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Pitigrilli (1893-1975)

Pitigrilli
Pitigrilli.
 
Marco Ramperti, ovvero, la critica a serramanico [1927] [1].

/p. 4/ Marco Ramperti che fino a tre anni fa — cioè finché io scrivevo — ha invariabilmente proclamato la moralità dei miei libri, da qualche giorno s'è messo ad affermare il contrario. Riprendendo un ritornello che il Tribunale di Torino, assolvendomi, e la Corte d'Appello, confermando l'assolutoria, hanno definitivamente sepolto, Marco Ramperti accoppia a sproposito il mio nome a quello di Paul [= Victor, NdR] Margueritte, in materia di «pornografia stupida per giunta e moralisante, cioè ipocrita». Sono parole sue (Ambrosiano del 29 ottobre).

Il cambiamento di opinione in Ramperti non è provocato da me scrittore. Da tre anni non scrivo libri. Anche il silenzio può far mutare opinione a Marco Ramperti, anche il silenzio può far mutare opinione a chi non ne ha. Ma il motivo è un altro.

Due settimane or sono, Ramperti ha offerto a Le grandi firme un suo articolo dove descriveva una specie di club di lesbiche e di pederasti, nel cui seno egli ebbe l'onore di essere ammesso a scopo di studio; dalle pareti sorridevano adescatori i ritratti di Maurice Rostand e di Cocteau; intorno a una tavola, sotto la luce viola degli abat jour (Ramperti è rimasto alla poesia dell'abat jour) femmine divinamente oscene fumano sigarette oppiate, aspirano la cocaina (c'è ancora qualcuno che crede alla cocaina?) e uomini bevono con solennità ieratica un cocktail complicatissimo di cui ha il segreto il padrone di casa, mentre dal giardino salgono i languidi rintocchi d'una campana, nel cui bronzo incandescente fu buttato un uomo vivo.

Io potevo benissimo pubblicare quell'articolo di Marco Ramperti. Ma appena i fascicoli fossero usciti dalla tipografia avrei dovuto ordinare ai Fratelli Gondrand di portarli tutti in Questura per risparmiare al Procuratore del Re il disturbo di sequestrarmeli, e avrei dovuto costituirmi spontaneamente ai Reali Carabinieri. 

Marco Ramperti
Marco Rampertii

Ho preferito respingere a Ramperti quella poltiglia letteraria, che esalava un tanfo di sudore ascellare, frutta fermentata, Teofilo Gautier, fiori vizzi, Oscar Wilde, postribolo da dieci lire, champagne, lysoform, Baudelaire, acido carbonico, capelli bruciati, biancheria da troppo tempo intima. Nel /p. 5/ restituirgli il manoscritto gli dicevo che quella sua prosa non mi pareva pubblicabile per ragioni di pubblica moralità, ma che ero disposto a riconoscere il mio errore il giorno che l'avessi veduta pubblicata sull'Ambrosiano o sulla Stampa, cioè il giorno che un direttore di quotidiano che si rivolge al gran pubblico, mi avesse dimostrato che al gran pubblico si può offrire quella roba.

Marco Ramperti che è in continua malafede, come il parafulmine è rivolto al cielo e l'ago della bussola è orientato al nord, e far mutare loro posizione equivale a snaturare il parafulmine, la bussola e Ramperti, mi rispose ingiungendomi di non confrontare Le grandi firme, con la Stampa, poiché la Stampa per la sua grande diffusione gli conferisce una smisurata autorità e poiché la Stampa gli paga la collaborazione con una magnificenza che noi non abbiamo mai dimostrata.

Io riconosco che la prosa di Marco Ramperti meriterebbe di essere pagata trentasei lire la parola, come i telegrammi per la Martinica: ma non mi sento di pagarla con dei mesi di reclusione. Perciò a volta di corriere [2] gli diedi dell'imbecille (in tutte lettere) aggiungendo che non discuto con la gente in malafede che porta la sua malafede nelle discussioni, fingendo di fraintendere ciò che l'avversario dice, e rispondendo con l'incoerenza e la slealtà di una fruttivendola.

Invece di comportarsi come qualunque gentiluomo, Marco Ramperti, com'è sua vecchia abitudine, passò agli archivi le mie parole, e alla sera, criticando Margueritte, ha trovato il modo di insultarmi nell'Ambrosiano. Che la critica gli serva a compiere le sue miserabili vendette lo sapevamo. Quando una piccola attrice lo ha fatto becco s'è vendicato con una stroncatura: quando Carlo Veneziani gli ha regalato un sapone, ha atteso che si recitasse «II signore è servito», per tentare di creargli la fama di iettatore. Se il padrone di casa Io licenziasse, si servirebbe della critica drammatica per denunciarlo al Pretore.

Non so se questa sia un'innovazione nella critica o una restaurazione: Ramperti in letteratura si è arrestato al pervertimento sessuale con violini in lontananza sotto una luce blu: nell'abbigliamento dell'esteta si è fermato — o peggio, è tornato
al solino [sic] Romanticismo, ai capelli prolissi, alla sigaretta pendula dal labbro che fu cara ai gommeaux [3] del secolo scorso, e come funzione della critica alla vendetta personale.

So di certi artisti che, ritenendosi offesi da una critico, sono balzati sulla prima automobile di piazza
[4], per andare a prendere a schiaffi l'ingiusto critico. Marco Ramperti ha instaurato una novità: quando qualcuno gli dice le sue ragioni, egli prende nota con un piccolo lapis su un piccolo pezzo di carta e aspetta pazientemente che domani o fra quindici anni quel tale scriva una commedia, o un suo parente prossimo o remoto reciti, o un suo vicino di casa tenti una speculazione teatrale.

* * *
E ora vai pure, Marco. Sono le nove, recitano l'Amleto. Troverai il modo di raccontare, nella critica, che la tua lavandaia ti ha smarrito una camicia. Ma nessuno crederà all'esistenza della camicia e ai tuoi rapporti con la lavandaia.

Pitigrilli.

Firma di Pitigrilli


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Note 

[1] Il testo l'ho trascritto da: Pitigrilli (pseud. Dino Segre, 1893-1975), Marco Ramperti, ovvero, la critica a serramanico, "Le grandi firme", IV 1927, n. 82, 15 novembre 1927, pp. 4-5. L'originale è online su Wikipink.

Pitigrilli se la prende qui con il critico e giornalista Marco Ramperti (1886-1964), che lo aveva attaccato dopo che s'era rifiutato di pubblicargli un racconto ambientato in un locale parigino frequentato da omosessuali. Il suo bersaglio polemico reagì con una querela per diffamazione.

Sulla conclusione della vicenda si veda: Lucio Ridenti (pseud. di Ernesto Scialpi, 1895-1973), Marco Ramperti e la dignità professionale, "Il dramma", IV 1928, giugno, p. 4, consultabile qui.

[2] "Con risposta immediata". 

[3] "Gommosi", "mollicci".

[4] Taxi.

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