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Garcilaso de la Vega, detto "el Inca" (1539-1616)

Garcillaso de la Vega in un ritratto ideale di Gonzalez Gamarra.
Garcilaso de la Vega in un ritratto ideale di Gonzalez Gamarra.
Dai: Comentarios Reales de los Incas / Commentari reali degli Incas [1609] [1]
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I, 35
Capitulo XIV
Diferentes casamientos 
y diversas lenguas.
Usaban de veneno y de hechizos.
I, 35
Capitolo XIV
Differenza dei matrimoni 
e delle lingue.
Usavano veleno e stregonerie.

Hubo sodomitas en algunas provincias, aunque no muy al descubierto ni toda la nación en común, sino algunos particulares y en secreto.

V'erano sodomiti in alcune province, sebbene non particolarmente allo scoperto né con il concorso di tutta la nazione, ma solo alcuni in privato ed in segreto.
En algunas partes los tuvieron en sus templos porque les persuadía el demonio que sus dioses recibían mucho contento con ellos, y haríalo el traidor por quitar el velo de la vergüenza que aquellos gentiles tenían del delito y por que lo usaran todos en público y en común. In certi luoghi li presero nei loro templi perché erano persuasi dal demonio che i loro dèi li gradivano molto, e l'Ingannatore lo faceva per togliere il velo di vergogna che quei pagani provavano per la colpa, e perché la praticassero tutti in pubblico e in comune.
Inizio dei Comentarios reales de los incas
Inizio dell'edizione originale dei  Comentarios reales [1609]
I, 147-8
I, 147-8

El Inca general Auquititu y sus maeses de campo, habiendo reducido todos aquellos valles al servicio de su Rey sin batalla, le dieron cuenta de todo lo sucedido, y en particular le avisaron que pesquisando las costumbres secretas de aquellos naturales de sus ritos y ceremonias y de sus dioses, que eran los pescados que mataban, habían hallado que había algunos sodomitas, no en todos los valles, sino en cual y cual, ni en todos los vecinos en común, sino en algunos particulares que en secreto usaban aquel mal vicio.

Il generale inca Auquititu e i suoi aiutanti di campo, avendo ridotto tutte quelle valli al servizio del Re senza combattere, gli resero conto di tutto quanto era accaduto, e in particolare lo avvertirono che avendo indagato sulle abitudini segrete di quegli abitanti e sui loro riti e cerimonie e dèi (che erano i pesci che uccidevano) avevano individuato l'esistenza di alcuni sodomiti, non in tutte le valli, ma solo qua e là, né tra tutti gli abitanti insieme, ma solo tra alcuni di loro che praticavano quel cattivo vizio.
Avisaron también que por aquella parte no tenían más tierra que conquistar, porque habían llegado a cerrar, con lo que de atrás estaba conquistado, la costa adelante al sur. Avvertirono inoltre che da quella parte non restava altra terra da conquistare, perché erano arrivati a chiudere, con quanto era stato già conquistato, la costa davanti al sud.
El Inca holgó con la relación de la conquista y mucho más de que se hubiese hecho sin derramar sangre. Envió a mandar que, dejando el orden acostumbrado para el gobierno, se volviesen al Cuzco. L'Inca si rallegrò della relazione della conquista e ancor più del fatto che tutto si fosse compiuto senza spargimento di sangue. Impose che, lasciando l'organizzazione abituale per il governo, tornassero a Cuzco.
Y en particular mandó que con gran diligencia hiciesen pesquisa de los sodomitas, y en pública plaza quemasen vivos los que hallasen no solamente culpados sino indiciados, por poco que fuese; asimismo quemasen sus casas y las derribasen por tierra y quemasen los árboles de sus heredades, arrancándolos de raíz, por que en ninguna manera quedase memoria de cosa tan abominable, y pregonasen por ley inviolable que que de allí adelante se guardasen de caer en semejante delito, so pena de que por el pecado de uno sería asolado todo su pueblo y quemados sus moradores en general, como entonces lo eran en particular.  Intimò in particolare che fossero fatte indagini molto accurate sui sodomiti e che venissero bruciati vivi sulla pubblica piazza non solo i colpevoli ma anche gli indiziati, per quanto deboli fossero gli indizi; e anche che bruciassero le loro case e le abbattessero e bruciassero gli alberi dei loro possedimenti, estirpandoli alla radice, affinché non rimanesse in alcun modo memoria di una cosa così abominevole, e che annunciassero con legge inviolabile che da allora in poi si guardassero bene dal cadere in simile delitto, sotto pena che per il peccato di uno fosse distrutto l'intero suo villaggio e venissero bruciati tutti i suoi abitanti, come già avveniva coi singoli.
Lo cual todo se cumplió como el Inca lo mandó, con grandísima admiración de los naturales de todos aquellos valles del nuevo castigo que se hizo sobre el nefando; el cual fue tan aborrecido de los Incas y de toda su generación, que aun el nombre solo les era tan odioso que jamás lo tomaron en la boca, y cualquiera indio de los naturales del Cuzco, aunque no fuese de los Incas, que con enojo, riñendo con otro, se lo dijese por ofensa, quedaba el mismo ofensor por infame, y por muchos días le miraban los demás indios como a cosa vil y asquerosa, porque había tomado tal nombre en la boca. La qual cosa fu compiuta secondo gli ordini dell'Inca, riscuotendo l'ammirazione degli abitanti di tutte quelle valli per il nuovo castigo comminato per il peccato nefando; il quale fu tanto aborrito dagli Incas e da tutta la loro generazione, che perfino il solo nome era loro tanto odioso che mai lo pronunciavano, e se qualsiasi indio tra gli abitanti del Cuzco, anche i non appartenenti agli incas, per collera, azzuffandosi con altri, glielo rinfacciasse come offesa, veniva considerato infame, e per molti giorni gli altri indi lo guardavano come una cosa vile e schifosa, perché aveva tenuto quel nome in bocca [2].
Capac Yupanqui
L'Inca (imperatore) Capac Yupanqui. Disegno dalla Nueva corónica di Felipe Guamán [1615].
II, 31
II, 31

