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Sul cosiddetto "Pervertito d'Orta".

[Inedito, 19 luglio 2015]

di: Giovanni Dall'Orto
 
 

L'articolo de La Stampa edito nel 1977.
L'articolo de "La Stampa" edito nel 1977.
 

Un mio amico mi ha spedito una notizia tratta dal numero del 3 novembre 1977 de "La Stampa", Mistero del "pervertito di Orta", di Vittoria Sincero, che parla della statua seicentesca d'un travestito (in abiti femminili ma con barba e baffi), "simpaticamente" soprannominato "Pervertito d'Orta", presente nella cappella XIII del Sacro Monte d'Orta, di cui è pubblicata anche una fotografia.

Alla mia manifestazione di scetticismo il mio amico ha risposto che la statua è nominata anche da altre fonti, una delle quali, L'idillio di Nietzsche e il Pervertito d'Orta, di Salvatore Lo Leggio, addirittura sul sito turistico "Orta.net".

Ho approfittato dell'occasione per una piccola messa a punto metodologica, che spiega perché sia sempre necessaria la prudenza di fronte a "notizie storiche" di questo tipo. In effetti, un esame della statua dimostra che....


Caro Andrea,
la notizia in sé non la contesto affatto: è un dato oggettivo che una certa statua di una certa cappella del Sacro Monte di Orta rappresenta un uomo con addosso un vestito da donna. Contesto però la "lettura" di questo fatto, in particolare l'idea che quello a cui siamo di fronte sia travestitismo anziché travestimento.
Notoriamente, il teatro barocco trabocca di situazioni di travestimento uomo-donna e donna-uomo, arrivando a scene in cui un attore di sesso maschile si travestiva per interpretare un personaggio femminile che durante la vicenda si travestiva da uomo, giungendo quindi al "travestimento al quadrato".
Ebbene, nonostante questa "moda", che impazzava all'epoca in cui fu costruita la cappella, la censura vegliò sempre sul fatto che quello rappresentato fosse semplice "travestimento", e mai travestitismo inteso come "perversione sessuale", un tema che era assolutamente tabù nelle rappresentazioni pubbliche. Incluse le statue e i dipinti.
Da qui il mio scetticismo. Non è minimamente pensabile che in epoca controriformistica (e i Sacri Monti sono il trionfo assoluto dell'estetica controriformistica, oltre che del teatralismo barocco, ovviamente) una figura immorale come un "pervertito" fosse inserita in piena vista in un quadro vivente.

La notizia del quotidiano sembra quindi appartenere al quel "ciceronismo" fai-da-te a cui appartengono notizie come il "salto di Tiberio" a Capri, da cui i ciceroni locali dicevano che Tiberio gettasse gli amanti che lo avevano stufato, notizia priva di qualsiasi minimo riscontro documentario. Essa è frutto solo della volontà di dare al turista diciamo "diversamente colto" quelle emozioni forti che, sole, riescono a colpirlo, non potendo costui contare su quelle fornite dalle Muse, per lui totalmente mute per oggettivi limiti di comprendonio e conoscenza.


Per fortuna per chiarire il dubbio ci viene in soccorso WikiCommons, che presenta tutte le cappelle del Sacro Monte di Orta, una per una, inclusa la nostra.
Guardando bene le foto della cappella XIII alla fine ho trovato l'immagine in questione, che corrisponde a quella dell'articolo della "Stampa" che mi avevi segnalato per primo: eccola qui, ed eccola anche in ingrandimento.
 

La statua del Pervertito d'Orta
La statua del "Pervertito d'Orta". 
Foto di Wolfgang Sauber, WikiCommons.

Sulla sinistra il "pervertito d'Orta", un uomo barbuto (chiaramente caricaturale) con indosso un abito lungo di colore azzurro, dotato d'una generosa scollatura da cui sfugge vezzosamente una nerboruta spalla nuda. Alla sua destra un giovane imberbe che indossa un'armatura, chiaramente ispirata ai modelli antico-romani anche se "riletta" attraverso un'estetica barocca. Un mantello in porpora indossato a tracolla accresce ulteriormente il richiamo all'antichità romana.
Come mai questo giovane circola in vesti d'antico romano e con in testa un berretto alla moda del Seicento? Ma perché la scena della cappella rappresenta san Francesco che durante il Carnevale si fa portare nudo, e umiliare, per le strade di Assisi, per mostrare alla folla che si dà all'indecenza carnevalesca quale sia il "vestito" davvero adeguato a un cristiano: quello della mortificazione.

Dunque assistiamo a una scena di travestimento carnevalesco, e non di travestitismo che esprima "pervertimenti" (e già la scelta di questa parola la dice lunga su chi può aver messo in giro questa voce) sessuali.

Aggiungo che chiarito questo aspetto, non è detto che il giovane imberbe sia per davvero un giovane piuttosto che una donna. La caratterizzazione fisionomica non è il punto forte di questo scultore, ma l'uso abbondante del rosso sulle labbra e sulle guance del giovane permette d'ipotizzare che potrebbe anche essere una donna.
Nel qual caso cosa avremmo qui: la "pervertita d'Omegna"?


Questo piccolo ragionamento ci mostra quanto sia importante contestualizzare ogni documento storico. Ogni documento antico può assumere significati anche molto diversi a seconda del con-testo.

La vicenda mostra inoltre come, dietro ad ogni "mystero" sparato dai titoli dei giornali, ci sia sempre un narratore troppo superficiale e frettoloso (il fatto che si tratti d'una scena carnevalesca appare infatti esplicitamente fin dall'intitolazione della cappella!) per sapere come interpretare quello che vede.

Ciao.

G. Dall'Orto.
 


 
 Inedito.
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