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Videoclip gay.

L'omosessualità nei videoclip musicali -

Parte 4 - (2006-2014)

2011

A cura di Giovani Dall'Orto


Nota:
Non avendo più il tempo per seguire l'enorme produzione di videoclip lgbt ho creato su facebook questo gruppo
nel quale almeno aggiornare sulle nuove uscite e scoperte.


2011



2011 - Azis - "Mrazish" - da - Gadna poroda.

Passano gli anni ed Azis non solo non si è eterosessualizzato, come avrebbe fatto qualsiasi cantante italiano "trasgressivo" una volta raggiunta la fama, non solo è diventato uno dei cantanti bulgari di maggior successo (anche economico!), ma i suoi video sono sempre più esplicitamente e sfacciatamente omosessuali. Se un tempo fanciulle discinte e in calore si contorcevano (invano...) in tutti i suoi video, adesso aumenta sempre più il numero dei clip di Azis nei quali la presenza femminile (a parte quella fornita dal cantante, chiaro) è stata giudicata superflua.

"Mrazish" è interamente girato su un letto, dove Azis (al solito mezzo truccato e languidissimo) giace, affiancato da due gemelli culturisti seminudi, intenti l'uno a chattare e l'altro a guardare foto su un Ipad.
Ovviamente anche il semplice gesto di strisciare il dito sullo schermo per girare le pagine diventa languido e allusivo. Tanto più che a un certo punto l'inquadratura mostra le foto: Azis abbracciato da un culturista nudo. Più espliciti di così era impossibile essere.
Anzi no, per evitare anche il minimo dubbio, i bononi portano tatuato, come i cani, il nome di Azis (ovviamente in cirillico) sul collo.

Il clip è arricchito da alcuni exploits alimentari (viene mangiata una fragola, una mela, un gelato...) con gesti sessualmente allusivi (si noti lo sguardo arrapato di Azis mentre osserva un bonazzo che si ficca in bocca un gelato e lo succhia...).

Ho provato a cercare una traduzione del testo online: ne esiste una in inglese, da cui scopriamo che la canzone rimprovera alla persona amata il fatto che le piace troppo splendere, posare, ingannare... Questa persona schianta tutto sulla propria strada, inganna, si nutre di vanagloria, e non riesce a smettere d'ostentare il proprio fascino.
Ecco: certo che cantare queste parole mentre si posa come fetta di prosciutto nel mezzo d'un panino di bonazzi palestrati risulta, come dire, un tantino allusivo...

Le trac-quin nostrane dovrebbero andare a lezione da questa checca Rom bulgara sovrappeso, al cui confronto Lady Gaga è una principiante.
Cioè, ma ci rendiamo conto del fatto che questa pazza mi sta facendo parlare di lei per un video in una lingua improbabile girato usando una mela, dieci fragole, due gelati e due culturisti?
"Mrazish" è insomma il punto in cui la spazzatura kitsch assurge all'empireo del camp più sublime. Dieci e lode.

P.S. Ovviamente, pretendere di fronte a tanta esagerazione non spuntasse fuori immediatamente una serie infinita di parodie sarebbe stato chiedere troppo... Potrete scegliere fra quella in cui si  lecca con godimento un pesce secco salato, a quella in cui viene tirata la pasta sulla pancia nuda per poi farci i ravioli, a quella col minorenne cretino che mangia la banana...

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2011 - Azis - "Niama nakadé" - da - Gadna poroda.
Ok, la presenza femminile, nel 2011, è ormai giudicata superflua, nei video di Azis.
Come lo è anche quella dei vestiti addosso ai suoi culturisti, visto che il cantante se ne tiene in scena uno completamente nudo (ma opportunamente "peccettato") dall'inizio alla fine del clip.

Purtroppo non ho trovato una traduzione del testo, quindi non saprò mai cosa dica Azis mentre esegue il ballo della gallinella in calore di fronte alla sedia su cui sta intronato il suo maschione ignudo. Anche se la scena finale, in cui il palestratone si alza e incede verso di lui, mostra che la danza del coccodè ha ottenuto il suo scopo. Altro che Viagra!

Certo, per ottenere il suo scopo (e chiamiamolo così), Azis deve darsi da fare parecchio,soprattutto cambiando continuamente mise. Particolarmente riuscita quella da reginella della festa con tiara di borchie s/m, una roba tale che se Lady Gaga non prende provvedimenti entro breve il costumista di Azis (o forse la costumista? Probabilmente entrambe le cose...) la straccia.

Ma a parte il conto della sarta (che quando si tratta di un cantante gay una casa discografica deve avere per forza di cose preventivato) il video è girato con pochi mezzi, sia pure magnificamente sfruttati. Una stanza, una sedia, tre culturisti... e il conto della sarta. Tutto qui.

La qualità delle immagini è professionale, e tanto basta, perché alla scarsità di spunti supplisce il divismo senza limiti del cantante: una sorta di Lord Gaga in salsa rustichella.
Guardare per credere.


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2011 - Cecchini, Erika - "Pandora's jar" - da - Save yourself.

È palese che per questo video Erika Cecchini si deve per forza essere affidata alla regia di Sabryna Trash, nonché al trovarobato di don Attilio, notoriamente molto bravo a fare i costumi delle recite parrocchiali riciclando le tovaglie dismesse della mensa dei poveri (mai buttare via niente!).

