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Paolo Monelli (1891-1984)

dimensioni h 170 x largh 132
Paolo Monelli.
 
Da: "La nuova stampa" [25 aprile 1954] [1] 
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Questa diavoleria del cambiar sesso
Roma, aprile
Intorno ai secoli XVI e XVII alcune grandi case di commercio presero l'uso di farsi mandare dai loro rappresentanti nelle varie città d'Europa, oltre alle solite informazioni di carattere commerciale e monetario, anche notizie di tutt'altro genere, politiche, sociali, di costume, descrizione di cerimonie, condanne a morte di illustri personaggi, operazioni di guerra, avventure di mare, fatti strani e curiosi. 
La casa dei banchieri Fugger di Augsburg raccolse in questa maniera nella sua biblioteca ventisei grossissimi fascicoli di manoscritti per circa 35.000 pagine; di questo enorme materiale è stata pubblicata tempo fa in Germania una piccola scelta (Fugger-Zeirungen, Ungedruckte Briefe an das Haus Fugger aus den Jahren 1568-1605, Rikola Verlag, 1923, Vienna-Lipsia-Monaco) dalla quale tolgo la notiziola seguente, collocata sotto il titolo «Un lanzichenecco partorisce una bambina» e datata da Piadena (Cremona), 26 maggio 1601.

    «Uno strano caso è capitato al soldato Daniele Burghammer che serve nell'illustre reggimento Madrucci di stanza a Piadena, Italia, e appartiene alla compagnia comandata dal capitano Burckhard Layman. Il detto soldato una sera, poco dopo essersi coricato, disse alla moglie, che ha sposato regolarmente in chiesa sette anni fa, che gli faceva molto male il ventre e si sentiva qualcosa dentro. Dopo un'oretta mise al mondo una fanciullina. 
    La moglie è corsa subito a raccontare la storia al capitano. Il soldato è stato esaminato e interrogato. Egli ha dichiarato subito di essere mezzo uomo e mezzo donna e di aver fatto servizio come soldato e combattuto per più di sette anni in Ungheria e in Olanda; e ha provato questo mostrando le sue carte. Quando nacque fu battezzato come maschietto e chiamato Daniele. Prima di andar soldato aveva imparato il mestiere del fabbro, che esercita tuttora insieme alla professione di soldato. Continuando ha dichiarato di avere dormito una sola volta in Olanda con uno spagnolo, e di essersi trovato incinto in seguito a questo fatto. Della faccenda non ha mai detto niente a nessuno, nemmeno alla moglie con cui convive maritalmente da sette anni.
    Udito questo il capitano ne ha informato le autorità ecclesiastiche che hanno fatto raccogliere la testimonianza da un notaio. Dopo di che hanno disposto che la bambina fosse battezzata. Le fu imposto il nome di Elisabetta, e ha avuto come padrino il signor Reitner, alfiere di Weingarten, e come madrine alcune signore della nobiltà. La cerimonia si svolse con gli onori militari, con tamburi e pifferi e trombe.
    Numerosi signori e signore della nobiltà e una schiera di 500 soldati hanno accompagnato la bambina al battesimo e l'hanno riaccompagnata a casa. 
    La bambina può essere allattata alla mammella destra del soldato, non a quella della parte sinistra ove egli è uomo (wo er seine Mannheit hat). Il padre e la figlia stanno bene e la bambina è così bella che alcune città hanno sollecitato l'onore di adottarla. 
    Tutto questo è stato narrato e descritto in un documento di notaio. In Italia si considera la cosa come un grande miracolo e se ne parla dappertutto. 
    La Chiesa tuttavia ha stabilito di annullare il matrimonio fra il soldato e la moglie».

Il minuzioso cronista ha dimenticato una cosa sola; non ci ha detto se il soldato-madre abbia avuto figli dalla moglie. 

Come si vede, questa faccenda di cambiar sesso, di uomo diventar donna o, più raramente, di donna trasmutarsi in uomo, non è una diavoleria moderna, anche se i progressi della chirurgia e la scoperta, o l'invenzione [2], degli ormoni maschili e femminili possa rendere più frequente che nell'antichità questo passaggio. 
Tuttavia, fenomeno più importante di queste alterazioni più o meno fisiologiche (nella maggior parte dei casi, come hanno ammesso apertamente i chirurghi danesi a proposito della Cristina Jorgensen, ci si limita ad amputare l'individuo dei più evidenti attributi maschili senza per questo poterlo dotare di un intiero corredo, per dire, di attributi femminili; e rimane un uomo con le sottane e la parrucca lontanissimo dall'esser donna com'era prima), fenomeno più importante mi sembrano gli scambi di sesso di natura psicologica e morale di cui abbiamo veramente molti, anzi troppi, esempi in questa nostra epoca.
Anzi, non tanto di scambio di sesso si tratta, quanto di alterazione e di attenuazione delle qualità tradizionalmente proprie a ciascun sesso, per cui ci pare aumenti sempre più il numero degli uomini effeminati e delle donne mascolinizzate, e ci è talvolta difficile capire di primo acchito a quale sesso appartenga la persona che ci passa accanto, discrimen obscurum, solutis crinibus, ambiguoque vultu.[3].