Luego pasó a mano derecha del camino real, y con la misma industria y maña (que vamos abreviando, por no repetir los mismos hechos), redujo otras dos provincias muy grandes y de mucha gente, la una llamada Ancara y la otra Huaillas; dejó en ellas, como en las demás, los ministros del gobierno y de la hacienda y la guarnición necesaria.

Successivamente <Cápac Yupanqui.[3]> passò a destra nella strada maestra e con la stessa abilità e destrezza (che abbreviamo per non ripetere gli stessi fatti), ridusse altre due province molto grandi e popolate, l'una chiamata Ancara e l'altra Huaillas; lasciò là, come nelle altre, gli incaricati del governo e delle finanze e la guarnigione necessaria.
Y en la provincia de Huaillas castigó severísimamente algunos sométicos, que en mucho secreto usaban el abominable vicio de la sodomía. E nella provincia di Huaillas punì con estrema severità alcuni sodomiti che in gran segreto praticavano quel vizio abominevole.
Y porque hasta entonces no se había hallado ni sentido tal pecado en los indios de la sierra, aunque en los llanos sí, como ya lo dejamos dicho, escandalizó mucho el haberlos entre los Huaillas, del cual escándalo nació un refrán entre los indios de aquel tiempo, y vive hasta hoy en oprobio de aquella nación, que dice: Astaya Huaillas, que quiere decir Apártate allá, Huaillas, como que hiedan por su antiguo pecado, aunque usado entre pocos y en mucho secreto, y bien castigado por el Inca Cápac Yupanqui.  E poiché fino allora non si era riscontrato né sentito questo peccato tra gli indi della montagna, a differenza della pianura, come abbiamo già detto, fece molto scandalo il fatto di aver tali peccatori tra gli Huaillas, scandalo dal quale è nato tra gli indi di allora un modo di dire che ancora è vivo oggi, quale obbrobrio per quella nazione, che dice: "Astaya Huaillas", che significa "Allontanati, Huaillas", tanto ferisce quell'antico peccato, sebbene commesso da pochi e in gran segreto, e ben punito dall'Inca Cápac Yupanqui.
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II, 46 
Capitulo XIX
II, 46 
Capitulo XIX

El Inca Cápac Yupanqui, entre tanto que se daba orden y asiento en el gobierno de Chincha, avisó al Inca su hermano de todo lo hasta allí sucedido, y le suplicó le enviase nuevo ejército para trocar el que tenía y pasar adelante en la conquista de los yuncas; 