Infatti, per tradurre in immagini la metafora del "Vaso di Pandora" la cantante appare "fatta su" in rotoloni di tovaglie che dovrebbero, credo, rappresentare chitoni e pepli antico-greci, su un fondale artisticamente pittato in modo "classico", che gnanca la "Cumpagnìa de nuàlter" della parrocchia di Venegono Olona accetterebbe mai e poi mai di usare...

Eppure, nonostante l'assoluta mancanza di mezzi con cui è stato palesemente girato il video sia agghiacciante, non è il caso d'infierire su questo clip.
Erika Cecchini è infatti una cantante coi controfiocchi, che ha come unico difetto, a mio parere, la cocciuta ostinazione a cantare in inglese (come se all'estero fossero tutti lì ad aspettare un'artista italiana da importare!), col solo risultato che all'estero nessuno la nota ed in Italia nessuno capisce ciò che canta, e quindi nessuno la nota davvero. Immeritatamente, perché brava, capperi, lo è..

Ascoltate con delizia come Cecchini si districhi in questa bella canzone con la massima disinvoltura e senza sbavature in una tessitura vocale particolarmente bassa e vagamente inquietante, ma proprio per questo perfettamente adatta all'atmosfera claustrofobica della musica e del testo.

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Il testo evoca il vaso di Pandora (che nel video appare nella variante meno nota dello "scrigno di Pandora") come metafora d'un rapporto affettivo che si preferisce tenere chiuso e nascosto al mondo, come se fosse una colpa (e se il pensiero corre subito a un rapporto omosessuale con una donna troppo "velata"... fa bene a correre): Nulla nel testo lascia pensare espressamente a un amore fra donne, quindi introdurre questo tema nel video è una scelta consapevole e coraggiosa dell'autrice, che volteggia attorno a un'altra donna corteggiandola (ed ahimè, anche la corteggiata appare tutta "fatta su" nelle tovaglie della parrocchia), alla quale scocca fin dall'inizio un esplicito baciozzo. E brava la Cecchini.

Normalmente i video servono di supporto a una canzone, per valorizzarla e promuoverla. Pensiamo solo a Lady Gaga, che ha fatto uno sfracello con motivetti totalmente privi di meriti e indegni di memoria, ma supportati da mega-video capolavorosi che nessuno riuscirà mai a dimenticare, fosse anche solo per odiarli!
Qui invece la logica funziona alla rovescia. È solo la bellezza della canzone, raffinata ed elegante, a salvare dal naufragio totale questo allucinante video casereccio, slanciatosi senza rimedio oltre il confine del kitsch più puro. (Al confronto, Sabryna Trash ha almeno l'attenuante della genuinità...).

Guardare questo video è il modo più comodo per potersi godere questa canzone che, scusate se mi ripeto, merita l'ascolto. Ma se, dopo averlo guardato, di notte avrete gli incubi, rassicuratevi: non c'era nulla di sbagliato nella cena. Era solo il ricordo del video.

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2011 - Christian TV - "Love 2 baby" (single).

Questo video è la drammatica dimostrazione di come, nella società contemporanea, qualsiasi tamarro dei bassifondi possa mettersi in testa di aver successo senza avere il minimo talento per meritarselo.

Privo di altre doti che non siano un gran bel faccino (ma attaccato ad un corpicino pelle ed ossa), questo cantante ha pensato bene di far colpo su noi mettendo due ragazze a strusciarsi come cagne in calore per tutto il video, infilandosi di quando in quando nel mezzo delle due. Perché llui, cioè, è ccapace di farsi di brutto 2 fighe alla volta! Che poi sarebbe questo, no?, il messaggio, no?, di 'sta canzone...
No?

Il video ci presenta le due signorine non solo sulla pista da ballo, ma anche nell'intimità mentre il tamarrone fa loro girare i fimmìni pònno ccu ddu fìmmini.
Più che un ragazzo che ha due amori, a me pare un pappone che sta preparando il catalogo della merce che vende.
 

Se la musica è di livello standard e si lascia ascoltare gradevolmente senza particolare sofferenza, il testo è scombinato fino all'incomprensibilità, e quando diventa comprensibile la situazione peggiora:

Balla, baby, hai quel corpo che hai e adesso usalo,
adoperalo su di me questa notte.
Questo video mi ha disturbato e infastidito, non lo nego. È grezzo, volgare e narcisistico.
Soprattutto, non si capisce per quale motivo due signorine che sembrano trovarsi tanto bene assieme dovrebbero ficcare in mezzo a loro due un cadaverino anoressico (sia pure con un gran bel faccino!) come questo cantante... a meno che non siano costrette per denaro, o per forza. Appunto.

Un video dimenticabilissimo.

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2011 - Egokid - "Come un eroe della Marvel". Dal Cd: Ecce homo.

La semplicità è il segno (vincente) di questa canzone e di questo video.

La canzone si basa sull'iperbole della "invincibilità" e del "superomismo" di cui si sente capace la persona innamorata (l'io narrante della canzone) nel corteggiare la persona che ama.

Una scelta da "cultura pop" degli autori del testo li ha portati ad usare come termine di paragone i supereroi dei celebri fumetti della ditta Marvel, con i quali l'io narrante sarà capace di competere, grazie al suo amore:

Come un eroe della Marvel
per te mi allungherò,
(...)
e se vuoi stare solo
per te sarò invisibile
(...)
Con occhi che passano il buio
ovunque ti vedrò,
e poi sentendomi sfiorare
torcia diventerò,
e volerò.
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Nonostante la scelta dei supereroi dei fumetti come termine di paragone suoni, a sentirsela raccontare, alquanto barocca e cervellotica, e per nulla romantica, alla prova dell'ascolto la canzone funziona.
Specie in accoppiata a questo video, anch'esso basato su un'idea semplicissima: il primo piano di due ragazzi, partner anche nella vita reale, che si baciano teneramente al rallentatore e scambiano carezze.

