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Fulcone di Deuil (sec. XII)

dimensioni h 170 x largh 132

Da: Epistula ad Petrum Abelardum / Lettera a Pietro Abelardo [1117/1118] [1] 
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Colonna 373
Colonna 373
(...) 
Hoc quoque magni existimare debes, quod nulli suspectus, ab omni hospite hospes tutissime recipiaris. Maritus uxoris violationem ex te, vel lectuli concussionem minime formidabit.
(...) 
Devi apprezzare molto questo ancora, cioè che, non essendo sospetto a nessuno, chiunque ti accoglierà come ospite con la massima sicurezza. Nessun marito <infatti> temerà da te la violazione della moglie, o del talamo nuziale. 
Decentissime ornatarum turmas matronarum inviolabiliter pertransibis. Attraverserai inviolabilmente, con il massimo del decoro, frotte di donne bellissime. 
Virginum choros flore juventutis splendentium, quae etiam senes jam calore carnis destitutos suis motibus in fervorem libidinis inflammare consueverunt, non timens earum incessus et laqueos, securus et sine peccato miraberis.  Ammirerai tranquillo e senza peccato stuoli di vergini splendenti del fiore della gioventù (abituate ad accendere con le loro movenze il ribollire del desiderio anche nei vecchi ormai abbandonati dal calore della carne) senza più temere il loro ancheggiare e le loro insidie. 
Sodomitarum secretos recessus, quos detestatur super omnes turpissimos divinae justitiae veritas, et eorum turpia et maligna consortia, quae quidem semper odisti, de caetero te sine intermissione vitare verum est. Per il resto è vero che hai <sempre> evitato senza posa i rifugi segreti dei sodomiti (che la verità della giustizia divina maledice come gli esseri più turpi fra i turpi) e le loro compagnie sconce e malvagie, che hai sempre odiato.
Et omnino post hos hujus fragilissimae fragilitatis fluxus, quod magnum Dei gratiae munus in hoc ordine aestimo, nocturnas somniorum illusiones te minime sentire ita certum est, sicut certum est quoniam voluntatem, si forte aderit, nullus sequetur effectus. E insomma, dopo questa mollezza di estrema fragilità, che ritengo grande dono della grazia di Dio in questo ordine, è certo che non subisci più nemmeno un po' le tentazioni notturne dei sogni [erotici], così come è certo che nessun effetto seguirà all'intenzione, se mai si presentasse.
 
Abelardo ed Eloisa in una miniatura del XIV secolo.
L'autore ringrazia fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su persone, luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà eventuali errori in essa contenuti.
Note 

[1] Il testo da: Fulcone di Deuil (Fulco de Diogilo), Epistula ad Petrum Abelardum, da: Patrologia Latina, vol. 178, coll. 371-376, alla col. 373, così come pubblicato online (con traduzione tedesca) dal sito "Heloïsa und Abaelard": Epistola Fulconis prioris de Diogilo - Trostbrief des Priors Fulko von Deuil an Peter Abaelard. 

La traduzione dal latino, inedita, è di Pierluigi Gallucci, che ringrazio per il contributo. La revisione del testo italiano è mia, quindi eventuali errori sono da imputare a me soltanto. 

Questa lettera è una sfottente "consolazione" a Pietro Abelardo (1079-1142) al quale vengono crudelmente elencati i vantaggi spirituali della castrazione che aveva subito, come punizione del suo (celeberrimo) adulterio con Eloisa.  
Fra essi viene inserita anche l'impossibilità di frequentare i sodomiti, che peraltro (riconosce Fulcone) un donnaiolo impunito come Abelardo si guardava bene dal frequentare anche prima dell'incidente... 
 


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