L'Inca Cápac Yupanqui, nel mentre che dava ordine e assetto nel governo di Chincha <in Perù>, comunicò all'Inca suo fratello quanto successo fino allora, e lo supplicò che gli mandasse un nuovo esercito per sostituire quello che aveva e andare avanti nella conquista degli yuncas
y tratando en Chincha de las nuevas leyes y costumbres que habían de tener, supo que había algunos sométicos, y no pocos, los cuales mandó prender, y en un día los quemaron vivos todos juntos y mandaron derribar sus casas y talar sus heredades y sacar los árboles de raíz, porque no quedase memoria de cosa que los sodomitas hubiesen plantado con sus manos, y las mujeres e hijos quemaran por el pecado de sus padres, si no pareciere inhumanidad, porque fue un vicio éste que los Incas abominaron fuera de todo encarecimiento.  e trattando in Chincha delle nuove leggi e costumi che dovevano osservare, seppe che vi erano alcuni sodomiti, e neppure pochi, che mandò ad arrestare, e in un sol giorno li bruciarono vivi tutti insieme e distrussero le loro case e devastarono le loro proprietà ed estirparono gli alberi alla radice, perché non restasse memoria di ciò che i sodomiti avevano piantato con le proprie mani, e bruciarono le mogli ed i figli per il peccato dei loro genitori (se ciò non sembrasse cosa inumana), perché fu un vizio che gli Incas aborrivano oltre misura.

L'Inca (imperatore) Pachacutec.
Disegno dalla Nueva corónica di Felipe Guamán [1615].
II, 82
Capitulo XXXVI
Otras muchas leyes del Inca 
Pachacutec, y sus 
dichos sentnciosos.
II, 82
Capitolo XXXVI. 
Molte altre leggi dell'Inca
Pachacutec.[4] e suoi 
detti sentenziosi

En suma, este Rey, con parecer de sus Consejos, aprobó muchas leyes, derechos y estatutos, fueros y costumbres de muchas provincias y regiones, porque eran en provecho de los naturales; otras muchas quitó, que eran contrarias a la paz común y al señorío y majestad real; otras muchas instituyó de nuevo, contra los blasfemos, patricidas, fratricidas, homicidas, contra los traidores al Inca, contra los adúlteros, así hombres como mujeres, contra los que sacaban las hijas de casa de sus padres, contra los que violaban las doncellas, contra los que se atrevían a tocar las escogidas, contra los ladrones, de cualquiera cosa que fuese el hurto, contra el nefando y contra los incendiarios, contra los incestuosos en línea recta... (...)

Per farla breve, questo re, con il parere dei suoi Consigli, approvò molte leggi, decreti e statuti, norme e costumanze di molte province e regioni, poiché favorivano gli abitanti; e molte altre cancellò, che erano contrarie alla pace comune ed alla sovranità e maestà reale; molte altre istituì nuove contro i blasfemi, i parricidi, i fratricidi, gli omicidi, contro i traditori dell'Inca, contro gli adulteri, sia uomini che donne, contro coloro che rapivano le fanciulle dalla casa dei genitori, contro coloro che violentavano le vergini, o che osavano toccare quelle consacrate, e ancora contro i ladri, quale che fosse il furto, contro il vizio nefando e contro gli incendiari, contro gli incestuosi con la discendenza diretta... [5].

Pena per la fornicazione con una vergine consacrata. Disegno dalla Nueva corónica di Felipe Guamán.
II, 213
Capitulo II
II, 213
Capitolo II

(...) Los de Túmpiz era gente más regalada y viciosa que toda la demás que por la costa de la mar allí habían conquistado los Incas; traía esta nación por divisa, en la cabeza, un tocado como guirnalda, que llaman pillu.

