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Un'osservazione sul Corano e sull'Islam

02/09/2004

Caro Giovanni Dall'Orto, 

intanto devo farti i complimenti per il sito, completo e molto molto interessante.

Sono musulmana convertita e ho spesso lunghe discussioni con i miei amici su questo tema, ma troppe volte mi mancano le risposte: ti ringrazio per avermene fornite alcune.

Vorrei però precisare che il Corano non è, come scrivi, una "raccolta dei detti di Mohammed", ma è quanto Dio stesso ha rivelato a Mohammed senza che questi aggiungesse nulla di suo (i suoi detti sono le hadith, come dici più sotto): mi rendo conto che bisogna crederci per affermarlo, ma penso che anche un non credente può capire che c'è una sostanziale differenza tra le due cose quindi forse potresti chiarire che, per chi ci crede il Corano è la parola di Allah scesa direttamente e senza mediazioni tra di noi. 

Per chi non crede non è dato sapere storicamente a chi attribuire questi dettami perché nulla e nessuno provano che siano le private riflessioni di Mohammed.

Ti ringrazio per l'attenzione e buon lavoro

Cristina Seynabou Sebastiani
 

5/9/2004

Gentile Cristina,

innanzi tutto ti ringrazio per la tua lettera, e per il tono civile e cortese che usi. In questi giorni sono impegnato in un dibattito su un forum di discussione, sul tema "Noi e gli immigrati", e il tono dei miei contraddittori (leghisti o fascisti o cattolici che siano, ma comunque anche loro omosessuali come me) quando parlano dell'islamismo è talmente carico di odio che ritrovare una persona civile con cui parlare, una volta tanto, è veramente una boccata d'aria pura.

È possibile essere in disaccordo - come indubbiamente lo siamo tu ed io - e difendere fermamente le proprie idee e convinzioni - come intendiamo fare sia tu che io - senza essere obbligati a odiare. Senza fare ciò che troppi, sia nel mondo islamico che in quello non islamico, vogliono costringerci a fare.

Tu mi perdonerai quindi se approfitterò della tua mail andando molto al di là della risposta - breve - che potrei darti, e sfrutterò l'occasione che mi offri per affrontare un tema (il rapporto fra il mondo dell'Islam e il mondo a cui appartengo, quello omosessuale) molto scottante.
Ripeto, la tua mail è solo un pretesto, ne approfitto, ma non scrivo questa lunga risposta pensando che tu "te la meriti". Tu mi hai solo fornito l'occasione per scrivere cose che già pensavo comunque, "prima o poi", di inserire in questo sito.

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Entrando nel merito della tua mail, se mi sono espresso male, accetto volentieri la tua correzione. Ora che me lo fai notare, hai ragione, la mia definizione del Corano non è abbastanza precisa, perché la tradizione islamica conosce anche i veri e propri "detti di Maometto", gli hadith, che sono un'altra cosa. È come dire che i Vangeli e le Epistole sono la stessa cosa...
Ho quindi modificato la mia descrizione del Corano così: "raccoglie il messaggio predicato dal profeta Maometto / Muhammad (ca. 570-632), fondatore della religione islamica",

Dimmi se ti pare sufficientemente preciso da non generare confusioni.

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A questo punto permettimi però di fare anche io una correzione a quanto scrivi tu.

Anche tu ti sei infatti espressa in modo non corretto quando hai detto che "il Corano è la parola di Allah scesa direttamente e senza mediazioni tra di noi".

Ora, qui non stiamo discutendo della effettiva "rivelazione divina" del testo coranico o meno: questo sito non ha questo scopo, e mi dichiaro incompetente su questo argomento. Se tu sei convinta di questo punto, non intendo contraddirti... ovviamente fintanto che tu sei disposta a concedere a me la medesima libertà di pensare quel che credo sull'argomento.

Il punto è che semplicemente, e in base alla stessa tradizione islamica come mi è stata riferita, la tua frase non è corretta:

Potrei discutere dell'ulteriore strato di mediazione costituito da copisti, revisori dei testi, interpreti eccetera, ma credo che possiamo fermarci qui: tre mediazioni sono già sufficienti a stabilire che la tua affermazione è errata.
Il che non implica che il Corano sia "falso", ma solo che tu ti sei espressa in modo impreciso parlandone.
Il Corano è quindi, semmai, "la parola di Allah scesa, attraverso la mediazione di creature venerabili, tra di voi".
 
