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Massimo Gaggi e Marco Bardazzi, L'ultima notizia. Dalla crisi degli imperi di carta al paradosso dell'era di vetro, Rizzoli, 2010.
 
Copertina di ''L'ultima notizia'', di Massimo Gaggi & Marco Bardazzi.

[Saggio]

Recensione di Giovanni Dall'Orto


Addavenì...

In quanto giornalista sono un po' come un orso polare che sta navigando su un iceberg in direzione dell'equatore: non so né il dove né il quando, ma il come andrà a finire lo so con assoluta certezza.

Ho comprato questo libro per vedere se contenesse non tanto un'analisi di quello che sta accadendo (fin lì ci arriviamo tutti) quanto un tentativo di prefigurare il modo in cui l'informazione verrà fornita nel futuro.

Purtroppo mi sono trovato di fronte a un compitino giudizioso, con una serie di mini-reportages (di ottima fattura, per carità) su Google, Twitter e Facebook, e poi sul New York Times e su Kindle, intervallati da "casi umani", tipo la storia della giornalista americana di mezz'età che ora fa la stagista sotto una ragazzina per imparare ad usare la Rete... (ma che era, la Bella Addormentata nel sotto-bosco?)

Questo libro va probabilmente bene per chi il fenomeno lo sta vivendo dall'esterno, e non chiede nulla di più che un'esotica visita guidata in questo "zoo". Ma per chi la trasformazione la sta vivendo in prima persona (tipo coloro che scrivono gratis sul loro sito recensioni dei libri che leggono, invece che su un giornale e facendosi pagare ;-) ) il libro non contiene nulla di nuovo.

Non che manchi, qui e lì, la frase azzeccata che si sottolinea perché "ma guarda come l'ha detta bene lui", però qui manca l'intuizione, la visione, la capacità di immaginare il futuro. Magari sbagliando, ma magari anche indicando strade e prospettive nuove al lettore.
Qui ci si limita a fotografare il presente, ossia un momento in cui si sa solo che i vecchi metodi di produzione dell'informazione non vanno più bene, ma nessuno ha la più pallida idea di come si evolverà. Mentre era proprio qui che serviva il colpo d'ala...

Insomma, in queste pagine ho letto spesso la preoccupazione, che condivido, ma raramente l'eccitazione per le possibilità che offre la Rete, che io provo.


Concludendo: il libro non è scritto male, ma l'ho comprato perché so che la carta stampata è in crisi, e leggendolo ho scoperto che la carta stampata è in crisi...

280 pagine e 18 euro per avere la conferma di quel che si sapeva già fin dall'inizio? Decidete voi se ne valga la pena.


 
 
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