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FRIEDRICH ("Fritz") ALFRED KRUPP (1854-1902) a Capri
 
di: Giovanni Dall'Orto

''Fritz'' Krupp nel 1900 circa.
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[Per una rassegna stampa di articoli di quotidiano dell'epoca su questo caso, fare clic qui].

Industriale tedesco, proprietario delle acciaierie Krupp (fu soprannominato "il re dei cannoni"), nonché l'uomo il più ricco della Germania del suo tempo: il suo reddito superava quello dello stesso imperatore di Germania, Guglielmo II. 

Fu il protagonista di uno scandalo omosessuale.[1] che ebbe implicazioni non solo finanziarie ma anche politiche: Krupp era infatti amico intimo dell'imperatore (ferocemente antisocialista), ed era l'uomo-chiave della politica tedesca nella "corsa agli armamenti" che avrebbe portato alla prima guerra mondiale. 

Poiché l'imperatore era per legge intoccabile e incriticabile, colpire Krupp fu un ovvio metodo per la sinistra per criticare le scelte di Guglielmo II, che a sua volta usò il caso Krupp per gettare, in pieno stile berlusconiano, quanto più fango poté sulla sinistra.  
La quale invece, dopo tutto, stava solo chiedendo l'applicazione di una legge dello Stato che l'imperatore aveva fin lì difeso a spada tratta, che riteneva buona, giusta e necessaria (...finché colpiva i poveri) e di cui invece la sinistra chiedeva e avrebbe chiesto per altri settant'anni  l'abrogazione. 

Krupp finì insomma per pagare con la vita l'assurdità e inumanità di una morale sociale di cui proprio lui era uno dei principali beneficiari... 

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Lo scandalo Krupp, che fece parlare l'Europa intera, ebbe per teatro Capri, in Italia, ma le prime avvisaglie partirono com'è logico dalla Germania. 
 

"Il primo berlinese a sospettare che "Fritz" fosse un invertito fu Conrad Uhl, il proprietario del famoso Hotel Bristol. 

All'inizio si stupì vedendo che Marga.[2], quando veniva a Berlino con il marito, alloggiava in un altro albergo. Poi il mistero cominciò a chiarirsi quando Krupp disse all'albergatore che di tanto in tanto gli avrebbe mandato qualche cameriere italiano con una lettera di raccomandazione.  
Si trattava di suoi protetti, e lo stipendio lo avrebbe pagato lui. Desiderava solo che li lasciasse liberi di fargli compagnia quando veniva a Berlino.  
Uhl rimase perplesso, ma poi si disse che era meglio indulgere ai capricci di quel grosso industriale. 

Da principio non sapeva quello che Fritz voleva in realtà. I ragazzi che arrivavano erano giovanissimi, non parlavano tedesco, erano indisciplinati e non avevano alcuna pratica del lavoro che avrebbero dovuto svolgere.  
Quando poi arrivava Krupp, tutta la banda di giovani si ammassava nell'appartamento del magnate e l'albergatore, sentendo i gridolini che filtravano dalla porta, non tardò a trarre le debite conclusioni.  
Come disse in seguito al commissario di polizia Hans von Tresckow di Berlino, lui non sapeva l'italiano ma non gli occorreva un interprete per capire certe cose. 

Così ebbe inizio il primo Fall Krupp [caso Krupp, NdR], che avrebbe minacciato perfino di far vacillare il trono del Kaiser. 

Nel Secondo Reich l'omosessualità era uno dei crimini peggiori e per quanto possa sembrare paradossale, uno dei più prestigiosi. 
In base al paragrafo 175 del codice penale tedesco chiunque avesse questo vizio era passibile di lunghi anni di lavori forzati. 

Ecco perché Uhl si era deciso a far la sua denuncia: anche la gente che teneva bordone a certe faccende era passibile di pena, e lui non voleva guai. Forse un re dei cannoni se la sarebbe cavata in qualche modo, con i quattrini che aveva, ma non certo un povero albergatore[3].