Dio consegna la Legge a Mosč
L'idea di un testo sacro consegnato, "così com'è", direttamente dalla divinità, non è affatto tipica dell'islamismo. Ecco in questo capitello del Palazzo Ducale di Venezia (1350 ca.) Dio che consegna di persona la Legge a Mosè. [Foto G. Dall'Orto].

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Perché ci ho tenuto a specificare questo punto? Perché io penso che qualunque Rivelazione, a chiunque concessa, valga per il messaggio che contiene, e certo non per la persona che l'ha effettivamente ricevuta.

Tanto più che ogni Rivelazione è passata per strati diversi di "intermediari", dai copisti del testo (generazione dopo generazione), fino ai traduttori nelle lingue che parliamo o, se proprio vogliamo leggere il testo in lingua originale, a coloro che spiegandoci come vada interpretata una parola araba o greca o ebraica del Corano o della Bibbia, appunto, si pongono come intermediari fra quanto sta scritto nel libro e quanto comprendiamo  noi.
Sempre mediazione, è.

Perché ogni comprensione, per la mente umana, è sempre, sempre, sempre interpretazione.

Può darsi che quanto contenuto nel Corano sia perfetto e assoluto. Non ne discuto.
Il problema è che la comprensione perfetta e assoluta non è possibile all'essere umano, ma solo a un Dio.
Ogni essere umano, per capire, deve infatti interpretare.
Deve cioè tradurre nella sua lingua, o nella sua cultura, o nel contesto del tempo in cui vive. Ieri la Bibbia era la principale autorità che giustificava la schiavitù. Oggi i cristiani (e gli ebrei) pretendono (e non è vero) che sia stata la principale autorità ad averla minata, e si scandalizzano se si dice loro che la Bibbia giustifica la schiavitù. Gridano che non è vero.

Ma allora stiamo davvero parlando dello stesso testo?
Ebbene sì.
È forse cambiato, col tempo?
Ebbene no.
Solo che generazioni diverse, e persone diverse, percepiscono lo stesso, identico, medesimo messaggio in modo diverso.

Quindi, sia pure perfetto il messaggio contenuto dal Corano, ma anche se è così, a te e a me - e a qualunque iman, per quanto venerabile - non è data altro che una conoscenza imperfetta.
E se il Corano è perfetto, le parole degli esseri umani che ne parlano (tutti gli esseri umani, a parte forse Muhammad che le dettò... ma che non è più fra noi) non lo sono e non possono esserlo. Alcune possono forse essere venerabili, sagge, importanti... ma nessuna, e dico nessuna, è perfetta, e in quanto tale indiscutibile.

Nessuno - a parte Dio stesso, se esiste - può pretendere di possedere una verità perfetta e assoluta. Né il papa, né tu... né tantomeno io, ovviamente.

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Oltre a ciò, il valore del, che so, Pentateuco non dipende per nulla dal fatto che esso fu scritto da Mosè di sua mano piuttosto che da altri, ma da considerazioni di altro tipo.

Ora, il Pentateuco, che fra l'altro racconta e descrive la morte e il funerale di Mosè, non può palesemente essere stato scritto da Mosè stesso.
Embe'?
Per me la cosa è totalmente indifferente: a mio parere sono altri i meriti e i demeriti di questi libri.
Eppure, se mi capita di fare un'affermazione come questa, non manca mai qualche fanatico religioso che mi contesti, di solito in modo rabbioso.

La pagina del mio sito sull'omosessualità di san Giovanni Bosco genera una quantità incredibile di lettere d'insulti, odio, maledizioni. Per il semplice fatto di averla scritta, di aver detto qualcosa che non volevano sentirsi dire, mi odiano.

E il bello è che la gran parte viene da omosessuali. Intolleranti, fanatici, pronti a perseguitare chi non la pensa come loro, tanto quanto coloro che noi omosessuali combattiamo per la loro intolleranza!

Ogni volta che ricevo una di queste lettere penso che visto che credere in Dio serve solo e unicamente a insegnare a odiare, io sono veramente felice di non crederci. E forse è per questo che non sono così bravo a odiare quanto lo sono i credenti. O almeno, certi credenti...

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E tu, cara Cristina, a che mondo appartieni? A quello che pensa di avere ricevuto un dono per sé, o a quello che pensa di avere ricevuto una missione, cioè costringere tutti gli esseri umani a comportarsi come tu vuoi e a credere quello che tu dici?

