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Videoclip gay.

L'omosessualità nei videoclip musicali -

Parte 4 - (2006-2014)

2008

A cura di Giovani Dall'Orto

2008


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2008 - Boyzone, "Better". Dal Cd: Back again... No matter what.

Ecco un altro videoclip nel quale appaiono contenuti gay nonostante la canzone non ne contenga affatto.

Ma in questo caso la ragione per farlo c'è, ed è speciale: il video presenta infatti i cinque componenti dei Boyzone in atteggiamenti teneri con persone che recitano la parte dei loro partner.
E siccome si dà il caso che uno dei cinque, Stephen Gatley, fosse gay ed avesse fatto coming out nel 1999 (fino al punto da stipulare un'unione civile col suo ragazzo), ne consegue che mentre gli altri quattro componenti della band hanno girato le loro scene con attrici, Gatley ha girato la sua con un attore.
Al momento di pubblicare il video Gatley dichiarò a proposito della sua performance con un uomo anziché con una donna: ''Per me si tratta soltanto di essere me stesso e non ci vedo nulla di strano. Trovo il video molto bello e penso che funzioni benissimo con la canzone''.

Gatley dichiarò che la decisione di farlo recitare con un altro uomo è stata presa da tutta la band: ''I ragazzi mi hanno detto: 'Devi farlo, sarebbe fantastico. È la prima volta che viene fatta una cosa del genere', e io ho accettato''.

E in effetti i colleghi di Gatley avevano ragione: nessuna boy band aveva mai osato compromettersi prima d'allora sul tema scottante dell'omosessualità: la caratteristica di "prodotto sessualmente connotato diretto a ragazzine in fregola" ha sempre impedito a questa tipologia di complessi mosicali di "esporsi" sull'argomento.
Il fatto che i Boyzone fossero ormai ampiamente adulti e vaccinati (qualche stempiatura incipiente nel filmato denuncia il fatto che erano ormai usciti da un po' dall'adolescenza), e che quindi prevalesse in loro l'aspetto della band su quello del boy, ha sicuramente contribuito alla loro decisione.
Oltre a ciò, ormai le tendenze sessuali di Gatley erano talmente note a tutti che costingerlo a simulare effusioni con una donna avrebbe di sicuro scatenato meritate accuse d'ipocrisia...
 

Tutto ciò nulla toglie comunque al merito d'essere stati il primo gruppo di questo tipo a infrangere il ferreo tabù, imposto fin lì da ragioni di marketing. (Anche se è vero che nel 1998 ormai il marketing funzionava anche al contrario, facendo sì che proprio il tocco gay attirasse l'attenzione del pubblico, e quindi ottenendo pubblicità gratuita).

Sia chiaro, il filmato è nonostante tutto adatto anche alle educande dei più severi collegi cattolici irlandesi. Infatti i cinque cantanti non fanno nulla di più audace che guardare negli occhi, azzardare qualche timida carezza o rubare un bacetto castissimo. La canzone è di suo ad alto tasso di zuccherosità romantica, e il video non ha fatto altro che assecondare in pieno questa caratteristica.

Tuttavia proprio per l'impostazione tradizionale dell'insieme, l'apparizione d'un ragazzo che fa le coccole a un altro ragazzo risulta particolarmente inusuale.

Dell'omosessualità, nei video, sono apparsi per primi i lati spettacolari, dal travestitismo al bacio "scioccante". Quello che ha sempre fatto fatica a trasparire è sempre stato il lato intimo, quotidiano, affettivo. A mio parere perché l'affettività gay risulta, per la società eterosessuale, molto più "pornografica" del porno in senso stretto: il porno è pur sempre una merce e rientra nella logica del mercato del sesso, ma l'affettività? Non è forse quella cosa che provano anche i bambini innocenti o i gattini?
Il sesso mostra, dopo tutto, che "noi etero" e "loro gay" siamo davvero diversi, perché vogliamo cose ben distinte, però le coccole... quelle sono universali... si fanno anche ai cuccioli!
Ecco perché, secondo il mio punto di vista, le coccole disturbano molto più del sesso esibito.

