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Codici penali italiani preunitari e omosessualità:

 bibliografia 1803-1888 [1]
 
a cura di: Giovanni Dall'Orto

L'Italia nel 1770, pochi decenni prima della tempesta napoleonica.
L'Italia nel 1770, pochi decenni prima della tempesta napoleonica.
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Codici penali preunitari, in ordine cronologico (1803-1889)

1803 Codice penale universale austriaco. (Edizione da me consultata): Imperial regia stamperia, Milano 1834. 

Traduzione del Codice penale austriaco promulgato il 3 settembre 1803. La "libidine contro natura" è qui prevista espressamente come reato, e punita col carcere da sei mesi a un anno: si veda il cap. 15, artt. 113-114, ("dello stupro violento, e altre specie di libidine").  
Abolite da Napoleone, le disposizioni contro l'omosessualità saranno rimesse in vigore nel 1815. 

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1810 Codice dei delitti e delle pene pel Regno d'Italia, Reale Stamperia, Milano 1810. 

Codice proclamato da Napoleone I (in quanto re d'Italia) il 12/11/1810: è la traduzione italiana del codice penale napoleonico francese.  
Come in quest'ultimo, nessuna pena specifica è prevista per gli atti omosessuali: i reati di stupro, corruzione di minore ed atti osceni in luogo pubblico sono puniti, indipendentemente dal loro carattere omosessuale od eterosessuale, con pene uguali.  
Si veda al proposito il libro III, tit. II, cap. I, sez. 4: "Attentati ai costumi". 

Soldo di Napoleone re d'Italia, 1811 
Soldo di Napoleone re d'Italia, 1811. 
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1815 Codice dei delitti e delle gravi trasgressioni politiche pel Regno Lombardo-Veneto, Cesarea-Regia stamperia, Milano 1815. 

Codice penale austriaco per il Lombardo-Veneto (promulgato, dopo la caduta definitiva di Napoleone, l'1/10/1815). Riporta in vigore le disposizioni contro l'omosessualità del codice penale austriaco del 1803 
La "libidine contro natura" è nuovamente prevista come reato, e punita col carcere da sei mesi a un anno: si veda il cap. 15, artt. 113-114, ("dello stupro"). 

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1819 Codice per lo Regno delle due Sicilie, vol. 1, parte 2: Leggi penali, Capasso, Napoli 1849. 

Codice promulgato il 21/5/1819 da Ferdinando I di Borbone 
Come già il Codice penale napoleonico non fa cenno all'omosessualità.  
Tuttavia nel libro II, tit. VII, cap. II ("Dei reati che attaccano la pace e l'onore della famiglia"), l'articolo 345 punisce ambiguamente "ogni altro atto turpe o sregolato d'incontinenza che offenda il pudore pubblico", ma punisce nello stesso modo etero ed omosessuali. 

Ferdinando I di Borbone in una moneta del 1818 
Ferdinando I di Borbone in una moneta del 1818. 
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1820 Codice penale per gli stati di Parma, Piacenza e Guastalla, Ducale tipografia, Parma 1820. 

Codice promulgato  il 5/11/1820 da Maria Luigia d'Asburgo; sul modello del codice penale napoleonico non distingue fra reati etero ed omosessuali.  
Vi è però consentita la punizione dell'"oltraggio al pudore" in luogo privato qualora esista querela di parte (si veda libro II, capo 6, pp. 100-103: "Degli attentati a' buoni costumi"). 

Maria Luigia d'Asburgo in una moneta del 1815 
Maria Luigia d'Asburgo in una moneta del 1815. 
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1832 Regolamento su i delitti e sulle pene, Tipografia della Reverenda Camera apostolica, Roma 1863. 

Promulgato da Gregorio XVI il 20 settembre 1832, detto anche "Regolamento gregoriano", è quanto di più vicino a un codice penale ebbe mai lo Stato della Chiesa. 
Nel titolo X gli articoli 172-173 puniscono come stupro qualsiasi congiungimento fra agenti e carcerieri e "persone arrestate"; l'art. 178 punisce poi laconicamente con la "galera perpetua" (cioè l'ergastolo) "i colpevoli di delitto consumato contro natura" 

Papa Gregorio XVI 
Papa Gregorio XVI. 
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1839 Codice penale per gli stati di S.M. il Re di Sardegna, Stamperia Reale, Torino 1839. Anche in versione francese, per le zone francofone (Savoia e Val d'Aosta): Code pénal pour les états de S.M. le roi de Sardaigne, Imprimerie Royale, Turin 1839. 

