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Federico Rampini, Occidente estremo, Mondadori, 2010.
 
Copertina di ''Occidente estremo'' di Federico Rampini.

[Saggio]

Recensione di Giovanni Dall'Orto


Si fa leggere piacevolmente, ma Rampini ha scritto di meglio. MOLTO meglio.

Dopo gli anni passati in Cina, il giornalista economico Federico Rampini torna negli Usa.
In questo volume ha ora raccolto i reportages che da quel Paese ha scritto nell'ultimo anno - o giù di lì - nei suoi articoli per il quotidiano "La Repubblica".

Ora, anche nei volumi precedenti veniva raccolto e ricicciato materiale già pubblicato sullo stesso quotidiano. Ma quando Rampini parlava di Cina e India (e anche di Usa, ma dalla prospettiva della Cina), seguiva un metodo sistematico, per farci scoprire a pezzo a pezzo questo continente che tutti conosciamo troppo poco. I suoi articoli dalla Cina seguivano quindi un itinerario preciso, che costruiva a poco a poco la conoscenza, e quindi i libri che ne traeva godevano di questa sistematicità e ordine.

Da quando sta negli Usa, invece, Rampini parla di qualcosa di cui bene o male abbiamo sentito parlare tutti, e cerca quindi di catturare la nostra svagata attenzione analizzando la materia a partire dal libro-scandalo di turno, o dall'intervista al guru di turno, o dalla curiosità di cronaca di turno, o... (e davvero proviamo il bisogno di sapere tutto sulla moda degli orti biologici di Detroit, o sul problema dell'obesità negli Usa, o sullo "yoga a prezzi popolari" a New York, o sugli errori giudiziari di quel paese?).
E organizzare il libro seguendo il filo della pubblicazione dei libri di moda nei salotti letterari di New York, non è certo ciò che chiamerei "sistematicità": anzi.

Rampini se ne rende conto e cerca d'organizzare gli articoli per aree grosso modo tematiche, ma purtroppo per lui l'eterogeneità sta nei temi che aveva trattato per "Repubblica", che è tale da impedirgli di mettere insieme un volume che non sembri una farragine di spunti catturati giorno per giorno, seguendo l'attualità, e soprattutto a casaccio.


Considero Rampini uno dei migliori giornalisti italiani per il talento con cui è capace di spiegare al pubblico più vasto il senso e le dimensioni della sfida - economica, e di civiltà - che la Cina sta portando (sia nel bene, sia nel male) all'Occidente. Mi permetto perciò di consigliare la lettura di almeno uno dei suoi libri a chi ancora non lo conosce.
Ma se si ha il tempo di leggere uno solo dei suoi libri, che sia almeno l'illuminante Il secolo cinese e non certo il presente volume, che non aggiunge nulla a quanto già detto prima, e che lo dice in modo meno ordinato, incisivo e sistematico.


Chi già conosce Rampini, troverà al solito una lettura scorrevole e molto gradevole, come in tutto ciò che Rampini scrive... ma leggendo Occidente estremo non scoprirà assolutamente nulla di nuovo (massimamente poi se legge "Repubblica" con regolarità).

Per chi non lo conosce ancora, invece, sono altri i libri di Rampini da leggere con profitto, ed oltre tutto sono ormai in vendita in edizione economica (il che non guasta). Inizi perciò da quelli: evitando questo non perderà nulla.


 
 
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