Questo non ve lo traduco; ma certo è esperienza di tutti che in certe classi sociali (borghesi ricchi o arricchiti, nobiltà e aristocrazia, gente dello sport del teatro e del cinema, intellettuali e simili [4]) danno sempre più nell'occhio certi giovani o giovani antichi (come chiamano i bolognesi, zòuven antig, di uomini maturi che non disarmano) che hanno movenze fragili e delicate, usano ciprie e cosmetici, curano i lunghi capelli e se li arricciolano sul collo, si lucidano unghie, si depilano, passano lunghe ore nei negozi di mode, dal parrucchiere, dal massaggiatore, e magari si metton sul viso per la notte une masque de beauté.[5].
E intendiamoci, per i più di costoro la loro effeminatezza si ferma qui, sono o saranno domani mariti e padri; ma riempiono la vita di quella vanità di gesti, di quella cura meticolosa della persona, di quel terrore di una ruga o di un capello bianco, che finora parevano peculiarità delle oziose donnine. Certo è che in alcune città, nei quartieri del centro, i negozi di abbigliamento maschile sembrano già superare per numero e per sontuosità quelli dedicati alle donne.
D'altro canto è quotidiano spettacolo quello di ragazze che guidano pericolosamente grossissime automobili o motociclette, camminano a lunghi passi, fumano continuamente, spesso tabacchi di qualità ordinaria di cui menano vanto, vogliono il fiasco in tavola e tracannano cocktails e whisky con maggiore sicurezza e resistenza degli uomini, parlano un linguaggio sguaiato che se non fa arrossire quei languidi giovinotti di cui sopra mette veramente in imbarazzo uomini austeri come me e voi. 
Sembrano seccate che la natura le abbia provvedute di certi doni negati gli uomini; maltrattano le chiome, le scorciano, le fanno ruvide e aspre, dopo secoli e secoli che le donne hanno fatto di quell'adornamento la loro più grata seduzione. 
Si servono del trucco - quelle che si truccano ancora - non più per raddolcire il viso, ma piuttosto per sottolinearne brutalmente certi tratti, farli più duri o più contrastanti. Da noi queste cavallone non osano ancora atrofizzarsi il petto, come le americane venti o trent'anni fa; ma vi danno assai poca importanza, se non abbia così madornale esuberanza che garantisca una scrittura cinematografica e incanti le folle; e se càpita loro di mostrarlo, bello o brutto che sia, non se ne dànno per intese, non per civetteria o desiderio di piacere, ma veramente perché par loro che quella roba non susciti particolare interesse. Anzi molte giovanissime fanno palesemente uso di petti falsi [6], recentemente importati dall'America. E, cosa a notarsi particolarmente, molte di queste ragazze sono alte ed altissime; la statura media delle donne è aumentata di molto da noi nel corso di una generazione.
Un ultimo fenomeno ci par da elencare, ed è questo. 
Da un lato si nota presso i giovani cittadini un'esasperata ricerca di varietà di colori di stranezze nel vestito; e dall'altro canto presso le donne sembra diffondersi il gusto dell'uniformità, portano, le più raffinate, la mattina e il pomeriggio, vestiti sobri di colori e di taglio, più o meno uguali per tutte.
Questa evoluzione, o degenerazione che sia, questo attenuarsi dei contrasti fondamentali e tradizionali fra l'uomo e la donna, fra il maschio e la femmina, non credo sia conseguenza della parità dei diritti civili e politici concessa alle donne, e del conseguente fatto che godono ormai libero accesso a tutte o quasi tutte le professioni dell'uomo. Da una generazione soltanto le inglesi hanno il voto, ma da almeno un secolo hanno assunto nella loro grande maggioranza quell'aspetto di viragini legnose e asessuali che sbalordiva i nostri nonni, ancora orgogliosamente in possesso di donne tutte curve, tutte ciccia, tutte debolezza e lacrime e docilità. Ma certamente il cambiamento si deve al mutato modo della vita sociale, ai ritrovati meccanici, allo sport.
D'altro canto mi sembra fatale che i caratteri che distinguono un sesso dall'altro debbano indebolirsi, e finire col non essere più evidenti, quando le faccende amorose, come avviene, cominciano a perdere quell'aspetto furioso, di preda, di conquista, di lotta, che hanno avuto finora da noi, e che perdura ancora in certe province meridionali [7]. Non so se sia soltanto una mia impressione di uomo maturo, ma mi sembra che i giovani oggi facciano assai meno all'amore di quelli della generazione precedente; e ce ne son troppi - so che incedo per ignes [8] - che quei po' d'amore di cui sono capaci lo riversano sui loro compagni di sesso; e questo vale più per i maschi che per le femmine. 
Mi pare caratteristico a questo proposito che in una bella intelligente novella d'una giovanissima scrittrice, Simona Mastrocinque, pubblicata da Paragone (num. di dicembre 1953) [9], si narra la storia di una ragazza che perde l'amore del fidanzato smarritosi dietro ad un certo Franco.
Eccoci tornati al punto di partenza. Più che quelle metamorfosi raccolte dalle cronache contemporanee, di Roberti che diventano Roberte, di Giorgi che diventano Cristine.[10], mi sembra ci sia da darsi pensiero di questi casi infinitamente più numerosi di ermafroditismo sterile e di attrazioni sbagliate, anche se limitati finora a determinate classi sociali e più evidenti in altri paesi che da noi. 
Se non fosse che il genere umano è verisimilmente ancora agli inizi della sua naturale evoluzione, e gli ci vorranno centinaia di secoli per giungere alla rigida immutabile perfezione degli istinti che assicura una ben regolata vita sociale alle tèrmiti, alle formiche, alle api, si potrebbe credere che stia già formandosi nella umanità il terzo sesso sterile e amorfo che esiste presso quelle speci di tanto più antiche della nostra, che non partecipa alla riproduzione né attivamente né passivamente (se possa essere chiamato attivo il brevissimo trepido e mortale attuccio del fuco, a cagion d'esempio, e passivo l'assiduo faticoso quotidiano lavoro di spremere e deporre uova della sola femmina della comunità, l'ape regina. O ape madre, come vogliono si dica dopo il plebiscito del 1946 i repubblicani più ortodossi) [11].
Paolo Monelli
L'autore ringrazia fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su persone, luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà eventuali errori in essa contenuti.
Note 

