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Wilhelm von Gloeden (1856-1931)
 
Wilhelm von Gloeden - Autoritratto come orientale - 1890 ca.

W. v. Gloeden, Autoritratto come orientale [ca. 1890].

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[Wilhelm von Gloeden], Un artista fotografo insigne. W. von Gloeden  [1910] [1].

Quando nel 1878 io cominciai ad occuparmi di fissare col mezzo della fotografia scene vere di vita vissuta, il mio lavoro costituiva un'impresa ben ardua.  
La fotografia era allora relegata nello studio del fotografo e si basava unicamente sull'artificiosa illuminazione della terrazza.  
Solo eccezionalmente il fotografo si allontanava dal suo studio per riprodurre qualche paesaggio o architettura.  

A quei tempi non esistevano le lastre secche e il processo al collodio rendeva difficilissimo il lavoro quando si trattava di ritrarre soggetti in movimento. Ma io non mi scoraggiai. 

Venuto in Italia per ristorare il mio fisico, ritrovai col sole d'Italia la salute, ed ebbi dal cielo d'Italia un immenso aiuto nel lavoro fotografico pel quale il sole è tanta parte. 

Nelle classiche contrade della Sicilia mi si rinnovarono gli entusiasmi pei miei prediletti studi sulla vita degli antichi ed alla mia mente più che mai risuonarono armoniosi i versi di Teocrito e di Omero trasportandomi a rivivere fra i pastori arcadici e Polifemo. Ma sgraziatamente i più bei quadri di quei tempi impressionavano solo il mio occhio, ché la camera fotografica non poteva in quell'epoca fissarli. 
 

W. von Gloeden - Tre ragazzi. Napoli, circa 1898.
Wilhelm von Gloeden: Triplo ritratto. La foto è stata eseguita a Napoli (che appare sullo sfondo in altre pose della stessa serie), durante una delle visite a Wilhelm von Plüschow, prima dell'anno 1900. 

Il grande artista Sen. Francesco Paolo Michetti, al quale presentai a Francavilla al Mare i miei primi modesti lavori fotografici, m'incoraggiò colla sua viva approvazione, a continuare nella difficile impresa. Egli volle chiamarmi artista, ed alla mia obiezione che mai alcun dipinto era uscito dalle mie mani, per quanto avessi studiato all'Accademia di Weimar, così mi rispose: "La pittura è un'arte in cui si può essere artisti o mestieranti; la fotografia invece è un mestiere, ma ella è in essa un artista". 

Accolto colla massima ospitalità in casa di questo grande artista e vivendo nell'ambiente artisticamente eletto frequentato da Gabriele d'Annunzio, Matilde Serao, Costantino Barbella, il mio spirito trovò un alimento prezioso. Ma forse l'impressione lasciatami mi portò talvolta involontariamente ad imitare il genere di quel grande artista che così mirabilmente consacrò sulla tela la sua terra natia. 

Nel 1893 all'Esposizione internazionale della Photographic Society of Gr. [sic] Britain di Londra, ove presentai alcuni miei studi di nudo e scene arcadiche, conseguii la mia prima medaglia. 

W. von Gloeden, ''Gelosia'', prima del 1898.A quell'epoca si discuteva assai se la fotografia potesse prestarsi ad estrinsecazioni artistiche e ricordo le risposte contraddittorie pervenute ad un periodico inglese d'arte, che aveva indetto una specie di referendum, sull'argomento fra gli artisti.  
Oggi non è più dubbio che con un temperamento artistico, anche la più anti-artistica camera può riprodurre mirabilmente scene liete e tristi della vita reale e darci opere piene di poesia, luce e bellezza. 

Se i mezzi tecnici per produrre opere d'arte non mancano oggi in fotografia, bisogna però che tali mezzi siano studiati come si fa nella pittura.  
Se ancora oggi opinioni diverse si contendono il campo, è perché non pochi nell'applicazione dei mezzi tecnici sono portati ad esagerazioni che non possono essere approvate. I formati giapponesi più strani, l'imitazione di pitture antiche o moderne, gli ingrandimenti confusi ricavati da piccole negative, la grana eccessiva e numerosi altri artifici cui oggi in fotografia si ricorre possono valere a sorprendere l'occhio, ma nulla possono creare. 

Io non ho mai creduto necessario che la fotografia per elevarsi debba rinnegare la sua origine 

Essa non ha bisogno di abbassarsi a ciò per dare modo a chi ha temperamento artistico di fare rivivere nell'opera fotografica i sentimenti che egli provò davanti alla natura. 

W. von Gloeden 
 

Negozio con foto di Gloeden in vetrina
L'antiquario Schuler a Taormina vende  immagini di Gloeden nel suo negozio al piano terreno di Palazzo Corvaja, prima che i restauri tamponassero gli archi aperti in epoca moderna. Da Gallo, p. 29. Ringrazio Malcom Gain per aver riconosciuto la località.
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L'autore ringrazia fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su persone, luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà eventuali errori in essa contenuti. 

 
Note 

[1] Questa presentazione autobiografica, la sola esistente in italiano, apparve come: Un artista fotografo insigne. W. von Gloeden, "Il progresso fotografico", maggio 1910, pp. 129-131. 

Fu riedita per la prima volta in: Wilhelm von Gloeden, Ritratti (1898-1904), Edizioni dell'Elefante, Roma 1964, che però non indicò né data né provenienza.  
Da qui fu ripresa senza ulteriori indicazioni sulla fonte in: Italo Mussa (a cura di), Wilhelm von Gloeden, Malambrì, Taormina 1980, p. 19 e poi in: Wilhelm von Gloeden, Taormina. Poesie ed innocenza, Vittorio Malambrì, Taormina 1998, p. 5, da dove l'ho ricopiata. 
A rintracciare la fonte è stata infine Raffaella Perna in: Wilhelm von Gloeden. Travestimenti, ritratti, tableaux vivants, Postmedia, Milano 2013, p. 198. 

Per migliorare la leggibilità ho aggiunto neretti ed  "acapo". 

Sul fotografo tedesco di nudo maschile Wilhelm von Gloeden si veda la sezione che ho dedicato a lui nel presente sito. 
 


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