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Giulio (della) Stufa (1538/39-1565)

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NOTA BENE. Questo testo è un semplice "appunto", condiviso in attesa di trovare il tempo
per curare o farne curare la traduzione, il commento, o entrambe le cose.
 
Da: Carmina ad Varchium / Poesie al Varchi [1552/3] [1] 
.
1. Ad Benedictum Varchium
1. A Benedetto Varchi
Immerito ad coelum quod me, doctissime Varchi, 
carmine cum Thusco, tum Latio extuleris, 
quas possum certe, sed non quas debeo grates, 
quasque uelim memori pectore soluo tibi.
Dottissimo Varchi, poichè mi hai innalzato al cielo  
senza merito, con poesie sia toscane sia latine,  
certamente posso renderti ringraziamenti, ma non te li devo,  
e li vorrei per te, che ricordi il mio cuore solitario.
Parcius ipse tamen posthac laudare memento, 
aut alios, qui me plus meruere, cane. 
Quamuis quae nimio de me prolaxus amore 
dixisti, pro monitis sunt mihi non meritis,
Tuttavia, tu stesso ricorda d’ora in poi di tessere lodi  
più sobrie, oppure canta altri che meritarono più di me. 
Anche se hai detto che ti sei allargato troppo  
nell’amore per me, sono consigli che non merito,
utque tuis sim par hortatibus, ipse profecto 
conabor, si mi fauerit ipse deus. 
Nulla dies certe nobis obliuia ducet,
e come io sono pari alle tue esortazioni, anche io  
senza dubbio proverò, se dio stesso mi sarà favorevole.  
Nessun giorno certamente ci porterà l’oblio,
meque tui, dum uiuam, arguet immemorem 
tu modo perge tuum Permessi ad flumina Iulum 
ducere, et Aoniis, obsecro, siste iugis.
e mi potrà accusare, finchè vivrò, d'esseremi scordato di te. 
Ora tu continua a condurre il tuo Giulio verso il fiume Permesso [fiume della Beozia, sacro alle muse] 
e, ti supplico, fermati sui monti dell’Aonia.
 
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Benedicti Varchi Iulio Stuphae
Benedetto Varchi a Giulio Stufa
Iuli Stupha, alto natus de sanguine, et alti 
ingenii excelsa exempla dature tui, 
immo tot hactenus, ac tam clara exempla dedisti 
Romano, Etrusco, Cecropioque sale
Giulio Stufa, figlio di nobile sangue, tu darai  
eccellenti esempi del tuo nobile ingegno,  
anzi finora hai dato tanti e tanto illustri esempi  
con la grazia latina, toscana e greca,
ut tibi bis septem qui uix compleueris annos 
istius aetatis, ordinis atque loci 
conferri nequeat, ne dum praeferier ullus. 
Astrictus numeris, siue solutus eas,
che a te, che hai appena compiuto 17 anni di questa vita, 
nessuno può essere paragonato per posizione  
e considerazione, a cui nessuno è ancora superiore.  
Vincolato o sciolto dai metri poetici,
quod te posse negas grateis mihi soluere dignas, 
et mea pro monitis accipis, haud meritis. 
ingenue ipse quidem, ceu te decet, atque modeste,
dici che non puoi rendere ringraziamenti degni di me,  
e accogli le mie parole come consigli, non certo meritati.  
Almeno, nel modo sincero e onesto che ti si addice,
ut mos est etiam uera negare facis. 
Verum ego, crede mihi, forsan mendacia dixi, 
sed non mentitus sum, bone Iule, tibi.
come è usanza, fai in modo di negare anche le cose vere.  
Io, invece, credimi, forse ho detto menzogne,  
ma non ho mentito a te, buon Giulio.
 
Eventuale dida di foto
 
Ad Benedictum Varchium responsio 
Risposta a Benedetto Varchi
Et flore et numeris et libro, quem mihi mittis, 
nil poterat nostro gratius esse animo: 
flos mirus, carmen cultum, liber est mihi uisus 
egregie herbarum: pictus imaginibus.
Nulla ha potuto essere più gradito al nostro animo, 
del fiore, dei versi e del libro che mi hai mandato: 
il fiore mi è sembrato meraviglioso, la poesia raffinata, il libro 
ornato con [:] splendide immagini di piante.
Ipse quidem nil opto magis quam discere causas 
naturae, et sophiae tradere me studiis; 
haec te meque decent, Varchi doctissime, dona 
conuenit haec solum te dare, me accipere.
Certamente non desidero nulla di più che imparare i principidella natura e abbandonarmi agli studi di filosofia; 
questi regali si addicono a me e a te, dottissimo Varchi, 
e questo solo conviene che tu dia, ed io prenda. 
(la metafora è abbastanza esplicita...) 
[2]. 

[3]. 

[4]. 

[5]. 

[6]. 

[7]. 

[8]. 

[9]. 

[10]. 

[11]. 

[12]. 

L'autore ringrazia fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su persone, luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà eventuali errori in essa contenuti.

Note 

[1] Il testo latino da: Giulio della Stufa, Carmina ad Varchium (a cura di A.______ Greco, _____, ______ 1969), così come online sul sito "Poeti d'Italia in lingua latina". 

La traduzione dal latino, inedita, è di Pierluigi Gallucci, che ringrazio per il l'aiuto. 

[2]. 

[3] 

[4]. 

[5]. 

[6]. 

[7]. 

[8]. 

[9]. 

[10]. 

[11] 

[12]. 

Di lui vedi anche: STUFA, GIULIO della (1538/39-15..), Lettera a Benedetto Varchi [1553]. In: Guido Manacorda, Bendetto Varchi. L'uomo, il poeta, il critico, "Annali della R. Scuola normale superiore di Pisa", XVII 1903, parte II, pp. 13-14 (BB, VEBN). 
In data 8 marzo 1553. 
Giulio, allora quattordicenne o quindicenne, invita il Varchi a una maggiore discrezione: non chieda d'inviare lettere di nascosto, perché non vuole si sospetti che stanno scrivendosi qualcosa di men che onesto; non invii così spesso il servitore con lettere e sonetti d'amore; nei sonetti usi, come gli è stato chiesto più volte, un linguaggio più "honesto", perché il padre e lo zio sbottano: "che amor è questo! che ardore!".  
Giulio comprende sì che ciò succede solo perché gli altri non capiscono il vero senso spirituale di tale amore... però preferirebbe lo stesso un linguaggio più casto. 
Di andarlo a trovare a casa del Varchi o di riceverlo in casa sua non se ne parla: il padre non vuole: già addirittura circolano per Firenze sonetti sulla loro amicizia (cfr. in effetti quelli del GRAZZINI), e quindi è proprio il caso di diradare le visite. 
"Sandrino" gli ha chiesto di ritrarlo nudo, ma non è proprio il caso. 
Infine Giulio chiede di distruggere, come lui ha fatto con quella del Varchi, la lettera, "che non vo' che si riveggia mai simil mie lettere". 
Credo che un testo tanto esplicito si commenti da sé, ma si veda cosa dice il MUZIO dei sonetti del Varchi per lo Stufa. 
[Varchi, Grazzini, amore, lettere] 

STUFA, GIULIO della (1538/39-15..), Tre sonetti [ca. 1553]. In: VARCHI Benedetto, Opere, eccetera, pp... 
Completare e fare commento.


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