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Gino Roncaglia, La quarta rivoluzione. Sei lezioni sul futuro del libro, Laterza, 2010.
 
Copertina di ''La quarta rivoluzione'', di Gino Roncaglia.

[Saggio]

Recensione di Giovanni Dall'Orto


Un ottimo manuale, senza voli pindarici, ma solido e concreto. Peccato non spicchi mai davvero il volo.

Parafrasando un proverbio americano, si possono accontentare tutti alcune volte, e alcuni tutte le volte, ma non tutti tutte le volte.
Nonostante il parere di questo detto, l'autore di questo lucido e documentato manualetto sull'editoria elettronica ha cercato di scrivere in modo da venire incontro "sempre" e "a tutti": sia al lettore assolutamente principiante e digiuno delle più elementari nozioni di funzionamento di un computer, sia dei "nerd" proiettati verso l'editoria preceduta dalla e-.

Il risultato, inevitabilmente ("non si può piacere a tutti sempre"), non è stato sempre all'altezza dell'ambizione: a tratti è semplicemente mortalmente noioso, perché non dice nulla che chi sappia usare "Word" non sappia già, a tratti invece fin troppo entusiasta di confrontare i più astrusi meriti e demeriti dei diversi software di zippaggio e criptazione dei files...

Eppure va riconosciuto come un merito il fatto di averci provato.


In Italia, in effetti, i libri o sono scritti per gli idioti totali, oppure per i super-esperti che se la cantano e se la suonano fra loro, mentre manca proprio la saggistica a questo livello: quello intermedio fra quello di chi sa tutto-tutto-tutto e quello di chi sa niente-niente-niente.

Dopo tutto, l'autore ce l'ha scritto chiaro e tondo nel titolo: queste sono LEZIONI, il loro scopo è INSEGNARE, e se siete tropo presuntuosi per pensare di avere qualcosa da imparare da un libro, allora siate avvisati del fatto che questo libro non fa per voi, punto e basta.

Se invece non siete così, allora sappiate che, con la costruzione a livelli di lettura diversi, questo libro finisce per avere qualcosa da insegnare a tutti (anche se non le stesse cose a tutti, dato che le cose interessanti variano proprio in funzione del livello di competenza dei lettori).


Il punto debole risiede semmai nel fatto che, per voler essere terra-terra, documentati, seri, il libro non prende mai il volo.
Mancano le estrapolazioni, la capacità di immaginare in modo visionario il futuro.
L'autore non si sbilancia mai oltre il plausibile, il comprovabile dati alla mano, il documentabile.
Ganzo: ecco una persona seria e coi piedi per terra! Però chi compra questo libro lo fa perché si pone domande "futuristiche" come: "L'e-book ucciderà il libro su carta?". "Leggeremo tutti su tablet, fra vent'anni?".

La prudenza dell'autore è insomma commendevole, però a noi lettori il dubbio che ci ha fatto comprare il libro, alla fine, resta tale e quale al momento in cui abbiamo iniziato a leggere.
Alla fine sappiamo tutto sugli e-books, sulla loro storia, sulla situazione attuale... tutto, eccetto quale ruolo e quale importanza avranno nel futuro. Al massimo nel presente prossimo: come sottolinea un recensore su Anobii, il libro è in effetti un'ottima ed aggiornatissima fotografia dello "stato dell'arte" attuale, ma sul futuro preferisce non sbilanciarsi troppo. Ci dice tutto sul passato e sul presente, ma sul futuro, nonostante la promessa del titolo, si guarda bene dal dirci alcunché.

Forse lo fa solo perché in realtà nessuno lo può dire, però insomma, basta con titoli di libri che promettono e testi di libri che non mantengono!


Anche se devo dire che alla fine del libro io una idea me la sono fatta, grazie alle informazioni date da Roncaglia.
E cioè che in futuro il lettore di ebooks sarà una funzione e non un'apparecchiatura.

Roncaglia lo lascia intuire quando parla della convergenza fra computer, telefono e lettore di ebooks realizzata dalla Apple, anche se neppure qui si azzarda a fare previsioni esplicite. Eppure, se ci pensiamo bene, nessuno che abbia meno di quarant'anni compra più una calcolatrice tascabile o una sveglia: ormai queste sono funzioni che si trovano a costo zero in qualsiasi cellulare, anche obsoleto.

Non esiste in altre parole alcuna ragione per cui per poter leggere un e-book occorra avere uno strumento apposito, quando di schermi a cristalli liquidi (e a definizione via via maggiore) si sta riempiendo la nostra vita: cellulari, schermi per computer, televisori...

E in effetti mentre rimuginavo su questo fenomeno, eccomi arrivare la notizia che dice che il lettore di ebooks di Amazon.com, Kindle, è diventato una funzione del browser.
In altre parole: è diventato (anche) un software per leggere sullo schermo del computer, e non più (solo) un costoso aggeggio elettronico.
Il futuro è già oggi.


Finito il discorso sugli ebooks, aggiungerò ancora prima di terminare che la parte più affascinante del libro è stata per me la lunga trattazione sulla costruzione delle biblioteche online (dal progetto visionario di Google books a quelli delle biblioteche cartacee) e sulle infinite potenzialità che questo lavoro di digitalizzazione di tutto quanto è stato stampato nella storia dell'umanità (Google books ha ormai scansito qualcosa come tre milioni di testi!) offre.

Roncaglia su questo tema sa molto più di quanto modestamente dia a vedere: oltre tutto è stato fra i fondatori del solo progetto italiano di digitalizzione testi che abbia avuto successo, il Progetto Manuzio, e sull'argomento ha da dire un sacco di cose, tutte interessanti.
Anche se non si tratta strettamente del "futuro del libro", la sua trattazione (questa sì, proiettata verso il futuro con una "visione" da proporre) è del massimo fascino per chiunque ami i libri.


(Nota marginalissima: ma era proprio necessario stampare costosamente su carta patinata e a 4 colori un libro come questo, solo per pubblicare una manciata di foto di apparecchi lettori di e-books che, di per sé, leggono tutti in... bianco e nero?).


 
 
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