Qualche colorato intervento grafico ravviva la semplicità "basica" dell'insieme, girato con pochi mezzi, come denuncia l'illuminazione un po' casereccia e fai-da-te. Ma a parte questa imperfezione, il risultato finale dell'insieme direi che ci sia.
Inoltre i due ragazzi che si baciano sono teneri e simpatici, e riescono a comunicare il loro innamoramento, in un modo che praticamente mai era stato mostrato nei bigotissimi videoclip musicali italiani. Il 2011 si conferma insomma ancora una volta come l'anno della caduta del tabù sugli amori omosessuali anche nei clip italiani! (...Evviva!).

"Come un eroe della Marvel" fa parte del Cd Ecce homo, il secondo che la band milanese degli Egokid ha prodotto in lingua italiana (abbandonando l'inglese della produzione iniziale), trattandovi  senza remore (come rivela orgogliosamente il titolo) anche d'amore gay. Anche se, paradossalmente, il sesso della persona a cui si rivolge il cantante non traspare dal testo stesso della canzone, e solo la scelta dei modelli nel videoclip lo rende esplicito.

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Per questo album (ascoltabile per intero su Youtube) gli Egokid hanno scelto un approccio meno sperimentale (e come tale elitario) dei Cd precedenti, a iniziare come detto dalla scelta della lingua, cercando il giusto equilibrio fra il desiderio di rivolgersi a un pubblico più ampio e la volontà di non svendersi con canzonette cretine.
La ricerca di nuove modalità d'espressione ha prodotto in questo Cd risultati a tratti ancora un po' incerti. Basti dire che a me è parso un po' strano che per il videoclip sia stata scelta proprio questa canzone, che secondo il mio giudizio personale non è la più bella dell'album, che conta diversi brani decisamente azzeccati (il mio preferito è il geniale "L'uomo qualunque", che ho continuato a canticchiare come un cretino per parecchi giorni di fila...).

Eppure, nonostante le incertezze, dal Cd si sente che questa è la strada giusta, e che il gruppo ha raggiunto una sua maturità ed ha grosse potenzialità.
L'apprezzamento da parte del grande pubblico è quindi una possibilità reale ed a portata di mano, anche se forse gli Egokid dovranno sudare ancora, prima di farsi largo in un mercato saturato dai "cantanti" di Amici e simili.

Nell'attesa, godiamoci questo simpatico video.

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2011 - Kazaky - "Love" (single). Da: Youtube.

La "formula vincente" del primo videoclip viene (prevedibilmente) riproposta anche in questo secondo filmato dei Kazaky: quattro ragazzoni palestrati a torso nudo che ballano con tacchi a spillo d'altezza vertiginosa, strizzando sfacciatamente l'occhio all'estetica gay e camp.
Anche stavolta la musica, di tipo dance, è un motivetto banale destinato all'oblio nel giro di un attimo, ed anche stavolta il "testo" è costituito da quattro parole ripetute all'infinito.
Anche stavolta, insomma, il "prodotto Kazaky" fa forza quasi unicamente sul ballo, che è giudiziosamente coreografato ed amorevolmente confezionato in un clip in bianco e nero formalmente ben curato, anzi addirittura quasi leccato.

Esaurito l'effetto-sorpresa del "colpo di scena" dei tacchi a spillo, questa volta il regista punta molto sul fisico statuario e sul volto dei quattro ballerini, non a caso tutti degni di figurare come fotomodelli. Non esiste una narrazione: il video presenta un balletto con quattro bonazzi (ad un certo punto addirittura ripresi in "pose plastiche") e basta.

Forse ciò sarà anche banale e scontato, ma la formula ha pagato, come dimostra lo stesso canale Youtube dei Kazaky, che registra il vertiginoso moltiplicarsi delle loro esibizioni in giro per il mondo, anche come elemento coreografico di sfilate di moda (nelle quali i ballerini non sfigurano affatto al cospetto dei modelli in passerella).

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Probabilmente l'annunciato terzo video dei Kazaky sarà anche l'ultimo in cui sarà possibile riproporre questa formula collaudata, visto che, esaurito l'elemento-sorpresa, chi guarda è portato a dire "l'ho già visto" anche di fronte al nuovo, data la ripetitività.
Resta il fatto che il "prodotto Kazaky" (tipico"fenomeno Internet" nato nella e per la Rete, grazie a Youtube) dimostra come ormai il disinvolto utilizzo deliberato ed esplicito dei gay quale pubblico trend-setter funzioni anche in realtà decisamente chiuse verso l'omosessualità, come l'Ucraina.

Ovviamente il "prodotto Kazaky" è stato pensato più per il consumo all'estero che in patria ma, come già in precedenza le TaTu, dimostra come il tema gay, se usato in modo intelligente, lungi dal tagliare le gambe a un prodotto musicale possa addirittura servire come strumento di promozione.

