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Domizio Calderini (Domenico Calderino, 1446-1478)

Domizio Calderini in un ritratto giovanile.
Domizio Calderini in un ritratto giovanile.

Da: Carmina / Poesie [ca. 1460/1478[1]
.
3. 
De Alexi
3.
Su Alessi

Hippolytum terris, Phrygium celebrauit Olympo
prisca fides; illum moribus, hunc facie.

Celebrò Ippolito sulla terra, e Ganimede sull'Olimpo [2],
l'antica religione: l'uno per i costumi, l'altro per la bellezza.
Quam longe celebrandus hic est, qui corpore in uno
Hippolytum nobis cum Ganymede refert.[3]!
Quanto più va celebrato allora costui, che in un corpo solo
ci riporta Ippolito e insieme Ganimede! [3].
 .
Giove e Ganimede. Miniatura del 1475/80
Giove, rappresentato come re (degli dèi), con accanto Ganimede. A destra Giunone, moglie di Giove, si dispera (comprensibilmente). Miniatura francese del 1475-1480 de: La cité de Dieu di Agostino.

L'autore ringrazia fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su persone, luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà eventuali errori in essa contenuti.

Note

[1] Il testo da: Domizio Calderini, Carmina, edito online da Poeti d'Italia in lingua latina.
La traduzione dal latino è mia.

[2] Mitica sede degli dèi pagani grecoromani.

[3] Il testo latino online diceva "tu ci riporti", refers. È palesemente un refuso, dato che qui, "costui", è inequivocabilmente soggetto, non complemento oggetto. Ho quindi emendato in refert, "egli ci riporta".


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