Home page Giovanni Dall'Orto > Saggi di storia gayBiografie di personaggi gay > Testi originali > Sec. XX > Carlo Fenoglio

Carlo Fenoglio


Sodoma e Gomorra [1953] [1]

Lo spaventoso aumento di un torbido vizio ha costretto il Governo britannico a sferrare una campagna che probabilmente condurrà a una riforma della legge


Londra, novembre.

È un argomento scabroso da trattare sui giornali, e infatti si era formata involontariamente, una specie di congiura del silenzio. La realtà è esplosa violentemente nei giorni scorsi, quando Sir David Maxell Fife, il ministro degli Interni, convocò gli alti eponenti della magistratura per discutere assieme i rimedi onde porre un limite allo spaventoso diffondersi della omosessualità in Inghilterra.

Allora rotto il ghiaccio, tutti i più autorevoli giornali, “Times” in testa, hanno messo il dito sulla piaga e ne è sorta una polemica che ha scosso profondamente la nazione.

Basti pensare che l’anno scorso la magistratura britannica dovette giudicare in merito a 5.001 offese omosessuali (maschili) contro le 2.321 del 1938. Un giudice di un tribunale del West End di Londra, ha dichiarato che soltanto nella sua corte ogni anno vengono discussi 600 casi di pervertiti
Ora la polizia ha iniziato una vasta azione di rastrellamento e di controllo in alcuni centri indiziati dalla città, mentre Scotland Yard ha posto all’ordine del giorno un elenco di personalità di primo piano, sia di Londra che della provincia, note per essere dedite a questo orribile vizio
Esso include i nomi di celebri divi del cinema e del teatro. Alcuni di essi sono stati ammoniti privatamente dalla polizia di controllare scrupolosamente la loro condotta in pubblico, altri invece sono stati consigliati di non frequentare più certi ritrovi pubblici di Mayfair e di Soho.

Contemporaneamente Scotland Yard ha ricevuto l’ordine di sorvegliare da vicino individui facenti parte di uffici governativi segreti, noti per essere coinvolti in pratiche omosessuali. È la possibilità che agenti stranieri ricattino individui in situazioni compromettenti, che preoccupa le autorità inglesi.

Sir John Gielgud. Illustrazione originale che accompagnava il presente articolo. Gielgud fu condannato, ma la sua carriera non fu compromessa.Ma questo non è che un aspetto, sebbene forse il più grave, dell’intero problema. Restano le cifre citate a dimostrare che esso è ormai divenuto un problema nazionale, riguardante tutte le classi sociali. I giornali riportano con frequenza casi in cui sono coinvolte alte personalità.

Per esempio, tanto per citare due dei più recenti, il caso del giovane Lord-Edward Montagu di Beaulieu, denunciato per avere usato violenza a un giovane quattordicenne; e quello di Sir John Gielgud, ritenuto il più grande attore scespiriano vivente. 
Ma che dire di tutti gli altri casi , quelli che rimangono nell’ombra degli archivi dei tribunali, e, soprattutto, quelli che rimangono nell’oscurità assoluta?

All’acme della polemica, l’ottantenne Lord Samuel, il grande statista liberale, ha pronunciato l’altro giorno un discorso alla Camera dei Lord riportato dalla stampa col titolo di “Sodoma e Gomorra”. 
Dopo aver lamentato l’aumento della criminalità nel dopoguerra, specialmente quella giovanile, il vecchio Lord ha tolto le bende a quella che egli definisce l’ultima piaga, i vizi di Sodoma e Gomorra, divenuti ormai comuni. "Se essi continueranno a diffondersi, allora il castigo non sarà da ricercarsi nelle conflagrazioni o nei terremoti, ma in qualche cosa di più mortale: il lento avvelenamento del senso morale".
 
Lord Edward Montagu ,oggi.
Lord Edward Montagu, oggi

La legge inglese, a differenza di quella di altri Paesi europei, punisce gli omosessuali, anche adulti, anche consenzienti. 
Si ricorderà il processo che rovinò Oscar Wilde all’apice della gloria. La sua colpa fu punita con due anni di carcere che lo scrittore dovette scontare. 
Il tono prevalente della stampa britannica è che, in tale campo, la legge è assai discutibile. 
E di questo parere sono state quasi tutte le risposte dei lettori ai vari giornali. 
Si reclama che tale piaga venga trattata più con spirito scientifico che strettamente giuridico. Sia la società che gli individui sarebbero più protetti se l’omosessuale venisse, anziché punito, compreso e rieducato.