(P.S. Nonostante il livello cretinetto della musica, almeno per i loro video i Kazaky si sono affidati ad un signor esteta coi controbaffi, il che spiega in parte il loro successo: spesso occorre gente molto intelligente per realizzare i prodotti per il pubblico molto cretino -- come me. Si veda solo il video nonsense ed ultra-estetizzante "Pohvir (Change, you can, I know)", infilato alla chetichella nel loro canale Youtube. A me pare splendido...).

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2011 - Martin, Ricky - "The best thing about me is you". Dal Cd: Music + Soul + Sex.

Sembra un po' un incrocio fra "We are the world" e le pubblicità della "United colors of Benetton", questo video che Ricky Martin ha pubblicato dopo il suo fin troppo rimandato coming out.
Pace, amore, long live and prosper, vvolemose bbene, sorridi, sii felice e non preoccuparti: c'è tutto, anzi c'è troppo, perché tutto questo Amore Universale alla fine è zuccheroso e stucchevole.
Martin canta attorniato da ragazzi e ragazze uscite direttamente dalle agenzie di fotomodelli, ma abbigliati in modo ostentatamente "casual", che dovrebbero presumibilmente rappresentare (immagino) i ragazzi e le ragazze della strada, la ggente qualunque.

Tutto questo spreco diabetizzante di zucchero amoroso gli è stato necessario per far entrare, dopo anni di menzogne e negazioni rispetto a ciò che tutti sapevano già, il tema dell'omosessualità.
Un tema che tutti si attendevano fosse infine sviscerato da questo video (la scena iniziale in cui Martin si strappa il bavaglio che riporta la scritta "TU = ME" può alludere solo a questo, in modo da soddisfare le attese fin dai primi secondi), ma che la casa discografica non sembrerebbe ancora ben certa di come gestire, dato che Martin è stato commercializzato per troppi anni come "il cantante delle ragazzine".
La risposta delle ragioni del suo coming out, per chi voleva averla, è nel testo, chiara ma non troppo esplicita per non spaventare nessuno:

Il risultato è questo video, che irradia al mondo il messaggio che siamo tutti "uguagli" (il segno di "uguale" è scarabocchiato sui petti nudi dei modelli), e che tutte le forme d'amore sono buone e legittime, al di là di razza, religione... orientamento sessuale...
Dunque, coppie interrazziali, coppie interreligiose (appare una coppia con lui dai tratti occidentali e lei in chador, che sorridono e fanno il gesto di "vittoria") e infine, audacia audacia, una coppia gay ed una coppia lesbica.
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Non voglio essere cattivo, dato che la musica è pur sempre una merce - per quanto una merce gradevole - e il mercato è il mercato: palesemente convertire Ricky Martin in un'icona gay pretendendo di non alienarsi le sue fans precedenti non era nemmeno pensabile.
Certo però che il regista in questo filmato è andato avanti col freno a mano tirato, molto più di quanto fosse tenuto a fare. Guardando il video io l'ho infatti trovato algido, distante, estetizzante e troppo carico di orpelli visivi, come se stesse cercando di distrarre la nostra attenzione proprio dal tema di cui voleva parlare.
A sua discolpa posso dire solo che il testo è talmente cretino ("Il dottore dice che c'è qualcosa che non va in me / il sorriso sul mio volto non ha rimedio / (...) Sono allergico alla tragedia") che salvare il video era già in partenza una bell'impresa.

In questa situazione non ha però certo giovato la scelta di rubare di peso l'estetica ai filmati pubblicitari di moda.
I ragazzi e le ragazze sembrano infatti intenti a pubblicizzare i capi di vestiario che indossano, o qualche profumo, mentre di amore ne trasuda ben poco, dalle loro coppie. Quel che ci vedo io è un gruppo di fotomodelli messi in posa in uno studio a simulare coppie di varia combinazione. Non certo un inno all'Amore Universale.
Il regista ha cercato di darci lo zucchero dell'amore, tralasciandone l'amaro, ma a furia di usare immagini troppo artificiali per essere vere ci ha dato solo saccarina.

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Certo, è innegabile che la cura formale del filmato sia maniacale.
Questo è un prodotto professionale con un budget decente, e la differenza rispetto a tanti video fatti in casa, o senza mezzi, spicca immediatamente alla prima visione. Non c'è un capello che sia fuori posto, non c'è un'ombra che sia sbagliata, non c'è un ghirigoro che non sia piacevole. Non c'è nulla che non sia "artistico".
Esteticamente, lo dico a scanso di equivoci, il video è riuscito. Lo si guarda con piacere, se ne apprezza la cura dei dettagli, si nota che in questo filmato tutto è bello, carino, piacevole.
Ma la vita non è così. Chi desidera darci un messaggio sul senso della vita, dovrebbe ricordarsi che dopo i dieci anni sappiamo distinguere tutti una favola dalla vita reale. Piace a tutti sognare, ma sappiamo anche di non essere affatto belli, giovani, strafighi da far paura come i modelli che teoricamente dovrebbero rappresentare noi, nel filmato. E qui casca l'asino...

Concludendo, il video merita la visione, specie per chi è curioso di sapere in che modo traspaia l'omosessualità ormai non solo dichiarata, ma esibita, di Ricky Martin. Basta solo non prendere sul serio il presunto "Messaggio" sull'Amore e il Senso della Vita che cerca di spacciare: i "Baci Perugina", al confronto, sono un trattato di filosofia!

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2011 - Misuraca, Nando - È tutto vero. Dall'Ep digitale: Suono libero.