Per queste ragioni questo video semplicissimo, in cui non "succede" nulla di terribile, è a mio parere molto più "trasgressivo" ed eversivo di tanti altri filmati gay pieni di manzi seminudi che si grattugiano il pacco esibendo al mondo addominali e culo mentre si strusciano da tutte le parti.

Insomma: nonostante questo elegante filmato in bianco e nero sia un attimino troppo romantico per i miei gusti (ma essendo diretto alle ragazzine è i loro gusti che deve soddisfare, non certo i miei...) credo che si tratti di un'ottima prova, e che meriti la visione.
Come minimo, è interessante, e come massimo, può decisamente piacere.

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2008 - Brannan, Jay - Housewife. Dal Cd: Goddammed.

Il cantautore Jay Brannan, come spesso accade nel mondo dello spettacolo, s'è fatto inizialmente notare più per il suo innegabile sex-appeal che per le sue doti vocali, apparendo sempre a torso nudo nelle sue prime esibizioni su Youtube (che lo ha lanciato) e addirittura in una scena di sesso gay a tre (non simulata!) nel film Shortbus. Ma siccome il ragazzo aveva talento, continua ad avere un nutrito fandom anche oggi che si esibisce con tutti i vestiti addosso.

Brannan ha uno stile di canto sommesso, molto personale, che lo rende subito riconoscibile, anche se i miei amici dicono che lo rende anche noioso perché "canta sempre nello stesso modo". Non condivido il punto di vista, ma riesco a capirne le ragioni, dato che alla lunga un po' monocorde Brannan rischia effettivamente di sembrarlo.

Questo suo video racconta il sogno d'una vita di coppia gay "normale", anzi disgustosamente normale:

Voglio essere una casalinga
cosa c'è di sbagliato?
(...)
Voglio dargli un bambino,
voglio indossare il suo anello nuziale:
lui mi fa impazzire
ed io sono tutto, per lui.
La canzone prosegue descrivendo il tipico ménage piccoloborghese statunitense, nella villetta unifamiliare con giardinetto, dove il fidanzato prepara una grigliata di hamburger di tacchino o ripara la macchina.

L'idillio si colora di tinte inquietanti laddove Brannan dice che gli piace lavare i piatti o i pavimenti, o fargli il bucato: "del resto, a cos'altro servono i fidanzati?".
L'aspetto inquietante si smorza però nella conclusione, laddove il cantante rivela che questo è quanto vuol fare col suo ragazzo... il giorno in cui lo incontrerà, dato che non si sono ancora incontrati. Occhéi, era una fantasticheria ad occhi aperti, e certi dettagli "eccessivi" e certe iperboli (come il desiderio di gravidanza maschile...) si spiegano così. Nei sogni può essere romantico anche sgurare i pavimenti.
 

Il video è costruito mettendo in primo piano il cantante, con la chitarra in mano, e facendolo muovere lentamente assieme alla telecamera su un carrello davanti allo sfondo, sul quale si dipanano le piccole scene di vita famigliare descritte nelle parole della canzone.
L'effetto è grazioso, dato che non viene mai perso quel tanto di onirico che è presupposto nel testo. Anche la figura d'uomo che si vede mentre ripara la macchina, o cucina alla griglia, rimane sempre un po' indistinta.

Brannan, sorridente e solare, è decisamente seducente, e fa venir voglia d'essere noi il suo agognato marito. Anche se poi altre sue canzoni come "Soda shop" (dedicata a un amico che gli ha salvato la vita da un'overdose di cocaina) ci fanno sospettare che il sorriso d'angioletto di Brannan possa nascondere qualcosa di diverso da un semplice angioletto...

L'idea del video è di estrema semplicità, ma il risultato è efficace.
Anche la canzone, un po' romantica, è bella e ben arrangiata, pertanto me la sento di consigliare la visione di questo video.

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2008 - Contadino, Letizia - "Segreto". Inedito, da: Youtube.

