall’estero (ma non quelle prodotte in Italia) ora mi costeranno la metà, e questo è un vantaggio innegabile, tuttavia il vantaggio sarà relativo in quanto l'Italia vive sul "valore aggiunto", essendo un paese "trasformatore", specializzato nei semilavorati che vende in primis (anche se non soltanto)... alla Germania. (Si pensi che l'incidenza della materia prima su un prodotto alimentare - Parmigiano Reggiano o Brunello di Montalcino che sia - è, rispetto al prezzo di vendita, del... 5-8%).

E questo, ossia guadagnare quanto guadagnavo quando vendevo una matita a 1937,36 lire, potrò farlo solo dimezzando salari, profitti, investimenti... e se non basta facendo debiti e svendendo ai tedeschi le fabbriche e le banche che non ce la fanno più a vendere in una situazione in cui ormai le matite si possono vendere solo  a mille lire, non essendo più consentito, grazie all'euro, svalutare per prendere atto dei reali allineamenti di mercato fra le vaoute...

O meglio, nel nostro caso, fra i valori relativi della stessa valuta a seconda delle aree geografiche dell’area euro: è notorio che la vita non costa uguale ovunque, d'affitto ad Agrigento non paghi quanto ad Amburgo... quindi la stessa quantità di denaro compra quantità di beni diversi in aree diverse, quindi ha “valore” diverso nelle varie aree, a meno che (e su questo "a meno che" i tedeschi sono stati categorici: non se ne parla nemmeno!) ci siano trasferimenti di valuta dalle zone più ricche a quelle meno ricche: la Cassa del Mezzogiorno nel dopoguerra servì esattamente a questo. Se non ci fosse stata, le merci prodotte nel nord Italia sarebbero rimaste invendute al nord, dato che il Sud Italia non possedeva fisicamente le lire per comprarle. Quindi le si stampò (all'epoca si poteva ancora fare), causando un poco d’inflazione, ma anche il "miracolo economico" che oggi tutti rimpiangono.

Se non ri-distribuita attraverso scelte politiche precise, di stampo keynesiano, socialdemocratico o cattolico-sociale, fate voi, la valuta si concentra nelle banche delle aree di maggior successo economico, e lì si ferma, producendo deflazione e disoccupazione anziché investimento e sviluppo. (Che interesse si ha a investire il capitale se la popolazione non ha fisicamente i soldi per comprare le merci che l'investimento permetterebbe di produrre?). Se l'argomento v'intriga e vi fa suonare un campanellino, approfondite cercando su Google: "Aree valutarie ottimali").

(Certo, in questo modo i tedeschi finiranno per segare il ramo su cui sono seduti, ma la lungimiranza non è mai stata una virtù teutonica).


Questo è, in due righe, quel che è effettivamente accaduto con l'euro in questi anni con l'Italia. L'euro è "troppo forte" per l'Italia (di un 15-20%, ormai) e "troppo debole" per la Germania, che sta esportando a livelli talmente esagerati che perfino gli Usa hanno iniziato a farle la guerra (caso Volkswagen) per costringerla a smetterla di accumulare soldi sotto il materasso e usarlo semmai per comprare merci altrui, facendo girare in questo modo l’economia. Ora come ora, il denaro si concentra nella banche tedesche e non ne esce più, e se il denaro non gira, non c’è scambio economico. I disoccupati aumentano, le merci non si vendono, quindi chi produce deve tagliare i prezzi per cercare di aumentare i volumi delle vendite, e la discesa dei prezzi (l'inverso dell'inflazione, quando i prezzi salgono) si chiama "deflazione", che è la situazione in cui stiamo ora.

Per rilanciare l'economia dovremmo svalutare, ossia prendere atto dei costi reali relativi (ossia accettare quel fondamento intoccabile del capitalismo che è “il mercato”), ma i tedeschi hanno creato l'euro esattamente per impedircelo, e i nostri politici l'hanno accettato perché lo considerarono uno strumento geniale per imporre la "moderazione salariale" agli operai che producevano matite... senza accorgersi del fatto che la fase finale del progetto prevedeva che le matite sarebbero state prodotte SOLO in Germania e gli operai italiani sarebbero rimasti disoccupati. Ed anche i produttori italiani di matite (tutto questo surplus commerciale tedesco da dove arriva, se no?).

Ora che se ne stanno rendendo conto (vedi le lagne di Renzi contro la Germagna brutta e cattiva), col cavolo che ci lasciano svalutare! Gli accordi li abbiamo firmati, adesso dobbiamo rispettarli!

Tutti parlano della Cina che pur di esportare tiene sottovalutata la propria valuta, ma nessuno parla mai del più grande taroccatore della propria valuta al mondo, che non è la Cina, ma la Germania. E questo può avvenire solo grazie alla situazione dei PIGS, che indebolisce l'euro, non abbastanza per noi, ma più che a sufficienza a rendere non competitive le merci dei Piigs ma iper-competitive le merci tedesche. Krazie, Italien!

Come se tutto ciò non fosse abbastanza, il tweet di Berlusconi dà pure per scontato che i cambi si fissino per atto d'imperio, per decisione, per capriccio, per accordo fra uomini politici, come se non esistesse una cosa chiamata "mercato valutario" che può sì essere manipolato, ma solo al costo o di bruciare le riserve valutare (che non sono infinite, a meno di essere gli Usa, che finché saranno l'unica superpotenza mondiale potranno continuare a scambiare merci contro pezzetti di carta colorata) come ai tempi delle speculazioni di Soros contro la lira e la sterlina, o viceversa di accumulare quantità smisurate della valuta altrui che si vuole tenere alta, col rischio di dipendere dai capricci di chi emette tale valuta, che può minacciare di svalutarla quando gli pare... Come hanno imparato a loro spese i cinesi coi loro mille miliardi di dollari tenuti sotto il materasso. Che ora stanno freneticamente cercando di spendere prima che lo Zio Sam li svaluti.

Delle due l'una: o "il grande imprenditore" Berlusconi in materia economica è un imbecille, oppure il giornalista a cui è stato affidato il profilo Twitter di Forza Italia (e che per quel che ne so potrebbe avere inventato la sparata di sana pianta, credendola favorevole al suo padrone) non capisce nulla di materia economica, e questo la dice lunga sulle competenze richieste a chi gestisce oggi l'ufficio stampa di una persona del calibro di Berlusconi (e credo che fosse questo l'obiettivo di Giacché nel rilanciare il tweet, dato che sta polemizzando da anni sulla bieca incompetenza di tutti coloro che si spacciano per "economisti" sui giornali italiani... ed anche di coloro che si spacciano per "uomini politici"!).

P.S. Per per approfondire, fare riferimento a questo blog, prego.
  


Tratto da: Facebook
 
 
Quest'opera è pubblicata sotto una Licenza Creative Commons "Attribuzione - Non opere derivate 2.5" Italia.
La ripubblicazione integrale è consentita a chiunque sotto i termini di tale licenza. La ripubblicazione parziale è concesso esclusivamente previo accordo con l'autore: scrivere per accordi.
 
[Torna alla pagina principale] [Torna all'indice degli scritti d'attualità]
[Mandami correzioni, suggerimenti o proponimi un nuovo link]