Questo punto di vista sta a metà strada tra i due estremi. La maggioranza del volgo - specifica il “Times” - considera l’inversione maschile un abominevole vizio da cancellare dalla faccia della Terra (e sono soprattutto i genitori che, preoccupati  per i loro ragazzi, impugnano la spada della giustizia a tutti i costi).

Per contrasto, gli strati più evoluti della società sono inclini a trattare l’omosessualità con una specie di benevola tolleranza, definendola una semplice aberrazione, casi da psichiatra, che bisogna lasciar stare.

Comunque sia - spiega il giornale - la società non può disinteressarsene. La classe degli invertiti (poiché in Inghilterra la persecuzione della legge li induce a costituirsi in classe, come una società segreta), anche se nella storia umana si sono verificati casi di geni creativi omosessuali, è una classe di individui frustrati, instabili, malsicuri, soggetti al ricatto, alla paura, in definitiva, ad altri crimini.

Onde - e qui “Times” collima, tirando le somme, con la tesi degli altri fogli - gli invertiti sono socialmente dannosi
Come tali, bisogna combatterli, ma non certo ficcandoli in prigione.

Una delle analisi più esaurienti e coraggiose, e che ha riscosso il maggior credito, è stata quella di “The New Statesman”. Dopo aver convenuto che l’omosessualità è un male sociale, il periodico afferma che soltanto il due per cento degli invertiti sono tali per incurabile natura, mentre gli altri, nati e cresciuti normali, non sono mai divenuti sessualmente maturi per essere stati sottoposti, negli anni della prima giovinezza, a violenza da parte di altri individui già pervertiti attraverso analogo processo.

Questa catena, afferma il giornale, fa sì che in certi circoli l’omosessualità diventi un culto, e gli adepti finiscono per credersi incurabilmente invertiti. Da qui la necessità di affrontare il problema scientificamente, modificando la legge che, in Inghilterra, colpisce gli invertiti alla stregua dei criminali comuni e li caccia in prigione ad aumentare, nella reclusione con altri uomini, la malattia.

In questo senso si sono pronunciati anche lo “Spectator”, l’”Observer” ed altri tra i più seri giornali. Mai se n’era parlato con tanto impegno e preoccupazione. 
È soprattutto la preoccupazione per i ragazzi, facili alla persuasione, che ha sollevato questo putiferio. Parlamentari, sacerdoti, uomini e donne di tutte le professioni, hanno preso la parola nei vari giornali, quasi che le misure annunciate dalla polizia avesse dato finalmente il via a una campagna preparata da tanto tempo. 
Ministri del culto, conformisti o no, hanno iniziato, a quanto riporta il “Sunday Chronicle”, preghiere e sermoni contro il flagello dell'omosessualità e la congiura del silenzio nel quale si avvolge.

Da parecchie fonti si invoca la costituzione di una Commissione Reale che compia un’inchiesta sul problema.

Oswald Brenton, vicario di St. James, Gunnesbury - tanto per citarne qualcuno - afferma nel suo foglio parrocchiale che Pari e Sir trovati colpevoli di tale vizio, dovrebbero perdere automaticamente il titolo. 
Un altro riferisce per certo che in alcuni circoli altolocati, la carriera di un uomo è compromessa se egli non si sottopone a concessioni personali.

Fra tanti lamenti e sdegni , può sembrare  strano che quale  soluzione sia invocata una riforma della legge penale, in base alla quale l’omosessualità venga dichiarata lecita tra individui adulti, e punita soltanto quando rivolta ai ragazzi. Ma è soltanto cosi, cioè in stato di libertà,   che l’invertito perderà il complesso di persecuzione e, in Inghilterra, non sarà più schiavo del suo principale nemico: il ricatto.

L'autore ringrazia fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su persone, luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà eventuali errori in essa contenuti.