Ancora una canzone nel cui testo non appare alcuna allusione all'omosessualità, e che però introduce lo stesso il tema nel videoclip che l'accompagna.
E ancora non finisco di stupirmi del fatto che finalmente anche in Italia pure questo tabù sia caduto...

Le immagini presentano il cantante mentre s'esibisce con la sua chitarra su un lungomare, mentre attorno a lui s'intreccia una serie di storielle fra coppie di passanti: dal "galletto" che importuna una ragazza, ai due bulli che si contendono una fanciulla, alla coppietta persa in effusioni decisamente focose... fino a una coppia di simpatici ragazzetti (due maschietti, intendo) che s'abbracciano e baciano sorridenti e felici, persi nel loro amore.
I due vengono presentati con simpatia e tenerezza, allo stesso modo di tutte le altre coppie. O meglio, una piccola differenza c'è: mentre il bacio eterosessuale nel video è mostrato, per la coppietta gay si vede solo qualche coccola e basta. Ma sinceramente io preferisco che sia andata in questo modo, senza forzare. Così infatti l'attenzione dello spettatore si concentra sulla "normalità" banale dei gesti affettuosi (e decisamente impacciati!) dei due ragazzi, senza essere distratta dal solito banale tentativo di scioccare chi guarda, che sinceramente ha stufato da mo'.

Oltre a quanto ho già detto, va aggiunto che i due attori che interpretano la coppietta gay (Ciro Armenino e Andrea Esposito) ci hanno messo non solo la faccia ma, nei credits finali, pure nome e cognome. Wow. Non c'è che dire: complimenti a tutti.

Se poi volete pure guardarvi il backstage del video, lo trovate su Youtube. Certo, vederlo toglie un poco di poesia al clip: un po' perché intervistando i due ragazzi  della coppia gay insiste sulla "difficoltà" della loro parte (e loro ci tengono a specificare di non essere gay!), quasi che abbiano interpretato Jack lo squartatore, e un po' per colpa del  tono enfatico ed autoincensatorio (ancora un po' e sembra che il cinema l'abbiano inventato loro...).
Ma insomma, la modestia non è mai stata la virtù degli artisti. Freghiamocene e godiamoci il clip.

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2011 - Spuria, Adriana - "Non credo". Dal Cd: Il mio modo di dirti le cose.

A ennesima dimostrazione del fatto che il 2011 è l'anno mitico in cui anche in Italia l'omosessualità è finalmente diventata (sia pure con decenni di ritardo) un tema che può essere mostrato nei videoclip, ecco infine questa "Non credo" di Adriana Spuria.
Nel testo di questa bella canzone dalle sonorità jazz non c'è nulla, nemmeno una sola parola, che faccia pensare a una donna come destinatario:

Non credo che ritornerai da me:
col tempo tutto cambia,
questa è l'unica certezza.
La vita che ricordo di noi due
mi rende insofferente come cambi di stagione...
Però il video ci mostra con nonchalance, fin dalla prima inquadratura, due donne come protagoniste della vicenda amorosa narrata nella canzone, nella quale una "lei" se n'è andata per un'altra "lei".
Il clip in quanto tale non contiene una narrazione particolarmente elaborata, limitandosi a presentare la cantante mentre si esibisce, alternando il suo viso a messe in scena dei ricordi dell'io narrante e ritratti d'una ragazza che rappresenta la sua "ex", mentre è intenta a sbarazzarsi di lettere e fotografie della relazione finita.
È proprio questa semplice e malinconica intimità a costituire l'aspetto più interessante del video, che dall'assenza di scene di sesso lesbico rivela d'essere stato concepito veramente per rappresentare artisticamente l'amore fra donne, e non per eccitare i maschi eterosessuali.
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Ciò che funziona benissimo in questo video è il contrappunto fra le parole della canzone, che non hanno nulla di esplicitamente lesbico, e le immagini, che a loro volta non hanno nulla di lesbico, ma che prese insieme al testo acquistano un senso inequivocabilmente omosessuale.

Benché questo clip soffra dell'eccessiva schematicità della sceneggiatura, per scrivere la quale è palese che nessuno ha certo passato le notti in bianco, il risultato complessivo va ben oltre il "dignitoso".
Anche grazie alla raffinatezza dell'arrangiamento e del buon gusto interpretativo della cantante.

Per queste ragioni, mi permetto di consigliarne la visione.

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2011 - Swift, Taylor - "Mean". Dal Cd: Speak now.

In italiano la traduzione della parola mean, che dà il titolo a questo brano, si colloca a metà strada fra "mediocre" e "squallido".

Mean è tutto quello che riuscirà mai ad esere il fidanzato della cantante (anche se nella vita reale la Taylor ha detto che la canzone era espressamente diretta a un critico che l'aveva presa di mira), che viene umiliata e disprezzata da lui.
E lei sogna allora una rivalsa: un giorno lei canterà in una grande città, mentre il fidanzato/critico resterà a sbraitare ubriaco in qualche bar, parlando di calcio, mentre nessuno ascolterà quel che dice...

Il video, curiosamente ambientato negli Stati Uniti rurali degli anni Venti (ma con varie licenze poetiche, dato che una parte delle scenette si svolge ai nostri giorni) presenta una serie di ragazzini e ragazzine vittime del bullismo dei loro coetanei, perché poveri, o in altri modi "diversi" dagli altri.
Fra loro un ragazzo attratto dalla moda anziché dallo sport, la classica sissy, che alla fine verrà mostrato su una passerella dopo aver coronato il sogno di presentare una collezione di moda tutta sua.