Uhl licenziò perciò i "camerieri" di Krupp, al quale non restò che concentrare le sue attività "ricreative" a Capri. 
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Sull'isola (ormai meta di turismo di massa) Krupp era arrivato per motivi di salute (soffriva d'asma) nel 1898, alloggiando all'Albergo Quisisana e dandosi, con l'ausilio delle migliori apparecchiature, al suo hobby: lo studio degli animali marini (fece anche qualche scoperta di rilievo, per esempio la larva di un'anguilla, che permise - ad altri studiosi - di ricostruire finalmente il complicatissimo ciclo riproduttivo di questi animali). 

A Capri, Krupp passò gli inverni e le primavere dei suoi ultimi anni di vita, dispensando denaro a larghe mani e accaparrandosi così la benevolenza degli isolani. 
Costoro furono più che entusiasti di chiudere gli occhi sulle sue "scappate" sessuali con i ragazzi del luogo, fra i quali il più caro gli fu il diciottenne barbiere Adolfo Schiano 

Purtroppo 
 

"a Capri non c'erano i suoi poliziotti a proteggerlo e a soffocare gli scandali, che ogni anno si facevano più sfacciati. 

Credeva di aver fatto tutto il necessario per evitare di mettersi in mostra. Alloggiava sempre al "Quisisana" il cui proprietario, a differenza di Uhl, era di mentalità più aperta, e per di più aveva una certa influenza nel governo locale. 

Fritz aveva elargito molte elemosine, aveva fatto costruire la strada che attraversa l'isola, e distribuito doni a tutti[4].

"Chiudere gli occhi" non significa comunque essere ciechi. 
La "Grotta di fra' Felice" oggi. Da: Tito Fiorani, Le dimore del mito, La Conchiglia, Capri 1996, p. 105.
Cominciarono a girare pettegolezzi maligni [5] sul fatto che Krupp avrebbe organizzato nella "grotta di Fra' Felice" (da lui acquistata e "ristrutturata" come luogo d'incontro "campagnolo" con notabili del luogo) orge al suono dei violini, celebrando l'orgasmo con l'accensione di fuochi artificiali, e simili amenità da comari di paese. 

Circolarono anche foto delle presunte orge celebrate da lui e dei suoi presunti amanti nudi: in realtà erano foto di Wilhelm von Gloeden e di Wilhelm von Plüschow. 

Le cose comunque restarono sotto controllo finché Krupp ebbe un'idea davvero pessima: immischiarsi nella politica del posto, finanziando il partito clericale. 

Mal gliene incolse. 

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Tutto iniziò a precipitare, al solito, per un pretesto banale: 
 

"Krupp si era fatto un certo numero di nemici, a Capri; fra loro un maestro che se l'era presa perché Krupp aveva preso lezioni di italiano da un altro
(che non fatichiamo ad immaginare più giovane e più aitante di lui...). 
 
"Il maestro era stato licenziato dal suo posto in "continente" per molestie agli studenti e per metodi disciplinari troppo duri. Aveva anche avuto problemi a Capri, dove era criticato severamente dal partito clericale, cosicché appoggiava gli anticlericali. E il partito clericale aveva l'appoggio e il patronato di Krupp. 

Il capo del partito anticlericale, Pagano, un albergatore, mirava a scalzare il sindaco, favorevole ai clericali e proprietario del concorrente Hotel Quisisana: [Federico] Serena, amico di Krupp. 
Pieno di frustrazione, il disilluso maestro di scuola anticlericale contattò un giornalista napoletano raccontandogli delle attività di Krupp. 

Il giornalista, che si era specializzato in scandali, all'inizio cercò di ricattare Krupp minacciandolo di scrivere sulle sue scappatelle. Krupp rifiutò di cedere, e il "Mattino" di Napoli pubblicò un articolo a proposito del "capitone" (termine dialettale per l'anguilla che in loco ha implicazioni falliche) alludendo alla sua vita immorale a Capri[6].

Il giornalista in questione era Edoardo (o Eduardo) Scarfoglio (1860-1917), incassatore di "mazzette" e marito di Matilde Serao, e l'articolo riferiva dell'arrivo a  Capri del "re dei cannoni e re dei capitoni".  
L'allusione a Krupp in quanto scopritore della larva dell'anguilla era perfida, perché in Campania "'o capitone" (l'anguilla) indica comunemente anche il membro virile. 

