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Giacomo Scaglia (sec. XVII)

Da sinistra: Nicolò Barbarigo (1579-1644) e MarcoTrevisan (1588-1674). Dal volume: La immortalità decretata nel parlamento degli dèi, 1662.  
Collezione Raimondo Biffi. 
 
De monstrosa amicitia... / Sull'amicizia straordinaria... [1628] [1] 
. 
/ p. 1 / 
De monstrosa 
AMICITIA 
respectu perfectionis, 
quae inter Nicolaum Barbadicum, 
& Marcum Trivisanum 
venetae filios nobilitatis gloria dignissimos intercedit,
/ p. 1 / 
Sulla  
AMICIZIA 
straordinaria per la perfezione 
che intercorse tra Nicolò Barbarigo 
e Marco Trevisan, 
figli degnissimi per gloria della nobiltà veneta,
brevis, ac verissima narratio, 
cum procuratione generali, atque irrevocabili, 
facta à primo in personam secundi.
breve e veridica narrazione 
con la procura generale, e irrevocabile, 
fatta dal primo al secondo.
Additum est etiam testamentum unius, & 
testamentum, & codicillus, 
alterius; quae omnia ab ipsismet viventibus fuere publicata.
È aggiunto anche il testamento dell'uno e 
il testamento e il codicillo 
dell'altro: documenti tutti pubblicati da loro mentre erano in vita.
Ab Alexandro De Gattis, veneto praesbitero ex 
italico in latinum 
sermonem conversa. 
Tradotto dalla lingua italiana 
a quella latina 
da Alessandro De Gatti, prete veneto. 
Apud Franciscum Baba, Venetiis, MDCXXVIII.
Presso Francesco Baba, Venezia 1628.
 
Fontespizio del De monstrosa amicitia
Il frontespizio del'opuscolo De monstrosa amicitia, qui trascritto e tradotto. Collezione Raimondo Biffi. 
 
