Home page Giovanni Dall'Orto > Saggi di storia gay > Biografie di personaggi gay > Sergei Esenin

SERGEI ESENIN (1895-1925)
di: Giovanni Dall'Orto

Sergei Esenin in un ritratto di Lidya Schaleman
Sergei Esenin in un ritratto di Lidya Schaleman
 
La notte del 27 dicembre 1925, in un albergo di San Pietroburgo, il poeta russo Sergei Esenin (o Sergej Yesenin, 1895-1925, pronuncia: Serghiéi Iessénin) si tagliava le vene e col sangue appena sgorgato scriveva la sua ultima composizione.  

È una poesia d'amore e d'addio per il poeta Anatoli Marienhof (o Anatolij Mariengof), che era stato suo amante (e per un certo tempo anche convivente) negli ultimi quattro anni della sua vita. 

Quelle righe, l'"Addio a Marienhof", sono spesso citate da chi parla di Esenin, ma sempre nascondendo il fatto che sono l'estremo saluto all'uomo amato: 

Arrivederci, amico mio, arrivederci, 
tu sei nel mio cuore. 
Una predestinata separazione 
un futuro incontro promette. 

Arrivederci amico mio,  
senza strette di mano e parole, 
non rattristarti e niente 
malinconia sulle ciglia: 

morire in questa vita non è nuovo, 
ma più nuovo non è nemmeno vivere [1].

Autobiografia di Marienhof sulla sua amicizia con Esenin
Quella notte, fosse questa l'ultima chance offertagli dal destino o fosse imperizia, il taglio delle vene non risultò fatale: Esenin sopravvisse. Come spesso avviene in questi casi egli fece allora un ultimo gesto di richiesta d'aiuto, cercando di farsi bloccare dagli altri prima di compiere il gesto irreparabile: la poesia scritta col sangue fu consegnata a un amico, Elrich, che però non ebbe il tempo per leggerla immediatamente. 

Fu così che nessuno arrivò in tempo per fermarlo la notte successiva, quando nel medesimo albergo Esenin ripeté con successo il tentativo di suicidio, impiccandosi. Aveva appena trent'anni. 

La sua carriera era stata folgorante e aveva toccato i vertici della fama mondana: un destino questo che arride a pochissimi poeti. Eppure quando morì la fama mondana, incostante, iniziava ad abbandonarlo con la stessa capricciosa rapidità con cui lo aveva toccato, complice anche la soffocante atmosfera della Russia di Stalin. 


Figlio di contadini benestanti, Esenin era cresciuto in campagna, presso i nonni assai tradizionalisti. Fu la descrizione e la nostalgia di questo mondo agricolo e arcaico (destinato a sparire pochi anni dopo nel dramma della Rivoluzione sovietica) che gli fece toccare le sue corde più sentite e lo rese celebre. 

Esenin è un classico esempio di uomo "che si è fatto da sé", o quasi, usando per farsi strada ora il talento artistico e ora (molto) la bellezza, due doti che la sorte gli aveva concesso con pari generosità: 
 

Sergei Esenin"Bello, affascinante e grande opportunista, Esenin arrivò a Pietroburgo nel 1915 all'età di vent'anni fermamente deciso a diventare un poeta famoso. 
Per ottenere questo scopo Esenin si servì del suo fascino, dell'origine contadina (molto di moda in quel periodo) e, quando necessario, dell'attrattiva che esercitava sugli omosessuali. Le brevi relazioni con Sergej Gorodetskij e con Rjurik Ivnev gli aprirono molte strade letterarie. 

Nell'aprile 1915 Esenin scrisse al <già celebre poeta Nikolaj> Kljuev una lettera piena di ammirazione esprimendo il desiderio di incontrarlo. Come le memorie di Gorodetskij rivelano, Kljuev venne a Pietroburgo e "si impadronì di Esenin diventandone l'esclusivo possessore". 

Nei due anni seguenti i due poeti lavorarono in coppia, ostentando simili e sgargianti costumi folkloristici, dando insieme letture di poesia e passando insieme molto del loro tempo. Le raccolte di poesie di Esenin di solito includono tre poesie d'amore per Kljuev del 1916, ma non specificano a chi queste poesie sono rivolte. 

Sergej Esenin fu bisessuale e per tutta la vita non seppe decidersi fra uomini e donne. Alla fine si staccò da Kljuev e si orientò verso i matrimoni molto pubblicizzati con l'attrice Zinaida Raich, con Isadora Duncan e con la nipote di Leone Tolstoj, per non parlare degli affari di cuore con signore e dei clandestini coinvolgimenti con uomini.  

Quello più duraturo di questi ultimi fu la relazione durata quattro anni con il poeta Anatolij Marienhof, al quale Esenin rivolse la bellissima poesia "Addio a Marienhof".

