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I ragazzi androgini e le ragazze eterosessuali.

27/8/2005

Salve!
Sono una ragazza di 18 anni che come molte ama i manga e in particolare il genere shounen ai.
Sono capitata  in questo sito poiché cercavo informazioni su il Martyre de saint Sébastien di D'Annunzio, tradotto dallo scrittore giapponese Yukio Mishima, che adoro, imbattendomi così in una pagina in cui lei, per rispondere alla domanda di un ragazzo, ripercorreva i motivi storici che hanno portato il santo ad essere considerato un'icona del mondo omosessuale.

Ho letto anche alcune sue recensioni sui manga shounen ai, ed è stato  molto interessante leggere il punto di vista di un omosessuale, poiché essendo etero non posso sicuramente capire quanto di reale ci possa essere nei comportamenti e negli atteggiamenti che hanno i protagonisti di questi giornaletti.

Lei scrive che uno degli errori di questi manga sono la stereotipata efebicità dei personaggi che poco corrispondono ai reali gusti di un gay; anche a me piace disegnare e fare manga, ma anch'io come le autrici di questo genere, darei sicuramente un aspetto femmineo o comunque molto delicato ai personaggi poiché corrisponde al mio gusto estetico; amo i ragazzi dai lineamenti femminili che mantengano comunque aspetti virili e maschili, quindi mi viene da chiederle se al contrario gli omosessuali abbiano gusti e preferenze totalmente differenti.

Ho letto alcuni libri a tema, ma i ragazzi descritti (quando lo sono), corrispondono pressappoco alle fattezze che si possono riscontrare in qualsiasi manga giapponese.

Oltre a ciò volevo chiederle se i comportamenti ultra-sensibili e iper complessati dei protagonisti possono avere qualche riscontro con la realtà. Nel manga Voci, si nota come l'autrice, la Youka Nitta, abbia conferito un comportamento più "uomo" ai personaggi, ma a me tutta la confessione e la dichiarazione sembra solo un adattamento su ragazzi del pensiero femminile, poiché noi ragazze speriamo da sempre di trovare un ragazzo (non che non esistano nella realtà!) sensibile tanto e come una donna.

Copertina di fumetto boys' love italiano d'ispirazione giapponese. Le  persone ritratte sono due uomini.

Un'ultima cosa... ha mai sentito parlare del visual kei giapponese
È uno stile che ha preso forma tra la fine degli anni ’70 inizio ’80 in Giappone, grazie ad alcune band rock (come gli X-Japan). Mischiavano alcuni elementi occidentali come punk, glam, gotico, dark dando vita ad abbigliamenti, pettinature e trucchi vistosi che conferiscono ai componenti di questi gruppi (per la maggior parte completamente maschili) un aspetto androgino o addirittura, assolutamente femminile. Esistono moltissimi cantanti o musicisti bellissimi come ad esempio Gackt, Miyavi, Mana ecc... che riescono a sembrare delle ragazze con pochissimo sforzo (o trucco ^__^), sono adoratissimi dalle fans (...mi associo, corrispondono al gusto estetico di cui le parlavo prima) e che delle volte per accontentare le fans durante i concerti o comunque davanti alle telecamere si lanciano in atteggiamenti equivoci o espliciti (nonostante siano etero) con altri componenti maschili del proprio gruppo.
Le dico ciò solo per farle apprendere che nel mondo nipponico (meglio asiatico in generale) l'ambiguità sessuale e l'aspetto efebico dei ragazzi non è solo un fatto esclusivo dei manga.... 

Mi piacerebbe, se lo ritiene rilevante, avere un suo pare al riguardo ^__^.

Mi scusi se ho peccato di ignoranza sull'argomento e se inoltre mi sono dilungata troppo, ma ci tenevo a scriverle.

La ringrazio in anticipo

Saidia

Gentile Saidia,

Innanzi tutto specifico che se "esperto" sono, lo sono di omosessualità, e non di letteratura e cultura giapponese.
In quanto gay, il Giappone (come l'India, la Corea o la Cina, o l'Indonesia o il Kenia...) m'interessa solo nella misura in cui sta esportando una quantità enorme di prodotti (non solo fumetti, ma anche video ecc.) a tematica omosessuale in Italia, creando un fenomeno culturale, estetico, letterario, ed anche politico, che non è possibile ignorare (cioè... è possibile farlo, ma solo un idiota penserebbe che sia un fenomeno non importante).
In altre parole, a me interessano esclusivamente i risvolti che questa produzione giapponese ha sulla cultura italiana, e non la cultura giapponese in sé e per sé.

***

Ciò detto, passo alla prima domanda.
Ti confermo che è esperienza comune notare che in genere (perché poi ogni persona ha gusti suoi, che variano da individuo a individuo) gli uomini gay e le donne eterosessuali in un corpo maschile non guardano le stesse cose, e che non hanno fantasie erotiche uguali (anzi, spesso sono notevolmente divergenti).