Iacobus Scalia ad curiosos,  
ac iudicio praeditos lectores. 
Giacomo Scalia 
ai lettori curiosi e intelligenti
/ p. 3 / Meritò a praecipuis totius universi sapientibus, supra caetera, semper habita fuit hominum generi maximum necessaria Amicitia; nemo enim licet bonis omnibus cumulatus perfectè vita frui potest, qui Amicis privatus sit. / p. 3 / Giustamente dai più grandi sapienti di tutto l'universo l'amicizia fu sempre ritenuta necessaria per il genere umano, al di sopra di tutte le altre cose; infatti nessuno che sia privo di amici, per quanto ricco di ogni bene materiale, può godere pienamente della vita.
Divitiae divitem non dilectant nisi Amicos habeat, quibus illas communicet; immo illi ipsi periculosae fiunt, cum semper insidiis sint circumdatae, nisi probatae fidei amicos habeat, qui illas custodiant. Le ricchezze non danno gioia al ricco se non ha amici con cui condividerle; diventano anzi pericolose per lui, perché sono sempre circondate da insidie, se non ha amici di provata fedeltà che le custodiscano.
Egeno etiam est intolerabilis conditio sua, si desit amicorum refugium, qui opem illi ferant. Anche per il povero risulta insopportabile la sua condizione, se gli manca il sostegno di amici che gli porgano aiuto. 
Principes ipsimet, qui Dii inter homines habentur, nisi amicos inveniant fideles, sunt omnium infelicissimi; siquidem omnis illorum magnitudo et securitas ab amore populi dependet, sine quo, perpetuo perculsi timore (quod est maxime miserrimum) de vita dubitare coguntur. Gli stessi prìncipi, considerati fra gli uomini alla stregua di divinità, se non trovano amici fedeli sono i più infelici di tutti, poiché tutta la loro grandezza e sicurezza dipende dall'amore del popolo, senza il quale, tormentati da un timore continuo (che rappresenta il massimo dell'infelicità), sono costretti a essere incerti riguardo alla loro stessa vita.
Amicitia, cives in unum congregans, prior fuit, quae civitate iecit fundamenta et eadem sola illas servat incolumes, atque tuetur; quemadmodum discordia, quae perpetua est illi inimica, eas prosternit atque evertit.  L'amicizia, riunendo insieme i cittadini, fu il primo elemento che gettò le fondamenta della città ed è anche la sola cosa che le preserva dai fallimenti e le protegge; così come la discordia, sua perpetua nemica, le abbatte e le rovescia. 
Bella, in inimicos suscepta, nunquam ad optatum finem possunt evadere, nisi gerantur foedere amicorum; hinc fit ut minimum in exercitu tumultus ac seditionis, quam facillime illum confundat et turbet; at amicabilis concordia semper fortiorem et constantiorem reddit; quapropter fuit, qui sapienter dixerit, paucorum exercitum, vere tamen amicorum, incomparabilem atque invincibilem esse futurum.  Le guerre che si intraprendono contro i nemici non possono mai raggiungere il fine desiderato se non vengono condotte con un patto tra amici; da qui consegue che il minimo turbamento e la minima rivolta all'interno dell'esercito facilmente lo confonde e lo turba, mentre una collaborazione amichevole lo rende sempre più forte e tenace, per cui ci fu chi disse che un esercito di pochi, che siano però davvero amici, sarà impareggiabile e invincibile. 
Amicitia / p. 4 / tandem habet in se omnia bona et sine amicitia, caetera omnia, licet bona sint, imperfecta redduntur.  L'amicizia / p. 4 / infine comprende in sé tutti i beni e senza l'amicizia tutte le altre cose, per quanto buone, diventano imperfette. 
Quare si civitates, regna ac respublicae omnes, ex optimis componerentur amicis, dubio procul perpetua felicitate fruerentur. Idcirco veteres prudentia refertissimi cum vera exempla, quae proponerent, non haberent ad invitandos ac allictedos homines as solidam, utilem ac necessariam amicitiam, aliquot paria amicorum fabellis celebrata repraesentarunt, ut laudabiles illorum actiones, quanquam fictae sunt, pectora accenderent ad eas vere imitandas. Perciò se le città, i regni e tutti gli stati fossero costituiti da ottimi amici, senza dubbio godrebbero di eterna prosperità. Perciò gli antichi ricolmi di saggezza (non avendo altri esempi da proporre), per invitare e allettare gli uomini verso un'amicizia salda, utile e necessaria, hanno rappresentato alcune coppie di amici celebrate dalle favole, perché le loro lodevoli azioni, sebbene inventate, infiammassero i cuori a imitarle sinceramente. 