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.Il video, super-patinato, non è male, e il motivetto in stile country è carino; tuttavia la presenza del tema gay è limitata al solo personaggio già descritto.

Carino... ma forse siamo già da molti anni andati oltre i sogni di vendetta, sul tipo "un giorno ve la farò vedere io".
Specie se la sola "vendetta" possibile è confermare in pieno lo stereotipo secondo cui un gay, nella vita, o fa la sarta, oppure non ha altri strumenti di rivalsa sociale...

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2011 - The Zen Circus - "L'amorale"- da - Nati per subire.

Davvero strano questo clip, che tanto per cambiare introduce una volta ancora la tematica gay in una canzone nel cui testo non ne appariva traccia.
Il brano, che per accrescere l'effetto straniante s'è divorato a mo' di ritornello la canzoncina infantile "Giro giro tondo, casca il mondo", affronta un tema tutt'altro che infantile: l'immoralità della morale dei fanatici religiosi. I quali sono ciechi a tutto il vero Male che esiste nel mondo, e capaci solo di scandalizzarsi per ciò che invece dovrebbe riguardare solo le scelte private delle persone. E se Dio esiste e permette tutto questo, allora è un amorale:

Attenzione: nonostante il ritornello che ripete "Dio non esiste" questo non è una specie di "inno ateo". Ciò che preme dire al testo è infatti che non può esistere un Dio che sia al contempo morale e in grado d'essere indifferente a tutto il male e a tutta la sofferenza presente sulla Terra.  Dunque, visto che il male viene giudicato ineliminabile, allora Dio non può esistere. A noi umani serve una morale capace di eliminare la sofferenza, e non di permetterci di diventare indifferenti ad essa.

Il video traduce in immagini questa linea di pensiero: contro un elegante ma inquietante sfondo interamente nero, un bel giovane dal tipico aspetto del "Gesucristo" dell'arte devozionale (capelli lunghi e barba bionda) cammina al rallentatore accanto a una serie di "quadri plastici" (che non sono i "tableaux vivants" dei nostri bisnonni, perché qui si vede semmai l'imitazione degli still frames dei filmati), che non suscitano il suo minimo interesse.

Occorre osservare due o tre volte il filmato per capire il motivo per cui ognuno di essi racconti una tragedia (il bimbo che gioca - mentre il padre si inietta eroina. La ragazzina in ginocchio - davanti a un signore a cui piace il bungabunga. Il suicida, il medico che diagnostica il tumore, la ragazza anoressica perché spasima per avere un corpo come quello imposto dalla moda, e così via).
Il gesucristo continua a camminare indifferente a tutto quello che gli scorre accanto (e se quello è Gesù, la sua indifferenza al Male lo qualifica decisamente come "amorale") fino a quando il cantante del complesso, a torso nudo, si alza e gli va incontro.
I due s'incontrano, si abbracciano, si baciano.

E su quest'immagine efficacissima si chiude il clip, che esemplifica alla perfezione l'indifferenza delle religioni (ma in massimo grado dell'istituzione cattolica) verso i veri mali del mondo, salvo poi essere ossessionate dal male immaginario di due uomini che si baciano. Perché diciamocelo chiaro: se qualcuno si scandalizzasse del bacio gay del Gesù, chiedergli perché non abbiano mai suscitato in lui scandalo i bungabunga con le minorenni, a questo  punto diventa fin troppo facile...

Insomma, un ragionamento retorico ben congegnato, che fa interagire efficacemente il testo e le immagini, come avviene nei migliori videoclip.
Da vedere.

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2011 - Zeus One, con Lucido e DJ Airho - "Mi sa che quella è lesbica" [single].

Ogni medaglia ha il suo rovescio, pertanto lo sdoganamento del tema lgbt nei videoclip italiani avvenuto nel 2010/2011 non poteva non avere il suo. Che consiste nel fatto che lo sdoganamento riguarda tutti: belli, brutti, ed anche orribili, come nel caso di questo trucidissimo video.

Qui abbiamo la sotto-cultura tamarra che, come un fiume carsico, riemerge alla luce dalle profondità sotterranee in cui ha allignato fin qui.
Trarre un video da questa "canzone" è stato né più né meno che un crimine, e il regista dev'essersene accorto, dato che il clip è svogliato e tutto al livello del minimo sindacale, con due luci prese in prestito dal fotografo della prima comunione, due sgallettate che sculettano, e tre o quattro zarri assortiti che rappano frasi come:

Cosa ti devo dire fra'
mi sa che quella è lesbica,
si fa guardare e non la dà:
mi sa che quella è lesbica...
Il fatto che la signorina non desideri essere fatta dal cantante è incomprensibile, in quanto
sono grasso,
però ce l'ho grosso
come un elefante
del materasso.
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Il resto della canzone è esattamente sugli stessi livelli ("non sono bello come i divi alla tivù / ma so fare con la lingua quei giochini che vuoi tu"), cioè a livello zero.