Dopo un po' d'azione di P.R. Scarfoglio fu messo a tacere (a dire - maligno - della "Propaganda", grazie all'ospitalità "tutto spesato" del proprietario del Quisisana, e una mazzetta).  
Ma la pentola continuava a bollire: Krupp era l'elemento estraneo che aveva rafforzato, con la sua ricchezza spropositata e il suo prestigio, uno dei due partiti di "palazzinari" che monopolizzavano la politica caprese. Sconvolgendo in questo modo, e probabilmente senza rendersene minimamente conto, gli equilibri locali. 

Se non si poteva averlo dalla propria parte (come aveva ottenuto il "partito Serena", che faceva capo al proprietaro del Quisisana) allora bisognava rassegnarsi a eliminarlo, per fare in modo che almeno non ne godesse la controparte nemica. 

Ogni prestesto, alla lunga, sarebbe stato buono, ma le voci sulla "questione sessuale" furono, al solito, le più efficaci, e riuscirono infine ad arrivare alle autorità: 
 

"nella primavera 1902, dopo un'investigazione accurata dei carabinieri locali, il governo di Vittorio Emanuele III ingiunse a Krupp di abbandonare l'Italia e non tornarci più[7]
Krupp tornò in Germania, aspettando che si calmassero le acque. 

Che non si calmarono. 

I pettegolezzi continuarono infatti a turbinare, finché trovarono ospitalità sulle colonne del quotidiano socialista (che in epoca pre-tangenti voleva dire marxista) di Napoli, "La propaganda", che il 15/10/1902 riportò brevemente certe voci su orge compiute a Capri da un ricco capitalista straniero (che non nominò) corrompendo minorenni del luogo. 
La tradizione (non supportata da prove) vuole che il pezzo, non firmato, fosse opera del maestro di scuola sopra nominato, tale Ferdinando Gamboni. 

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La cosa si sarebbe probabilmente chiusa lì, col solito fervorino sulla corruzione morale dei ricchi e sull'inevitabile degenerazione psicosessuale della borghesia, se "La Propaganda" non fosse stata attaccata dai giornali di destra, che l'accusarono di aver sovversivamente infangato un uomo dabbene, cioè un capitalista. (I capitalisti sono sempre uomini dabbene, qualunque cosa facciano, come insegna anche Berlusconi, mostrandocelo con l'esempio). 

La difesa mai richiesta costò cara a Krupp, perché per tutta risposta "La Propaganda" (che probabilmente si sarebbe fermata lì, paga al massimo di aver fatto uin dispetto politico a qualche notabile di Capri) fu costretta da quel momento, per non perdere la faccia davanti ai suoi avversari, a difendere il proprio operato alzando via via il tono della propria (non si sa quanto sincera) indignazione morale e gonfiando lo spazio dedicato alla vicenda, alzando progressivamente il livello dello scontro e delle accuse. 

A questo punto anche il quotidiano marxista nazionale, l'"Avanti!", fu costretto a riferire la polemica in corso a Napoli, che così sfuggì ben al di là dell'interesse "locale". 

La baronessa Margarethe von Ende, moglie di KruppIn ottobre la moglie di Krupp, Margarethe von Ende, ricevette lettere anonime e, si dice (ma va' a verificare se esistettero davvero) anche foto compromettenti delle orge del marito.  
"Marga" andò allora a parlarne coll'imperatore (amico di famiglia), chiedendo che prendesse provvedimenti contro il coniuge, per il buon nome della ditta.  
Il Kaiser, scandalizzato dall'audacia di una vile femmina, nonché moglie del suo fornitore fisso di armi di distruzione di massa, obbligò Alfred a reagire con una mossa in puro stile Krupp: appena Marga  tornò a casa, fu sequestrata e rinchiusa in manicomio per tapparle la bocca per sempre [8]. 

Ma ciò fu vano. Inevitabilmente, infine, gli articoli della "Propaganda" e dell'"Avanti" arrivarono a conoscenza anche dei giornali tedeschi. 

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Il primo a parlarne era stato il quotidiano cattolico "Augsburger Postzeitung" che l'8/11/1902 citava i resoconti dei due quotidiani italiani, ma senza fare il nome del personaggio implicato [9]. 

