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Gentile Paganelli (Secc. XVI-XVII)

Il Collegio romano in una stampa settecentessca.
Il Collegio Romano in un'incisione settecentesca.
 
Da: Denuncia contro Girolamo Rota [dopo 1582] [1]

LXXI.
Corruttela nel collegio Romano (secolo XVII)
LXXI.
Corruzione nel Collegio dei gesuiti di Roma (sec. XVII)

/p. 26/ Gerolamo Rota da S. Lupidio d'anni 20 incirca per via di giochi, colationi, premij, e danari ha sviati moltissimi scholari del Collegio Romano molti de quali si sono ritirati, e dati in preda al vitio servendosene per mandarini per tirar altri incauti a suoi disegni, e dargli in mano a varij suoi, vantandosi poi d'haver dipendenti da suoi cenni i più belli ragazzi a dispetto dei Giesuiti. Gerolamo Rota da San Lupidio di circa 20 anni, utilizzando giochi, offerte di cibo, premi e denaro ha corrotto moltissimi studenti del Collegio romano, molti dei quali si sono ritirati e dati in preda al vizio, e costoro li ha usati come luogotenenti per attirare altri incauti ai suoi disegni, e darli in pasto a vari suoi seguaci, vantandosi che i più bei ragazzi dipendevano da un suo cenno, in barba ai gesuiti.
Per tirar alle sue pessime voglie un tal N. N. lo fece perseguitare da due Giovanastri scholari suoi Dependenti (quali cacciai da Collegio) come per farlo bastonare, poi fingendo volerlo esso defendere, gli si fece compagno, finche lo condusse a Casa sua, dove lo sforzò ad acconsentirgli, e lo mise in man d'altri per l'istesso mall'effetto, promettendoli poi non solo defenderlo, ma fargli godere ogni volta, che havesse voluto un tale N. N, scholare. Il detto Giovane di sopra tanto poi si è dato al vitio, di hoggi si trova pieno di mali. Per piegare alle sue pessime voglie un tale N. N. lo fece perseguitare da due giovinastri suoi tirapiedi (i quali ho cacciato dal Collegio) come se volessero bastonarlo, fingendo poi di volerlo difendere lui, così gli si fece amico, finché lo condusse a casa sua, dove lo obbligò a cedergli, e lo diede in pasto ad altri per lo stesso pessimo scopo, promettendogli che lo avrebbe non solo difeso, ma gli avrebbe fatto godere ogni volta che avesse voluto un tale N. N., studente. Il giovane sopra detto si è poi talmente dato al vizio che oggi è pieno di malattie.
Un altro senza padre ha sviato in varij lochi sotto varij pretesti, et condottolo in Casa l'ha voluto più volte sforzare. Ritiratosi questo per minaccie de suoi, e mie gl'ha fatto fare la sassaiola da baroncelli, ha minacciato di dare a chi lo voleva difendere. Poi gli ha mandato /p. 27/ varie sorti di premij, e donativi, gli ha tramate varie insidie, et è andato sino in casa sua per ritirarlo ò con le buone, o con le cattive, et essendosene risentito malamente la sua Madre vedova e ha mai destato di perseguitarlo. Un altro privo del padre l'ha corrotto in vari luoghi con vari pretesti, e condottolo a casa l'ha voluto stuprare più volte. Dopo che le minacce dei parenti e mie lo avevano costretto a ritirarsi, lo ha fatto prendere a sassate dai ragazzi di strada, e ha minacciato di picchiare chi lo voleva difendere. Poi gli ha mandato vari tipi di premi e doni, gli ha tramato contro varie insidie, ed è andato fino a casa sua per farlo venire con sé o con le buone o con le cattive, ed essendosene arrabbiata moltissimo sua madre vedova, non ha mai smesso di perseguitarlo.
Condusse un Canterino scholare in casa sua dicendo di voler cantar seco ma subito scopri l'animo suo pessimo, mettendolo in man d'altri per mal fine.

