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Dico la mia su don Lorenzo Milani e l'omosessualità .

21/06/2017 

Ciao Giovanni, una semplice curiosità: come mai nell'elenco da te redatto non hai mai pensato di inserire don Milani??

GZ
 

 
Perché è la prima volta che sento dire che fosse gay... :-D

21/06/2017 

Addirittura? Mi pare strano: pare ci siano sue lettere inequivocabili che lo dimostrano.

Vabbe', provvedi :) :)

GZ
 

 
Se lei riuscisse a indicarmi dove siano pubblicate codeste lettere, mi farebbe cosa gradita.

22/06/2017 

Grazie per il "Lei": io, nonostante non ci conosciamo, ti ho spontaneamente dato del tu, puoi fare lo stesso se vuoi, comunque io i riferimenti li ho rilevati un po' ovunque, ma come articoli o scritti visti su post di Facebook, ed anche su Wikipedia.

Ora, al di là dei riferimenti non necessariamente di rilievo, pare comunque certa la sua omosessualità, e meno certa ma avanzata da più parti una presunta pedofilia.

La fonte diretta pare siano alcune lettere, una in particolare del 10-11-1959 di Milani all'amico Giorgio Pecorini (riportato su Wikipedia).

Ciao, a presto ;)

GZ
 


Scusa, sono cascato nel "lei" perché ormai tutti i ragazzini che mi scrivono mi danno del lei,
nonostante nel movimento gay ci siamo sempre dati tutti tranquillamente del "tu" per decenni... LOL.

Ho cercato notizie sulla cosa, ed ho visto che l'argomento è emerso a seguito d'una furba allusione di Walter Siti sulla possibilità che Milani lo fosse, poi rilanciata dalla stampa. Si potrebbe quindi trattare solo d'una scaltra operazione di marketing per far parlare di sé e del proprio romanzo, che ha per tema un prete pedofilo. Guarda caso.
Siti ha affermato di aver tratto ispirazione da una frase di una lettera del 10 novembre 1959 di don Milani all'amico giornalista Giorgio Pecorini:
Che se un rischio corre per l'anima mia non è certo quello di aver poco amato, ma piuttosto di amare troppo (cioè di portarmeli anche a letto! (...)
E poi chi potrà mai amare i ragazzi fino all'osso senza finire col metterglielo anche in culo, se non un maestro che insieme a loro ami anche Dio e tema l'Inferno e desideri il Paradiso? (Maria Cristina Carratù, Giorgio Pecorini. «Ricostruzioni becere: l'amore di Lorenzo era senza secondi fini», "la Repubblica", 21 aprile 2017, p. 39).
Siti non afferma apertamente che Milani lo fosse, dice solo che si chiede, ha il dubbio, umilmente, "potrei sbagliarmi ma", "a me ha fatto pensare che"...
Intanto il carrozzone mediatico è partito, e del suo libro si parla: prova ne sia la tua mail, che rilancia il suo meme. Vuol dire che ci ha azzeccato.



Analizzo allora la questione da storico:

- L'orientamento sessuale di Milani - come quello di chiunque altro - non può essere dato per scontato, e neppure la preferenza o meno per i bambini. Quindi il tema, in sé, è tema legittimo di discussione.
- La frase citata da Siti, come qualsiasi documento, va però letta nel suo contesto. Milani sta parlando in realtà di "metterla in culo ai propri parrocchiani" e la frase ha un doppio significato, sia sessuale, sia metaforico ("fregare"). Dunque il documento non è univoco.
- Tuttavia la frase menziona direttamente, fra tutti i parrocchiani possibili, proprio i ragazzi. Quindi il brano è stato scelto bene perché, volendo, si presta anche a questa lettura, che però non è affatto l'unica possibile, anzi (non avrebbe molto senso che Milani, nel mirino delle gerarchie, ammettesse tanto giulivamente simili atti. Non era un idiota, altrimenti non sarebbe durato tanto a lungo. Quindi prima di dire che il senso corretto sia quello che diciamo, occorre verificare meglio).