Il fatto stesso che tu sia finita nel mio sito, e ne abbia anche letto almeno una pagina, mi fa sperare che faccia parte del primo gruppo, e viva il tuo essere mussulmana come un dono che hai ricevuto nella tua vita per viverla meglio. Anche se ovviamente, non conoscendoti, non posso esserne certo.

Certo è comunque il motivo per cui ho messo online quella scelta di citazioni del Corano: permettere di conoscere, prima di parlare (cosa che in Italia di solito non si fa mai). E permettere di farsi domande sul fatto che le cose siano davvero come si dice che siano.

Non ho dubbi sul fatto che in certi ambienti islamici tu, donna che consulta siti a contenuto gay, non saresti giudicata affatto bene. Ma il punto è: chi ti giudicasse, magari proprio in nome dell'Islam, avrebbe ragione?
E chi condannasse me, e i suoi correligionari gay, ne avrebbe?

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I testi sacri, di solito, vengono usati come supermercati: ognuno entra, prende solo quel che vuole, e che gli fa comodo, e lascia giù il resto. E due persone diverse possono uscire con una "spesa" di idee totalmente diversa.

Il Corano, come la Bibbia, come il Vangelo, può essere usato per difendere l'odio o l'amore, l'oppressione o la liberazione, la vigliaccheria o il coraggio, la tolleranza o l'intolleranza.
Nel dibattito, inevitabile, fra noi gay e i sempre più numerosi concittadini italiani di fede islamica, sarà quindi sempre più importante capire come viene letto il Corano. Come un dono, o come lo spietato regolamento che chiede la mia condanna a morte, e con me quella di milioni di altri esseri umani?

In base alla risposta che si darà a questa domanda, si deciderà da che parte ci schiereremo nelle lotte, che non mancheranno.
E la parte in cui ti schiererai tu, gentile Cristina, non dipende affatto dal tuo essere islamica. L'Islam non è unico (come lo presentano i fanatici crociati per i quali è un monolito privo di sfaccettature, varianti e sfumature): è plurale, proprio come lo è il cristianesimo.
E proprio sul peso da dare agli hadith, che tu citi nella tua mail, si sono accesi (e sono in corso) scontri che nella storia hanno degenerato più di una volta nell'intolleranza e nella discriminazione. Verso altri musulmani, dico, non verso gli "infedeli"...
Anche questo aspetto fa parte della storia dell'Islam, ed è inutile rimuoverlo: è più utile semmai superarlo.

Come è utile superare la condanna la donna all'inferiorità sociale, o la condanna degli omosessuali. Ne convieni con me?
Se sì, ne sono contento... ma certo non avrai la vita facile, coi tuoi correligionari...

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Inoltre, credere in una divinità non è mai un alibi che permette di non pensare, di non fare scelte morali, e soprattutto di non avere responsabilità morali - e non solo morali - per le scelte che si fanno.
Che se fossero scelte criminali, non sarebbero  meno criminali solo per il fatto di essere giustificate dall'Islam.
Proprio come il crimine della guerra contro l'Iraq non cessa di essere un crimine solo per il fatto di essere stata combattuta contro un fanatico tiranno... Questo me lo concedi?

Nello stesso modo gli atti criminali contro gli omosessuali non cessano di essere questo, cioè atti criminali, solo per il fatto di essere stati compiuti nascondendosi dietro l'autorità morale del Corano, o della Bibbia.

L'Islam mette solo a disposizione gli ingredienti. Ma il piatto che si cucinerà sarà frutto delle scelte e delle decisioni individuali, e il risultato finale sarà responsabilità dell'individuo, non del Corano. Sta ad ogni credente islamico decidere quali ingredienti usare e quali no.

Il Corano contiene, volendo, tutti gli strumenti per costruire un mondo di odio, di infelicità e d'intolleranza.
Ed è stato fatto.
Proprio come la Bibbia ed il Vangelo sono stati e vengono usati nei nostri Paesi o in Israele allo stesso scopo.

Eppure esistono sia cristiani che mussulmani che ebrei, che si richiamano ai loro rispettivi testi sacri per predicare un mondo di amore e tolleranza.
Chi è che tra loro fa la lettura "giusta"? Chi predica l'intolleranza, sia pure "a fin di bene", o chi predica la tolleranza e il rispetto?
Bella domanda, eh?