In vigore in Piemonte, Liguria, Sardegna e Savoia. L'art. 439 prevede la punizione della "libidine contro natura", anche se avvenuta senza violenza e fra adulti consenzienti.  
C'è però una limitazione: deve esserci stata querela di parte, oppure "scandalo".  

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1840 Codice penale militare per gli Stati di S. M. il Re di Sardegna, Stamperia reale, Torino 1840. Anche in versione francese: Code pénal militaire pour les états de S.M. le Roi de Sardaigne, Imprimerie Royale, Turin 1840. 

Promulgato da Carlo Alberto di Savoia il 28/7/1840. Gli atti omosessuali sono trattati nel libro IV, tit. II, cap. IV, artt. 291-293 ("dei reati contro le persone").  
I reati di "libidine contro natura" sono puniti, quando vi concorra violenza o scandalo o querela, coi lavori forzati a tempo.  
Se esistono circostanze aggravanti, la pena arriva fino ai lavori forzati a vita! 

Carlo Alberto di Savoia, da una moneta da 20 lire del 1848 
Carlo Alberto di Savoia,  
da una moneta da 20 lire del 1848. 
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1852 Codice penale austriaco del 27 maggio 1852, Imperiale-regia stamperia, Milano 1852. 

Valido anche per i dominii austriaci in Italia (Lombardia, Veneto, Friuli, Trentino). 
Si vedano gli articoli 125-130 (pp. 70-71): la "libidine contro natura" è punita con il carcere duro da uno a cinque anni, o da cinque a dieci anni se è avvenuta con uno stupro. Il testo è online sul sito di Enrico Oliari. 
 

Bandiere austriache a piazza san Marco, Venezia, circa 1820
Le bandiere dei dominatori austriaci sventolano dai pennoni di piazza san Marco, Venezia, nel 1820 circa. 
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Leopoldo II di Lorena (1797-870)1853 Codice penale pel Granducato di Toscana, Stamperia granducale, Firenze 1853. 

Promulgato da Leopoldo II nel 1853, e considerato il più "moderno" dei codici preunitari, non prevede pene specifiche contro gli atti omosessuali (si veda libro II, tit. VI, capo III, "Dei delitti conto il pudore", pp. 102-103). I delitti legati all'omosessualità vengono puniti allo stesso titolo di quelli legati all'eterosessualità. 
Si noti però che secondo i commentatori dell'epoca (Puccinotti, Mori) se una relazione omosessuale avesse creato "scandalo" sarebbe stata punibile in base all'articolo 3 ("oltraggio al pudore"). 

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Stemma dei duchi di Modena e Reggio 
Stemma dei duchi  
di Modena e Reggio. 

1855 Codice criminale e di procedura penale per gli stati Estensi, Soliani, Modena 1855. 

Promulgato da Francesco V il 14/12/1855 per il ducato di Modena e Reggio. 
L'omosessualità è nominata solo come circostanza aggravante: lo stupro "con abuso dei sessi" (art. 431) è infatti punito coi lavori forzati da dieci a quindici anni. Per il resto si segue il codice penale napoleonico. 

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1856 Codice penale militare pel Granducato di Toscana, Stamperia granducale, Firenze 1856. 

Promulgato da Leopoldo II nel 1856. 
A differenza che nel codice penale per i civili, la punizione della "libidine contro natura" è prevista (si veda il libro II, tit. II, capo VI, pp. 102-103: "Disposizioni speciali intorno ai delitti contro il pudore").  
La pena va da uno a tre anni di carcere, mentre lo stupro contro femmine o maschi ha pene che variano a seconda della condizione della vittima, arrivando fino a un massimo di quindici anni di carcere. 
 

Gli ultimi granduchi di Toscana in esilio a Vienna dopo il 1860
Gli ultimi granduchi di Toscana, Ferdinando di Asburgo-Lorena e sua moglie, in esilio a Vienna dopo il 1860. 
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1859 Codice penale per gli Stati di S.M. il Re di Sardegna, Stamperia reale, Torino 1859. 

L'art. 425 riprende le disposizioni del codice del 1839 
Questo è il codice che fu esteso a buona parte del neonato Regno d'Italia, dal 1860 in poi, fino alla sua sostituzione con il primo codice penale davvero  italiano, il "Codice Zanardelli", nel 1889 
In questo modo l'omosessualità fu criminalizzata in gran parte del nuovo Regno. 

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Vittorio Emanuele II di Savoia (1820-1878), re di Sardegna, e primo re d'Italia
Vittorio Emanuele II di Savoia (1820-1878), re di Sardegna, e primo re d'Italia. 
1859.Codice penale militare per gli stati di S. M. il Re di Sardegna, Stamperia Reale, Torino 1859. 

