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Relazione episcopale [829]

Ludovico il pio ritratto in una miniatura dell'840 ca.
L'imperatore Ludovico il Pio ritratto in una miniatura dell'840 ca.

NOTA BENE. Questo testo è un semplice "appunto", pubblicato provvisoriamente in attesa di trovare il tempo
per curare o farne curare la traduzione, il commento, o entrambe le cose.


Da: Episcoporum ad Hludowicum imperatorem relatio / Relazione dei vescovi all'imperatore Ludovico I il pio [829] [1]
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Episcoporum ad Hludowicum imperatorem relatio.
Relazione dei vescovi all'imperatore Ludovico I il pio.
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Sunt sane diversorum malorum patratores, quos et lex divina improbat et condemnat, pro quorum etiam diversis sceleribus et flagitiis populus fame et pestilentia flagellatur et ecclesiae status infirmatur et regnum periclitatur. 

Ci sono veramente autori di diversi mali, che anche la legge divina disapprova e condanna, per i quali il popolo è flagellato anche da diversi misfatti, crimini, carestia e pestilenza, lo stato della chiesa è indebolito, il regno è in pericolo.
Contra quos nos eorum malitiam exaggerantes, quamquam in sacris eloquiis satis sunt execrati, nos necessarium praevidemus, iterum nostra admonitione et exhortatione praecaveri omnino oportere.  Provvediamo il necessario contro coloro di noi che aumentano la loro malvagità, sebbene siano maledetti a sufficienza nelle sacre scritture, è insomma opportuno difenderci nuovamente con il nostro avvertimento ed esortazione. 
Sicut sunt diversarum pollutionum patratores, quas cum masculis et pecoribus nonnulli diversissimis modis admittunt, quae inconparabilem dulcedinem piissimi creatoris ad amaritudinem provocantes tanto gravius delinquunt, quanto contra naturam peccant. Così ci sono autori di diverse vergogne, che si accoppiano con maschi e animali in alcuni diversissimi modi, che, stravolgendo l’incomparabile dolcezza del santo creatore in amarezza, delinquono in modo tanto più grave quanto peccano contro natura.
Pro quo etiam scelere igne caelesti conflagratae infernique hiatu quinque absorptae sunt civitates, nec non et XL et eo amplius milia stirpis Beniamin a mucrone fraterno confossa sunt; haec porro iuditia et evidentes vindictae declarant, quam detestabile et execrabile apud divinam maiestatem hoc vitium extet.  Anche per questo misfatto le cinque città furono inghiottite dal fuoco del cielo ardente e dalla voragine dell’inferno, inoltre quarantamila e più della stirpe di Beniamino fu trafitta dalla spada fratricida; e quindi questi giudizi ed evidenti vendette mostrano quanto detestabile ed esecrabile appaia questo vizio nei confronti della grandezza divina.
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L'autore ringrazia fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su persone, luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà eventuali errori in essa contenuti.

Note

[1] Il testo latino in: Episcoporum ad Hludowicum imperatorem relatio, a. 829, a cura di Alfred Boretius, Monumenta Germaniae Historiae, Legum sectio II, Capitularia regum Francorum, Tomus II, Hannover, Impensis Bibliopolii Hahniani, 1883, pp. 44-45, così come pubblicato online dal sito: More paganorum.

La traduzione dal latino, inedita, è di Pierluigi Gallucci, che ringrazio per il contributo. La revisione del testo italiano è mia, quindi eventuali errori sono da imputare a me soltanto.
 

(Il brano prosegue raccomandando di punire la magia e la stregoneria, che hanno un effetto altrettanto pernicioso agli occhi della divinità).

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Ripubblicazione consentita previo permesso dell'autore: scrivere per accordi.

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