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Purtroppo gli intolleranti si sono sempre dati una mano a vicenda, nei secoli. Nei consessi internazionali, Vaticano e Paesi islamici votano sempre compatti, assieme, contro i diritti degli omosessuali e contro la parità giuridica fra donne e uomini, e contro i diritti umani (il Vaticano è il solo Stato europeo che non ha mai sottoscritto la "Dichiarazione universale dei Diritti dell'Uomo").

I fanatici di tutto il mondo fingono di combattersi, ma sanno benissimo che stanno combattendo la stessa guerra, dalla stessa parte.

Bush e Bin Laden lavorano a costruire lo stesso tipo di società, quella in cui, se sei nato da una parte del confine che loro vogliono costruire (e di cui il Muro di Israele è il simbolo più evidente!), sei obbligato a schierarti da quella parte. E odiare chiunque viva e venga "da quell'altra parte", che per il solo fatto di venire "dall'altra parte" non è "veramente" un essere umano, come noi. È qualcosa di meno, e qualcosa di ripugnante.

Bush non ha, come spesso si dice, "sbagliato" in Iraq, producendo "per sbaglio" decine di migliaia di nuove reclute per il terrorismo islamista.
Bush voleva ottenere proprio questo, per giustificare poi a posteriori le sue azioni, ed ottenere sempre più soldi e sempre più uomini per le sue guerre.
Che aveva già deciso per altri motivi.
E che gli servono, a lui che di mestiere fa il petroliere, a controllare i Paesi del petrolio.

Da parte sua, per quale altro motivo Bin Laden (che di mestiere faceva il miliardario di un Paese fra i più grandi produttori di petrolio al mondo) ha attaccato la più grande potenza militare della storia umana, se non allo scopo di scatenarne volontariamente e prevedibilmente la sua scontata aggressione?

Ovviamente, avendo per controparte un Bush che non chiedeva altro, ci è riuscito, e da quel momento in poi chiunque non sia "con" lui e la sua guerra "per l'Islam" è "contro" l'Islam. Cioè contro la sua personalissima visione di quel che l'Islam "deve" essere. In questo modo spera di poter arrivare anche lui a controllare, i Paesi islamici... che guarda caso sono i Paesi del petrolio.
Ma guarda tu quando si dice la coincidenza...

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Lo ripeto: i fanatici di tutto il mondo e di tutte le religioni (ebrei, cristiani, mussulmani, induisti, senza distinzione alcuna) combattono la stessa guerra, e dalla stessa parte. Ogni volta che Hamas annuncia una tregua, Israele ne assassina un dirigente per la strada, per obbligarla a riprendere gli attentati, i quali giustificano le azioni militari e l'occupazione di Israele, e i suoi assassinii per la strada. I quali giustificano Hamas... La quale giustifica l'occupazione israeliana, contro la terribile minaccia islamica, contro la quale il neofascismo israeliano mette in guardia "disinteressatamente" il mondo intero... il quale giustifica...
Se non esistesse un nemico, a che servirebbero gli eserciti?

E così, quando Israele ha prodotto un uomo disposto a farla finita con una guerra che dura ormai da mezzo secolo, Rabin, costui è stato immediatamente assassinato da un ebreo fanatico.
E quando l'Egitto ha prodotto un uomo, Sadat, che ha finalmente firmato una pace con Israele, costui è stato immediatamente assassinato da un mussulmano fanatico.
Come già Gandhi, assassinato da un indù fanatico per avere trattato i mussulmani indiani come cittadini alla pari degli altri e non come nemici...
Come già...

La guerra dei fanatici è sempre, in primo luogo, contro chiunque neghi la loro visione del mondo, contro chiunque insinui che della guerra (di cui loro, guarda caso, sono sempre i generali, i duci, i fuehrer, i caudilli e i califfi; tutti gli altri sono solo carne da cannone) si potrebbe fare benissimo a meno. Solo in seconda battuta sono contro il cosiddetto "nemico".

fregio di separazione

I fanatici religiosi, nella storia, sono spesso venuti a patti gli uni con gli altri: si capivano a vicenda, avevano la stessa visione del mondo.
Ma non hanno mai perdonato, mai, chiunque negasse la loro visione del mondo, e affermasse che era falsa, e che la vera guerra era altrove.

Così, decine di migliaia di mussulmani hanno pagato con la vita, in Algeria, il torto di avere una visione dell'Islam troppo "moderata", troppo "laica", secondo gli islamisti.
Più mussulmani sono morti in Algeria per mano di "credenti nell'Islam" di quanti ne abbiano mai uccisi Bush o Israele dal dopoguerra ad oggi, e questo nell'indifferenza di tutti.