È iniziata la rivoluzione nei clip italiani.
Ovviamente, com'era facile immaginare, non dalle parti delle majors, che dall'attuale cambiamento del mondo della musica hanno solo da perdere (il monopolio), ma da parte dei piccoli produttori indipendenti, o addirittura degli stessi artisti, che si stanno sempre più autoproducendo.

Questo video di Letizia Contadino si direbbe fondamentalmente autoprodotto (non ne ho rintracciato nessuna distribuzione commerciale, in Rete) ma infine osa laddove più blasonate produzioni italiote s'erano sempre lasciate prendere dal panico: mostra due donne in intimità, in modo semplice, non morboso, non porno-soft, non calunnioso. Tutto qui. E se vi pare poco, ricordate che in Italia ci sono voluti tre decenni per arrivarci.
Qui abbiamo, semplicemente, due donne che si scambiano affettuosità, davanti allo sfondo del favoloso Palazzo Biscari di Catania, e di parco alberato.

Certo, nel video non "succede" nulla, mancando di una trama: il montaggio alterna immagini della cantante che si esibisce ed immagini delle due donne che ridono, parlano e stanno insieme. Tuttavia, c'è un piccolo dettaglio che merita di segnalare il video: il testo della canzone non specificava affatto che la destinataria delle parole fosse una donna, quindi il fatto che il video abbia voluto mostrarcelo costituisce un "di più" non richiesto dal testo stesso.
Dopo aver visto per anni ed anni video italiani che cancellavano la tematica omosessuale laddove c'era ed era evidente, ecco che iniziano ad apparire video che la rendono esplicita laddove non lo era, come già, per esempio, Come un dessert, di Gabriella Grasso [2007]... che oltre tutto è siciliana anche lei.

Purtroppo, il fatto di essere piccoli e coraggiosi, se da un lato ti libera dalle catene che impediscono la libera espressione, tipiche delle grandi case di produzione musicale, dall'altro ti sbatte in faccia problemi di budget risicatissimi, i cui effetti non possono non vedersi, come accade anche qui.
Sia chiaro, questo video è dignitosamente confezionato, e il regista ha fatto un buon lavoro. Ma si tratta d'un lavoro molto spartano, realizzato con disponibilità di tempo e di mezzi visibilmente limitata. In assenza di una trama, a tratti sembra d'essere scivolati in un filmato-ricordo per uno dei matrimoni che si celebrano in quello stesso palazzo.

Il video soffre poi per un'incisione sonora non perfettamente bilanciata, che fa sì che la musica risuoni un po' troppo forte rispetto alla voce, che per riuscire a sovrastarla tende a sfiorare tonalità stridule.

Ciò detto, sarebbe ingeneroso pretendere da un video fatto con molto coraggio e pochissimi mezzi gli stessi risultati formali che vantano video realizzati con troppi mezzi e nessuna idea e soprattutto nessun coraggio, perfetti come frutta di cera, e con altrettanto sapore.
Diciamo che questo è un frutto da agricoltura biologica, non esteticamente perfetto ma dal sapore deciso e percepibile.
Aggiungiamo poi che questa è una cantante da cui ci si può attendere di più negli anni a venire, augurandole che presto possa avere i mezzi per filmati un po' più articolati.
Nell'attesa, date un'occhiata a questo, che al di là di tutto resta gradevole e a tratti anche tenero.

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Fotogramma del video

2008 - Ferrero, Giusy, Non ti scordar mai di me. Dal Cd: Gaetana.

In questo videoclip per il "tormentone" estivo 2008 di Giusy Ferrero "Non ti scordar mai di me" (lo si può vedere sulla pagina della Ferrero su Youtube) una volta di più i registi italiani si divertono a giocare e non giocare col lesbismo, ad alludere senza dire, a fare per poi smentire...

Siamo alle solite... Ma se non altro ormai il giochino è talmente banalizzato da essere arrivato perfino al livello del grande pubblico della Ventura e di "X factor", e questo fa sperare bene sul fatto che presto anche in Italia finalmente qualche regista osi osare l'inosato e mostrare una vera coppia uomoses... suomoses... vuomosess... quella roba lì, insomma. (La speranza è sempre l'ultima a morire!).