Note

[1]-C.F. [Carlo Fenoglio], Sodoma e Gomorra, "Tempo" n. 48, 26 novembre 1953, pp. 17-18.
La divisione in paragrafi e l'aggiunta di neretti e acapo è mia. Ringrazio Giovan Battista Brambilla che ha scoperto questo documento, lo ha scansito e me lo ha inviato.
Il commento che segue è di Giovan Battista Brambilla.

"Come al solito siamo di fronte ad un articolo apparso su una rivista illustrata ad altissima tiratura, in cui la preoccupazione di fondo dell’autore sembra essere ribadire: “scrivo sull’omosessualità ma io non sono omosessuale”. 
Questo senso di disagio è ben avvertito sin dall’inizio: il “reporter” inviato a Londra si limita a “riportare” i parere sui fatti espressi da altri. OK, era una vecchia scuola di giornalismo ma alcuni passi sono apertamente omofobici: “spaventoso diffondersi”, ”orribile vizio” e via dicendo… per non parlare dell’offensiva parola “inverito”, usata come niente fosse.
In realtà l’articolo non scende in dettagli, è proprio nello stile ipocrita dell’epoca e scritto in modo tale che se letto da un bambino, quest’ultimo non ci avrebbe capito nulla. Se sostituite l’argomento “omosessualità” col quello “stupefacenti” il risultato non cambia poi di tanto!

Passando poi ai fatti, l’autore dell’articolo sbaglia quando dice che Lord Montagu di Beaulieu fu accusato d’aver abusato d’un quattordicenne. A quanto ne so io, Lord Montagu (27 anni) insieme a suo cugino Michael Pitt-Rivers,(37 anni) e all’amico.Peter Wildeblood (30 anni) furono processati per aver fatto “avances” a due aviatori, il caporale Edward McNally (25 anni) e il pilota John Reynolds (21 anni). 
Il processo si concluse nel marzo 1954 con la condanna a 12 mesi di carcere per Lord Montagu (appartenente ad una delle più grandi famiglie inglesi, imparentata con i reali) e a 18 mesi per gli altri due compari.
L’avvenimento fece scalpore all’epoca; alla vicenda è stato dedicato anche un film.

Certo che a Londra non doveva esserci tanta criminalità all’epoca, se Scotland Yard perdeva tempo a correre dietro ai gay! 
Certo che per chi visse in quell’atmosfera la cosa non dovette essere poi molto simpatica...
Un clima alla -Farheneit 451 di Ray Bradbury, tanto per intenderci, o alla.caccia ai comunisti in Usa di quegli anni.
Per gli italiani che leggevano tali cronache sui giornali tutta la vicenda doveva essere o noiosa o delirante: da noi esisteva un assai elastico “comune senso del pudore”, quasi sempre applicato per repressione politica.

A pensarci bene anche in Inghilterra tutta la vicenda fu politica. Non a caso nell’articolo si cita il fatto che molte persone con importanti incarichi governativi potessero cadere vittime di ricatti da parte dei comunisti russi. Celebri erano stati i casi di tradimento da parte d’insospettabili baronetti finiti nello spionaggio internazionale (se ben vi ricordate, il film Another Country è ispirato ad uno di questi casi).

Il clima di persecuzione in Inghilterra era talmente assurdo nel 1953 che spinse al suicidio l’anno dopo il genio matematico (inventore del primo cervello elettronico ed eroe di guerra per aver decifrato i codici segreti nazisti), Alan Turing.

Questo articolo si presta ancora a molte constatazioni: l’idea che l’omosessualità fosse una malattia e che quindi, in alcuni casi,si potesse effettuare una “rieducazione”. Si continuava ad insistere sul fatto che i gay fossero persone instabili, frustrate, ossessionate ecc… e vorrei ben vedere il contrario, in un simile clima!

P.S. Nell’articolo si cita anche il celeberrimo attore,Sir John Gielgud: mi pare che informazioni  sulla sua omosessualità si trovino anche in libri quale: Donald Spoto, Lawrence Olivier: a biography, Harper Collins, New York 1992, pubblicata anche in Italia.

Giovan Battista Brambilla


Ripubblicazione consentita previo permesso dell'autore: scrivere per accordi.

[Torna all'indice dei testi originari] [Vai alla pagina di biografie di gay nella storia] [Vai all'indice dei saggi di storia gay]