Dopodiché:
- Il papa attuale ha fatto di recente visita alla tomba di don Milani, gesto che ha fatto partire qualche cenno all'apertura di una possibile causa di beatificazione.
- Dalla Curia fiorentina è però venuto un altolà: non se ne parla neppure. Se ci provate... vederete!
E infatti le voci sulla sua pedofilia sono ri-emerse (perché l'accusa di essere un "finocchio eretico e demagogo" era circolata già in vita: cfr. Federico Buozzi,
Nelle sue lettere nessuna "confessione" ma solo il gusto amaro del paradosso, "la Repubblica", 21 aprile 2017, p. 38, riedito qui) proprio in contemporanea a questo scontro interno alla Chiesa. Un caso? Ovviamente no: le lettere sono state pubblicate da un pezzo: non è materiale recente. Quindi "qualcuno" ha richiamato l'attenzione su un certo passo di una certa lettera. Qualcuno che quelle lettere le conosceva bene e se le era studiate e annotate, just in case...
Siamo insomma di fronte ad un leak per danneggiare l'immagine di Milani e bloccare il papa prima che si spinga "troppo" oltre.

Il fatto che il leak sia calunnioso non implica però in sé che non sia fondato: anzi, la storia gay (purtroppo) si basa in gran parte proprio su documenti di questo tipo: panni sporchi sventolati alla finestra per rendere palese quanto era stato fin lì segreto.
Prendiamo ad esempio i Black diaries di sir Roger Casement, nei quali il patriota irlandese annotava i suoi rapporti sessuali coi maschi, leakati nel momento in cui la campagna per evitargli la condanna a morte sembrava destinata al successo. Si trattò d'infangarne l'immagine, e l'azione riuscì in pieno, tant'è che Casement fu impiccato; però i diari erano autentici.

L'alternativa è invece che si tratti di pure calunnie, create dal nulla da chi Milani in vita aveva combattuto senza quartiere, e sappiamo quanto a lungo sia capace di covare i rancori la Chiesa cattolica (pensiamo solo a Galileo Galilei, "assolto" dopo secoli!).
L'esistenza di lettere che lasciano pensare, o non permettono di escludere, che Milani abbia avuto tendenze omosessuali pedofile complica il giudizio sull'attendibilità di tali voci, però sinceramente visti i nemici che Milani aveva, stupisce che questa arma non sia stata già usata prima in passato. Anche se a questa mia osservazione si potrebbe ulteriormente ribattere che non è vero, è stata usata, ma solo a tempo debito e opportuno, ossia nel momento in cui si parlava di portarlo agli altari, e non prima.



Aggiungo che uno degli argomenti usati nel dibattito che ho letto online (ossia che uno dei ragazzi istruiti da Milani, da adulto è stato condannato per pedofilia, "quindi" era stato stuprato da bambino da Milani perché "è noto" che chi è stuprato da bambino "diventa" stupratore di bambini da adulto) è pura fuffa: siamo alle leggende urbane senza pudore.
E' chiaro che se uno storico compra questa tesi senza vagliarla, questo argomento gli diventa probante, ma mi consentirai di evitare almeno io di fare il babbalone che si compra la fontana di Trevi e già che c'è anche il Ponte sullo Stretto senza il minimo discernimento.

Questa leggenda urbana non regge neppure al banale test del Rasoio di Occam: una settimana fa un ragazzo ventenne mi raccontava di come la sua promettente carriera sportiva fosse stata troncata a 15 anni perché il suo allenatore aveva iniziato a "provarci" con lui, fino a che i genitori si sono allarmati e hanno segnalato la cosa, causando l'espulsione dell'allenatore, ma anche il ritiro del figlio dalla società sportiva per evitare ritorsioni.
La persona che mi raccontava questo fatto ha commentato che l'allenatore aveva preso di mira proprio lui perché aveva notato come lui, in preda al "picco ormonale" dell'età (parole sue!), pur non considerandosi ancora gay, guardasse già con desiderio i suoi compagni nello spogliatoio.
In altre parole, affermare che il "falco da pulcini" sceglie come vittime da molestare i ragazzini in cui osserva la prima manifestazione d'un orientamento omosessuale, magari prima ancora che i diretti interessati abbiano preso piena coscienza di averlo, è perfettamente ragionevole (e se si pensa che questa mia affermazione sia sbagliata, allora che lo si dimostri dati alla mano, come finora nessuno ha mai fatto, invece di ricorrere al "tutti sanno che").
Nel nostro caso, poi, il mio interlocutore non è mai stato violentato, eppure è "diventato" (molto) gay lo stesso.