At quemadmodum illi ut plurimum non nisi unam, aut alteram celebrarunt eorum actionem, per quam decantati heroes illi nomen illustre amicorum sunt adepti; ita, si quis illorum accensus exemplis, ad imitandum adductus est, multum se fecisse existimavit, cum una tantum actione aliquod amoris signum dederit, ratus propterea se gloriosum amici nomen digne mereri posse.  Ma siccome essi per lo più celebrarono solo una o due delle loro azioni grazie alle quali quegli eroi famosi acquistarono il nome illustre di amici, nel caso che qualcuno di loro, infiammato dai loro esempi, venisse spinto ad imitarli, riterrebbe di avere fatto molto se solo con un'azione avesse dato un segno di amore e riterrebbe per questo di meritare degnamente il nome glorioso di amico. 
Nostris solum temporibus - taceant qui dicunt mundum semper in peius ruere – habemus verum ac singulare, non fabulis aut figmentis celebratum, amicitiae perfectissimae exemplum, in illustrissimis dominis Nicolao Barbadico et Marco Trivisano, patriciis venetis nobilissimis.  Soltanto ai nostri tempi (e tacciano coloro che sostengono che il mondo volge sempre al peggio) abbiamo un buon esempio di perfettissima amicizia, vero e particolare, non celebrato da favole o finzioni poetiche, negli illustrissimi signori Nicolò Barbarigo e Marco Trevisan, nobilissimi patrizi veneti.
Exemplum, non ad exemplum prateritorum amicorum – sine veri fuerint, sine fabulosi – at exemplum sine exemplo, quodque aliorum exempla tanto magis antecellit, quantum a primae adolescentiae tempore, quo familiariter ac domestice simul versari ceperunt, omnes cogitationes et omnes illorum actiones aliter non sunt appellandae quam reciproca vere atque incomparabilis amicitiae opera, quae pro singulari exemplo futura sit caeteris, qui sunt quique post aliis erunt in annis.  Un esempio, non preso a prestito dagli amici antichi (fossero essi veri oppure inventati), ma piuttosto un esempio originale, che tanto più supera gli esempi degli altri in quanto fin dalla prima giovinezza in cui cominciarono a trovarsi insieme in familiarità e dimestichezza, tutti i loro pensieri e tutte le loro azioni non si possono chiamare altrimenti che attività reciproche di una vera e incomparabile amicizia, che costituirà un esempio singolare per gli altri che sono e che saranno negli anni futuri. 
Quamquam vero ab initio oculis invidiae animoque perverso huiusmodi operationes perperam visae et in deteriorem partem acceptae fuerunt, tandem tamen ipsarum lux ita clara ac splendida facta est, ut ipsamet invidentia ac malevolentia confusa penitus obtorpuerit.  Sebbene in verità all'inizio agli occhi degli invidiosi e a un animo perverso tali comportamenti sembrassero contrari al diritto e venissero interpretati in modo malevolo, alla fine tuttavia la loro luce divenne tanto limpida e splendente che la stessa invidia e malevolenza rimasero attonite, profondamente confuse. 
Atque ita egregie hoc clarissimum amicitiae exemplum triumphat, ut laudes semper et encomia hinc inde exaudiantur; additis titulis supra communem usum illustribus, nuperis et mirabilibus poematum heroicorum inventionibus, quae ad horum gloriam singularium heroum, adhuc viventium, composita sunt a celebrioribus scriptorum recentium calamis, existimantium se posse immortalitatem acquirere, si gloriam celebrent  horum, nunquam satis celebratorum amicorum; E così egregiamente questo splendido esempio di amicizia trionfa che si sentono sempre lodi ed elogi da ogni parte; vengono aggiunti titoli illustri al di sopra dell'uso comune, recenti e mirabili invenzioni di poemi epici, composti per la gloria di questi singolari eroi ancora viventi da penne molto famose di scrittori recenti, che ritenevano di poter acquistare immortalità celebrando la gloria di questi amici, mai abbastanza celebrati [2];
immo non solum homines singulares, sed universitates integrae nobilium totius Italiae academiarum, publico decreto sanxerunt, ut suo nomine scribantur et exaltentur tanti casus praerogativae, atque, ut in eorum vita libris tam illustris memo / p. 5 / ria aeternitati commendata perseveret. non soltanto, anzi, uomini singoli, ma interi collegi delle nobili accademie di tutta Italia stabilirono con pubblico decreto che si scrivessero a loro nome e si esaltassero le prerogative di un caso così importante e che nei libri della loro vita una così illustre memoria / p. 5 /  resti consegnata all'eternità.
Verbi Dei concionatores maxime celebres in sacris suis sermonibus ponunt ante oculos tanquam [sic] speculum perfecti amoris mutuaeque inter homines dilectionis, ac tanquam imaginem supremi Amoris et summa Dei charitatis, hanc perfectam et sacrosanctam amicitiam. I predicatori della parola divina più famosi nei loro sacri sermoni mettono davanti agli occhi, quasi specchio dell'amore perfetto e dell'affetto reciproco fra gli uomini e immagine dell'amore supremo dell'eccelsa carità di Dio, questa amicizia perfetta e sacrosanta. 