Quelli di Tumbés erano gente la più delicata e viziosa di tutte le altre che per la costa del mare gli Incas avevano conquistato; costoro indossavano come segno distintivo, sulla testa, un'acconciatura a ghirlanda, che chiamano "pillu".
Los caciques tenían truhanes, chocarreros, cantores y bailadores, que les daban solaz y contento. I cacicchi avevano buffoni, giocolieri, cantori e ballerini che li sollazzavano e rallegravano.
Usaban el nefando, adoraban tigres y leones, sacrificábanles corazones de hombres y sangre humana; eran muy servidos de los suyos y temidos de los ajenos; mas con todo eso no osaron resistir al Inca, temiendo su gran poder. Praticavano il vizio nefando, adoravano tigri e leoni, sacrificando loro cuori e sangue umani; erano molto ossequiati dai loro sudditi e temuti dagli estranei; eppure con tutto ciò non osarono resistere all'Inca, temendo il suo gran potere.
L'Inca in portantina
L'Inca in portantina. 
Disegno dalla Nueva corónica di Felipe Guamán.
II, 216
II, 216
Tiene la isla <de Puná> de contorno doce leguas, cuyo señor había por nombre Tumpalla. (...) L'isola <di Puná, in Ecuador> ha una circonferenza di dodici leghe ed il suo signore si chiamava Tumpalla (...)
Tumpalla (que demás de su soberbia era vicioso, regalado, tenía muchas mujeres y bardajes, sacrificaba corazones y sangre humana a sus dioses, que eran tigres y leones, sin el dios común que los indios de la costa tenían, que era la mar y los peces que en más abundancia mataban para su comer) recibió con mucho pesar y sentimiento el recaudo del Inca. Tumpalla (che oltre ad essere borioso era vizioso, delicato, aveva molte moglie e bardasse, offriva sacrifici di cuori e sangue umani ai suoi dèi, che erano tigri e leoni, senza il dio comune che riconoscevano gli indi della costa, che era il mare ed i pesci che uccidevano in abbondanza per mangiare) ricevette con molto rincrescimento e afflizione l'esazione dell'Inca.
II 217
II 217
Mandó a los naturales de ella y a sus comarcanos, los que vivían en tierra firme, que era una gran behetría de varias naciones y diversas lenguas (que también se habían rendido y sujetado al Inca), que dejasen sus dioses, no sacrificasen sangre ni carne humana ni la comiesen, no usasen el nefando, adorasen al Sol por universal Dios, viviesen como hombres, en ley de razón y justicia. Impose agli abitanti di quell'isola e ai suoi vicini, coloro che abitavano la terra ferma, la quale era un gran miscuglio di varie nazioni e di diverse lingue (che si erano arresi anch'essi e assoggettati all'Inca) di abbandonare i propri dei, di non sacrificare sangue o carne umana e di non mangiarla, di non praticare il vizio nefando, di adorare il Sole come Dio universale, di vivere come uomini, secondo la legge di Ragione e la giustizia.
Guerrieri inca. Disegno di Guaman Poma de Ayala,  1615 ca.Todo lo cual les mandaba como Inca, hijo del Sol, legislador de aquel Imperio, que no lo quebrantasen en todo ni en parte, so pena de la vida.

Tumpalla y sus vecinos dijeron que así lo cumplirían como el Inca lo mandaba.

Guerrieri inca. Disegno di Guaman Poma de Ayala,  1615 ca.Tutte cose che imponeva loro come Inca, figlio del Sole, legislatore di quell'Impero: che non lo infrangessero né in tutto né in parte, pena la vita.

Tumpalla e i suoi vicini dissero che avrebbero eseguito secondo il comando dell'Inca.

