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Eric van Lustbader, Il testamento di Gesù, Piemme, 2010 [2007].

[Romanzo]

Recensione di Giovanni Dall'Orto

Copertina de ''Il testamento di Gesù''.
 

Wow, che robaccia...

Il Codice da Vinci colpisce ancora. Ma involontariamente. Perché questo "romanzo" è una greve scopiazzatura pedestre del romanzo di Brown... senza le capacità narrative di Brown.
Laddove l'originale si regge su un sottilissimo equilibrio tra fatti storici e invenzioni narrative, amalgamato così bene che molti lettori sprovveduti hanno creduto che la storia (s minuscola) narrata da Brown fosse davvero Storia (s maiuscola), questo polpettone è un'americanata che non si regge in piedi, tanto improbabili sono le narrazioni, le motivazioni e le azioni dei personaggi.

In questa imitazione non c'è una sola società segreta a battersi per preservare oscuri segreti cristologici, bensì ("two is megl' che one") due, anzi tre perché una è pure sdoppiata.
In ballo c'è nientemeno che il testamento di Gesù Cristo, nonché una fiala di siero dell'immmortalità - frutto di antica e dimenticata sapienza alchimistica - da lui usata per le sue resurrezioni. Ma vedi mai che mezzucci usava per spacciarsi per divino... Usava sieri miracolosi!

I personaggi (per lo più macchiette trucide e tratti anche ridicole) si muovono fra Usa, Venezia e Turchia, fra sparatorie, ammazzamenti, inseguimenti e agguati, lasciandosi dietro una scia di cadaveri.
Per muoversi la banda viene guidata da una vera e propria "caccia al tesoro" di insipide sciarade e indovinelli da "Settimana enigmistica", che alla fine li porterà a trovare la preziosa cassa, nascostissima... nel posto più ovvio in cui cercare.

Questo è il primo ed ultimo romanzo "alla Dan Brown" che leggo! Una volta letto l'originale, i cloni ti fanno solo venire l'orticaria.
Il Codice da Vinci è una lettura piacevole anche per chi (come me) ama la storia, e che si diverte come un matto nel vedere in che modo i fatti storici siano stati impercettibilmente ma perfidamente distorti in modo da permettere di raccontare una vicenda non solo "non vera" ma del tutto improbabile, eppure al tempo stesso resa assolutamente "verosimile" per l'abilità sopraffina con cui Brown riesce a mescolare le carte, col garbo e il sorriso del prestidigitatore.
Inoltre il castello di carte di Brown si regge grazie a una meticolosa documentazione e conoscenza dei luoghi in cui la vicenda stessa è ambientata, nonché a una conoscenza decente della storia passata. Brown non è affatto uno storico, però un romanziere diligente, che prima di scrivere si documenta, sì.

Il testamento di Gesù, invece, è una congerie di fantasie da c-movie, a briglia sciolta, ambientate in luoghi che l'autore o non conosce, o ha sentito nominare solo su qualche guida turistica.
La parte ambientata a Venezia è semplicemente oscena, tante sono le cose improbabili che vi accadono. Dalla presenza di gremiti monasteri di clausura riservati alle donne della "nobiltà veneziana" (!) nelle quali le badesse vengono murate vive (!!), giù giù fino alle cripte delle chiese nelle quali, per fare luce, non si preme l'interruttore, ma si accendono "torce" (ed uno si chiede se si tratti di una traduzione da cani dell'inglese "torch", "pila elettrica", ma poi a p. 450 nel monastero turco il protagonista ha con sé una "pila", dunque il problema è proprio che in Italia non abbiamo non dico la corrente elettrica, ma nemmeno le pile...).

I protagonisti - anglofoni - non hanno il minimo problema di comunicazione in qualsiasi paese si trovino (parlano perfino italiano "con perfetto accento veneziano"!), i preti veneziani girano normalmente con una pistola sotto il saio (p. 319) manco fossero in Alabama, i protagonisti si danno a stragi e sparatorie in mezzo alla strada lasciando cadaveri da tutte le parti senza che mai la polizia arrivi (si limita a catalogare i cadaveri post eventum), e via con una bestiata dietro l'altra.
La più comica è quella che appare a p. 311, laddove, parlando della storia delle cospirazioni internazionali fomentate dalla società segreta "cattiva" (che "ovviamente" è al soldo del papa) si rivela che "Quelli che, come i comunisti, che rifiutavano di vedere i cambiamenti in corso, che non volevano ammettere che la lotta si svolgeva in termini economici, furono condannati". Dunque occorreva leggere questo libro per scoprire che il comunismo non ha mai capito che la lotta nella storia è lotta di classe, cioè fra classi, per il dominio dell'economia... E noi che per due secoli avevamo creduto che invece fosse proprio il comunismo a sostenere questa teoria!
Questo è giusto per dire quale sia l'elevato livello di documentazione di questo autore...

E l'elenco delle assurdità potrebbe essere lunghissimo. Apro a caso. A p. 316 due uomini spostano, da soli, il coperchio in pietra di un sarcofago antico. Da ragazzo ho fatto un lavoretto estivo in un museo, e vi assicuro che in due si riesce a spostare a malapena un busto in marmo, altro che un coperchio. (Ed è giusto che sia così, dato che i coperchi dei sarcofagi non nascono per poter essere spostati secondo il capriccio del primo pirla, o coppia di pirla, che passa lì accanto). A p. 317 il palmare, lasciato forse mesi o anni prima nel sarcofago, viene acceso e fatto funzionare senza problemi di carica della batteria. (Avranno cosparso la batteria di siero dell'immortalità?). A p. 337 il protagonista atterra in Turchia portando con sé in aereo un pugnale, in barba a metal detectors e polizia (van Lustbader non è palesemente mai uscito in aereo dagli Usa, a quanto pare...). Oltre tutto è un reperto antico, però per esportarlo è sufficiente un paio di righe di un prete che attesta che si tratta di una sacra reliquia che è "necessario"... esportare in Turchia. Immagino gli addetti ai metal detectors si siano ritirati con compunto rispetto di fronte a quelle righe scribacchiate su un pezzo di carta dicendo "Ah, ma allora cambia tutto"...
A pagina 377 un matematico arabo è collocato nel "primo secolo" (avrà scritto in latino, in onore di Augusto?).
E qui mi fermo.

Per sforzarmi di dire qualcosa di positivo, affermerò che chi non ha la minima cognizione di storia e di geografia – specie europea e massimamente italiana - apprezzerà questo polpettone fatto di oscuri e minacciosi complotti mondiali, senza capo né coda, ma fomentati dalla chiesa cattolica, con un morto ammazzato ogni trenta pagine.
Ma temo che per essere in questa felice condizione mentale occorra essere statunitensi... e non tutti possono esserlo: qualcuno ogni tanto a scuola deve pur andarci...


 
 
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