Per quanto leziosamente curato dal punto di vista formale sia, il video è piuttosto banaluccio, di per sé, e non stupisce quindi che si sia sentito infine il bisogno di un piccolo colpo di scena per ravvivarlo.

Una donna (la cantante) è in casa per un appuntamento galante, e prepara la cena (con candele e tutto), guarda l'orologio... e lo guarda... e lo guarda... e la persona attesa non arriva.

Alla fine, a tarda notte, fa una telefonata... si apre la porta... ed entra una donna (che in realtà è mostrata intenzionalmente solo di sfuggita, quindi occorre fare attenzione per riuscire a notare il dettaglio), che la prende per mano e la trascina in casa. Ze end.

"Abbiamo modificato il finale. All'inizio dopo l'attesa sarebbe dovuto arrivare il mio ex fidanzato, ma abbiamo preferito far suonare il campanello ad un'amica",
specifica la Ferrero in un'intervista. Ammettendo però, se non altro, che:
"abbiamo ironizzato un po' su questa cosa dell''amica', infatti il finale è un po' ambiguo e sta allo spettatore interpretarlo come vuole. Anche in questo ci siamo un po' ispirati ad Almodóvar".
Oddìo, se Almodóvar avesse "osato" tanto poco non sarebbe mai diventato quello che è.
Ma dopo tutto ogni Paese ha i registi, e i videoclip, che si merita...
 
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Fotogramma dal video

2008 - Giambrone, Giuseppe, Devi tornare di meee. Dal Cd: Attacca, Bastianu!

"Devi tornare ddi meeeeee", gorgheggia un'improbabile signora con un'altissima e pericolante permanente "anni Cinquanta" e vestitino azzurro, "arraggiata troppo assai" con il suo "lui" che le ha "fatto le corna cu <chi>'dda tappinara". (Il video è visibile su Youtube).

Si tratta del cabarettista palermitano Giuseppe Giambrone, che si esibisce in drag in una parodia del tormentone "Non ti scordar mai di me" di Giusy Ferrero, assolutamente irresistibile. (La canzone è edita nel Cd: Attacca, Bastianu!).

L'innamorata, dondolandosi sui suoi zatteroni corredati da calzettoni rainbow, ci informa sul fatto che "Il nome d'a strunza è Rosalia / era mia amica, idda mi dicia".
E supplica l'amato:

Minacciandolo, soave creatura, che se non lo farà, allora gli romperà le corna... E Rosalia, che adesso "consuma casa mia", "comu trasiu, si nni va" ("come è entrata, se ne esce").

Giambrone canta benissimo, il personaggio della tirannica "donna amorevole" è esilarante, la parodia è riuscitissima.
Quale sarà il primo locale gay ad invitare anche al nord questo talentuosissimo artista? Talmente bravo, che gli perdoniamo pure il fatto che chi non sa il siciliano qualche battuta se la perderà per forza.
Ma ahimè, non si può avere tutto nella vita...

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Fotogramma dal clip
 

2008 - Hard Ton, Losers. Da: "Youtube".

Sembra uscito direttamente da un filmato degli anni Settanta/Ottanta, in puro stile Cockettes, il video di Losers, di Hard Ton.
Un personaggio "di peso", che canta in inglese, ma è italiano: una vera disco queen, sfacciatamente indebitata al personaggio di Divine, che gorgheggia motivetti house con falsetti gradevolmente intonati, attorniata da una banda di drag (rigorosamente barbute) e da una varia umanità assortita, travestita e incatenata. Cosa si può volere di più?

Certo, il testo, come in tutti i pezzi ballabili, non è propriamente un capolavoro letterario: "No mercy for intruders /  this party is just for us, / the losers", ma basti il fatto che il motivetto è ossessivo al punto giusto ed accattivante quanto basta per far scuotere le anche al ritmo della diabolica cicciona barbuta...

Il video è fatto con mezzi estremamente spartani (alla fin fine, è un gruppo di persone en travesti che balla), ma è stato confezionato con molta cura ed anche buone idee, risultando così un prodotto professionale e non scontato, nonostante la sfacciata operazione di nostalgia per gli "anni Ottanta" del secolo scorso.