Portò a casa sua un cantore studente dicendo di volere cantare con lui, ma subito gli rivelò il suo animo malvagio, consegnandolo poi nelle mani di altri per uno scopo immorale.
Invitò un altro a giocar seco, e dissegli. Ecco io metto su una piastra, se la vinci e tua, se perdi m'hai da fare un servitio; Perse, e lo ricercò in pena di cose dishoneste. E questo medesimo artificio ha usato con altri. Invitò un altro a giocare con sé, e gli disse: "Ecco, io punto una piastra, se la vinci è tua, se perdi mi devi fare un servizio". L'altro perse, e lui gli chiese come penalità di fare cose immorali. E questo stesso trucco l'ha usato anche con altri.
E andato a Dozzine, et altri ridotti di Giovani per far amicitia, e tirare à suoi disegni alcuni di loro sotto varij colori, e pretesti con scandolo di chi l'ha saputo. 
Moltissimi altri ha menato ad hostarie, a Casa sua, et altrove per giocare e mangiare; poi il tutto finiva con ricercamenti dishonesti, conforme varij di varie schole sono stati accusati à proprij Maestri, et a me i quali hanno deposto il tutto, scusandosi d'essere stati con varij pretesti ingannati, essendosi servito d'altri vitiosi ragazzi per ingannare chi voleva, e con fargli presentare lettere incitative a male, come hanno deposto gl'istessi Complici. 
È andato nelle camere in affitto e in altri luoghi di intrattenimento di giovani per fare amicizie, e irretire nelle sue trame alcuni di loro con svariate scuse e pretesti, con scandalo di chi l'ha saputo.
Moltissimi altri li ha portati in osteria, ed a casa sua, ed altrove, per giocare e mangiare, poi il tutto finiva con richieste immorali, secondo ciò per cui vari di varie scuole sono stati denunciati ai loro maestri, ed a me (i quali hanno confessato il tutto, scusandosi di essere stati ingannati con vari pretesti), essendosi servito di altri ragazzi viziosi per ingannare chi voleva, facendo loro recapitare lettere che li incitavano al male, come hanno confessato gli stessi complici.
Perché alcuni Giovani per minaccie, e gastighi havuti da me si erano ritirati affatto dalla sua prattica senza pur salutarlo, sparse voce fra quelli ch' io sarei stato levato dalla Prefettura quanto prima, e che perciò non temessero, et a questo effetto andò accordando varij per farmi fare degl'affronti, e farmi levare a forza, conforme l'hanno deposto alcuni, che non si sono voluti accordare. Poiché alcuni giovani, per minacce e castighi ricevuti da me, avevano smesso completamente di frequentarlo senza neppure salutarlo più, sparse voce fra loro che sarei stato presto privato della carica di Prefetto, e che perciò non temessero, e a questo scopo si accordò con vari per farmi fare degli affronti, e farmi dimettere per forza, secondo quanto hanno confessato alcuni, che hanno rifiutato la sua richiesta.
Sono venuti a varij nostri Padri, et a me alcuni Sig. Parenti, et Amici de Giovani ad esclamare, come sia permesso in Collegio impune un Giovane di tanto scandalo, e pregiuditio de scholari, havendo per fine principale sviare altri, come gl'era succeduto con tanti e tanti.
Alcuni signori parenti ed amici dei giovani sono venuti da diversi nostri padri e da me a protestare con veemenza chiedendo come sia possibile che frequenti il Collegio un giovane che fa tanto scandalo e tanto danno agli studenti, e che ha come scopo principale corrompere gli altri, come era successo con tanti e tanti.
Onde riferito a Superiori, dopo varij avvisi havuti da suo Maestro, e da me senza frutto, hanno ordinato che sia cacciato da Collegio, come io ho fatto, se bene non con altro frutto; che oltre l'essere tornato, ha perseguitato varij scholari con tenderli insidie per haver ciò riferito. Perciò, dopo avere riferito ai superiori, dopo che era stato ammonito senza frutto varie volte dal suo maestro e da me, costoro hanno ordinato che egli sia cacciato dal Collegio, cosa che ho fatto, non ottenendo però altro risultato che oltre ad essere tornato ha perseguitato vari studenti, tendendo loro agguati per avere riferito del suo comportamento.
/p. 28/ L'altro giorno mi venne ad assaltare in Chiesa [2] , e dopo d'havermi con varie villanie, et ingiurie maltrattato con burlarsi de' Superiori, e sparlare di tutti li nostri; mi mise con rabbia le mani al petto tenendomi così stretto per la vesta, dicendomi fra l'altre parolaccie, che se non fussi stato in Chiesa m'haverebbe malamente chiarito, minacciandomi di dare, ma che di ciò vi sarebbe stato tempo più opportuno, e ciò fu in presenza di varij, che già accorrevano al rumore che faceva contro di me. L'altro giorno è venuto ad aggredirmi in chiesa [2] e dopo avermi maltrattato con vari sgarbi ed insulti facendosi beffe dei superiori, e sparlando di tutti i gesuiti, mi mise con rabbia le mani addosso tenendomi stretto per la veste, dicendomi, oltre alle altre parolacce, che se non fossi stato in chiesa mi avrebbe dato una bella lezione, minacciandomi di picchiarmi, ma che lo avrebbe fatto in un momento più opportuno, e ciò avvenne in presenza di vari, che già accorrevano al rumore che stava facendo contro di me.
Ho tralasciate per brevità molte cose che mi sono venute all'orecchie, oltre quelle che non ho sapute, che facilmente saranno le più, e le maggiore essendo il detto Rota diffamato non solo per la schola, ma per Roma. Ho tralasciato per brevità molte cose che mi sono giunte alle orecchie, oltre a quelle che non ho saputo, che è facile che siano più numerose ancora, la principale essendo che il detto Rota ha pessima fama non solo nella scuola, ma in tutta Roma.
Questo si finge esser protetto da varij per mostrare d'haver braccio, e spaventare altri et vantandosi con questo di non haver paura de' Giesuiti, ne d'altri; ma è falsissimo, conforme ci siamo informati etc. [3].
Costui millanta di avere numerosi protettori, per mostrare di avere la capacità di far quel che vuole, e spaventare gli altri, vantandosi con costoro di non avere paura dei gesuiti, né di altri, ma è falsissimo <che abbia tali protezioni>, secondo le informazioni che abbiamo raccolto eccetera [3].
Prego V. S. Ill.ma. per le viscere di Giesu Christo, e per mantenere l'honestà ne Giovani a rimediare efficaciemente conforme la sua gran prudenza de la Charità. Prego vostra signoria illustrissima, per le viscere di Gesù Cristo e per mantenere onesti i giovani, di rimediare efficacemente, secondo la sua grande prudenza e carità.
Tutto questo debito dell'officio mio dico d'haver saputo dagl'istessi Complici, et altre Persone degne di fede alla nostra Compagnia etc. Tutto questo che riguarda il mio incarico dichiaro di averlo saputo dagli stessi complici, e da altre persone degne di fede della nostra Compagnia di Gesù eccetera.