Spiegare ai truzzi rappeggianti che se un ragazza non vuole darla a loro, forse è solo perché è il loro modo di essere a renderli inscopabili, è sicuramente inutile. Infatti, per sentirsi confidare da una ragazza etero che i ragazzi etero sono troppe volte puzzolenti, volgari, infantili, egocentrici, fallocratici eccetera, occorre essere gay.
Quindi i tamarri etero in questione non scopriranno mai le ragioni del loro scarso successo erotico, preferendo pensare che se una non la vuole dare non è perché preferisca uomini meno cavernicoli di loro, ma perché è lesbica.
Ah.
Poi però non chiedano perché mai "tutte le fighe preferiscono andare in giro con quegli stronzi fighette dei gay"...

(P.S. "Chi è coatto danneggia anche te.
Digli di smettere"...).

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2011 - Promo, parodie e fan-art
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2011 - Arisa - "World tour 2011 - Eilat Pride". Da: "Youtube".

Nella primavera 2011 il tam-tam frocio dei miei amici è entrato in subbuglio, ed hanno iniziato ad arrivarmi segnalazioni di un link, accompagnate da commenti del tipo: "Ma guardati questa PAZZA!". Era arrivata Arisa, un'organizzazione di serate gay di Tel Aviv (tecnicamente è una "one night", cioè un evento che si fa ospitare di volta in volta da locali notturni sempre differenti).
Arisa ha affidato la promozione delle serate a un team di PR che è uno dei più azzeccati mai visti negli ultimi anni. Al punto che ho conosciuto ragazzini che vorrebbero poter andare a Tel Aviv solo per poter partecipare ad una delle loro feste. Potenza della pubblicità azzeccata!

Il filmato che inizialmente ha attratto l'attenzione di tutti noi è stato quello che promuoveva lo spettacolo della serata "in trasferta" del 12 maggio 2011 per il gay pride ad Eilat, che mette in scena una pazza col botto e col fischio, (Uriel Yekutiel, per metà metà truccato e vestito da donna, ma coi baffi: un vero gender-fucker) alle prese con un fidanzato (Eliad Cohen) "fisicato", che pare l'anello mancante tra la scimmia e l'uomo di Neanderthal, e che giustamente viene usato nei clip di Arisa nel ruolo della quintessenza del bruto. (Anche troppo: le nostre consorelle israeliane scherzano sull'abuso domestico con una spensieratezza che per un tema così drammatico è decisamente fuori posto, specie nel filmato del 27 gennaio 2011).

Nel filmato per il pride di Eilat i due si stanno salutando all'aeroporto (con "lei" che spiega: "Non ne posso più: non ami la musica mediorientale! Non posso più vivere in questo modo. Ti amo... Ti lascio! Me ne vado ad Eilat!"), e a nulla vale il fatto che il gorillone si tolga la maglietta di fronte alla "divetta" in fuga.
Poi però la sorpresa: il volo è stato cancellato, e "lui" è subito da "lei". Con finale che non svelo.

Anche a causa della barriera linguistica costituita dall'ebraico, sulle prime non è stato ben chiaro chi fosse "Arisa": una cantante? Il nome d'arte della "pazza col botto"? In realtà né l'una né l'altra cosa. La "pazza col botto" non canta, fa solo "lip-sync". Per esempio, nel video appena discusso la canzone è "Telu Hababna" di Zehava Ben.
Lo stesso dicasi per gli altri video pubblicati su Youtube, che sono basati su brani di svariate cantanti, talora presenti personalmente nei video promozionali stessi, nei casi in cui siano destinate ad essere le vedettes della serata.

Tutti i video di Arisa si basano sugli stessi ingredienti ormai collaudati: (1) la bellezza animale di Cohen (e di altri "ragazzi immagine", tutt'altro che da buttar via), (2) la simpatia e la vena cabarettistica di Yekutiel, sempre perfetto nelle sue varie satire di donne mediorientali (dalla "vamp" alla cameriera, dalla matrona all'odalisca...), (3) ambientazioni mediorientali, a cavallo fra cultura ebraica e cultura araba (i clip di Arisa prediligono la musica mizrahi, cioè sefardita e influenzata dalla cultura dei paesi arabi), e infine (4) una irresistibile, irriverente, costante vena camp.

Recensire i singoli video di Arisa sarebbe impossibile (anche perché ne viene prodotto uno al mese, con instancabile solerzia). Fra i tanti a me è piaciuto quello del 21/4/2011, con i nostri camuffati da improbabile gruppo "folk" di ebrei ultraortodossi, o la divertente festa sul tema del calcio, con Yekutiel in tacchi a spillo (e qualche piuma di struzzo) che arbitra una partita di calcio fra "manzi" a torso nudo. Ma direi che sul canale Youtube di questa organizzazione ci siano ormai video per tutti i gusti.

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La sola cosa che noto ora (agosto 2011) è che col successo s'è fatta strada una maggiore prudenza, che se da un lato ha eliminato gli inopportuni compiacimenti sulla violenza domestica, dall'altro ha un po' spento il lato più demenziale dei primi clip, specie quando nei video promozionali appaiono cantanti israeliane famose. In questi casi l'eccesso tende ad essere più misurato... e questa è una contraddizione in termini.
Si tratta comunque d'un difetto di minore entità, dato che i video promozionali delle serate di Arisa continuano a essere deliranti e divertenti. E chi proverà a guardarne qualcuno certamente non se ne pentirà.