Principes etiam remotiores, ad quos fama tantae unionis pervenit, sicut illam cum admiratione audivere, ita summis laudibus eandem extollunt. Anche i prìncipi più lontani, ai quali è giunta fama di un'unione tanto profonda, non appena con ammirazione ne sentono parlare subito la esaltano con somme lodi.
Historici nostri temporis ac futuri certe inter huius aetatis memoria digniora, clarissimum hoc exemplum, ad solam ac veram amicitiae ideam collocabunt. Gli storici del nostro tempo e di quello futuro certamente porranno tra gli eventi maggiormente degni di memoria di questa età un simile fulgidissimo esempio del solo e vero ideale di amicizia. 
Quos inter, illustrissimus et excellentissimus D. Nicolaus Contarenus senator praestantissimus ob summam eius prudentiam et doctrinam, ab hoc sapientissimo senatu electus ad historias suae gloriosissimae Reip[ublicae] scribendas, publice professus fuit ac pollicitus est. Se inter heroicas actiones huius seculi digniores, relaturum hoc tamquam civilis virtutis exemplum omnium, quenquam visa fuerint nobilissimum. Tra questi, l'illustrissimo ed eccellentissimo Signor Nicola Contarini, senatore oltremodo insigne, scelto da questo sapientissimo senato per la sua somma saggezza e cultura per scrivere la storia della sua gloriosissima Repubblica, professò pubblicamente e promise che fra le azioni eroiche più degne di questo secolo avrebbe annoverato questo esempio di virtù civica come il più nobile fra quelli che mai siano stati visti. 
Itaque patria haec felicissima ibit per barbadicos et trivisanos gloria onustior, quam per Horatios, Mutios, Brutos et alios cives generosos Roma vetus; quorum tamen memoria adhuc viget et in aeternum vigebit. E così questa felicissima patria procederà, grazie a uomini come Barbarigo e Trevisan, più carica di gloria di quanto l'antica Roma non lo sia stata per opera di uomini quali Orazio, Muzio, Bruto e altri magnanimi cittadini, la cui memoria è ancora viva e vivrà in eterno. 
Quod, si fabulae a poetis et oratoribus inventae, Patrocli et Achillis, Thesei et Pirithoi, Pyladis et Orestis, Nisi et Euryali, Titi et Gisippi et aliorum eiusdem generis, tantam adferunt admirationem tantamque voluptatem legentibus, quanto maiorem vera narratio certae atque incomparabilis horum venetorum heroum amicitiae circunstantiis [sic] et conditionibus mirabilibus associatae, ferre debebit? Ché se le favole inventate da poeti e oratori, a proposito di Patroclo e Achille, di Teseo e Piritoo, di Pilade e Oreste, di Niso e Eurialo, di Tito e Gisippo e di altri dello stesso genere suscitano tanta ammirazione e tanto piacere a chi le legge, quanto più grande ammirazione produrrà la narrazione veritiera dell'amicizia certa e incomparabile di questi due eroi veneti, associata a circostanze e condizioni straordinarie? 
Sed ut perspicue videatur praecipuum huius actionis fundamentum, omnibus linguis, omnibus calamis hominum omni exceptione maiorum, tantopere celebratae, curiose perlegite vos omnes, qui amorem et admirationem actionum laudandarum profitemini, perlegite, inquam, brevem hanc narrationem; qua paucis compraehensam veritatem et probationem infallibilem, poteritis perspicere heroice huius atque immortalis amicitiae, quae nititur incorruptibili, perpetuae et immutabili virtuti. Ma perché si veda chiaramente il fondamento particolare di questa vicenda, tanto celebrata da tutte le lingue, da tutte le penne di uomini al di sopra di ogni riserva, leggete con curiosità, voi tutti che professate amore e ammirazione delle azioni degne di lode; leggete, ripeto, questa breve narrazione nella quale potrete scorgere racchiusa in breve la verità e la prova infallibile di questa amicizia eroica e immortale che si fonda su una virtù incorruttibile, perpetua e immutabile.
Vivite felices ac memoria saepius repetite “mortem omnibus ex natura aequalem oblivione apud posteros, vel gloria distingui” [3] et “Postquam diu nobis vivere non licet, saltem aliquid relinquendum, quo nos vixisse testemur” [4]. Vivete felici e ripetete spesso a memoria che "la morte, uguale per tutti per natura, si distingue per mezzo dell'oblio o della gloria davanti ai posteri[3], e "dato che non ci è permesso di vivere a lungo, dobbiamo almeno lasciare qualcosa che attesti che siamo vissuti[4]
 
