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Pietro Metastasio (1698-1782)

Medaglia ritratto del Metastasio
Medaglia-ritratto del Metastasdio (1782).
 
Da: Achille in Sciro [1736] [1] 
.
Atto I, scena XIV
Atto I, scena 14

TEAGENE
                                Ascolta; io voglio,
      bella ninfa, ubbidirti; e per mercede
395 bramo sol de' tuoi sdegni
      l’origine saper. Di'... Ma... Sospiri!
      Mi guardi! Ti confondi!
      Qual cambiamento è il tuo? Parla; rispondi.

<Ad Achille, che ha allontanato Teagene da Deidamia>:

TEAGENE
Ascolta, io voglio,
o bella ninfa, obbedirti, e per ricompensa
voglio solo sapere la causa
del tuo sdegno. Dimmi. Ma... Tu sospiri!
Mi guardi! Ti confondi!
Che cambiamento è il tuo? Parla, rispondi!

ACHILLE 
      Risponderti vorrei
400 ma gela il labbro e tace;
      lo rese amor loquace,
      muto lo rende amor,

ACHILLE
Io vorrei risponderti,
ma il labbro gela e tace:
amore lo aveva reso loquace
amore ora lo rende muto:
      amor che a suo talento
      rende un imbelle audace
405 e abbatte in un momento,
      quando gli piace, un cor. (Parte).
amore, che a suo capriccio
rende audace un vigliacco
e abbatte in un momento,
se così gli piace, un cuore. (Se ne va).


Atto I, scena XV

TEAGENE solo

  
TEAGENE
      Son fuor di me. Quanto son mai vezzose
      l'ire in quel volto! Ah forse m'ama e ch'io
      siegua un’altra non soffre. E così presto
410 è amante ed è gelosa? Una donzella
      parlar così! Così mostrarsi audace!
      Intenderla non so; so che mi piace.
Atto I, scena 15

TEAGENE, da solo.


TEAGENE
Son fuori di me. Quanto è attraente
l'ira su quel volto! Ah, forse m'ama e non
sopporta ch'io corteggi un'altra. Ma... in così poco tempo
innamorarsi e ingelosirsi? Una ragazza,
parlare così! Mostrarsi così audace!
Non la so capire... però so che mi piace!
      Chi mai vide altrove ancora
      così amabile fierezza
415 che minaccia ed innamora,
      che diletta e fa tremar?
Chi ha mai visto altrove
una fierezza tanto amabile
che minaccia e fa innamorare,
che dà piacere e fa tremare?
      Cinga il brando ed abbia questa
      l'asta in pugno e l’elmo in testa,
      e con Pallade in bellezza
420 già potrebbe contrastar. (Parte)
Se costei impugnasse la spada, e tenesse
la lancia in mano, e l'elmo in testa,
potrebbe competere
con Atena in bellezza. (Se ne va).


      Fine dell’'atto primo. Fine del primo atto.

 divisorio

Atto II, scena VII
Atto II, scena 7
(...)
DEIADAMIA
     Pirra, lo sai: Se di tua man non viene,
     L'ambrosia degli dèi
655 Vil bevanda parrebbe a' labbri miei.
(...) <A tavola assieme>
DEIADAMIA
Pirra, lo sai: se non me lo servisse la tua mano
anche lo stesso nettare degli dèi
alle mie labbra
sembrerebbe bevanda da poco.

ACHILLE
      Ubbidisco. Ah da questa
      ubbidienza mia
      vedi se fido sia di Pirra il core.

ACHILLE
Ubbidisco. Ah, da questa
mia obbedienza
comprendi se il cuore di Pirra non t'ami fedelmente!

TEAGENE
      (Che strano affetto!) (Guardando Deidamia ed Achille)

TEAGENE
(Guardando Deidamia ed Achille:) (Che strano affetto!)
ACHILLE
                                     (Oh tirannia d'amore!)

ACHILLE <da parte>
(Oh, tirannia d'amore!)
(...)

(...) <Il padre di Deidamania chiede a Pirra di cantare>

690 DEIDAMIA 
                                  Pirra, se m’ami,
      seconda il genitore.

DEIDAMIA
Pirra, se mi ami,
accontenta la richiesta di mio padre.

ACHILLE
      Tu il vuoi? Si faccia. (Oh tirannia d'amore!).


ACHILLE
Tu lo vuoi? Ed io lo farò! (Oh, tirannia d'amore!).

(Un paggio gli presenta la cetra; altri pongono un sedile da un de’ lati a vista della mensa).

(Un paggio gli presenta la cetra; altri collocano un sedile su uno dei lati in vista del tavolo).

TEAGENE
      (Tanto amor non comprendo).

TEAGENE <da parte>
(Non comprendo tutto questo amore fra queste due).
 
Incisione per un'edizione del 1780 dell'Achille in Sciro del Metastasio.
Incisione per un'edizione del 1780
dell'Achille in Sciro del Metastasio.

L'autore ringrazia fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su persone, luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà eventuali errori in essa contenuti.

Note 

[1] Il testo in: Opere, Laterza, Vari 1914, p. 203-262. Online sul sito Progetto Metastasio e su Liber liber.

Libretto d'opera, che fu musicato un numero incredibile di volte (per un elenco si veda qui).

La divina madre, per sottrarre il figlio adolescente Achille al destino di morte che lo attende a Troia, lo ha nascosto fra un gruppo di ragazze a Sciro, vestendolo da donna e facendolo chiamare "Pirra".
Ma Achille resta pur sempre un maschio, quindi s'innamora di Deidamia, che Teagene vuole sposare. Deidamia corrisponde all'attrazione, ma è decisa a sposare solo chi suo padre avrà scelto, quindi ammonisce Achille a tenere a bada gli ardori.

Teagene nota la gelosia che "Pirra" manifesta quando egli avvicina Deidamia, ma fraintende e attribuisce la cosa al fatto che "Pirra" è innamorata di lui, e quindi è gelosa di Deidamia. Ancor più perplesso resta quando le due "ragazze" (Deidamia conosce la vera identità di Pirra) parlano come due innamorati.
Da qui gli equivoci, su cui il poeta si diverte a ricamare.


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