Sergei Esenin e Anatoli Marienhof 
Sergei Esenin e Anatoli Marienhof

Kljuev non riuscì mai a rassegnarsi alla perdita di Esenin, cantando nelle sue poesie la speranza che Esenin sarebbe tornato da lui e affermando che essi sarebbero rimasti coniugi negli annali della poesia[2].

La carriera di Esenin inizia dunque grazie a relazioni con uomini in grado di "lanciarlo" sulla scena letteraria. 

Sergei Esenin e Sergei Gorodecki nel 1915 a PietroburgoLa cerchia a cui si indirizza è ovviamente quella dei "poeti-contadini" della quale il giovane poeta Sergei Gorodecki (o Gorodeckij, 1884-1967) è un po' il teorico. 
Oltre tutto, suo amante e protetto era già stato in precedenza un altro poeta gay che cantava la Russia rurale, il già citato Nikolai Kljuev (o Nikolaj Kluev, 1887-1937). 

Nelle sue Memorie Gorodecki descrive il suo incontro con Esenin in termini trasparenti: Esenin 
 

"era incantevole, con quella sua voce melodiosa da monello, con quei suoi riccioli biondo chiarissimo, (...) con quei suoi occhi blu... Esenin venne a stare a casa mia. Alleviai le sofferenze del suo cammino con le mie lettere di presentazione per tutte le relazioni che conoscevo[3].
Le "lettere di presentazione" del primo amico furono sfruttate al meglio, e in breve, come abbiamo visto, Esenin divenne (dal 1915 al 1917) partner inseparabile di Kljuev, assieme al quale mise in piedi veri show folkloristico-poetici (accompagnati dalla fisarmonica suonata da Esenin), che fecero discutere la società "bene" e portarono fama al giovane poeta (la cui carriera non fu danneggiata dalla chiamata alle armi).
 
Sergei Esenin e Nikolai Kljuev durante la prima guerra mondiale. 
Sergei Esenin e Nikolai Kljuev durante la Prima guerra mondiale. Da Watala, ill. 8.

In quegli anni e in quelli successivi Esenin fece di tutto per conquistarsi una fama da "teppista", concedendosi atteggiamenti genettiani che riempirono di deliziato scandalo i salotti pietroburghesi.  
Le pose di Kljuev ed Esenin vanno insomma viste come una vera attività "promozionale" che centrò il bersaglio: se i due vivessero oggi sarebbero di certo star televisive... 

Così un contemporaneo, Cerniavskij, descrisse nel dicembre 1915 il sodalizio fra i due: 

"Kljuev ha completamente sottomesso il nostro Sergej: gli lega la cintura, gli accarezza i capelli, se lo mangia con gli occhi[4]
Lo stesso si affretta però ad aggiungere che la sana virilità di Esenin fu tale che non è nemmeno concepibile che egli abbia reciprocato le attenzioni erotiche di Kljuev e degli altri omosessuali! [5].
 
Sergei Esenin nel 1915 
Sergei Esenin nel 1915

In realtà la disinvoltura erotica di Esenin fu molto maggiore di quanto Cerniavskij pensasse. Non appena ebbe ottenuto dagli uomini quel "lancio" che desiderava, Esenin passò infatti senza esitazioni a costruirsi una fama più "regolare", usando le donne nello stesso modo in cui fin lì aveva usato gli uomini.  
Esenin passò così attraverso tre matrimoni: le mogli avevano tutte nomi tali da garantire l'interessamento delle cronache mondane. 

Dalla prima moglie, l'attrice Zinaida Raich, Esenin ebbe due figli, ma il matrimonio, avvenuto nel 1917, nel 1920 era già fallito, e si concluse con un divorzio. 

Sergei Esenin e la danzatrice Isadora Duncan in America, 1923.La seconda moglie, la danzatrice americana lesbica Isadora Duncan (1878-1927) lo conobbe nel 1921. Nonostante i due non parlassero nessuna lingua comprensibile a entrambi, fu "amore a prima vista": le nozze avvennero nel 1922. 

Fu un'astuta mossa promozionale per entrambi. 

La Duncan si garantì l'attenzione del pettegolezzo mondano esibendo per il mondo quel folcloristico pezzo di marcantonio di poeta russo scapigliato, mentre per Esenin essere "marito della grande Isadora Duncan", idolatrata in tutto il mondo, non costituì certo uno svantaggio... 

Tuttavia, 

"molto si è discusso sull'amore di Esenin per Isadora, se amò lei o la sua fama.  
Forse però sarebbe meglio cogliere come naturalmente si integrino nel poeta la compiaciuta astuzia contadina, la filosofia da arrampicatore sociale e l'esibizionismo da gran parvenu 
Comechessia il periodo estero del rapporto non solo distrusse la possibilità di vivere insieme, ma disintegrò durevolmente la vita di entrambi[6].
Esenin poco prima della morte, nel 1925In effetti già nel 1923 arrivò il divorzio dalla Duncan e il ritorno definitivo in Russia, dove però attendeva Esenin un periodo sempre più cupo (il poeta ebbe fra l'altro seri problemi di alcolismo e subì un internamento in clinica psichiatrica). 