L'Occidente in effetti non ha la minima intenzione di difendere l'Islam tollerante. Per i fanatici occidentali, "Islam tollerante" è un ossimoro.
Mentre scrivo queste righe ho negli occhi le prime pagine dei giornali di destra che commentavano l'attacco terroristico ceceno in Ossezia, costato centinaia di morti, soprattutto bambini.
Nessuno di questi giornali (vere fucine di odio) parla di "indipendentisti ceceni". Tutti parlano deliberatamente di mussulmani. Anzi strillano, nei titoli, sotto foto raccapriccianti (quelle che si sono ben guardati dal mostrarci quando a morire erano gli iracheni): "ecco la vera natura dell'Islam!".
Chissà perché quando si parlava degli attentati dell'Ira a Londra nessuno parlava di "cattolici irlandesi" e nessuno di lorsignori gridava: "ecco la vera natura del cattolicesimo!". Per i fascisti, si sa, le vite umane non hanno tutte lo stesso valore. Ci sono razze che valgono di più, persone che valgono di più, ed altre che valgono di meno, o anche (gli ebrei, gli zingari, i froci...) niente.
E nel loro sprezzo delle vite umane, anche gli islamisti mostrano chiaramente cosa sono: l'estrema destra dell'Islam, la sua versione fascistissima, proprio come Sharon e Kahane sono l'ala (e la palla al piede) fascista del mondo ebraico.

Cara Cristina, osservando i fanatici italiani, i fascisti malamente riciclati, i razzisti rabbiosi... io non li trovo così diversi dai fanatici islamici. Direi anzi che, come arabi ed ebrei discendono (per concorde ammissione dei rispettivi testi sacri) da un unico antenato, Abramo, tutti i fanatismi discendono dallo stesso atteggiamento mentale.

[Digressione. Senti come ragiona un gay razzista su un (allucinante) forum di discussione su "Islam e omofobia": "Si parla di male minore perché non si ha scelta. Se ci fosse uno stato laico e ateo, sarebbe una situazione ideale e auspicabile. Uno stato laico e ateo non è concepibile, almeno ora, perché tale stato sarebbe molto più permeabile e favorirebbe il dilagare epidemico dell'ISLAM. Ricorda: anticattolicesimo genera ateismo, ateismo genera ISLAM. Non ci vuole tanto a capirlo".
Raccapricciante, vero? Dobbiamo accettare i clericalismo cattolico perché se no vince il clericalismo... islamico... Demenziale!]
Si spiega così perché il fanatismo islamico faccia tanto comodo alla destra occidentale, che non a caso in passato lo ha finanziato e aiutato a crescere: come è stato con Hamas in Israele (favorita e finanziata per togliere influenza al laico Arafat e dividere i palestinesi), coi talebani in Afganistan (addestrati, armati e finanziati per "fregare" i sovietici), con Osama Bin Laden (un miliardario, agente della Cia, che si era messo alla testa della crociata, pardon, jihad contro gli atei comunisti senzadio), con...

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Oggi il mostro si è rivoltato, e morde colui che lo ha allevato, aiutato, protetto, cresciuto. Eppure ciò va solo bene a chi ha creato questo mostro. L'islamismo, essendo di destra, parla la lingua della violenza, la sola che le destre, in Israele, negli Usa, in Italia, e nel resto del mondo, capiscono.
Prima, c'erano anche ideali che parlavano il linguaggio della giustizia e dell'eguaglianza, sociale e giuridica, fra esseri umani.
E questo, all'epoca, a chi sosteneva e sostiene l'ingiustizia non andava affatto bene.

Perché una cosa è dire: "abbiamo ragione perché siamo i più forti" (e l'esercito americano è il più forte del mondo, più forte dei cinque eserciti successivi sommati assieme, e Israele ha tante bombe atomiche quanto la Gran Bretagna, e più della Francia, e...).

Tutt'altra cosa è dire "abbiamo ragione perché noi vogliamo la giustizia e l'uguaglianza", cosa che tutti i Bush, i Bin Laden, gli emiri sauditi e non sauditi, gli Sharon e (si parva licet...) i Berlusconi del mondo non si sono mai sognati di volere: a loro l'ingiustizia sociale va solo bene, eccome!