Gentile Paganelli Prefetto di Cortile.

Retro
All'Ill. et Rev. Sig.
Pron.
Colend. Monsignor Gover-
natore di Roma.

Rescritto
A Giov. Andrea che ne parli.


Gentile Paganelli, Prefetto di cortile.


Retro:
All'illustrissimo e reverendissimo signor pron.
rispettabilisssimo monsignor Gover-
natore di Roma.

Annotazione:
Dire a Giovanni Andrea che vada a parlargliene.
 
Il Collegio Romano in una stampa settecentesca

Il Collegio Romano in un'incisione settecentesca.
 

'autore ringrazia fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su persone, luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà eventuali errori in essa contenuti.

Note 

[1] Pubblicato in: Curiosità storiche ed artistiche raccolte nell'Archivio di Stato romano, "Archivio storico artistico archeologico e letterario della città e provincia di Roma", VI 1880, vol. IV, fascicolo 1, pp. 18-32.
Online sul sito "Internet Archive".

Lo scandalo è ambientato nel "Collegio Romano", il celebre collegio preuniversitario e universitario gestito dai gesuiti a Roma, frequentato dai giovani delle migliori famiglie, precursore dell'Università Gregoriana attuale.
Gentile Paganelli si firma "prefetto del Cortile di retro" di tale istituzione. Ciò aiuta a datare almeno parzialmente l'episodio, su cui l'articolo sopra citato non dà altre informazioni, a dopo il 1582, anno del completamento dell'attuale edificio dotato di due cortili.
Dall'articolo mancano purtroppo anche dati sull'eventuale processo e condanna  del denunciato.

[2] Non essendo nota la data di questa denuncia, non è possibile sapere in quale chiesa annessa al collegio sia accaduto l'episodio, se nella Chiesa dell'Annunziata, demolita nel 1626, o in quella di Sant'Ignazio, che ne prese il posto ed esiste tuttora.

[3] Fa quasi ridere l'ossequioso servilismo del Paganelli, che prima di denunciare verifica se per caso il denunciato non goda per davvero delle protezioni influenti che millantava.
È
facile immaginare che se così non fosse stato avrebbe limitato il proprio sdegno morale...


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