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II, 224
II, 224
Los naturales de Manta y su comarca, en particular los de la costa (pero no los de la tierra adentro, que llaman serranos), usaban la sodomía más al descubierto y más desvergonzadamente que todas las demás naciones que hasta ahora hemos notado de este vicio. Gli abitanti di Manta e della regione <in Ecuador>, in particolare quelli della costa (però non quelli dell'entroterra, che chiamano montanari) praticavano la sodomia più apertamente e più svergognatamente di tutte le restanti nazioni in cui finora abbiamo riscontrato questo vizio.
II, 225
II, 225
Habiéndolas reducido el Inca a su Imperio, pasó adelante a otra llamada Saramisu, y de allí a otra que llaman Pasau, que está debajo de la línea equinoccial, perpendicularmente; los de aquella provincia son barbarísimos sobre cuantas naciones sujetaron los Incas; no tuvieron dioses ni supieron qué cosa era adorar; no tenían pueblo ni casa; vivían en huecos de árboles de las montañas, que las hay por allí bravísimas; no tenían mujeres conocidas ni conocían hijos; eran sodomitas muy al descubierto. Avendole conquistate al suo impero l'Inca passò ad un'altra <regione> chiamata Saramisu, e da lì a un'altra chiamata Pasau, che sta sotto la linea dell'equatore, in perpendicolo; i suoi abitanti sono i più barbari tra quante nazioni gli Incas assoggettarono; non avevano dèi né sapevano cosa fosse adorare, non avevano villaggi né case; vivevano negli cavità degli alberi delle montagne, che là sono assai aspre; non avevano mogli conosciute né conoscevano figli; erano sodomiti molto apertamente.
Cusco Regni Peru in Novo Orbe caput [1578]
Cuzco, capitale del vicereame del Perù. Stampa acquarellata della fine del XVI secolo.
II, 227
II, 227
Vinieron en grande aborrecimiento de los naturales, porque por usar con sus mujeres <los gigantes> las mataban, y a ellas hacían lo mismo por otras causas. [I giganti] vennero odiati dagli abitanti <di Manta> perché copulando con le loro mogli le ammazzavano, e le uccidevano anche per altre cause [6].
Y los indios no se hallaban bastantes para matar a esta nueva gente que había venido a ocuparles su tierra y señorío; aunque se hicieron grandes juntas para platicar sobre ello, pero no lo osaron acometer. E gli indi non erano sufficienti per ammazzare questa nuova gente che era venuta ad occupare terra e dominio, e sebbene si facessero grandi riunioni per discuterne, non osavano assalirli.
Pasados algunos años, estando todavía estos gigantes en esta parte, como les faltasen mujeres y las naturales no les cuadrasen por su grandeza, o por que sería vicio usado entre ellos por consejo e inducimiento del maldito demonio, usaban unos con otros el pecado nefando de la sodomía, tan grandísimo y horrendo, el cual usaban y cometían pública y descubiertamente, sin temor de Dios y poca vergüenza de sí mismos; Trascorsi alcuni anni, rimanendo ancora questi giganti in queste terre, come se a loro mancassero le donne e le abitanti non fossero di loro gusto in quanto a dimensioni, o perché fosse un vizio praticato tra loro per consiglio e spinta del demonio maledetto, praticavano l'uno con l'altro il peccato nefando della sodomia, enorme ed orrendo, che commettevano in pubblico ed allo scoperto, senza timore di Dio e con scarsa vergogna di loro stessi;
y afirman todos los naturales que Dios Nuestro Señor, no siendo servido de disimular pecado tan malo, les envió el castigo conforme a la fealdad del pecado; y así dicen que, estando todos juntos envueltos en su maldita sodomía, vino fuego del cielo, temeroso y muy espantable, haciendo gran ruido, del medio del cual salió un ángel resplandeciente con una espada tajante y muy refulgente, con la cual de un solo golpe los mató a todos, y el fuego los consumió, que no quedó sino algunos huesos y calaveras, que por memoria del castigo quiso Dios que quedasen sin ser consumidas del fuego. ed affermano tutti gli indigeni che Dio Nostro Signore, non accettando un peccato così orribile, inviò loro il castigo conforme alla bruttezza del peccato; e così dicono che, mentre tutti stavano avviluppati nella loro maledetta sodomia, vene il fuoco dal cielo, tremendo, spaventoso, con enorme rumore, e nel suo mezzo uscì un angelo splendente con una spada tagliente e fulgida, con la quale d'un sol colpo li sterminò tutti, mentre il fuoco li consumò, e non restarono che alcune ossa e teschi, che Dio volle che rimanessero integri per memoria del castigo senza essere consumate dal fuoco.
Esto dicen de los gigantes, lo cual creemos que pasó porque, en esta parte que dicen, se han hallado y se hallan huesos grandísimos, y yo he oído a españoles que han visto pedazo de muela que juzgaban que, a estar entera, pesara más de media libra carnicera;  Questo dicono dei giganti, e noi crediamo che sia avvenuto perché, in questi luoghi indicati, sono stati ritrovati e si ritrovano ossa molto grandi, ed io ho sentito spagnoli che hanno visto un pezzo di un molare che ritenevano che, fosse intero, peserebbe più di mezza libbra da macellaio;
y también que habían visto otro pedazo de hueso de una canilla, que es cosa admirable contar cuán grande era, lo cual hace testigo haber pasado;  e anche che avevano visto un altro pezzo di osso d'una tibia, che è cosa ammirevole raccontare quant'era grande, il che testimonia che tutto ciò successe davvero;
porque sin esto se ve adónde tuvieron los sitios de los pueblos y los pozos o cisternas que hicieron. perché anche senza questo si vede dove tenevano le sedi dei loro villaggi e i pozzi e le cisterne che costruirono.
Querer afirmar o decir de qué parte o por qué camino vinieron éstos, no lo puedo afirmar porque no lo sé. Volere affermare o dire da che parte o per quale strada vennero costoro, non lo posso attestare perché non lo so.

Per altri testi sull'omosessualità e la sodomia 
nell'America premoderna, fare clic qui.

L'autore ringrazia fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su persone, luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà eventuali errori in essa contenuti.

Note

[1] Dal sito del dizionario della RAE (sub voces "sodomitas", "pecado nefando", "nefando", "somético", "sométicos", bardajes"), che ripubblica il testo tratto da: Garcilaso (o Garcillasso, o Garcillaso) de la Vega, detto "el Inca", Comentarios Reales de los Incas, Ayacucho, Caracas 1985.

