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Raffaele Zovenzoni o Sovenzoni (1431- ca. 1480)

Raffaele Zovenzoni
Raffele Zovenzoni nel ritratto attribuito a Giovanni Bellini [1467 ca.] ora al Castello sforzesco di Milano.
Da: Istrias [1474] [1]
.
<Liber I, 26.> 
Hermolao Barbaro poetae clarissimo.
Libro 1, 26
Ad Ermolao Bàrbaro, famosissimo poeta.

Hic Ganymedis erat cyathus, cum laeta Tonanti
pocula purpureis ille dabat manibus.

Questa era la coppa di Ganimede, quando dava a Giove 
con mani rubizze una lieta bevanda.
Hunc meus Hermoleos Veneti spes rara Senatus
possideat, nostrae pignus amicitiae.
Ora il mio Ermoleone, speranza rara del Senato veneto,
la possieda lui, a pegno della nostra amicizia [2].
Ermolao Barbaro
Ermolao Barbaro in un'incisione del 1530.
<I, 46>.
Faustino Bononiensi.
1, 46.
A Faustino bolognese.

Si, Faustine, sapis, tuam Lycorim
linques Ferrariensibus lanistis
aut cerdonibus Istriae brigantis;

Faustino, se non sei stupido, la tua Lìcori
la lascerai ai facchini [3] ferraresi
o ai briganti ciabattini dell'Istria;
tu fontes Heliconis inquietos
exquiras, studii comes seueri,
ne te Sardanapalus exoletum
reddat delicias docens suiles.
tu cercherai le fonti spumeggianti d'Elicona [4]
e studi e compagni seri,
perché Sardanapalo non ti renda checcona.[5],
insegnandoti piaceri da porcone.
Te Florentia, te uocant Athenae
quas nunc Argyropolei sophistae
diuini sale condiunt Platonis.
Ti chiamano Firenze ed Atene,
città che ora i dotti di Argiropoli
insaporiscono col sale del divino Platone.[6]
I laetis auibus, memorque nostri,
et si discipulos mei Guarini
fors offenderis, inquies: salutat
vester uos Raphael rudis cinaedus
olim, nunc Cato Socratesque factus.
Va', con auspici favorevoli, ricordandoti di noi,
e se gli alunni del mio Guarino
per caso hai offeso, dirai: "Vi saluta
il vostro Raffaele.[7], in passato un rozzo finocchio
ma ora diventato un Catone e un Socrate[8].
Docente rinascimentale, 1502
Professore rinascimentale in cattedra. Dal sepolcro di Pietro Canonici, al museo medievale di Bologna [1502]. Foto di G. Dall'Orto.
<I, 74>.
In Lyscam Gaditanam
1, 74.
Contro Lisca, di Cadice.

Qui Lyscam putat esse Gaditanam,
qui Lyscam putat esse uinolentam,
qui Lyscam putat esse negligentem,
qui Lyscam putat esse sanguisugam,
qui Lyscam putat esse sycophantam,
qui Lyscam putat esse culilinguem,
qui Lyscam putat esse menstruatam,
qui Lyscam putat esse bellualem,
qui Lyscam putat esse matricidam,
qui Lyscam putat esse paederastem,
hic uerum putat, et putat quod ultro.

Chi pensa che Lisca sia di Cadice,
chi pensa che Lisca sia ubriacona,
chi pensa che Lisca sia scansafatiche,
chi pensa che Lisca sia sanguisuga,
chi pensa che Lisca sia spiona,
chi pensa che Lisca sia leccaculo,
chi pensa che Lisca sia mestruata,
chi pensa che Lisca sia bestiale,
chi pensa che Lisca sia matricida,
chi pensa che Lisca sia pederasta [9],
pensa il vero su questo, ed oltre.
Si quaesiueris, ipsa non negabit. E se chiederai, lei stessa non lo negherà.

fregio di separazione
 

<II, 35>.
In Crispum Fluentium.
2, 35.
Contro Crispo, fiorentino.

Tecum septenos uxor uixisse decembres,
Crispe, refert coleos nec tetigisse tuos.

Tua moglie ha vissuto sette inverni con te,
Crispo, e dice non aver mai toccato i tuoi coglioni.
Te putat eunuchum, nec te scit amare cinaedos:
at mihi crede, tuam seminat alter humum.
Ti ritiene castrato, e non sa che ami i finocchi:
ma credi a me: altri seminano la tua terra [10].

L'autore ringrazia fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su persone, luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà eventuali errori in essa contenuti.

Note

[1] Il testo da: Raffaele Zovenzoni, Istrias, come online nel sito "Poeti d'Italia in lingua latina", che riproduce l'edizione a stampa a cura di Baccio Ziliotto: Raffaele Zovenzoni, la vita, i carmi, Arti grafiche Smolars, Trieste 1950.
La traduzione dal latino, inedita, è di Giovanni Dall'Orto.

[2] La poesia non ha tema omosessuale, ma l'ho proposta perché mostra come fosse accettabile usare un mito omosessuale per uno scopo innocente quale l'offerta d'un regalo. A meno che, sotto sotto...

[3] In realtà il testo latino dice "gladiatori", che a Roma erano gli schiavi più disprezzati, perché sacrificabili, ma che nei pettegolezzi erano descritti come concupiti dalle dame per il fisico. Ho quindi tradotto "facchini" per rendere meglio il (pre)concetto.

[4] Mitica sede delle Muse, dee delle arti e in questo caso della poesia.

[5] L'exoletum è il prostituto passivo giunto all'età adulta.

[6] Argiropoli era un sobborgo di Costantinopoli. Si allude qui all'arricchimento culturale portato a Firenze dalla fuga degli intellettuali per la caduta dell'impero bizantino.

[7] Raffaele Zovenzoni, l'autore stesso. Alla faccia delle ammissioni autobiografiche!

[8] Filosofi antichi, celebri per la proverbiale integrità morale e serietà.

[9] Questa poesia ha un interesse, se vogliamo, esclusivamente linguistico, per questo uso tanto strano del termine "paederastes", per significare "donna che si lascia sodomizzare". Esiste peraltro in italiano antico un parallelo esatto di tale uso: buggioressa.

Ho emendato il testo ai versi 5 e 8, che al posto di "esse" presentavano rispettivamente "eme" e "me", ma "Trattandosi di endecasillabi faleci, il numero delle sillabe è fisso. Quindi resta subito da escludere il secondo verso, quello con ME. Anche quello con EME è da emendare per ragioni di metrica, perché EME, imperativo del verbo emere, ha breve-breve, e non lunga-breve (trocheo) come qui servirebbe" [grazie a don Marco per la consulenza di metrica]. 

[10] Oltre alle composizioni qui citate, fra le poesie di questo autore c'è anche un'insignificante allusione ad Ercole ed Ila nel distico a 2, 93.


Ripubblicazione consentita previo permesso dell'autore: scrivere per accordi.

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