Questo lo noto di continuo nel mio lavoro di direttore di un giornale gay: ad esempio, nonostante le donne eterosessuali siano il 47,5% della popolazione, le foto di nudo maschile che usiamo nelle riviste gay sono tutte opera del 2,5% di maschi omosessuali.
Questo perché una donna non solo non vede un maschio con gli occhi di un gay (né peraltro si vede perché dovrebbe farlo, visto che non lo è), ma spesso tende a mettere in rilievo aspetti che il gay trova dis-erotici. L'eros gay tende ad esaltare il corpo ben definito: alla maggior parte dei miei lettori (ma anche a una parte non irrilevante delle donne eterosessuali, diciamolo) piace un corpo tonico, e solo una minoranza è appassionata del corpo "esagerato" (pompato in palestra e gonfiato dagli ormoni).
Un'altra parte del mondo gay ama, su un genere del tutto diverso, il corpo più adolescenziale, glabro, meno definito, però non al punto da essere androgino: ad esempio una fantasia molto comune ama il "viso da angelo" su un corpo muscoloso e virile. Quando propongo un modello di questo tipo, ti assicuro che spopola sempre.
E nota che questi gusti li ho verificati sulle copertine: mi accorgo subito se "azzecco" o se "sbaglio" una copertina: il giornale infatti mi si esaurisce nella metà o nel doppio del tempo solito, a seconda del fatto che io indovini i gusti dei lettori o no...

Stranamente, ho notato che fra i maschi il tipo veramente androgino piace a persone che sono piuttosto portate a preferire ragazzi molto giovani: raramente chi ama un maschio adulto lo ama con tratti androgini. Questo è, semmai, un tipico gusto femminile.

E parlando di androginia, arriviamo ai capelli. Devo ancora trovare un gay che ami i capelli lunghi fino alla cintura. Molte donne invece li amano (anche se, come in tutto, anche qui ci sono eccezioni, ed esistono donne che esigono il taglio "militare", per esempio). Al punto che si riconosce subito quando uno spogliarellista lavora per i locali gay (ha i capelli tagliati corti, talvolta a spazzola) oppure per i locali per sole donne (ha i capelli lunghi fino alle reni). Molti gay dicono che il gesto di tirarsi su i capelli è troppo femminile (e quindi anti-erotico): lo chiamano "il gesto da "Libera e bella"...). Ma forse è proprio questo che alle donne piace nell'uomo con i capelli lunghissimi, come scrivi tu: un maschio, ma con atteggiamenti femminili.

La produzione shonen-ai ci propone corpi sempre androgini, poco muscolosi, poco definiti, inoltre molto sviluppati in altezza, e spesso e volentieri capelli lunghissimi.
Altri "feticci" prevedono pelli bianche fino al cadaverico (penso alle copertine di Zetsuai, dove si arriva all'albinismo) mentre fra i gay vanno, inutile dirlo, le pelli abbronzate...

(Potremmo aggiungere che se vedessimo i gusti estetici del mondo lesbico, noteremmo molte più donne coi capelli corti, che non usano trucco eccetera, di quante ne appaiano fra le donne eterosessuali, ma qui usciremmo dal tema, che è il corpo maschile).
 
Disegno di coppia maschile gay di Go Hirano
Disegno erotico di Go Hirano, destinato a un pubblico gay maschile.

Che dire? Lo shonen ai è un genere letterario molto codificato, con le sue regole, e i suoi canoni estetici (che come hai capito, non sono quelli gay... ma non per questo sono "sbagliati": sono i canoni di quel genere, e basta). Basta in effetti guardare un fumetto giapponese per gay (ne esiste una quantità sorprendente, ma nessuno è stato finora tradotto in italiano!) ed è tutta un'altra storia: corpi muscolosi e pelosi, pelli scure, corporature tarchiate, capelli a spazzola, tatuaggi spesso assai estesi, barbe e baffi (autentico tabù nel genere shonen ai, a meno che non si tratti di occidentali) e soprattutto un sacco di sadomaso, bondage eccetera (ma questa pare una fissazione dei giapponesi in genere, gay o etero che siano).
Insomma, visto che questo genere ti piace, non mi stupisce che, quando disegni, tu ne segua i canoni. Tutti i gusti sono gusti, e nessun gusto, se non c'è di mezzo la violenza, è "sbagliato".

Ciò detto, resta il fatto che lo shonen ai è un prodotto fatto da donne per donne. Ha anche qualche estimatore gay, vero, ma tiene soprattutto conto dell'estetica e di alcune fantasie femminili (dico "alcune" perché non è vero che tutte le donne indistintamente amino quel tipo di estetica del corpo maschile... tutti i gusti son gusti!).

***

Rispetto alla seconda domanda, i comportamenti dei fumetti erotici a tema omosessuale per donne, rispecchiano a loro volta una serie di fantasie tipiche delle donne (e quindi suonano assolutamente poco credibili all'orecchio di un gay), ma in parte riflettono anche una serie di difficoltà sociali della realtà giapponese, che è più "pudica" e meno individualista di quella occidentale, e qualche difficoltà in più agli omosessuali di laggiù effettivamente la crea.
Diciamo insomma che per quanto mi pare di capire i comportamenti possono avere una base reale, ma sono stati scelti fra i molti possibili, in base a fantasie erotiche tipicamente femminili. E meno male, perché mi pare un po' stranetto pensare che tutti i killer e tutti i mafiosi in Giappone siano belli, virili e desiderabili... E omosessuali.

