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fra' Paolo Sarpi (1552-1623)

Paolo Sarpi
Fra' Paolo Sarpi.

Da: Istoria del concilio tridentino [1608-1619] [1]
Libro III, cap. 3.
[(...) Umori naturali e politici del papa.]
Libro III, cap. 3.
Preferenze politiche e personali del papa.

/ p. 52 / Si confermò maggiormente l'opinione che il papa dovesse riuscir più attento agl'affetti privati che alle publiche essiggenze, per la promozione che fece il dì 31 maggio d'un cardinale, a cui diede, secondo il costume usato, il suo capello.

L'opinione per cui il nuovo papa <Giulio III> sarebbe stato più attento agli interessi privati che alle esigenze pubbliche si confermò ancora di più per la promozione, che fece il 31 maggio <1550> di un cardinale, a cui diede, secondo la consuetudine, il posto che era stato suo.
Essendo Giovanni Maria di Monte ancora vescovo sipontino al governo della città di Bologna, ricevette nella sua famiglia un putto piacentino di nazione, de' natali del quale non è passato notizia al mondo. Essendo ancora Giovanni Maria del Monte vescovo di Manfredonia e governando la città di Bologna [2], accolse fra la sua servitù un ragazzino piacentino, sulla cui origine famigliare non c'è stata nessuna notizia degna d'essere tramandata dalla storia.
A questo prese tanto affetto, quanto se gli fosse stato figlio. A questo ragazzino s'affezionò tanto, quanto se fosse stato suo figlio.
Vi è memoria che, essendo quello infermato in Trento di morbo grave e longo, con opinione de' medici che doveva condurlo a morte, per conseglio loro lo mandò in Verona per mutar aria, dove avendo ricuperato la sanità e ritornando in Trento, l'istesso giorno del suo arrivo uscì il legato dalla città per diporto, accompagnato / p. 53 / da gran numero de prelati, e l'incontrò appresso la città con molti segni d'allegrezza;  Si tramanda che, essendosi il ragazzino ammalato a Trento d'una malattia grave e lunga, che secondo il parere dei medici lo avrebbe portato alla morte, per loro consiglio <Giovanni Maria> lo mandò a Verona per cambiar aria, e avendo qui recuperato la salute e ritornando a Trento, lo stesso giorno del suo arrivo il Legato uscì per svago dalla città, accompagnato da un gran numero di prelati, e lo incontrò vicino alla città, dando molti segni di felicità,
che diede da parlar assai, o fosse stato questo incontro per caso, o fosse il cardinale andato a studio sotto altro colore a questo effetto d'incontrarlo. cosa che fece discutere molto sul fatto se fosse stato un incontro casuale, o se il cardinale fosse uscito apposta, con un pretesto, al preciso scopo di poterlo incontrare.
Stemma di Giulio III a palazzo Spada, Roma.
Stemma di Giulio III a palazzo Spada, Roma.
Egli era solito dire che l'amava e favoriva come artefice della sua fortuna, atteso che dagli astrologi era predetta gran dignità e ricchezze a quel giovine, quali non poteva aver se egli non ascendeva al papato.  Giulio III era solito dire che lo amava e favoriva perché era l'artefice della sua fortuna, dato che dagli astrologi a quel giovane era stata predetta gran dignità e ricchezza, che costui non avrebbe potuto ottenere se egli non fosse diventato papa.
Subito creato pontefice volle che Innocenzio (così era il nome del giovine) fosse adottato per figlio di Baldoino del Monte, suo fratello, per qual adozzione si chiamò Innocenzio di Monte e conferitogli molti beneficii, il giorno sopra detto lo creò cardinale, dando materia di discorsi e pasquinate a' corteggiani romani, che a gara professavano dire la vera causa d'un azzione tanto insolita per congetture di varii accidenti passati. Non appena eletto pontefice volle che Innocenzo (questo era il nome del ragazzo) fosse adottato come figlio di Baldovino del Monte, suo fratello, per via della quale adozione si chiamò Innocenzo del Monte, e gli concesse molti benefici ecclesiastici, nel giorno sopraddetto lo nominò cardinale, fornendo ai cortigiani romani occasione per discorsi e pasquinate, che a gara proclamavano di dire la vera causa di un'azione tanto insolita, congetturando a partire da vari avvenimenti passati.

L'autore ringrazia fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su persone, luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà eventuali errori in essa contenuti.

Note

[1] Il testo da: Paolo Sarpi, Istoria del concilio tridentino, Laterza, Bari 1935, 3 voll., vol. 2, pp. 52-53 come digitalizzato e messo online sul sito "Biblioteca italiana".
La parafrasi in italiano moderno è mia.

Il brano che ho qui riportato tratta dell'elezione al papato, come Giulio III, di Giovanni Maria Del Monte, nel 1550, e la sua immediata elevazione al cardinalato dell'amante appena sedicenne, Innocenzo.
Sulla vicenda vedi nel presente sito la mia biografia di Giulio III.

Per una critica a questo brano vedi il card. Sforza Pallavicini (1607-1667), Istoria del Concilio di Trento [1656-1657] (mia edizione, "ridotta da Giampietro Cataloni": Corvo, Roma 1666), XI 39 (p. 293), sub anno 1550.

[2] Come legato pontificio, cioè come delegato del papa, che era padrone della città.


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