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Richard Matheson, Io sono Helen Driscoll, Fanucci, Roma 2009 [1958].
 
Copertina di ''Io sono leggenda'', di Richard Mateso.

[Romanzo]

Recensione di Giovanni Dall'Orto


Boh? Chissà perché viene giudicato un capolavoro?

Non sono un lettore abituale di horror/mystery, ed a questo libro sono arrivato attraverso il capolavoroso Io sono leggenda, dello stesso autore, che si colloca a cavallo tra fantascienza ed horror.
Speravo di trovare un romanzo altrettanto bello (ed altrettanto di fantascienza), ma non è andata come speravo.

Forse è propria la mia non-vicinanza al genere letterario ad avermi fatto notare quanto Io sono Helen Driscoll sia tutto sommato ingenuo, e decisamente prevedibile.

Ok ragazzi, il libro è del 1958.
Sì sarà anche salutato come il fondamento di tutta una letteratura horror/mystery venuta dopo, però, insomma, mezzo secolo di ulteriore evoluzione del genere ci ha resi un attimino più scafati ed esigenti!
Io, senza essere un esperto del genere, arrivato a metà avevo già capito come sarebbe andata a finire.

Cerco in Rete le recensioni di altri lettori e sbalordisco: "Non ci ho dormito la notte", "Mi ha dato i brividi"...
Brividi? La storia di un uomo che si fa ipnotizzare per gioco e come conseguenza vede risvegliarsi in sé capacità telepatiche e medianiche fin lì occulte?
La storia di un uomo che inizia a vedere in casa quello che sembra il fantasma d'una morticina senza pace, e che alla fine del romanzo scopre che si trattava in realtà del... fantasma di una morticina senza pace?
E questo toglie il sonno?


Boh, ragazzi, come si suol dire, ad ognuno il suo.
Io sono un lettore di fantascienza capitato per caso nel reparto di libri sbagliato. Questa non è quindi trippa per me. Non ho provato il minimo brivido, ed ho trovato scontata e prevedibile tutta la vicenda.
Anzi, peggio: quando la persona che ha causato la morte della morticina senza pace spara a bruciapelo alla testa del protagonista, indovinate cosa succede? Che lo manca, e lo ferisce "solo di striscio"! Ma andiamo, ma neanche "Topolino" si permette incredibilaggini di questo livello!

E il modo in cui viene ritrovato il cadavere? Dunque, si dice il protagonista, se c'è sarà stato di certo nascosto in... Lui guarda in... e ce lo trova. Ma chi era mai Sherlock Holmes, di fronte alla logica inoppugnabile di questo personaggio?


Essendo stato lasciato freddo dalle doti dello scrittore, mi sono in compenso messo ad osservare con curiosità il mondo che descrive.
Siamo nell'America del maccartismo, fra le villette unifamiliari a schiera dell'urban sprawl (il modello abitativo che tanto ha fatto per creare il buco nell'ozono).

Che siamo in questo periodo ce lo rivela il fatto che quando il protagonista inizia a leggere nel pensiero, a prevedere il futuro e cosucce del genere (tant'è che riesce a salvare il bambino lasciato nelle mani di una baby-sitter, prevedibilmente, psicopatica) la moglie reagisce con un'insopportabile scenata isterica via l'altra. Lei vuole, lei esige che lui si faccia curare, che torni normale, che torni come tutti gli altri!
Solo l'America del maccartismo è riuscita a produrre un'ideologia dell'omologazione così forte ed ossessiva -- se si eccettua forse la Cambogia di Pol-Pot...
Donna, hai un marito che ti legge il futuro, che ti salva il pupo grazie alle sue doti medianiche (alla terza parola della descrizione della baby sitter io avevo già capito che era psicolabile, tu invece, lì, tonta e cieca come un elettore di Berlusconi!), e tu strilli che hai i nervi a pezzi, che non ce la fai più, che deve farsi curare, sì, curare... e lo mandi dallo psichiatra?
Donna, mi sa che la pazza, qui, sei tu...

Secondo elemento che "data" terribilmente il romanzo, il guazzabuglio di banalità che lo psicoanalista (persona "aperta di idee" verso tutti i campi della ricerca scientifica) inanella relativamente alle facoltà extrasensoriali. Ci sono esperimenti che fanno pensare che siano reali. Ci sono studiosi che pensano... Ci sono teorie che ipotizzano...
Ebbene, oggi di quegli "esperimenti" non è rimasta pietra su pietra, dopo che personaggi come il prestigiatore James Randi hanno dimostrato di essere da un lato in grado di replicare gli stessi risultati, e dall'altro di riuscire a impedire che i fenomeni si manifestino in altri semplicemente adottando procedure a prova di truffa.

Certo, nel 1958 c'erano ancora speranze che quel campo di ricerca scientifica (ancora gli inizi) potesse dare qualche risultato. Dopo tutto, le intenzioni erano buone, e i risultati sembravano incoraggianti.
Ma siccome i risultati alla fine non sono mai arrivati e le intenzioni contano poco a fronte dell'assenza di risultati, tutte le "spiegazioni razionali" affastellate dall'autore (non richieste, e non necessarie allo sviluppo della trama; i fantasmi sono da secoli legittime figure letterarie che non necessitano di essere "giustificate": nei libri ci possono essere e basta) alla fine sono solo una zavorra che svela la data di scrittura del romanzo e basta.


Insomma, la faccio breve, sia per non tirarmi addosso l'ira di coloro che questo romanzo hanno amato (nonostante la sua struttura elementare fino all'ingenuità), sia perché non ha senso spiegare con troppe parole perché non si abbia granché da dire su un libro...

Certo, se non altro il romanzo è scritto in modo fluido, e scorre senza intoppi. Il mestiere di Matheson si nota, insomma. E questo è un punto a suo favore.
E chi apprezza le cose vintage, amerà questa descrizione minuziosa dell'America delle villette unifamiliari, con le sue ipocrisie ossessive e i suoi segreti occultati dietro la facciata rispettabile (alla fine, ogni villetta ne ha uno). Una descrizione che per i miei gusti s'è rivelata la parte davvero godibile del romanzo, nonostante nei decenni successivi questo tipo di analisi sia stato inflazionato.

Ciò detto, non riesco proprio a tacere sul fatto che questo è un libro che dimostra tutti gli anni che ha, specie se lo si confronta con i discendenti, che dell'horror hanno dato una declinazione cento volte più inquietante....
Al punto che su "Urania" della gestione Fruttero & Lucentini, che avevano il pallino dell'horror (tant'è che questa collana ha pubblicato Io sono Helen Driscoll per ben quattro volte), mi son dovuto sciroppare cose dieci volte più orrorifiche di questa.

E tanto basti.


 
 
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