Il nome arrivò, però, pochi giorni dopo, sul quotidiano marxista tedesco "Vorwärts", che il 15/12/1902 attaccò quello che in fondo era uno dei suoi più accaniti nemici in un articolo intitolato Krupp a Capri, che rivelava (infilzando anche palesi esagerazioni) che 
 

"l'uomo più ricco della Germania indulgeva in pratiche omosessuali con i giovinetti capresi.  
La corruzione si era fatta così indecente che si potevano vedere persino le fotografie di certi episodi nello studio di un fotografo dell'isola. E l'isola stessa, dopo che il denaro di Krupp aveva aperto la strada, era diventata un centro di omosessualità. 
(...) 
Se Krupp continuerà a vivere in Germania, sarà passibile delle pene previste dall'articolo 175 del codice.  
Quando certe pratiche illecite sfociano in un pubblico scandalo, la polizia ha il dovere di promuovere un'azione legale[10]
La cosa più buffa nella faccenda è che in quegli anni il partito socialista appoggiava l'abolizione dell'articolo 175, mentre Krupp finanziava e appoggiava i partiti che lo vollero, e con successo, mantenere in vita. 
Ma ormai era troppo tardi per Krupp per pentirsi (se mai lo fece!). 

Krupp querelò il giornale marxista e mise in moto le sue amicizie in altissimo loco, compreso l'imperatore, che fece sequestrare il "Vorwärts" ovunque, perfino nelle case degli abbonati! 

Sembrava che Krupp fosse deciso a dar battaglia, e invece ormai i suoi nervi erano a pezzi, forse per il sospetto che stavolta lo scandalo fosse così grosso e ben fondato che nemmeno le sue ricchezze e le sue amicizie sarebbero riuscite a soffocarlo, se si fosse arrivati a un processo. 

E all'improvviso crollò; il 21 novembre 1902 Krupp si uccise. 

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Ufficialmente la morte avvenne per infarto "o" (sic) per emorragia cerebrale: l'autopsia però non venne mai effettuata ed anzi, il cadavere fu addirittura sequestrato e chiuso in una bara sigillata senza che nessuno, neppure i parenti, potesse più vederlo.  

Oggi è palese che si voleva evitare la constatazione del suicidio: un uomo come Krupp, che fabbricava e vendeva (anche ai nemici della Germania!) "armi di distruzione di massa", non poteva non avere il pelo sullo stomaco per resistere ad una banalissima accusa "falsa" e "politicamente motivata".  
Il suo suicidio era quindi la conferma della verità dell'accusa e della malafede dell'imperatore. 
Il quale, infatti, fu costretto a negare l'evidenza sostenendo con sprezzo del ridicolo ("Krupp fu vittima della sua integrità inviolabile", dichiarò!) l'innocenza di Krupp, quando le prove a suo carico (a iniziare da quelle raccolte dalla polizia italiana per espellerlo) sarebbero state sufficienti a far condannare dieci degli operai che lavoravano per lui. 

Ai funerali, il 27 novembre, il kaiser ebbe addirittura un lapsus e attaccò i socialisti accusandoli di averlo ucciso loro, Krupp (ma non era morto d'emorragia cerebrale?). 

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Nel testamento di Krupp erano presenti lasciti per il barbiere Adolfo Schiano e per un pescatore, Antonino Arcucci, nonché per "un notabile di Capri", mentre la grotta (Krupp non comprò mai una casa a Capri) e il giardino erano lasciati in eredità ai capresi. 

Pavel Tchelitcheff (1898-1957), Ragazzo di Capri 
Pavel Tchelitcheff (1898-1957), Ragazzo di Capri.

La moglie, improvvisamente "rinsavita" e liberata dal manicomio, ritirò la querela per diffamazione, col pretesto di voler sopire polemiche che avrebbero solo nuociuto alla memoria del defunto. La povera donna, scampata in extremis a un destino atroce, sapeva fin troppo bene sulla sua pelle quanto vere fossero le "diffamazioni" dei "fogliacci" marxisti... 

Lo scandalo Krupp ebbe infine uno strascico in Italia, nello stesso anno, nello scandalo Plüschow (dal nome del fotografo tedesco arrestato e condannato per le sue foto di nudo di ragazzi anche minorenni). 