Ho notato, leggendo questa produzione, che alcuni di questi personaggi vivono in un mondo di pura fantasia erotica, al punto da essere scombinati, altri fumetti invece cercano di tenere conto della realtà sociale reale giapponese presentando aspetti "veri" della vita gay giapponese (ad esempio, Kizuna).
Ogni autrice sceglie un approccio diverso.

Infine, c'è l'aspetto dovuto alla cultura giapponese, quindi, né alla condizione omosessuale, né alle convenzioni del genere letterario.
Per esempio, non ho ancora capito se la rigidità dei ruoli attivo/passivo fra seme e uke si debba alla visione che la cultura giapponese ha dell'omosessualità, o se la si debba a una convenzione dei soli fumetti di questo tipo (l'ho chiesto a Veruska Sabucco, che mi ha risposto che a suo parere ciò non deriva dalla visione dell'omosessualità in Giappone, quanto da una convenzione letteraria del genere, dato che la si trova solo nei fumetti "boy's love".
Non ho neppure capito il motivo dell'ossessione per il rapporto anale che hanno questi fumetti. Paradossalmente conosco fumetti erotici gay per gay che sono meno fissati sull'analità e meno rigidi sui "ruoli" di quanto non lo siano i fumetti yaoi & c...

Una coppia gay disegnata da un fumettista gay Copertina di fumetto giapponese
Una coppia gay vista da un disegnatore italiano (copertina di Figli diversi di Massimo Basili). 
Una coppia gay vista da Minami Ozaki (copertina di Zetsuai, numero 4).

***

Infine, no, non conosco i visual kei. Ma so che il teatro giapponese ha conservato, dai secoli passati, la tradizione del travestitismo (sia da uomo a donna che da donna a uomo) che il teatro occidentale ha invece perso nel corso dell'ultimo secolo (il Martyre de saint Sébastien stesso da cui sei partita, è stato scritto da D'Annunzio per una donna che recitava la parte maschile... all'epoca si faceva... poi si è smesso, soprattuto perché il cinema ha introdotto il tabù del travestitismo, e la tradizione si è perduta, a parte nei ruoli comici).
Quindi io immagino che questa produzione abbia radici culturali più profonde di quanto noi occidentali possiamo sospettare a prima vista. Non posso pertanto dare un mio parere, perché non conosco a sufficienza la tradizione teatrale giapponese.

Come commento a caldo, mi limito solo a notare che l'interesse femminile per il rapporto omosessuale fra maschi, è l'esatto corrispondente dell'interesse sessuale dei maschi eterosessuali per il sesso fra donne. (Mi ricordo anzi che anni fa mi chiedevo come mai questo fenomeno esistesse sempre e solo per utenti maschili, mentre la logica voleva che dovessero esistere anche donne che nutrivano il tipo analogo e contrario di fantasia).

Anche in questo caso, notiamo che la produzione erotica lesbica per uomini è completamente diversa da quella prodotta da donne per donne.
La produzione per maschi è molto più volgare e grossolana, e anche la tipologia fisica delle donne è diversa: nella produzione per maschi le donne tendono ad essere esageratamente "femminili", super truccate, con unghie lunghe e laccate, seni siliconati e gonfi come palloni. Quel poco di produzione di donne per donne che ho visto, invece, presenta donne più sobrie, più "naturali", ma soprattutto più assertive, meno miagolose...
Insomma, anche in questo campo, l'occhio della donna lesbica vede il corpo della donna in modo totalmente diverso dal modo in cui lo vede il maschio eterosessuale.
Il che, a mio parere, conferma il tuo sospetto iniziale.
"La bellezza è nell'occhio di chi guarda", e maschi e femmine la guardano con occhi diversi.

Spero che il mio parere personale ti sia servito.

Ti mando i miei migliori saluti, e ti auguro buona continuazione col tuo lavoro.

Ciao

Giovanni Dall'Orto

PS Se vuoi un esempio eloquente di quanto possa essere catastrofica la differenza di punti di vista fra donne etero ed uomini gay, divertiti a leggere qui il linciaggio che un gruppo di fans scatenate dello shonen-ai mi ha dedicato per avere "osato" dare pareri da schifoso maschio gay sui fumetti giapponesi.
Non fa nulla il fatto che si tratta di un gruppo di persone ottusamente fanatiche, che ignorano totalmente il concetto di "libertà di pensiero" e "di parola".
Quel che interessa a noi qui è il fatto che questo ottuso fanatismo mostra fino a qual punto esagerato possa arrivare tale differenza di punti di vista: per avere io osato parlare di shonen ai senza essere una donna, mi promettono che mi spaccheranno il cranio con una mazza ferrata...

Acci-picchia. E poi si parla di "sensibilità femminile"...

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