Promulgato da Vittorio Emanuele II, prevede (parte I, libro II, capo III, "dello stupro, del ratto e degli atti di libidine contro natura") all'articolo 254 che gli "atti di libidine contro natura" siano puniti come lo stupro eterosessuale qualora sia intervenuta violenza (fino alla pena di morte!). Se non c'è stata violenza, ma ci sia scandalo o querela di parte, si applica la reclusione, o il lavoro forzato per dieci anni. 
Al momento dell'Unità d'Italia questo codice fu esteso al resto del Paese (eccetto che al Sud) e rimase in vigore come codice penale militare del Regno d'Italia fino al 1869. 

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1865 Codice penale della repubblica di San Marino, Nobili, Pesaro 1865. Poi in: Raccolta delle leggi e decreti della Repubblica di San Marino, Lapi, Città di Castello 1900. 

Nella Repubblica di San Marino, mai occupata da Napoleone, rimasero in vigore gli antichi statuti (si veda la Raccolta delle leggi e decreti della Repubblica di San Marino, Lapi, Città di Castello 1900, a p. 150) fino all'approvazione del codice penale del 1865.  
In esso gli articoli 418 ("stupro"), 421 ("stupro in meretrice") e 425 ("ratto a fine di libidine") considerano "aggravato" il reato di stupro avvenuto "contro natura" o ai danni di un maschio.  
In questi casi la pena può anche triplicare, e prevedere i lavori forzati.  
L'omosessualità in quanto tale non è però nominata. 

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1869 Codice penale per l'esercito del Regno d'Italia, Stamperia reale, Firenze 1869. 

Promulgato da Vittorio Emanuele II.  
L'art. 273 (parte I, libro II, capo III, "dello stupro, del ratto e degli atti di libidine contro natura") riprende parola per parola le disposizioni del Codice penale militare del regno di Sardegna del 1859, all'art. 254. 
Rimase in vigore anche dopo l'approvazione del "codice Zanardelli[2]. 

La bandiera del Regno di Sardegna, poi del Regno d'Italia 
La bandiera del Regno di Sardegna, poi del Regno d'Italia. 
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1869 Codice penale militare marittimo del Regno d'Italia, Stamperia reale, Firenze 1869. 

Promulgato da Vittorio Emanuele II. Nella parte I, libro II, titolo II, capo II, art. 297 ("dello stupro, del ratto, e degli atti di libidine contro natura"), il reato di "libidine contro natura" è punito, a seconda dei casi, con le stesse pene previste nel codice penale per l'esercito (vedi voce precedente).  

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1889.Codice Zanardelli. 

Bandiere italiane e stemma dei Savoia


L'autore ringrazia fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su persone, luoghi e fatti descritti in questa scheda biografica, e chi gli segnalerà eventuali errori contenuti in questa pagina.
Note 

[1].Online si può consultare un mio studio sulla tradizione giuridica italiana dopo Napoleone: La "tolleranza repressiva" dell'omosessualità. Quando un atteggiamento legale diviene tradizione. 

Per alcuni statuti prenapoleonici in italiano (1548-1787) fare clic qui 

Ho messo online anche una selezione di statuti prenapoleonici in latino (1259-1799). 

[2].A scopo di confronto citerò anche il: Codice penale per il Cantone del Ticino (25 gennaio 1873), Tipo-litografia Grassi, Bellinzona 1926, cioè per parte della Svizzera di lingua italiana. 
(Estratto anche in: Enciclopedia giuridica italiana, Vallardi, Milano 1892, vol. II, parte III, p. 638). 
L'articolo 249 punisce chi avrà commesso con un minore di quindici anni "atti della specie degli aborriti dalla natura", aggravando la pena se l'atto è stato compiuto da chi aveva tutela o cura del minore.  
L'art. 251 specifica però che il delitto è perseguibile solo su querela di parte. 
Infine l'articolo 253 prevede aggravanti di pena nel caso di stupro se la persona stuprata aveva meno di dodici anni, oppure se era dello stesso sesso dello stupratore... 

Anche Malta (sotto dominio britannico) promulgò in lingua italiana il suo codice penale del 1854: Leggi criminali per l'Isola di Malta e sue dipendenze, Cumbo, Malta 1854 (online su Google books).
Qui si segue ovviamente la tradizione britannica, pertanto gli articoli 201 e 202 del Libro II, titolo VI, capitolo II puniscono coi lavori forzati "qualunque congiungimento carnale contro natura" senza violenza.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Francesco II di Borbone (1835-1894), ultimo re delle Due Sicilie. 
Francesco II di Borbone (1835-1894), ultimo re delle Due Sicilie. 

Ripubblicazione consentita previo permesso dell'autore: scrivere per accordi.
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