Il frontespizio da cui sono tratti i due ritratti
 
Argumentum historicum
Narrazione storica
/ p. 6 / Contraxere iam inde ab adolescentia suavissimam simul Amicitiam Illustrissimi Domini, Nicolaum Barbadicum, & Marcus Tivisanus, Patricij Veneti, ac tum ob propriae Virtutis meritum, tum etiam ob Familiarum splendorem, tum denique ob dignitates, & officia egregiè a Iuventute exercita, in Rep[ublica]. spectabiles. / p. 6 / Fin dalla giovinezza gli illustrissimi signori Nicolò Barbarigo e Marco Trevisan, veneziani nobili sia per il loro valore, sia per la celebrità delle loro famiglie d'origine, sia per avere rivestito già in giovane età uffici e cariche di prestigio nella Repubblica, avevano stretto una dolcissima amicizia.
Solida haec, cordataque Amicitia, omni tempore mutuis officijs culta eò pervenit,ut Trivisanus, propter redundantem in necessariis rebus expensas, in itineribus, atque in iis voluptatibus, quae hodie propriae sunt liberae, ac magnanimae iuventutis, praeter quamdam in aleis adversam fortunam et alios humanae vitae casus incidisset in admodum dissimilem a suis natalibus, ac generosis cogitationibus conditionem, aere forsitan alieno superante fortunas suas, et ab omnibus, atque adeo ab ipsimet fratribus derelictus esset, ab unico fideli amico Barbadico, nobili viro ditissimo (praeter quoddam mutuum quatuor millium ducatorum antea gratis concessum) in domum deinde propria fuerit introductus remissoque debito quod cum illo habebat, atque solutis duobus alteris millibus, quae in magnam summam cum aliis contraxerat; tandem extraordinaria, generali et irrevocabili procuratione, bonorum omnium suorum, mobilium et stabiles / p. 7 / praefectum et administratorem constituerit, ut de iis ad arbitium suum disponeret. Questo legame solido e saggio, coltivato in ogni circostanza con reciproca lealtà, giunse al punto che quando Trevisan, a causa di spese eccessive per cose necessarie, per viaggi e per quei piaceri che oggi sono propri di una giovinezza libera ma nobile - per non parlare della sfortuna ai dadi e di altri casi della vita umana - cadde in una condizione che molto poco si addiceva ai suoi natali e ai suoi nobili pensieri, visto che i debiti quasi superavano le sue sostanze e che era stato abbandonato da tutti, persino dai suoi stessi fratelli, venne accolto in casa dall'unico fedele amico Barbarigo, uomo nobile e ricchissimo (per non parlare di un prestito di quattromila ducati che gli aveva concesso in precedenza), dopo avergli anche condonato il debito che aveva con lui e averne saldati altri duemila che Trevisan aveva nel frattempo contratto con altri per una grossa somma; poi, con una procura straordinaria, generale e irrevocabile, lo nominò sovrintendente e / p. 7 / amministratore di tutti i propri beni, mobili e immobili, affinché ne disponesse come credeva. 
Neque his rebus Barbadicus satiatus, ut amici commoditatibus, si forte sibi obire contigisset et optimae administrationi suarum facultatum, ac beneficio filiorum provideret, in suo testamento disponit, ut, licet coniugem ac fratem habeat, Trivisanus solus commissarius suorum omnium bonorum remaneat; utque ad illum pertineat filias in matrimonium collocare, neque ullo unquam tempore cogi possit ad reddendam rationem administrationis, seu alterius rei peculiaris quae ad hanc pertineat haereditatem.  Inoltre Barbarigo, non contento di ciò, per provvedere al benessere dell'amico, se per caso gli fosse toccato di morire, e all'ottima amministrazione delle proprie sostanze e al benessere dei figli, nel suo testamento dispose che, benché avesse una moglie e un fratello, Trevisan rimanesse il solo depositario di tutti i suoi averi; cosicché sarebbe stato suo compito dare le sue figlie in matrimonio, e in nessuna circostanza avrebbe potuto essere costretto a rendere conto della sua amministrazione o di qualsiasi dettaglio che concernesse quella eredità. 
Eidem praeterea donationem quamdam legat, qua ampliorem non potest sustinere suarum facultatum amplitudo et multo maiorem legaverat; sed coactus fuit modus donationis facere, ne in filiorum praeiudicium vires patrimonii excederet.  Inoltre gli assegnò una donazione, tale che la dovizia delle sue ricchezze non ne avrebbe potuto sostenere una più grande, e gliene avrebbe assegnata una anche maggiore, ma fu costretto a porre un limite alla donazione, per non superare le proprie possibilità economiche a danno dei propri figli.
Ad quae munera concedenda Barbadicus iuste fuit provocatus, eo quod viderit Trivisanum, simulatque domum suam ingressus est, modestia animi singulari factum parcum alieni, si profusior, ac sui prodigentior antea fuerat; eum eodem momento temporis alearum lusum omnino dimiserit et alia qualibet solatia iuvenilia. Barbarigo fu giustamente indotto a concedere quei doni, perché aveva visto che Trevisan, non appena era entrato in casa sua, era diventato di una particolare modestia d'animo e parco riguardo il denaro altrui se prima era stato prodigo e capace di dissipare il suo; e che in quella stessa occasione aveva del tutto abbandonato il gioco dei dadi e simili sollazzi giovanili;
