Dal: Parnasse des
poètes satyriques / Parnàso dei poeti satirici [1622] [1]
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Contre
un courtisan
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Contro
un cortigiano
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Craintif comme un cerf qu'on chasse,
et de plus mauvaise grâce
que n'est quelque gros cafard,
je suis ce brave gendarme
qui ne fus oncques sans arme,
et ne vis jamais combat.
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Pauroso come un cervo cacciato,
ed assai più sgradevole
di un gran scarafaggione,
io sono quel valente gendarme
che non fu mai senza l'arme
e non vide mai combattimento.
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Je suis
ce brave Ganymède
qui puis blesser sans remède
des âmes un million;
Rois des villes abîmées,
j'ai les fesses couronnées
des fleurs de satyrion.
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Io sono quel valente Ganimede
che sa ferire senza rimedio
di anime, un milione;
re delle città inabissate [2]
ho le chiappe inghirlandate
di fiori di satirio [3].
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Au lit, ainsi qu'à
la guerre,
d'une
pique l'on m'enferre,
pourtant,
j'ai cela
de bon,
qu'en l'un
ni en l'autre
usage,
jamais ne
tourne visage
vers
l'ennemi, ce dit-on.
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A letto, come in guerra,
mi s'infilza con la picca,
tuttavia, ho di buono questo:
che in un campo o nell'altro
non faccio mai voltafaccia
col nemico, così si dice [4].
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Quelquefois, comme un
saint Georges
armé
jusques
à la gorge,
ou bien
comme un Jaquemart,
en masque
je me présente;
mais cet
habit m'épouvante,
si, ne
suis-je pas couard.
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A volte, come un San Giorgio
armato [5]
fino ai denti,
oppure come un automa d'orologio,
in maschera mi presento;
ma questo abito mi spaventa [6],
sì, non sono codardo?
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Bien souvent j'ai ouï
dire
que la
calamite
attire
le fer. Je
m'en suis
servi,
mais par
un effet étrange,
sur moi sa
vertu se
change,
sans
pouvoir être
guéri.
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Molto
spesso ho sentito dire
che la calamita attira
il ferro. Ho provato a usarla
ma per uno strano effetto
su di me il suo potere cambia,
senza riuscire a guarirmi [7].
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Fi d'honneur! fi de
la guerre!
Bacchus
couronné d'un verre, [scil. "d'un lierre"?]
Vénus
tournée à l'envers,
sont les
dieux que je veux suivre!
Dessous
leurs lois je veux vivre,
les
honorant dans mes vers.
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Puah all'onore! Puah alla guerra!
Bacco coronato da un bicchiere [8], [scil. dall'edera?]
Venere girata dall'altro lato [9],
sono gli dèi
che voglio seguire!
Sotto la loro legge voglio vivere,
onorandoli nei miei versi. |
L'autore ringrazia fin d'ora
chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su persone,
luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà
eventuali errori in essa contenuti.
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Note
[1] Questa poesia apparve per
la prima volta in: AA.VV., Parnasse des poètes satyriques, s.e., s.l.
1622 (ma 1623), pp. 53-54. Online
su Gallica.fr. Il testo che riproduco qui è quello (modernizzato) da: "Poésie
érotique et autres amusements". Traduzione mia.
[2] Sodoma e Gomorra.
[3] Tipo d'orchidea, scelta
probabilmente per l'assonanza del nome con "sàtiro", per alludere ai condilomi.
[4] Ossia, mostro solo la schiena:
passivo a letto, codardo in guerra.
[5] (Letteralmente: "armato fino
alla
gola"). Nei
gerghi burleschi, "armato"
è sinonimo di "in erezione".
[6] Non ho compreso i doppi sensi
di questi versi.
[7] Mi pare d'intuire dietro questi
versi una doppia allusione, da un lato alla "cura" con le calamite,
come si deduce dal
riferimento alla "guarigione", dall'altra a un doppio senso basato su
ferro=sesso femminile, che attira la calamita=sesso maschile. Quindi:
neppure la magnetoterapia è riuscita a
guarire il cortigiano, spingendolo a sentirsi attratto da ciò da cui
non lo era, anzi, ha avuto effetto opposto.
Si noti qui la
presentazione dell'omosessualità quale malattia non guaribile.
[8] "Verre" è probabile refuso per "lierre", "edera", attributo di Bacco.
[9] Cfr. il latino aversa venus,
ossia "venere capovolta, ribaltata", per indicare l'amore e il coito
sodomitico.
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