E' chiaro insomma che qui abbiamo a che fare solo con le fantasie degli eterosessuali che cercano a tutti i costi la "causa" del trauma che ha "fatto diventare" omosessuale qualcuno, dato che non sono capaci di concepire l'idea che si possa anche semplicemente non nascere eterosessuali, ed applicano la stessa logica anche ai pedofili.

Ma anche a voler dare per buona la leggenda urbana, sono possibili altre spiegazioni, per esempio che forse non è che il bambino molestato diventi molestatore, forse la spiegazione è che i bambini in mano a certi personaggi (che so, i preti cattolici, giusto per buttare lì un esempio a caso) erano molestati più o meno tutti, sistematicamente e a tappeto, per cui scavando nel passato di un molestatore viene inevitabilmente fuori che è stato molestato anche lui.
Voglio dire: siccome la gran parte degli assassini in Italia è stata battezzata, potremmo concluderne che chi viene battezzato da bambino, da adulto "diventa" assassino...
Come è noto, infatti, "Correlazione non implica causazione".
Ebbene, siamo davvero pronti a prendere in considerazione un tale corso di ragionamento? Io ho un mezzo sospetto che, no. Vai tu a capire il perché....



Cosa dire, allora? Che questo di Milani è un caso interessante per esemplificare come funzioni la metodologia della ricerca storica gay (infatti mi ci sono dilungato): in mezzo a calunnie e depistaggi, che mirano a nascondere tra la fuffa le notizie vere.

In passato ho scritto un pezzo sulle voci relative alla possibile omosessualità di don Giovanni Bosco, a mio parere assai più sostanziate di quelle di Milani, e i cattolici non me l'hanno mai perdonata: ricevo una o due lettere di puro odio all'anno per aver semplicemente detto che forse Bosco era omosessuale. Forse.
Con buona pace della propaganda cattolica, che dice che la Chiesa odia il peccato e non il peccatore, e che non ha nulla contro le persone omosessuali in quanto tali, se restano caste.
La hate mail generata dal mio pezzo su Bosco dimostra invece che la Chiesa ce l'ha proprio con gli omosessuali in quanto tali, e che l'idea che un omosessuale possa "
essere anch'egli chiamato alla santità", purché si mantenga casto, è una minchiata a cui non credono per primi coloro che l'hanno propalata. Puro schermo per nascondere e addolcire un'omofobia rabbiosa, primaria, istintiva, cieca, che presentata nella sua forma pura appare imbarazzantemente ripugnante.
Ma guai a cascare nella trappola.



Cosa concludo? Che il caso di Milani, a differenza di quello di Bosco, è ancora troppo recente per potere dare un giudizio storico.

Se davvero Milani fu omosessuale, è alta la probabilità che esistano carte "compromettenti" delle gerarchie, raccolte e intenzionalmente conservate in qualche archivio (segreto e non aperto agli storici) come arma di possibile ricatto politico. In casi di questo tipo, occorre che passino molti anni (in qualche caso, addirittura secoli) prima che tali carte diventino pubbliche.
Viceversa, potrebbe accadere l'opposto, ossia che qualsiasi ipotesi si azzardi ora sia fatta a pezzi entro breve da un ben pilotato leak se e quando il papa dimostrasse di non aver capito il senso della prima bordata d'avvertimento sparata (ossia questa di cui stiamo parlando).

O, per dirla come si usa fare nel gergo accademichese, "sono necessarie ulteriori ricerche per poter indirizzare il dibattito su basi meglio fondate".

Nel frattempo, io pubblico sul sito questa lettera, giusto per non fare la figura di quello che è rimasto indietro nel dibattito.

Grazie per avermi sottoposto il caso.

Giovanni Dall'Orto

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