Per buona misura "La Propaganda", affinché imparasse a non danneggiare ulteriormente in futuro il lucroso turismo sessuale verso l'Italia.[11], fu condannata (lei, e non i turisti che andavano coi ragazzini capresi!) per... "oltraggio al pudore" [12], e la cosa fu seppellita così. 

Amen, et requiescant in pace... 

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Su Krupp si legga ora online anche l'articolo scritto da Stefano Bolognini. 

L'autore ringrazia fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su persone, luoghi e fatti descritti in questa scheda biografica, e chi gli segnalerà eventuali errori contenuti in questa pagina.

Note 

[1].Bibliografia: 

Periodici:

"La propaganda. Quotidiano socialista", consultata dal 15 ottobre al 31 dicembre 1902; 

"Avanti!, Quotidiano socialista", 6, 24-25, 28 e 30/11/1902; 

"Il Sud. Giornale del popolo del Mezzogiorno" (antisocialista), 31 ottobre, 23, 25-26, 28 e 30 novembre, 30 dicembre 1902; 

"Il Paese", 19-20/1/1903. 

Devo ad Enzo Cucco, che le raccolse nel 1980, le fotocopie di gran parte di questi periodici. 


Libri e riviste:

Aldrich, Robert, The seduction of the Mediterranean. Writing, art and the homosexual fantasy, Routledge, London and New York 1993, pp. 127-128; 

Cerino, Angelo, I Krupp e la guerra come industria, Cremonese, Roma 1974, pp. 59-61; 

Dall'Orto, Giovanni, La rivoluzione contro gli omosessuali e la contro-rivoluzione del socialismo, "Lotta continua", 14/1/1981, pagine centrali; 

Douglas, Norman, Biglietti da visita [1933], Adelphi, Milano 1983, 171-181 (inattendibile: Douglas nega l'evidenza, per difendere se stesso, coinvolto in scandali analoghi); 

Fiorani, Tito, Le dimore del mito, La Conchiglia, Capri 1996, pp. 99-106; 

Greene, Graham, Una donna impossibile. I ricordi da Capri della dottoressa Moor, Mondadori, Milano 1978, p. 133; 

Knight, Carlo, Die Capri-Utopie von Krupp - L'utopia caprese di Krupp, La conchiglia, Capri 2002 (sostiene l'innocenza di Krupp, anche a costo di falsificare i dati); 

Knight, Carlo, Krupp a Capri - Uno scandalo d'altri tempi (e uno dei nostri), Civita, Napoli 1989. 

Manchester, William, I cannoni dei Krupp, Mondadori, Milano 1970, pp. 271-283 (la fonte moderna più completa, ma poco addentro all'accaduto; per lo più riferisce "di seconda mano"); 

Money, James, Capri. La storia e i suoi protagonisti, Rusconi, Milano 1993, pp. 82-85, 91-96, 240-241; 

Peyrefitte, Roger, Eccentrici amori, Longanesi, Milano 1967, pp. 153-155; 
Peyrefitte, Roger, L'esule di Capri, Longanesi, Milano 1959, pp. 65, 79-82, 209, 258-259 (Peyrefitte raccolse, mezzo secolo dopo, le voci dei capresi: il racconto è quindi vivace ma del tutto romanzesco); 

Podrecca, Guido, La tavola rotonda in Germania, Mantegazza, Roma 1919, pp. 102-109. Ristampato come: Sessualità e politica della Germania imperiale (1890-1918), Bottega dell'antiquario O.E.T., Roma s.d. ma 1946, pp. 79-85. (Un interessantissimo resoconto di Silvano Fasulo, nel 1902 giornalista della "Propaganda", sulla vicenda Krupp). 

Sper, A., Capri und die Homosexuellen: eine psychologische Studie, Orania Verlag, Berlin s.d. ma 1903 (non vidi. Sostiene l'innocenza di Krupp). 


[2] Margarethe von Ende, moglie di Krupp. 

[3].William Manchester, Op. cit., p. 272. 

[4].Ivi. 

[5].Riportati da William Manchester, Op. cit., p. 274, e soprattutto da Peyrefitte, che ne era goloso (Opp. citt., passim). 

[6] Robert Aldrich, Op. cit., pp. 127-128.  
A dire di James Money (Op. cit., p. 390), "Pagano e Serena erano completamente estranei alle dispute fra 'clericali' e 'anticlericali'"; mentre secondo Roger Peyrefitte (L'esule di Capri, cit., p. 209), che però non è molto attendibile, era semmai Pagano ad essere filoclericale. Tot capita... 