La traduzione in italiano, inedita, m'è stata offerta da Salvatore Grillo, che ringrazio.

Garcilaso era per parte di madre un discendente della famiglia imperiale degli Incas andini, ma era stato educato nella religione e famiglia del padre.

Nell'opera da cui traggo questi segmenti riabilitò per quanto gli fosse possibile la civiltà e la cultura dei suoi avi materni, confutando le accuse sparse a piene mani dalla propaganda dei conquistadores.

Ecco perché è tanto zelante nel mostrare che gli indios andini, lungi dall'essere tutti sodomiti, e quindi meritevoli del "castigo divino" costituito dalla Conquista europea, aborrivano l'omosessualità.

[2] È lecito chiedersi in che misura Garcilaso stia documentando un fatto reale o stia solo cercando di riabilitare i suoi avi dall'accusa di essere stati selvaggi inumani e sodomiti.

La verità sta, in questo caso, probabilmente nel mezzo. La descrizione degli indigeni come tutti sodomiti, fatta dai conquistadores, è propaganda tesa a dimostrare che essi meritarono d'essere schiavizzati.

D'altro canto, poco oltre Garcilaso è costretto a riconoscere che in alcune aree questi individui, lungi dall'essere bruciati vivi sul rogo, avevano addirittura cariche rituali nei templi.

Inoltre sarebbe una straordinaria coincidenza se anche gli Incas avessero scelto il fuoco  per la pena di morte dei sodomiti, quando perfino in Europa tale supplizio non fu in auge prima del XIV secolo. Qui è probabile che la pena in vigore nel Seicento fosse stata "retroattivamente" applicata ai secoli precedenti.

Probabilmente la lettura "tendenziosa", sia di Garcilaso sia degli spagnoli, fu possibile per il carattere ambiguo che ebbe in moltissime civiltà antiche la figura intermedia dell'"uomo/donna", profondamente disprezzato (al punto che il nome per definirlo diventa un insulto in moltissime lingue), ma al tempo stesso in qualche modo partecipe della dimensione del divino.

Questa ambiguità è la stessa che troviamo nel termine latino sacer ("sacro" e "maledetto"), o nell'ebraico "qadesh" ("consacrato, santo" e "prostituto sacro"), o ancora nel latino monstruum: ("mostruosità" e "meraviglia, miracolo").

L'omosessuale / sodomita / travestito / sciamano è in questi sensi veramente un "mostro - sacro - consacrato", e insieme una "mostruosità - maledetta - prostituita".

Di ciò chiunque poteva dare la lettura che preferiva...

[3].Cápac Yupanqui, quinto (e semi-leggendario) Inca (imperatore incaico) [1318-1348].

[4] Pachacuti Inca Yupanki [1438-1471] o Pachacutec, nono Inca e conquistatore del Perù.

[5].Si veda il documento di un altro indio assimilato, Felipe Guamán Poma de Ayala (1538?-1620?), che sostiene che per punire la sodomia praticata sotto il regno di questo imperatore, Dio mandò gravi castighi sul suo impero... "e sul mondo".

[6] Garcilaso espone qui un celebre mito, quello dei giganti sodomiti che avrebbero insegnato la sodomia agli indios di Manta, prima d'essere distrutti dal fuoco celeste. 
(Prima di lui lo aveva narrato, verso il 1580, Pedro Gutierrez de Santa Clara nei suoi Quinquenarios o Historia de las guerras civiles del Peru (1544-1548). In: Biblioteca de autores españoles, Atlas, Madrid 1963, vol. 166, pp. 258-259).

In questo mito convivono spiegazioni eziologiche sui ritrovamenti di giganteschi ossami fossili (l'origine del mito dei "ciclopi" in Occidente è analogo), di rovine di costruzioni "ciclopiche", mescolate a un po' di sana attività vulcanica (comune sulle Ande) e al mito di Sodoma e Gomorra rivisto in chiave indigena.

Un commentatore moderno, Jonathan Goldberg, in Sodometries (Stanford university press, Stanford 1992, p. 185) sostiene addirittura che il racconto tramandi in realtà la narrazione dell'invasione dei cristiani spagnoli un secolo prima, sotto la maschera d'un mito cristiano.

Su questo mito si legga ora soprattutto: Nicolas Balutet, Le myte des géants sodomites de Patagonie dans les récits de voyage des chroniqueurs des Indes occidentales, in "Inverses" (Littératures, Arts & Homosexualités), n. 2, 2002.
 
 
 
 


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