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Goffredo (Godfrey) di Winchester (sec. XI-1107)
 
Bacio fra un uomo e un ragazzo. Miniatura medievale

Epigrammata / Epigrammi [sec. XII] [1] 
. 
CXV. Parvis prodesse quod parvi sunt 
115. Ai piccoli si addice ciò che è da piccolo.[2].

Qui vidit te, Grosphe, duos deprendit in uno,  
a retro puerum videt, ab ante, virum.

Chi ti ha visto, Grosfo, prende due in uno:  
da dietro ti vede ragazzino, da davanti uomo.

Si ludis, puer es; da posteriora, probatur,  
ludum defendis; vertere, liber eris.
Se giochi [3], sei ragazzino: da' il posteriore, è noto, 
reggi il gioco; ma come ti volti, eccoti maschio.
fregio di separazionefregio di separazionefregio di separazione 
 
CXXI. In vitio non permanendum.  
121. Non bisogna incancrenirsi nel vizio. 

Unice vive puer, lætus cantabat Adonis,  
nunc quoque cantat adhuc, unice vive puer.

"Vivi, fanciullo unico", cantava lieto Adone, 
e ancora adesso canta: "Vivi, fanciullo unico;

Non silet aut siluit tibi nomen amoris apud me,  
nomen amare probans, non silet aut siluit. 
non tace né tacque in me la parola "Amore" per te". 
E dimostrando d'amare quella parola, non tace né tacque [4].
fregio di separazionefregio di separazionefregio di separazione 
 
CCIII. Servos sæpe dominos suos male decipere.  
203. I servi spesso ingannano malamente i loro padroni.[5].

Cogitat Ursidius sibi dote jugare puellam,  
ut placeat domino cogitat Ursidius.

Ursidio pensa di legare a sé una ragazza offrendole la dote, 
ma bada a che piaccia al padrone... Ursidio.

Cogitat Ursidius hæredem tollere parvum,  
ut placeat domino cogitat Ursidius. 
Ursidio pensa di prendersi un giovane erede, 
ma bada a che piaccia al padrone... Ursidio.
Cogitat Ursidius domino quacunque placere 
Virgine vel puero, quam sapit Ursidius. 
Ursidio bada sempre a ciò che piace al padrone, 
ragazza o ragazzo: com'è saggio... Ursidio!
 
Giuseppe bacio il fratello Beniamino. Miniatura medievale.
Ok, lo confesso, ho barato. Questa miniatura dell'anno 1200 circa rappresenta infatti non una scena erotica, bensì "Giuseppe che bacia il fratello Beniamino", cioè una scena biblica. Ma vi aspettavate forse che all'epoca producessero edizioni di "Sodoma illustrata" solo perché io le potessi poi usare oggi per illustrare il mio sito? 
 
CCXXIX. Amorem cogendo non adquiri. 
229. Non si acquista l'amore costringendo. 

Torvus et ore minans te nos, Tite, poscis amare,  
invitus nemo, nemo coactus amat. 

Torvo e minaccioso in volto, Tito, chiedi di amarci: 
nessuno nolente, nessuno costretto ama. 

Blanditia, non imperio, vis crescit amoris,  
Cæsar ubi jubeat, cedere nescit amor. 
Con la dolcezza, non a comando, cresce la forza dell'amore: 
lo ordini pure Cesare, ma l'amore non sa cedere.
Vacca quidem taurum, sed et ipsa leæna leonem,  
iratos fugiunt, suscipiunt placidos. 
Invero la vacca fugge il toro, la stessa leonessa il leone, 
se sono irati, mentre li accolgono se sono tranquilli. 
Dilige nos omnes, ut ameris ab omnibus unus;  
quaerit amor pariles, dissimiles odium.
Amaci tutti, affinché tu solo sia amato da tutti; 
l'amore vuole eguaglianza, l'odio disparità.
fregio di separazionefregio di separazionefregio di separazione
 
CCXXXIV. Decipere non esse diligere. 
234. Ingannare non vuol dire amare.[6].

<Primus.> 
Quod sequeris pueros, quod amas et amaris ab illis,  
nequam non hominis, simplicis aucupium est.

<Primo interlocutore.> 
Il fatto che vai dietro ai ragazzi, che li ami e ne sei amato, 
è infame caccia non da uomo, ma da idiota.

<Alter.> 
Prædixi quod amas, odium si præstat amorem,  
si sit amare gravi ludificare dolo. 

<Secondo interlocutore.> 
Ho detto "che li ami", ammesso che l'odio venga prima dell'amore, 
e che amare sia prendersi gioco, con inganno insidioso.

<Primus.> 
Tu peccare doces, peccandi ponis habenas,  
a te peccandi sumitur hora, Tati.

<Primo interlocutore.> 
Tu insegni a peccare, sciogli le redini al peccato, 
da te si prende l'occasione di peccare,Tazio.