Il filmato è stato girato al "Cassero" di Bologna, che è l'unica realtà italiana che abbia mantenuto ininterrottamente viva negli spettacoli la tradizione del gender-fucking gay delle origini. E qui si vede benissimo.
Insomma, ce ne vorrebbero di più, di prodotti così, in Italia.

Losers si può vedere sulla pagina Myspace di Hard Ton, o su Youtube.

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 Miro circondato dai ballerini.
 
2008 - Miro, "Gubia kontrol, kogato" ("Loosing control"). Dal Cd: Omirotvoren.
 
Il fatto che questo video sia la versione provinciale, e quindi povera, di "Justify my love" di Madonna, e per di più con diciott'anni di ritardo, non implica che chi lo ha creato non abbia avuto bisogno d'un pizzico di apprezzabile coraggio. Quello, per intenderci, che nel 2008 continua a latitare nei clip italiani quando si parla di tematiche lgbt.
Questo è infatti un filmato che viene dalla Bulgaria, nazione che condivide con l'Italia l'arretratezza sulla tematica lgbt, ma che entro qualche anno ci avrà senz'altro superato, se andiamo avanti così.

Se ci si può fidare della traduzione inglese del testo apparsa online, la canzone si rivolge a un "tu" il cui sesso non è specificato, dichiarando che l'amore fra il cantante e la persona amata è tale che quando la persona amata non c'è il cantante perde completamente il controllo.
Il tema è svolto dal regista - con una certa libertà interpretativa... - utilizzando un gruppo di ballerini e ballerine che attorniano il cantante (un bel figliolo, e dalla voce gradevole) che arrivano in vestiti formali, e si spogliano per rivelare vestiario e ammenniccoli più o meno leather/fetish/S&M. Dopodiché ballerini e ballerine iniziano a strusciarsi fra loro, alternando brevi inserti a colori del viso del cantante con un balletto in bianco e nero.
 

Il tocco lesbico del clip.
 
La massa delle interazioni fra i ballerini è di tipo eterosessuale (non manca nemmeno la scena, ridicola, in cui un ballerino ciuccia il tacco a spillo di una ballerina fissando con aria falsissimamente arrapata la cinepresa: qui non ci facciamo mancare proprio niente, signora mia!), ma il corteggiamento fra due donne ignude è mostrato con una certa generosità (aiuta l'audience, signora mia!), e per par condicio c'è anche un breve bacio fra due uomini, per notare il quale occorre magari il fermo immagine, ma che c'è (qui siamo proprio moderni anche noi, signora mia!).

Che dire? Il motivetto è carino e si apprezza anche senza capirne le parole, il cantante è un bel ragazzo e per una volta tanto è intonato, quindi vederlo ballare e cantare il suo effetto lo fa, i ballerini maschi probabilmente sono stati scelti più per il fisico palestrato che per la bravura ma tanto chi voleva vederli ballare?, tutti si strusciano e toccano e si mettono in pose plastiche che già erano sopra le righe nel 1990 con Madonna ed ora lo sono più che mai...
Insomma, pregi e difetti alla rinfusa... Però alla fine il risultato è grazioso, e guardabile.
 

Il bacio gay.
 
Come extra, nella valutazione, aggiungo che si vede che il regista s'è messo a tavolino con l'intenzione di fare qualcosa di trasgressivo, e visto il contesto di partenza per una volta tanto c'è riuscito.
Basti dire infatti che un video così, fosse pure un clone provinciale di Madonna, in Italia non è ancora stato fatto, e scusate se insisto, ma la colpa di questa incapacità ad abbordare il tema non è certo mia.

Bulgaria 1, Italia 0.
 
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Fotogramma del clip

2008 - Perry, Katy - "I kissed a girl". Dal Cd: One of the boys.