Quin ad consuetudinem hominum eruditorum et sapientum, atque ad meliores ac graviores legendos auctores convertens animum, eidem ostendit, magnanimae eius liberalitati, animo sincero, integris moribus et candida fide, se responsurum: anzi, volgendo il proprio animo alla frequentazione di uomini dotti e sapienti e alla lettura di autori più validi e seri, gli dimostrò che avrebbe ricambiato la magnanima generosità di lui con un animo sincero, atteggiamenti morigerati e perfetta onestà:
quam fidem saepe numero ante, ac post huiusmodi beneficia. 
Barbadicus est expertus in dilecto, atque constantissimo amico:
e Barbarigo ebbe spesso modo di sperimentare personalmente tale onestà, sia prima che dopo un simile beneficio, nel suo amico carissimo e fedele. 
cum unus ipse, ut Barbadici vitam, atque honorem tueretur - quorum utrumque idem Barbadicus acceptum se referre Trivisano palam fatetur - in illius magnis angustiis, gravioribus periculis, tum manifestis, tum occultis, litibus iniustis, persecutionibus iniquis, calumniis falso impositis, ac diabolicis, toti urbi cognitis - quae ipsi etiam Trivisano communes sunt facte: quod saepius solet accidere, cum semper voluerit veri et unici amici innocentiam substentare, neque, quod toti urbi notissimum est, pessimam ipsius fortunam deferere - non solum interruperit sibi cursum ad praecipua munera, maioresque suae patriae gradus, ad quos stupentibus omnibus felicissime ferebatur; sed etiam illos perdiderit atque amiserit; Quando infatti lui solo, per difendere la vita e l'onore di Barbarigo (e lo stesso Barbarigo ha ammesso apertamente di dovere l'una e l'altro a Trevisan) tra le sue grandi angustie e anche più gravi pericoli, sia manifesti che occulti, tra litigi ingiusti e inique persecuzioni, tra calunnie falsamente diffuse e diaboliche, note a tutta la città (e analoghe cose dovette subire anche lo stesso Trevisan: infatti, come spesso accade, avendo sempre voluto difendere l'innocenza del suo vero e unico amico, e non abbandonarlo, come è noto a tutta la città, al suo sventurato destino) non solo interruppe la sua carriera verso insigni premi e più alte cariche della sua patria, alle quali, tra lo stupore di tutti, era felicemente candidato, ma perse o lasciò anche quelle che aveva.
contraxerit etiam cum pluribus, quorum aliqui priuseidem fuerant sodales, graves et periculosissimas inimicitias sola tantum ratione eiusdem amici, quod omnibus / p. 8 /manifestissimum est; spreverit honorem illum extrinsecum, qui ab opinione gentium stultarum et rationem caretium dependet; ac tandem vitam etiam propriam saepius periculis manifestissimis exposuerit, quemadmodum in quacunque proposita occasione nunc etiam exponeret:  Infatti si trovò a contrarre anche gravi e pericolosissime inimicizie con molti di quelli che prima lo appoggiavano, per causa soltanto di quell'amicizia, come è / p. 8 / evidentissimo a tutti; disprezzò quell'onore esteriore che dipende dall'opinione della gente stolta e dal giudizio dei meschini; e pertanto spesso espose anche la propria vita a pericoli evidentissimi, così come ancora adesso la esporrebbe qualora si presentasse l'occasione.
cum multos annos vixerit, hodieque vivat Trivisanus, ob hanc Barbadici incomparabilem grati animi significationem laute, splendide et singulari auctoritate, misericors in afflictos, humanissimus in amicos, ac praecipue maecenas maximus virtute preditorum: Avendo vissuto molti anni, viva anche oggi Trevisan grazie a questa incomparabile espressione dell'animo riconoscente di Barbarigo splendidamente e con straordinaria autorità, misericordioso verso gli afflitti, generosissimo con gli amici e soprattutto mecenate massimo di coloro che spiccano per virtù.
honorifice etiam ab amici filiabus habeatur, non aliter, ac si illarum pater esset; atque ab ipsa illius coniuge laeto vultu acceptus et loco fratris veritus honoretur; tum quod eius merita in maritum cognoscat;  tum propter optimum eiusdem naturae genium, tum etiam ob non obvias eius alias qualitates, quae ipsum amore dignum et omnibus admirabilem reddunt. Venga infatti stimato molto dalle figlie dell'amico, non altrimenti che se fosse il loro padre naturale e venga accolto con favore dalla stessa moglie di costui e sia onorato e stimato alla stregua di un fratello, sia nel riconoscere i suoi meriti nei confronti del marito, sia per l'ottima qualità del suo carattere, sia per le non comuni sue altre qualità, che lo rendono degno di amore e ammirevole agli occhi di tutti. 
L'autore ringrazia fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su persone, luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà eventuali errori in essa contenuti.
Note 