<Alter.> 
Munere semper emunt, ut possint crimen inire;  
ut factum celes, munere rursus emunt.

<Secondo interlocutore.> 
Comprano [7].sempre con un dono, per poter compiere il misfatto; 
poi affinché tu celi il fatto, di nuovo ti comprano con un dono.

<Primus.> 
Culpa tua est, quod res et fama laborat eorum;  
quod pereunt censu et nomine, culpa tua est.

<Primo interlocutore.> 
È colpa tua [8], se il loro atto e la mala fama li fa soffrire [9]; 
è colpa tua, se perdono il censo e la reputazione.

<Alter.> 
Vulnera vulneribus addenda laborque labori,  
ut vincas adhibe vulnera vulneribus.

<Secondo interlocutore.> 
Bisogna aggiungere ferite alle ferite e sofferenza alla sofferenza: 
per farcela, aggiungi ferite alle ferite!

<Primus.> 
Ut superare queas tenui pascatur avena;  
sic nunquam ille satur, ut superare queas.

<Primo interlocutore.> 
Affinché tu possa vincerlo, sia nutrito con scarsa avena [10], 
non sia mai sazio, affinché tu possa vincerlo.

<Alter:> 
Jam tibi, chare, tuum tenuis farrago repressit 
et meus in fortem cessit asellus equum.

<Secondo interlocutore.> 
Ma oramai, caro, la scarsa biada ha reso lento il tuo, 
mentre il mio asinello s'è trasformato in un forte cavallo [11].

L'autore ringrazia fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su persone, luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà eventuali errori in essa contenuti.
Note 

[1] Il testo latino da: Godefridus Prior, o Godfrey of Winchester, Epigrammata, come edito online sul sito The latin library 
Vedilo anche in: Thomas Stehling, Medieval latin poems of male love and friendship, Garland, New York and London 1984, pp. 24-27 (testo latino e traduzione inglese). 

La traduzione in italiano, inedita, m'è stata offerta da Lorenzo Gallo, che ringrazio. 
Revisione della traduzione e note sono mie. 

[2] Per un uomo piccolo, al punto che da dietro può essere scambiato per bambino, ma molto "ben dotato". 

Il titolo è un enigma; letteralmente: "Ai piccoli andare bene quello che sono piccoli", o "del piccolo". Wright lo traduce correttamente: "Bisogna giovare ai piccoli, perché sono piccoli", e rende sensatamente il "quod sunt" (mentre la nostra resa è scorretta, perché presupporrebbe un "quae sunt" o un "quod est"), dopodiché però il significato del suo titolo non s'accorda minimamente col senso della poesia... 
Quindi qui per ora  traduciamo a senso, e se qualcuno sa sciogliere l'enigma, ci scriva. 

[3] Il verbo ludere ha il doppio senso di "giocare" e "aver rapporti sessuali".  

[4].Confesso di non avere capito il senso di questa composizione: mi sfugge infatti quale sia il "vizio" del titolo. A meno che sia una critica per il fatto che Adone "rompe le orecchie" con la sua "fissazione"... 

[5].Nel latino medievale decipere ha anche un doppio senso sessuale, causato dall'esatta identificazione d'idee che sull'altro versante ha portato "fottere" o "buggerare" o "fregare" (tutti termini sessuali) a significare "ingannare".  
L'implicazione è che Ursidio "fotte" (metaforicamente) il padrone badando a farlo "fottere" (fisicamente) con le/i suoi partner, per guadagnarci lui. 

[6].Anche qui "ingannare" = "fottere". Il concetto è: non chiamare amore quel che è solo inganno/sesso. 

La poesia è composta da distici (coppie di due versi), assai slegati fra loro ma accomunati dal tema della condanna dell'amore omosessuale. Visti i continui salti di soggetto e tema, ho concluso che la composizione è nata come amebea (cioè con un "botta e risposta" fra due persone, come negli stornelli), nonostante nel testo a stampa non vi sia traccia di due interlocutori. Li ho pertanto aggiunti io. 

[7].Il soggetto sottinteso è: "i sodomiti". 

[8] Qui ci si rivolge al "Tazio" di prima. 

[9] Qui "loro" sono i ragazzi corrotti dai sodomiti. 

[10]."Lui" è il ragazzo preso di mira: un garzone o un inferiore ricattabile, per metafora assimilato a una cavalcatura, da affamare per meglio domarla (e l'idea del "cavalcare" ha un ennesimo doppio senso erotico). 

[11] "Il mio", e "il tuo", possono essere i garzoni, l'uno affamato e reso smunto, l'altro diventato un pezzo di marcantonio. Ma con un perfido doppio senso la metafora può indicare (come in altre poesie) anche i rispettivi membri virili: quello di chi parla, nutrito da un amante meno tirchio, ha raggiunto dimensioni inattese, mentre l'altro è rimasto prepubere.


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