Poche persone sono riuscite a fare così tanto casino in tutto il mondo con un video così leggerino -- e francamente pure stupidino.
Di routine il motivetto, quasi da educande il video (nel quale la Perry si limita a cantare nel mezzo d'un gruppetto di squinzie, che non bacia mai), e tutto sommato tranquillizzante perfino il testo:

Ho baciato una ragazza
e m'è piaciuto;
spero che al mio fidanzato non dispiaccia.
E siccome sappiamo che i fidanzati, di solito, lungi dall'incazzarsi si eccitano alla vista di due donne che si baciano, di certo la cantante non avrà avuto gravi drammi famigliari da superare...

Insomma, nulla lasciava prevedere il successo planetario di questo motivetto (oltre 4 milioni solo di download digitali venduti in tutti il mondo), specie nel mondo gay, dove è stato solo uno dei molti prodotti di questa cantante a scatenare la fantasia dei fans. Probabilmente la Perry, con il suo kitsch esibito, come frociarola è un vero "talento naturale".

Come già anticipato, questo video si guarda bene dal seguire le suggestioni del testo della canzone, servendo un piatto di corpi femminili da far consumare rigorosamente allo spettatore maschio ed eterosessuale. La cosa più audace che vediamo è una dichiarazione d'amore a Kate Perry scritta col rossetto su uno specchio. Niente lesbismo, e soprattutto niente baci fra donne.
Alla fine del video, poi, la cantante si sveglia, ed ha accanto a sé il fidanzato: era solo un sogno, al massimo una fantasia: niente di reale!

E sotto sotto mi chiedo se non sia stata proprio la stitica avarizia del video a scatenare la creatività dei fans: su Youtube le cover di questo pezzo sono decine, e molte di esse sono cantate da uomini e ragazzi che hanno declinato in tutti i modi la situazione cantata dalla Perry: dal "ho baciato un ragazzo e m'è piaciuto, spero che al mio fidanzato non dispiaccia", al "ho baciato un ragazzo e m'è piaciuto, spero che alla mia fidanzata non dispiaccia" (fra questi spiccano Pheel Balliana con una bella versione swing, Damien Lux, la pornostar gay (!) Daveo Falaveo che finge d'essere sodomizzato mentre la canta e infine Chris Salvatore), fino al "ho baciato una ragazza e m'è piaciuto, spero che al mio fidanzato non dispiaccia" (Ivri Lider, con una raffinata versione acustica).

A ciò si aggiungono le parodie con testo riscritto, come quella dei Cobra Starship (2008), che cantano "ho baciato un ragazzo solo per scatenare un casino / alle fighe è piaciuto un sacco" e che hanno avuto a loro volta un numero sorprendente di ulteriori covers (per esempio quella del gruppo greco Kòkkina chalià), nonché quella di VenetianPrincess, che riscrive il testo per proclamare il suo amore per le nonne sdentate, via via fino a quella di Jensen Reed, che poco correttamente usa la canzone per dare dei finocchi ai giocatori d'una squadra sportiva. Ed altri ancora.
Ovviamente, oltre ad infinite parodie, non si contano i filmati di karaoke su Youtube.

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Dal clip di "Matt&Liam" della cover dei Cobra Starship, saggio d'una scuola d'arte inglese!
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Non manca neppure una risposta polemico-politica, che insinua che la canzone della Perry non abbia raccontato le cose come stanno: "I did't just kiss her" ("Non mi sono limitata a baciarla") di Jen Foster:
Non mi sono limitata a baciarla
siamo andate fino in fondo e le è piaciuto.
Le piace pensare che lei non mi ha invitato,
ma questi graffi non li ho perché lei abbia dovuto lottare...
(...)
Va dicendo che m'ha baciato solo per l'attenzione dei ragazzi,
cerca di dare la colpa a un po' troppo alcol,
ma posso testimoniare che sapeva quel che faceva
ed era quasi come se avesse già fatto tutto prima d'ora.
La pagina dedicata a questa canzone sulla versione inglese di Wikipedia raccoglie un interessante florilegio di pareri critici, che se da un lato registrano le scontate condanne degli ambienti cristianisti, dall'altro segnalano il disagio del mondo lesbico, specie statunitense.
Disagio che nasce sia dal fatto che la Perry ha trattato il lesbismo come una specie di giochino da ragazze scervellate in assenza del ragazzo, cioè non come una cosa seria, dall'altro dal fatto che ha clonato il titolo d'una canzone del 1995 di Jill Soubule (tradotta in italiano nel 2002 da Syria col titolo: "Oggi si cambia (I kissed a girl)", nel Cd Le mie favole.) che era più "politica" e partecipata rispetto a questo fatuo divertissement.

