Home page Giovanni Dall'Orto > Recensioni > Recensioni di fantascienza > I biplani di D'Annunzio
Cerca in questo sito [powered by FreeFind]
 
Luca Masali, I biplani di D'Annunzio, "Urania" n. 1296, 1996.
 
Copertina di ''I biplani di D'Annunzio''.

[Romanzo di fantascienza]

Recensione di Giovanni Dall'Orto


Anche gli italiani sanno scrivere fantascienza ottima.

Sicuramente è l'impostazione neoidealistica della nostra scuola, che insiste sulla "storia" e scapito delle "scienze", ad aver fatto sì che buona parte dei migliori autori italiani di fanta-scienza dia il meglio di sé in quel sottogenere SF che è l'ucronia, ovvero la "storia alternativa".
Penso ovviamente a Valerio Evangelisti, ma anche a Lanfranco Fabiani o al presente Luca Masali.

Non avevo comprato questo volume al tempo della sua uscita, causa diffidenza verso gli scrittor(acc)i italiani rifilatici da "Urania". Dopo aver letto La balena del cielo, però, mi sono disperato e agitato fino a quando sono riuscito a trovarlo di seconda mano. Chiedendomi chi sia mai il pazzo che rivende un simile gioellino. Semplicemente splendido.


Masali è un "fulminato" dalla tecnologia degli aerei dell'inizio del XX secolo. E lo dimostra nella sue descrizioni tecniche.
Il che va benissimo, perché conferisce al libro un gusto alla Jules Verne che s'intona perfettamente con la vicenda narrata.

In questo romanzo Masali ha confezionato una situazione in cui un servizio segreto d'uno Stato del XXII secolo decide di riscrivere la storia a proprio vantaggio, impedendo il crollo degli Imperi Centrali nella prima guerra mondiale.
Per farlo si serve della copertura d'una società che vende viaggi nel tempo, due dei cui impiegati, però, fuggono nel passato per cercare di impedire l'intrigo.

Le protagoniste della storia sono, paradossalmente (come correttamente avverte il titolo) le macchine volanti. I personaggi umani sono sì utili a portare avanti la trama, ma la storia raggiunge il vertice quando si tratta di descrivere i duelli aerei, o le caratteristiche tecniche delle macchine volanti, o le idee per migliorarle...
Tutto nella migliore tradizione della fantascienza delle origini, anche se a dire il vero essa si dilettava nella dettagliata descrizione delle macchine del futuro, non del passato... Ma dopo tutto il problema di noi italiani è proprio quello d'essere un popolo che ha "un grande passato davanti a sé"...

Masali si diverte col lettore, portandolo per mano nell'esame goloso di dettagli tecnici o tecniche di volo che è palese che non più del 5% di noi sarà riuscito a capire. Ma non importa, perché l'amore che spende in queste descrizioni è tale da risultare contagioso, e da far leggere a tratti il romanzo come un breve manuale di storia del volo, che permette di toccare con mano, per così dire, di cosa fossero fatti questi trabiccoli di legno e tela. Nonché fare ammirare ed apprezzare "quei temerari sulle macchine volanti" che avevano il fegato di salire su quelle caffettiere con le ali.

Devo dire insomma che Masali riesce a darci pienamente la dimensione di "eroismo quotidiano" dei pionieri dell'aviazione, quando essa era ancora più un'arte (pericolosissima) che un mestiere.


La trama si potrebbe raccontare in tre righe (evito di farlo per non sprecare la sorpresa) ed è piuttosto lineare. Anche i personaggi sono piuttosto semplici e lineari, per lo meno al confronto del dettaglio minuzioso con cui sono descritti, ed esaltati, gli aerei. Sono più che altro "sergenti ai pezzi" per fare funzionare, e volare, i veri protagonisti.
Anche il "prestito" di un paio di figure storiche (Gabriele D'Annunzio, destinato a una morte eroica, o Hermann Göring) non fornisce particolari emozioni.

C'è da dire che da questo punto di vista Masali nella Balena del cielo è migliorato, conferendo maggiore spessore al pilota triestino Campini, che è il protagonista anche del presente romanzo.
Ma resta il fatto che la fantascienza è un genere che si basa sulla forza e l'originalità delle idee, e non sull'approfondimento dei personaggi. E d'idee forti ed originali questo libro ne ha da vendere!


Il solo punto debole è del tutto paradossale.
Masali nel 1995 introdusse una descrizione visionaria dello sviluppo che Internet avrebbe avuto nel futuro.
Essendo un informatico, ci ha azzeccato in molte cose. Ma su altre, sembra un autore di steampunk, con computer dalle prestazioni che allora potevano sembrare favolose, ma oggi al confronto di un volgare iphone appaiono scrausi ed arcaici.
Senza contare il fatto che i suoi personaggi nel XXII secolo usano Yahoo come motore di ricerca...

Inoltre, dovendo parlare della Rete a chi ancora non ne aveva sentito mai parlare (ovvero il 99% degli italiani di allora), spiega tutto, ma proprio tutto (compreso cosa voglia dire "Web"). E qui viene sinceramente da ridere...

A parte questo dettaglio "vintage", il romanzo è riuscito, coerente, convincente ed assolutamente originale. Scorre senza intoppi o lungaggini, è godibile e divertente.

Merita la lettura.


 
 
Quest'opera è pubblicata sotto una Licenza Creative Commons "Attribuzione - Non opere derivate 2.5" Italia.
La ripubblicazione integrale è consentita a chiunque sotto i termini di tale licenza. La ripubblicazione parziale è concesso esclusivamente previo accordo con l'autore: scrivere per accordi.
[Torna alla pagina principale] [Torna all'indice delle recensioni]
[Mandami correzioni, suggerimenti o proponimi un nuovo link]