[1] I testo viene dal sito dell'archivio storico de "La Stampa"
Ho corretto il testo dagli errori di scansione, ed aggiunto qualche "acapo" e qualche segno d'interpunzione.

[2] L'interesse di questo brano risiede nell'ottica caparbiamente codina del suo autore, ormai talmente "fuori sincrono" con il mondo in cui vive da sospettare che perfino gli ormoni siano non uno strumento usato dalla Natura, bensì una "invenzione" della tecnologia per complicare la buona e semplice sessualità d'una volta.
Monelli non si fa nessuna remora nel rimpiangere apertamente la donna-schiava del bel tempo andato, nel quale i maschi erano maschi, le femmine femmine, e non esistevano transessuali che cambiavano sesso, od omosessuali che scheccavano per ogni dove. 
E in cui le donne erano "tutte debolezza e lacrime e docilità", "possedute" (dice proprio così!) dai loro mariti.
L'articolo può essere insomma riassunto con un: "Quando c'era Lui, cara lei...".

[3] "Distinguerlo sarebbe difficile, con i capelli sciolti e il volto ambiguo che ha". Orazio, Odi, II 5, 21.

[4] L'accusa di "degenerazione" rivolta alle classi dominanti in quegli anni fu tipica dei comunisti, tuttavia prima che loro era già stata tipica degli esponenti delle destre nazi-fasciste, che polemicamente si presentavano come i "rigeneratori" della nazione, rovinata dalle mani delle vecchie elites "degenerate".

[5] "Una maschera di bellezza".

[6] Sta parlando non di protesi marziane, ma dei banalissimi reggiseno...

[7] In altre parole, il vero amore eterosessuale è caratterizzato da elementi di "furia", "predazione" e "lotta" che nel XX secolo permanevano ormai solo nelle zone d'Italia più patriarcali ed arretrate
Con ideali come questi per la testa, c'è da stupirsi che l'eterosessualità non si sia estinta, in quegli anni...

[8] "Che qui sto camminando in mezzo alle fiamme", cioè, mi sto muovendo su un terreno minato.

[9].Simona Mastrocinque (1927-2012). Non ho rintracciato il titolo del racconto a cui si allude qui.

[10] Allusione ai primi casi di cambio di sesso, ampiamente pubblicizzati sulla stampa di allora, di Roberta Cowell e di Cristine Jorgensen.

[11] La gratuita frecciata monarchica finale rivela, nel caso ce ne fosse stato bisogno, da quale lato pendessero le simpatie politiche dell'autore...


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