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Enrico De Alessandri, Comunione e Liberazione: assalto al potere in Lombardia, Belpress, 2010.
 
Copertina di ''Comunione e Liberazione'', di Enrico De Alessandri.

[Saggio]

Recensione di Giovanni Dall'Orto


Comunione e Liberazione: la resistibile ascesa di una setta.

Questo libro è stato scritto da un funzionario della Regione Lombardia visibilmente, e comprensibilmente, arrabbiato per essere stato epurato nel corso dell'applicazione del programma che Roberto Formigoni porta avanti da tre legislatore: tutto ai privati, nulla al pubblico: Il fatto che De Alessandri dirigesse una struttura regionale in attivo, che è stata sottoposta ad eutanasia per fare posto ai "privati", non fa che confermare la sua tesi: da decenni CL agisce come uno "Stato nello Stato", facendo i propri interessi (che sono in primo luogo economici) attraverso una miriade di società associate alla "Compagnia delle Opere". Che guarda caso vincono sistematicamente le gare per appaltare o acquistare i servizi dismessi dalla Regione Lombardia.

Per dimostrare la sua tesi sulla monopolizzazione del potere in Lombardia, De Alessandri stila un elenco di società e persone, encomiabile per completezza, possibile solo a chi ha conosciuto di prima mano vita morte e miracoli del potere lombardo.
Certo, a tratti questa descrizione analitica, pur necessaria per dimostrare il punto e documentarlo con fatti e nomi e circostanze, risulta un po' ostica per il lettore, perché alla lunga l'elenco in quanto tale è un po' noioso.
Il fatto è però che era indispensabile argomentare con i dati alla mano, e in effetti è questo il punto forte del pamphlet.


Che il fenomeno dell'occupazione del potere di CL abbia superato il livello di guardia lo rivela anche il fatto che gli stessi alleati della "Casa delle Libertà" vivono ormai con scarsa sopportazione la sovra-rappresentazione nei posti di potere di chi rappresenta non più del 10% dell'elettorato del centrodestra.

Si spiega così come sia stato possibile che De Alessandri si sia concesso il lusso di usare abbondantemente, per documentare la sua denuncia, fonti provenienti dalla parte politica di CL, in primo luogo "La Padania", il quotidiano della Lega.
L'abilità di De Alessandri nel combattere il fuoco col fuoco arriva al punto da citare a sostegno delle proprie tesi perfino don Giussani, che fu il fondatore di CL, che criticava la bulimia di potere dei suoi discepoli con un caustico:


L'aspetto più bizzarro della pubblicazione di questo libro che è che l'autore, per avere attaccato CL e sostenuto che essa ormai di fatto controlla l'intera Regione Lombardia, è stato sospeso dal lavoro per un mese per essere venuto meno all'obbligo di non attaccare pubblicamente il proprio datore di lavoro. Non poteva esserci dimostrazione migliore del fatto che ormai è CL ad essere il datore di lavoro dei dipendenti regionali, e non più la Regione Lombardia!

L'autore comunque non si ferma alla denuncia del contingente, e si spinge ad un'analisi della filosofia su cui si basa CL. Che secondo la sua analisi rientra, sotto ogni punto di vista, nella definizione di "setta" data dalle nazioni che, come la Francia, si sono date una legislazione contro le sette religiose.
È la parte più accorate del pamphlet nonché la più movimentata, nel bene e nel male.


Il solo aspetto debole del libro è una certa caoticità, che risponde forse alla passionalità con cui è stato scritto, e che ha scompaginato la struttura cartesiana dei ragionamenti a cui l'autore intendeva visibilmente ispirarsi.
Ma c'è da dire che tanti funzionari posati, e meno passionali, sono stati tanto poco passionali e tanto tanto posati da non denunciare mai - a differenza di D'Ambrosio - quel che vedevano accadere sotto gli occhi; segno che la passionalità ha giovato a quest'opera più che nuociuto.
Ciò non toglie che a volte era decisamente superfluo commentare, magari con sarcasmo, persone e fatti che per la loro sfacciataggine si commentavano da soli.


Per quel che riguarda me, infine, ho trovato che la parte più interessante del volume è quella in cui l'autore analizza le basi ideologico-filosofiche di CL, su cui osserva:

E ancora: A mio parere il libro merita la lettura, anche se chi si incazza di fronte alla "faccia di palta", scorrendo queste pagine, rischia di diventare cianotico per la furia...
Ma è un rischio che merita di essere corso, per sapere chi ci stia governando, come, e a vantaggio di chi.


 
 
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