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2011 - Sora Cesira - "Gay" - (Autoprodotto. Edita unicamente tramite Youtube).
Fondamentalmente quanto c'è da annotare su questo video autoprodotto l'ho già detto recensendo il testo della canzone, dato che per una volta sono le immagini a non avere alcuna rilevanza per la tematica lgbt (si tratta d'uno spezzone di A chorus line con l'accompagnamento musicale modificato).
Il video costituisce un raro esempio di questa forma di espressione a fini politici, per esercitare la critica, con le armi dell'ironia, ad alcune esternazioni anti-omosessuali dell'allora capo del governo, Silvio Berlusconi.
Ovviamente la canzone s'esaurisce nella boutade satirica, e non ha pretese artistiche. Ma è stato un messaggio azzeccato, premiato da un ottimo successo di pubblico (oltre 200.000 visualizzazioni).

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2011 - Randy Blue - Get outta my way! (The boys of Randy Blue tribute to Kylie Minogue). Da: Youtube.

A suggello dell'amore (ricambiato) della comunità discotecara gay verso Kylie Minogue, ecco spuntare questo fan-clip della canzone di Kylie Minogue, "Get outta my way".
Non si tratta strettamente parlando di "fan-art" visto che il filmato proviene non da un fan qualsiasi ma da una vera e propria casa di produzione cinematografica, la Randy Blue, sia pure d'un tipo particolare, dato che produce video porno gay. Dunque, chi ha girato il video aveva già a disposizione apparecchiature di qualità superiore a quella del telefonino o della webcam usati da gran parte di coloro che caricano video su Youtube, aveva conoscenze tecniche di regia e montaggio, e soprattutto aveva a disposizione un catalogo (letteralmente) di modelli da usare.

Per questi motivi, il risultato è stato comprensibilmente convincente, e nella sua semplicità (banalmente: una sequela di "manzi" palestrati balla a torso nudo sulle note della canzone della Minogue, cantandone le parole) è perfino più convincente del video "ufficiale", che sconta un'impostazione faraonica che lo rende confuso e farraginoso.
Di fatto questo è anche e soprattutto un video promozionale per la casa di produzione porno, e presentato in questo modo funziona benissimo, come non avrebbe invece mai funzionato un semplice "catalogo" di facce e nomi.

Ma anche così questo video dimostra per l'ennesima volta come la tecnologia digitale abbia ormai scatenato energie nascoste, rendendo ardua la vita ai registi di videoclip, che vengono sfidati sul loro stesso terreno con budget che a volte sono solo una minima frazione del loro, e che ciononostante sempre più spesso perdono il confronto.

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Ovviamente il trucco c'è: chi ha creato il video della cantante voleva focalizzare la nostra attenzione su di lei, dato che era pagato per far promozione a lei, mentre la Randy Blue è ai propri manzi seminudi che vuol fare pubblicità... e qui allora il confronto è scorretto: il manzo nudo è notoriamente un prodotto che "va sempre"... specie fra noi gay! Non a caso anche i videoclip "ufficiali" ne traboccano, ed i cantanti attuali assomigliano sempre più a testimonial di prodotti anabolizzanti...
Oltre a ciò, da millenni i predicatori e i fustigatori di costumi sanno benissimo che il ballo rende ancora più seducente il corpo d'una persona seducente, e nemmeno questo filmato fa eccezione... anche se parlare di "ballo" per questi ragazzoni è un po' eccessivo: per lo più i nostri palestratoni ormonati ripetono i gesti che usano quando fanno i "cubisti" e i "go-go boys" nelle discoteche.
Il che non toglie che facciano la loro porca (in tutti i sensi) figura. Anzi, l'unico modello che stona nel mucchio finisce per risultare quello che ha palesemente studiato danza, i cui gesti manierati finiscono per apparire assurdamente effeminati nel mezzo dei rozzi scuotimenti allusivi dei cubisti.

In risposta a questo video, un locale italiano ha preparato una parodia (miracoli di Youtube: siamo già alle parodie delle parodie!):

2011 - Queever - Get outta my queerway! Da: Youtube.

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Il clip italiano riprende alla lettera l'impostazione iniziale del video della Randy Blue (ragazzi a torso nudo che ballano, in bianco e nero, su sfondo rigorosamente bianco), anzi il video inizia proprio con uno spezzone rubato dall'inizio del video della Randy Blue. A un certo punto, però, un tizio appare nell'inquadratura e "scaccia" il filmato della Randy Blue, mettendosi a ballare lui al posto dei modelloni americani.

Queever ha confezionato questa parodia come protesta dei ragazzi "normali" contro i modelli impossibilmente belli presentati nei filmati gay americani. E come parodia il clip funziona, anche perché i ballerini italiani sono molto "convinte" e palesemente credono d'essere molto più Kylie Minogue che modelli della Randy Blue...
Purtroppo, più che "normali" i ragazzi di Queever sono, in un paio di casi almeno, decisamente "bruttini"... ma in una parodia la cosa va benissimo. È come quando si mette una vecchietta a fare la parte di Lady Gaga, per capirci: i gesti del video preso di mira diventano ridicoli per il semplice fatto che sia la vecchietta anziché Lady Gaga a compierli.

Anche in questo caso, insomma, l'idea è carina, anche se non è particolarmente originale, dato che i locali gay che caricano un filmato su Youtube per farsi promozione si stanno moltiplicando ormai come il fuoco in una prateria dopo una siccità. Ma visto che io sono qui a parlare del clip, è palese che il locale ha centrato lo scopo di far parlare di sé, nonostante il fatto che la parodia funzioni come tale solo per la prima volta e solo se si ha presente l'esistenza del video che parodizza.
Ma è sempre meglio poco che nulla... specie poi se a costo zero o quasi.

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