Meglio quindi, per loro, aver ragione perché picchiano più forte (possono vincere... almeno il primo round - vedi il caso Iraq) che cercare di averne perché difendono un pari diritto alla felicità per tutti gli esseri umani, che non solo non si sono mai sognati di volere, ma che anzi combattono attivamente...

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Insomma, lo "scontro di civiltà" che è in corso attualmente, non è fra Occidente giudaico-cristiano e Islam.
Niente affatto.
Lo scontro è in corso tra i sostenitori della forza e dell'ineguaglianza da un lato (mussulmani, cristiani, ebrei, atei...), e i sostenitori del principio di giustizia e di eguaglianza (mussulmani, cristiani, ebrei, atei...) dall'altro.

Non a caso noi omosessuali, e voi donne, siamo odiati e disprezzati in pari modo tanto dai mussulmani quanto dai cristiani che dagli ebrei e dagli atei (eccetera) del primo campo.

Io il mio campo l'ho scelto: il secondo.
E proverò piacere nello scoprire anche te (ed altre persone come te) al mio fianco, ora e in futuro.

I miei migliori saluti.

Giovanni Dall'Orto

P.S. Ho inglobato nel mio sito l'articolo di Rossana Rossanda, "Non c'è un male minore". Sono d'accordo con quanto lei scrive, fino all'ultima virgola.
 


P.S: In margine, un'osservazione metodologica. Quando mi scrivi: "Per chi non crede non è dato sapere storicamente a chi attribuire questi dettami perché nulla e nessuno provano che siano le private riflessioni di Mohammed", sbagli completamente il metodo di ragionamento.

La scienza, cioè il ragionamento che funziona appoggiandosi su prove, non ha nulla a che fare con la fede.
Non può dimostrare che Dio esiste e nemmeno che non esiste.
Non può dimostrare che gli spaghetti siano più buoni del riso, né che il rosso sia più bello del verde, né che la musica classica sia più armoniosa del rock.
Non può dimostrare che Napoleone fu più simpatico di Cesare, né che tu eri sincera, o insincera, mentre scrivevi queste righe.
Né, infine, che Maometto parlasse, o non parlasse, con l'angelo, e neppure che gli angeli esistano, oppure non esistano affatto.
La scienza si occupa solo ed esclusivamente di ciò che può essere osservato, direttamente o attraverso le sue manifestazioni fisiche, o almeno quantificato.

Gli angeli e gli dèi non possono essere osservati, la bellezza e la simpatia non possono essere quantificate: quindi esulano dall'esperienza scientifica. Rientrando semmai rispettivamente nell'esperienza religiosa ed in quella estetica, che nei loro rispettivi campi sono "vere" quanto lo è la scienza nel proprio.
Ma ognuna di queste esperienza è "vera" solo finché non vuole invadere il campo delle altre, come purtroppo fai tu con quella frase. Che è falsa, semplicemente perché priva di significato in àmbito scientifico. Come dire che "il colore verde è un si bemolle maggiore". È vero? È falso? O, più semplicemente..... è solo una frase che non ha senso?

Ecco perché, non credo che la tua osservazione sia pertinente: è solo una frase che non ha senso.

Ma anche ammesso e non concesso che qualcuno (non io di certo!) sia così sciocco da voler "provare" qualcosa che ha a che fare con la fede (che è la volontà predeterminata di credere nonostante le prove contrarie, contro ogni prova contraria, e in assenza totale di prove a favore), direi che se davvero vuoi prove, allora tocca a te, non a me, provare (se ci riesci!) che quelle di Maometto non fossero "private riflessioni". Di sicuro non tocca a me provare il contrario. Come disse Carl Sagan, sono le affermazioni straordinarie ad aver bisogno di prove straordinarie... non il contrario!
Sei tu che devi dimostrarmi di essere in grado di volare muovendo le mani, non io che devo dimostrare a te che non lo sei.
Sei tu che devi dimostrare a me di essere figlia di un marziano e di un gatto, non io che devo dimostrare a te il contrario.
Sei tu, insomma, che devi provare (se davvero ci tieni tanto a una dimostrazione che a me non interessa affatto, e che inoltre non serve a nessuno, neppure a te, perché chi "crede" non ha bisogno di nessuna prova) che Maometto abbia rivelato la parola di Allah. E non certo io che devo dimostrare a te il contrario.

Di nuovo, i miei migliori saluti.

G. Dall'Orto

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