[1] Il testo è stato tradotto dal latino dal volume di Giacomo Scaglia, De monstrosa amicitia respectu perfectionis, Baba, Venetiis, MDCXXVIII.
Solo dopo la pubblicazione di questa pagina abbiamo scoperto dell'esistenza della versione italiana del testo (succede): Giacomo Scaglia, Breve racconto dell'Amicitia, mostruosa nella perfettione, tra N. Barbarigo & M. Trivisano, gloriosi figliuoli della Nobiltà Venetiana. Con la procura generale irrevocabile fatta dal primo nella persona del secondo. Et uniti ad essa il testamento il codicillo dell'altro, pubblicati essi viventi, da lor medesimi, Baba, Venetia 1627. Online in .pdf sul sito della biblioteca di Brera.

La traduzione (o meglio, ri-traduzione) in italiano di questo testo, inedita, m'è stata fornita da Raimondo Biffi (Roma), che ha scoperto lo straordinario caso di questa coppia di "amici", e che ringrazio vivamente.  
I neretti e le divisioni in paragrafi sono aggiunte mie, per migliorare la leggibilità. 

La trascrizione (manuale) del testo latino, inedita in Rete, è opera di  Daniele Cenci, che ringrazio vivamente. Nella trascrizione l'ortografia (maiuscole, accenti) è stata modernizzata, e le abbreviazioni sono state sciolte. 

Per chi è iscritto alla lista di discussione "storiagay", le pagine del testo latino originale, in formato immagine, sono disponibili qui. 

Sulla vicenda di questi "amici" è stato pubblicato uno studio: Una vicenda nella Venezia barocca: Marco Trevisan e la sua "eroica amicizia", "Bollettino dell’Istituto di Storia della Società e dello Stato Veneziano", II 1960, pp. 61-154, riedito con lo stesso titolo in: Gaetano Cozzi, Venezia barocca. Conflitti di uomini e idee nella crisi del Seicento veneziano, il Cardo, Venezia 1995, pp. 325-409. 

La recensione sopra linkata così riassume la vicenda dei due: "Il Trevisan offrì la propria amicizia al Barbarigo a partire dal 1618-19, e questa permise a costui, caduto in disgrazia per incerti motivi, di recuperare l'"onore" e la stima degli altri patrizi, uscendo così dal suo isolamento. (...) 
La notizia dell'amicizia, definita immediatamente "eroica", fece il giro del mondo e venne pubblicizzata da molte operette celebrative. 
Tuttavia a partire dalla fine degli anni '20 l'interesse per l'amicizia scemò, tramutandosi in insofferenza. 
Il Trevisan cadde poi a sua volta in disgrazia scontrandosi nel 1631 con il potente patrizio Domenico Molino, e venne bandito dal territorio veneziano, ove rientrò solamente in seguito alla morte di costui (1635). 
L'amico Barbarigo morì nel 1644 e la sua famiglia impedì al Trevisan di succedergli nei beni. 
Egli si dedicò quindi all'attività letteraria, per sopravvivere, componendo tra l'altro un'Apologia ed esaltando nei suoi libri l'amicizia, l'eroismo e l'immortalità della fama e della gloria. 
Malgrado il Trevisan non ottenesse una piena riabilitazione fino al 1655, egli condusse ugualmente una vita tranquilla, approfittando dell'omertà diffusa a Venezia e ritornando addirittura a sedere in Maggior Consiglio prima della revoca ufficiale del suo bando.  
Morì nel 1674 a san Barnaba, la parrocchia dei nobili poveri, ricordato nel necrologio parrocchiale e in quello dell'addetto al magistrato della sanità come "heroe", ma senza avere né un monumento funerario né una lapide sulla sua fossa". 

[2] Quasi incredibile in effetti il numero di libri che il Barbarigo, sfruttando la propria potenza e ricchezza, fece scrivere o gradì fossero scritti sulla vicenda.  
Oltre a quello qui pubblicato, sempre Raimondo Biffi mi segnala: 

  • Strozzi, Giulio, Il Barbarigo ouero l'amico solleuato, poema eroico di Giulio Strozzi, Piuti, 1626;
  • Pola, Francesco (1568-1624), Le leggi dell'amicitia tratte dal Dialogo di Cicerone et formate dall'eccellentiss. sig. Francesco Pola... Dedicate all'ill.mi signori Nicolo Barbarigo, & Marco Triuisano amici incomparabili, Sarzina, Venetia 1627.
  • L'amicitia incomparabile de... Signori Nicolò Barbarigo e Marco Trivisano... celebrata... da molti ingegni, Ginammi, Venezia 1627;
  • L' heroica, & incomparabile amicitia de gl'illustriss. signori Nicolo Barbarigo, e Marco Triuisano, gentilhuomini venetiani, celebrata con diuerse maniere di poesie, & altre compositioni volgari, e latine da molti eccellenti ingegni del nostro secolo, Ginammi, Venezia 1628 (2a edizione);
  • Terzi, Alessandro (1582-1662), Il trionfo dell'amicitia di Nicolo Barbarigo, e Marco Triuisano patrici vinitiani. Opera dramatica del  m.r.sig. Alessandro Terzi rettore del seminario di Bergamo, Pietro Ventura, Bergamo 1629.
  • Zuccolo, Lodovico (1568-1630), Il secolo dell'oro rinascente nella amicitia fra Nicolò Barbarigo, e Marco Triuisano, nobili venetiani, gli amici heroi.

