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Luca Masali, La balena del cielo, Sironi, 2008.
 
Copertina di ''La balena del cielo'', di Luca Masali.

[Antologia di fantascienza]

Recensione di Giovanni Dall'Orto


Tre racconti del fantastico, decisamente originali e ben scritti.

Masali ha inventato un mondo tutto suo, imperniato sugli aviatori del periodo della prima guerra mondiale e dintorni, divertendosi poi ad usarlo per ambientarci "storie alternative" che coinvolgono personaggi, situazioni e soprattutto velivoli realmente esistenti.

Non si tratta necessariamente di fantascienza (nonostante Masali abbia vinto un meritato "Premio Urania" e fatto viaggiare nel tempo qualche suo eroe) ma più propriamente di "fantastico", nel sottogenere "storia alternativa", per l'appunto.

Questo volumetto raccoglie tre racconti, affidati alle investigazioni "caserecce" di Campini, un asso dell'aeronautica della prima guerra mondiale... ma anti-eroe per forza. Infatti è triestino, e la guerra l'ha combattuta dalla parte degli austriaci, quindi contro l'esercito per il quale adesso lavora.
Masali si diverte un sacco con la statura "antieroica" ed antiretorica del suo protagonista, personaggio di spicco malgré lui, condannato a vivere circondato da mezze calzette in camicia nera tanto insulse quanto potenti.

Nel primo racconto Campini deve risolvere il caso dei troppo frequenti incidenti che accadono alle prove per una gara di velocità fra idrovolanti, nel secondo s'imbarca sul dirigibile "Italia" diretto al Polo Nord scoprendo (a sue spese!) le "vere" ragioni del disastro che lo distrusse...
Il terzo racconto è un brevissimo divertissement surreale.


Come detto, Masali sguazza in questo universo con gran divertimento, che  riesce a comunicare al proprio lettore.

Ne risulta un libro decisamente "godibile".
La lettura è gradevole e scorrevole, la cura dei dettagli per la ricostruzione d'epoca, notevole. Ivi inclusi i ritrattini antiretorici dei personaggi reali dell'epoca, da Gabriele D'Annunzio a Umberto Nobile.

Certo, la complessità della ricostruzione storica va in definitiva a scapito della complessità della trama: ad esempio nel primo racconto Campini indaga su quello che si teme possa essere un sabotaggio, e scopre che si tratta... di un sabotaggio. Non propriamente un colpo di scena...

Eppure la ricetta funziona benissimo, e grazie alle qualità seduttive del mondo inventato da Masali il lettore si scopre intrigato, al punto da non voler smettere di leggere per sapere dove andrà a parare la storia.
Grazie ai pregi della sua scrittura, insomma, Masali può permettersi il lusso di non essere action-packed, come si richiede di solito ai libri di questo tipo.

L'unica nota negativa di questo volume è in definitiva la la cretinissima copertina (con cranio di Tyrannosaurus che emerge dai ghiacci polari, scena totalmente assente dal libro), che mi aveva fatto aspettare una vicenda di tutt'altro genere.
Grrr! Gli editori che giocano a ingannare i lettori non sono destinati a lunga vita... Almeno, questo è quel che gli ho augurato io.


 
 
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