Queste considerazioni, per quanto del tutto corrette, non tolgono comunque il fatto che questo brano ha avuto uno straordinario successo mondiale, sia nel mondo etero che in quello gay. Ed è perfino riuscito a farsi mettere al bando in due o tra nazioni particolarmente omofobe.
Nonostante l'intento puramente auto-promozionale che aveva nel toccare il tema lesbico (la Perry voleva farsi pubblicità, e cavoli se c'è riuscita!), forse questa cantante ha toccato pure, senza immaginarlo, una corda sensibile al momento giusto e col tono giusto.

Da parte dei gay, poi, è piaciuta molto la possibilità di trasformare la canzone nel suo simmetrico maschile trattando il bacio fra uomini - argomento ancora del tutto tabù nelle canzonette mainstream - con la stessa spensierata morbosità curiosa che la società eterosessuale ha riservato fin qui al solo bacio fra donne. Bastava cambiare una parola, ed il miracolo era possibile. E quindi giù tutti ad approfittarne.

Davvero, poche altre persone sono riuscite a fare così tanto casino con una canzone tanto leggerina...

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Fotogramma del clip
 
2008 - Posi - "Voglio farmi la dj". Dal Cd: I like Posi.

Ecco un altro esempio di come in Italia, a livello di discorso comune certi temi stiano riuscendo o siano riusciti a "passare", mentre nelle immagini sono ancora totalmente tabù.
Può darsi che ciò accada per il ferreo monopolio della televisione nelle mani di pochissime persone (una), che non lascia spazio a chi sgarra, o forse sarà anche per il fatto che una cosa è proclamare a livello puramente teorico la tolleranza, un'altra "tollerare" di vederne concretamente gli effetti...
Fatto sta che questo motivetto hip-hop di Posi, dal titolo che non lascia assolutamente nulla all'immaginazione, è tanto audace nei testi quanto insignificante e tradizionale nella resa del videoclip.

Anzi, esiste un vero e proprio conflitto tra le parole e le immagini. Mentre le parole vedono una donna padrona e soggetto della propria sessualità e dei propri desideri, che non ha paura di dichiararli ("Oh attenta, / so che ti piace ma qui c'è chi si lamenta. / Ostenta / le tue intenzioni perché non ci si accontenta / indecenza, irriverenza, / fammi di tutto per sporcarti la coscienza / dai che lo fanno tutti, pure sua eminenza"), nelle immagini vediamo semplicemente quattro ballerine, le classiche donne-oggetto in bikini, completamente dipinte di rosso, che un poco sculettano facendo da coreografia alla cantante, e un poco invece stanno in pose plastiche come da oggetti decorativi (tavolini...) per la gioia dell'occhio del maschietto che guarda il video. Donne-oggetto nel senso più letterale del termine. Talmente oggetti, da non interagire mai l'una con l'altra nonostante il testo sia tutto un'ode alla donna-soggetto che sceglie e si lascia scegliere da un'altra donna.
 

Si aggiungano due o tre flash in cui la cantante è tenuta al guinzaglio di un uomo (si tratterebbe, apprendo qui, del "cammeo di Obi Baby, il re delle serate trasgressive milanesi e ideatore della one night Pervert"), e si conclude che una volta di più, l'ennesima, il video è stato affidato a qualcuno che è stato terrorizzato dal messaggio del testo, e che ha lavorato in tutti i modi per sabotarlo e per ribaltarne il significato.

La mia domanda è: che senso ha che i cantanti scrivano canzoni come questa, se poi per presentarle devono fare finta di aver scritto altro? Tanto vale che musichino e ràppino su "Noi vogliam Dio ch'è nostro padre": si fa prima.

Il video è su Youtube qui.
Per chi non più riesce a staccare gli occhi, è online anche il backstage del clip.
 
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