Poco prima di morire Esenin fece un estremo sforzo di regolarizzare la propria vita, sposando il 18 settembre 1925 Sofija Andreevna Tolstaja, ma il tentativo fu vano.  

Eppure, nonostante le vicissitudini, la produzione poetica di Esenin si mantenne di alto livello fino all'ultimo. 


Pur avendo, come tutti, i suoi limiti, Esenin fu indubbiamente una persona di gran fascino, capace di suscitare quelle passioni che lasciano per sempre un segno. Basti pensare a come, dopo tanti anni di separazione, alla notizia della sua morte Kljuev scrivesse una lunga poesia in cui vibra ancora l'amore d'un tempo: 
 

"Bambino mio carissimo, dolce disgraziato, 
ogni difetto ha nascosto il coperchio della bara; 
perdona me, uomo disonesto, che per troppa rozzezza 
non ti ho pianto con un suono dorato di campane. 
(...) 
Oh, seppellirsi con te nella bara, 
nella rena gialla, ma senza quel laccio al collo!... 
Ma è vero o no, che lungo le strade della Russia 
si può trovare un fiore più azzurro dei tuoi occhi? 

Sconsolato, mi è rimasto solo un amaro assenzio: 
vedovo sono rimasto, come un forno senza scopino[7].

Gulag sovieticoLa fama del poeta-contadino, che era stato così celebre in vita, subì un'eclisse dopo la morte: Stalin mise addirittura al bando la sua opera e non c'è dubbio che se Esenin fosse vissuto più a lungo avrebbe condiviso il fato di Kljuev, che fu deportato in Siberia e vi morì nel 1937. 

Solo con la "destalinizzazione" la poesia di Esenin ha potuto circolare di nuovo anche in patria ("ovviamente" depurata da ogni allusione omosessuale) ed esservi riconosciuta come una delle più importanti della letteratura russa (e non solo) del Novecento. 

Negli ultimi decenni l'opera di Esenin ha goduto nuovamente di un buon successo di pubblico: in Italia una sua poesia del 1920, la "Confessione d'un malandrino", è addirittura diventata un best-seller popolare, nella traduzione di Renato Poggioli, come canzone musicata e cantata da Angelo Branduardi: 
 

"Mi piace spettinato a camminare 
col capo sulle spalle come un lume 
e così mi diverto a rischiarare 
il vostro triste autunno senza piume[8].
Insomma: anche da morto Esenin ha conservato il dono di piacere. Segno che il suo fascino andava ben al di là dei ricci biondi e degli occhi azzurrissimi che lo hanno fatto amare dagli uomini e dalle donne.

Sergei Esenin nel 1922

L'autore ringrazia fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su persone, luoghi e fatti descritti in questa scheda biografica, e chi gli segnalerà eventuali errori contenuti in questa pagina.

Note 

[1] In: Elwira Watala e Wictor Woroszylski, Vita di Sergei Esenin, Vallecchi, Firenze 1980, p. 487. 

[2] Simon Karlinsky, Omosessualità nella letteratura e nella storia russa dall'XI al XX secolo, "Sodoma" n. 3, primavera-estate 1986, pp. 47-70. Citazione dalle pp. 64-65. 

[3] Elwira Watala e Wictor Woroszylski, Op. cit., p. 58. 

[4] Ibidem, p. 76. 

[5] Ivi. 

[6] Giuseppe Paolo Samonà, voce: "Esenin, Sergej Aleksandrovic", in: Grande dizionario enciclopedico Utet, vol. VII, Utet, Torino 1987, p. 625. 

[7] Elwira Watala e Wictor Woroszylski, Op. cit., p. 504. Osserverò qui di passata come l'allusione sessuale contenuta nell'ultimo verso dimostri quanto fosse ingenua (o ipocrita) l'opinione di Cerniavskij sopra citata... 

[8] Vedila in: Renato Poggioli, Il fiore del verso russo, Mondadori, Milano 1970, pp. 541-544. 
 
 


Originariamente edito come L'angelo poeta, in: 1895. C'era una volta un secolo fa. A cura di Giovanni Dall'Orto. Supplemento a "Babilonia", luglio-agosto 1995, pp. 21-26.
Ripubblicazione consentita previo permesso dell'autore: scrivere per accordi.
Quest'opera è pubblicata sotto una Licenza Creative Commons "Attribuzione - Non opere derivate 2.5" Italia.
La ripubblicazione integrale è consentita a chiunque sotto i termini di tale licenza.
La ripubblicazione parziale è concesso esclusivamente previo accordo con l'autore: scrivere per accordi.
[Torna all'indice delle biografie di personaggi gay]