  • [Pubblicato con]: Lettera di ragguaglio e di discorso scritta da D. Luigi Manzini al sig. Carl'Antonio suo fratello, per informatione da lui chiestagli dell'amicitia de' signori Nicolo  Barbarigo & Marco Triuisano, Ginammi, Venetia 1629. 
  • Superbi, Agostino (m. 1634), Discorso dell'incomparabile & heroica amicitia di...Nicolò Barbarigo e Marco Trivisano. In: Trionfo glorioso di heroi illustrio... di Venetia, Libro terzo. Di f. Agostino Superbi da Ferrara. Theologo, &  predicatore dell'ordine minore conuen. Con un' discorso nel fine dell'incomparabil amicitia de gli illustrissimi eroi venetiani Nicolo Barbarigo et Marco Triuisano opera settima, Deuchino, Venetia 1629.
Quanto al commento sul caso, gli stessi accenni, nel testo qui presentato, alle "voci maligne" su questa "amicizia", mostrano che essa andava al di là del consentito anche secondo i criteri dell'epoca. 
Si tratta palesemente di una relazione, che fu esibita sotto tratti socialmente accettabili.  
E il trucco fu possibile solo per l'appartenenza dei due "amici" alla nobiltà, che li mise relativamente al riparo da rischi di denunce e processi. 

Esiste ad ogni modo anche la possibilità che l'amicizia non avesse un aspetto sessuale, in quanto se è palese che il Barbarigo era cotto del Trevisan, costui aveva troppi buoni motivi per coltivare un'intimità col primo, quali che fossero i suoi gusti sessuali. Un po' sul modello del rapporto che ebbero Michelangelo e Tommaso de' Cavalieri, nel quale la passione era a senso unico... ma che funzionò, e bene, a lungo. 

Oppure i due potrebbero essere stati amanti fin dall'adolescenza, creando un'intimità fra ragazzi che rendeva "ovvia" e "naturale" la reciproca frequentazione anche in età adulta. Anche dopo il matrimonio, ovviamente (il matrimonio era un obbligo sociale, specie nella nobiltà: era questione economica e politica prima che affettiva e sessuale). 

Ad ogni modo, questo caso ha bisogno di essere studiato meglio, prima di formarsi un giudizio... magari sentendo cosa avessero da dirne i critici, all'epoca. 

Vedremo quindi se il futuro ci riserverà o no qualche sorpresa in proposito [5]. 

[3] Citazione da: Tacito, Historiarium liber, I 21. 

[4] Citazione da: Plinio "il giovane", Epistularum liber, III, 7,14. 

[5] Dopo aver pubblicato in Rete questa pagina ho ricevuto la seguente mail, che ho avuto l'autorizzazione a pubblicare: 

Egregio signor Dall'Orto,  
ho visto in rete la Sua pagina su Marco Trevisan e Nicolò Barbarigo.  
Sono lieto di informarLa che ho ritrovato anni fa una copia del ritratto di Marco Trevisan e Nicolò Barbarigo, gli amici eroi: è conservato nel museo arcivescovile di Gorizia (dove era confluito da una collezione privata dei nobili Strassoldo). 

La storia del quadro, con alcune osservazioni sulla vicenda in aggiunta a quelle di Gaetano Cozzi che Lei ha giustamente ricordato, si possono trovare in un mio breve saggio: Giuseppe Trebbi, Il ritratto di Marco Trevisan e Nicolò Barbarigo donato a Riccardo di Strassoldo. Storia di un quadro, in: "Venezia non è da guerra": l'Isontino, la società friulana e la Serenissima nella Guerra di Gradisca (1615-1617), a cura di Mauro Gaddi e Andrea Zannini, Udine, Forum, 2008, pp. 161-179. 

Nel volume è anche riprodotto il quadro coi due amici eroi (copia di un quadro perduto del grande pittore Tiberio Tinelli). 

Nel quadro è presente un particolare, assente nelle stampe: i due personaggi si tengono per mano.  

È vero che io non credo che la loro possa essere interpretata come una amicizia gay, perché gli avversari del Trevisan se ne sarebbero serviti contro di lui (l'ho anche scritto in una nota). Ma ammetto che altre interpretazioni possano essere possibili. 

Cordiali saluti. 
Giuseppe Trebbi, docente di storia moderna all'Università di Trieste. 
 
 
 


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