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José de Acosta, sj (1539-1600)

Acosta in un francobollo commemorativo spagnolo del 1965.
Acosta in un francobollo commemorativo spagnolo del 1965.

 

Da: Historia natural y moral de las Indias / Storia naturale e morale delle Indie [1590] [1].
.
Libro primero
Capítulo XIX
Que se puede pensar, que los primeros
pobladores de Indias aportaron a ellas
echados de tormenta, y contra su
voluntad
(...)
Libro primo.
Capitolo 19
Che si può pensare, che i primi abitanti
delle Indie vi arrivarono gettati da una
tempesta, e contro la loro volontà
(...)

Hay en el Perú gran relación de unos gigantes que vinieron en aquellas partes, cuyos huesos se hallan, hoy día, de disforme grandeza, cerca de Manta, y de Puerto Viejo, y en proporción habían de ser aquellos hombres más que tres tanto mayores, que los indios de ahora. 

Vi sono in Perù notevoli tracce di giganti che vennero in quei luoghi, le cui ossa si ritrovano, ai nostri giorni, di dimensioni spropositate, nei pressi di Manta e di Porto Vecchio, e che in proporzione sarebbe stati tre volte più grandi degli indi attuali [2].
Dicen que aquellos gigantes vinieron por mar, y que hicieron guerra a los de tierra, y que edificaron edificios soberbios, y muestran hoy un pozo hecho de piedras de gran valor.  Dicono che quei giganti arrivarono dal mare, e che fecero guerra agli abitanti della terraferma, e che edificarono superbi edifici, ed oggi mostrano un pozzo fatto di pietre di gran valore.
Dicen más, que aquellos hombres haciendo pecados enormes, y especial usando contra natura, fueron abrasados y consumidos con fuego que vino del cielo.  Dicono ancora che quegli uomini, commettendo peccati enormi, e specialmente copulando contro natura, furono bruciati e consunti da fuoco venuto dal cielo.
También cuentan los indios de lea, y los de Arica, que solían antiguamente navegar a unas islas al poniente, muy lejos, y la navegación era en unos cueros de lobo marino hinchados.  Raccontano inoltre gli indi di lea, e quelli di Arica, che anticamente erano soliti fare rotta verso alcune isole a ponente, molto lontane, e che per navigare usavano otri di pelle di leone di mare gonfiati.
De manera, que no faltan indicios de que se haya navegado la mar del sur, antes que viniesen españoles por ella. Di modo che non mancano indizi di navigazione nell'Oceano Pacifico precedentemente all'arrivo degli spagnoli.

Per altri testi sull'omosessualità e la sodomia 
nell'America premoderna, fare clic qui.

L'America in una mappa del 1545
L'America in una mappa del 1545, di Sebastian Münster.

L'autore ringrazia fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su persone, luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà eventuali errori in essa contenuti.

Note

[1] Il testo spagnolo è quello online nella Biblioteca Cervantes come: José de Acosta, Historia natural y moral de las Indias, che riproduce il testo di: Obras del Padre José de Acosta, Atlas, Madrid 1954, pp. 2-247.

La traduzione in italiano, inedita, m'è stata offerta da Salvatore Grillo, che ringrazio.

Il gesuita José de Acosta, stimato naturalista, si chiede da dove fossero arrivati in America gli esseri umani. Correttamente suppone che siano arrivati dall'Asia, anche se non conoscendo lo stretto di Bering ipotizza l'arrivo per mare. 

Di Acosta si veda anche, nel presente sito, la Predicación del Evangelio en las Indias / Predicazione del vangelo nelle Indie [1577].

[2] Si trattava, ovviamente, di fossili, scambiati per ossa umane gigantesche.

Il mito dei giganti sodomiti in Perù si trova anche presso altri cronisti dell'America Latina, specie Garcillaso de la Vega.


Ripubblicazione consentita previo permesso dell'autore: scrivere per accordi.

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