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Tre condanne a morte di prostituti italiani a Parigi [1824 e 1826]

Boia e ghigliottina. Disegno francese di fine Ottocento.
Boia e ghigliottina. Disegno 
francese di fine Ottocento.

Da: Christian Gury, L'honneur professionel d'un bourreau homosexuel en 1847 [1863] [1]
.

/ p. 24 / Le 17 mai 1824, les Assises de la Seine condamnent a mort Antonio Bracchetti, un natif de Rome, coupable d'une tentative d'homicide volontaire sur le surveillant Masson, lequel prétendait contrarier son "vice italien[2].

Il 17 maggio del 1824 le Assise della Senna condannarono a morte Antonio Bracchetti, romano di nascita, colpevole d'avere tentato di assassinare volontariamente il secondino Masson, il quale pretendeva di contrastare il suo "vizio italiano" [2].
Cinq jours plus tard, Sanson [3].exécute l'Italien. Cinque giorni dopo, Sanson [3].procede all'esecuzione dell’italiano.
La façon dont Henry Clément commente l'affaire ne manque pas de sel: La maniera con cui Henry Clément commenta la faccenda non manca di sale:
"En tentant d'assassiner un gardien [de la prison de Bicêtre, où il se trouvait par suite d'une condamnation aux travaux forcés à perpétuité pour un crime commis sur un prêtre], Bracchetti avait bien satisfait une haine inspirée par une des passions immondes qui naissent dans ces sortes d'établissements, mais ce ne fut point là le principal motif qui avait armé son bras. (...) "Tentando d'assassinare un guardiano [della prigione di Bicêtre, ove era rinchiuso in seguito a una condanna ai lavori forzati a vita per un crimine commesso ai danni di un prete], Bracchetti aveva soddisfatto in pieno un odio ispirato da una delle passioni immonde che nascono in questi tipi di stabilimenti penali, ma ciò non costituì affatto il motivo principale che armò la sua mano. (...)
Son infamie, des instincts ignobles et brutaux rapportés peut-être de son pays, mais à coup sûr développés par la situation exceptionnelle que sa condamnation lui a faite, agitent, encore, cette nature dépravée, et y tiennent lieu de la passion plus noble qui exerce un empire si tyrannique sur tous les hommes. La sua infamia, istinti ignobili e brutali portati forse dal suo Paese, ma sviluppati certamente dalla situazione eccezionale che la sua condanna ha creato, agitano, ancora, questa natura depravata, e vi prendono il posto della passione più nobile, che esercita un imperio così tirannico su tutti gli uomini[4].
Bracchetti a trouvé à assouvir ces instincts; il éprouve pour l'instrument de ses honteux plaisirs, un de ces sentiments / p. 25 / qu'on n'ose honorer d'affection, et qui vont pourtant jusqu'à la jalousie. Bracchetti ha trovato il modo di appagare questi istinti: egli prova per lo strumento dei suoi vergognosi piaceri uno di quei sentimenti che non si osa onorare come "affetto", e che ciononostante arrivano fino alla gelosia.
Tout à coup ce sentiment est contrarié: cette jalousie qu'une imagination saine a peine à concevoir s'allume, voilà l'occasion que Bracchetti cherchait trouvée; il n'hésite plus, il se vengera, il frappera celui qui gêne son infâme passion; et apres, il tendra à de nouveaux juges ses mains souillées de ce second meurtre" [5]. Improvvisamente, questo sentimento è contrastato; questa gelosia, che un'immaginazione sana fatica a concepire, si  accende, ed ecco trovata l'occasione che Bracchetti cercava; non esita più, si vendicherà, colpirà colui che disturba la sua infame passione; dopodiché tenderà verso nuovi giudici le sue mani insozzate da questo secondo assassinio” [5].


I giardini di Palais Royal a Parigi, nel 1863. 
Fin dal Settecento erano luogo d'incontro d'omosessuali.

Le 26 mai 1826, la guillotine réunit dans la mort le couple formé par Virgillo Malaguti et Gaetano Rotta, deux Italiens, âgés de vingt-trois et dix-neuf ans, évidemment affligés du "vice italien" et reconnus coupables d'un vol de rouleaux d'or et d'une tentative d'homicide avec préméditation sur la personne d'un changeur du Palais-Royal. Il 26 maggio 1826 la ghigliottina riunì nella morte la coppia formata da Virgilio Malaguti e Gaetano Rotta, due italiani, dell'età di ventitré e diciannove anni, evidentemente afflitti dal “vizio italiano” e riconosciuti colpevoli del furto di barre d'oro e del tentato omicidio con premeditazione ai danni di un cambiavalute del Palais-Royal.
Henry Clément leur délivre cette oraison funèbre: Henry Clément dedica loro questa orazione funebre: 
"Deux jeunes gens perdus de moeurs, passant leur vie dans l'oisiveté et la débauche.
(...)
Due giovani di costumi perduti, che hanno passato la vita nell'ozio e nella depravazione.
(...) 
Ils passaient leurs journées dans le jardin du Palais-Royal, cherchant l'occasion de se livrer à la plus honteuse prostitution". Trascorrevano le giornate nel giardino del Palais-Royal, cercando l'occasione per darsi alla più vergognosa prostituzione”.
Boia e ghigliottina. Disegno francese di fine Ottocento.
Ghigliottina ottocentesca

L'autore ringrazia fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su persone, luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà eventuali errori in essa contenuti.

Note

[1] La citazione da: Christian Gury, L'honneur professionel d'un bourreau homosexuel en 1847, Kimé, Paris 1999, pp. 24-25.
Neretti e acapo aggiunti da me.

La traduzione in italiano, inedita, m'è stata offerta da Salvatore Grillo, che ringrazio.

[2] Dal Rinascimento, è espressione per indicare, in lingua francese, la sodomia.

[3].Henry Clément Sanson (1799-1889). 
La cosa curiosa è che Sanson perse nel 1847 l'incarico per uno scandalo di carattere omosessuale
Suona perciò curioso il tono di esecrazione con cui parla, poco oltre, dell'omosessualità di queste tre persone, da lui ghigliottinate nel 1824 e 1826.

Sul caso di Sanson si veda lo studio citato alla nota 1.

[4] L'amore, che non può esistere fra due uomini, cedendo il posto a "istinti ignobili e brutali".

E questo lo scrive un uomo la cui carriera (sia pure una carriera da boia...) fu rovinata dall'amore per un altro uomo!

[5] Gury ha citato da: Henry Clément Sanson Mémoires de Sanson. Sept générations d'éxecuteurs (1688-1847), mises en ordre, rédigés et publiées par H. Sanson, ancien exécuteur des Hautes Oeuvres de la Cour de Paris, Dupray de la Maherie, Paris 1862-1863, 6 voll., vol. ?, p. 746.


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