[7] Così William Manchester, Op. cit., pp. 274-275.  
Tuttavia secondo "La Propaganda" del 30/10/1902 il fattaccio del "Mattino" ebbe luogo nel 1901, non nel 1902 stesso. 

Si noti, osservando attentamente le date, che contrariamente a quanto si legge normalmente, l'attacco dei giornali socialisti (in autunno) fu successivo all'allontanamento dall'Italia di Krupp per questioni sessuali (in primavera), e quindi non ne fu la causa. 

Se mai qualche giornale avesse avuto un ruolo in ciò, si sarebbe trattato semmai del borghesissimo "Mattino di Napoli", e non dei quotidiani marxisti, che intervennero a scandalo già scoppiato, soffiando sul fuoco... e facendolo - questo sì - divampare. 

E il "Corriere della Sera" dell'epoca spiega lo scoppio dello scandalo proprio con la deliberata decisione - dei "popolari" - di far fuori un potente alleato dei loro nemici politici, che avevano appena vinto le elezioni (27 luglio 1902) mettendo in giro la voce secondo cui in caso di sconfitta del partito di Serena Krupp non avrebbe più rimesso piede nell'isola: 
"I popolari essendo rimasti sconfitti e presumendo nel Krupp un ostacolo formidabile anche per le venture battaglie, iniziarono contro di lui nella "Propaganda" di Napoli una campagna accanita". "Corriere della sera", 23/11/1902. Citato in Knight, Die Capri-Utopie..., op. cit., p. 140). 

L'omosessualità e la morale, come si vede, non c'entravano nulla... 

[8] William Manchester, Op. cit., p. 276. 

[9] William Manchester, Op. cit., p. 277. 

[10] William Manchester, Op. cit., pp. 277-278. 

[11] I giornali borghesi arrivarono a sostenere sfacciatamente che il turismo sessuale era utile all'economia delle popolazioni meridionali. I marxisti furono accusati di avere mandato in rovina tanti poveri proletari che adesso non avrebbero avuto di che vivere. 
Federico Giannini scrisse su "Il Sud", il 31/10/1902: "In tutte, assolutamente in tutte le contrade deliziose dove convengono forestieri ricchi si commettono un mondo di porcherie, dirò così, d'ambo i generi. 
E la "Propaganda" (...) sa che anche dove non sono forestieri, dove non è ricchezza, né copia di delizie naturali, non è mancato talora chi abbai sbagliato in grammatica apponendo al maschile ciò che è devoluto al femminile (...) 
So che a Capri tutti volevano danaro da Krupp, (...) e che più di un caprese avrebbe con tutto cuore tirato una schioppettata alla schiena del cav. Federico Serena, reo di albergare al suo Hotel Quisisana il ricco tedesco. (...) 
E non deploro neanche, poi che sono convinto che l'uomo (compreso la donna) è naturalmente sporcaccione. 
Se le cose che la "Propaganda" ha esposto e le altre che vuole esporre (...) sono vere, sarebbe stato meglio accontentarsi dello sfratto dato a Krupp, che sarebbe potuto bastare anche come freno a chi n'avesse avuto bisogno, e non diffamare un paese a rischio d'immiserirlo. 
Dappoiché, insigni disoccupati della "Propaganda", quando avrete presentata Capri come isola d'infamie, non v'andranno né i porci né i puliti, almeno finché non si sia dimenticato lo scandalo. 
O credete che basterà a Capri avere alcuni di voi a predicarvi la santità dei costumi?".  
Insomma, vivere senza prostituirsi è carino e morale, ma non riempie la pancia. Bella morale! 

[12].Silvano Fasulo più tardi scrisse: "'La Propaganda' fu processata e condannata per... offese al pudore! La morale cattolica infatti viene offesa soltanto da chi strappa le foglie di fico che coprono le vergogne del mondo cristiano. E il servilismo ufficiale del nostro paese non poteva esimersi dal dare, al solito goffamente, una soddisfazione ai padroni d'oltre Alpe" (in: Guido Podrecca, Op. cit., p. 109).


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