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WILHELM von GLOEDEN (1856-1931)
 
Di: Giovanni Dall'Orto.

Wilhem von Gloeden (1856-1931), Autoritratto (1891).
Wilhelm von Gloeden (1856-1931), Autoritratto (1891).
[Fare clic qui per l'indice delle pagine su Gloeden nel presente sito].
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La foto di nudo maschile di von Gloeden: una bibliografia commentata.


Questa pagina cerca di raccogliere tutto [1]  ciò che ho trovato di qualche rilievo sui fotografi di nudo maschile che lavorarono in Italia durante la Belle époque.
È divisa in due parti: questa, sui libri d'immagine, e una seconda, sui testi "di parole", come saggi o romanzi.
A loro volta queste pagine fanno parte della sezione del mio sito dedicata a questi tre artisti e al mondo attorno a loro.
(Una richiesta: non vendo libri, quindi per favore non scrivetemi per chiedermene. Semmai si provi qui).

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Bibliografia su Wilhelm von Gloeden. 
Parte 1 - Libri fotografici e d'immagine.

Copertina di "Darius"

Ahlbom, Grace, Darius, Dashwood books, New York 2019.
Per meriti... alfabetici iniziamo con un opuscoletto tirato in 300 copie, formato "zine" (in-ottavo), con venti foto di un ragazzo seminudo ritratto a Taormina con una fascia nei capelli. Non è presente alcun testo.
Esplicitamente ispirato a Gloeden, non è un esperimento particolarmente ben riuscito (l'aspetto kitsch prevale su quello artistico), tuttavia testimonia la costante fascinazione che Gloeden esercita sugli artisti nostri contemporanei.

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Copertina del libro curato da Albers

Albers, Bernhard (a cura di), Galdi / Gloeden /  Plüschow. Aktaufnahmen aus der Sammlung Uwe Scheid, Rimbaud Presse, Aachen 1993.
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Libricino in-ottavo, interessante soprattutto per il gran numero di nudi di questi tre autori (anche femminili) mai pubblicati prima.
 

Un po' meno utile per comparare l'opera dei tre fotografi (il testo è breve, le foto sono tutte mischiate), anche se la presenza di scatti decisamente pornografici di Vincenzo Galdi rende esplicito il suo diverso approccio alla fotografia di nudo.

Copertina di Aktphotographien

Ne esiste una riedizione in formato più grande (30 cm), a cura di Jürgen Kostka, col titolo: Gloeden, Plüschow, Galdi. Aktphotographien um 1900, Rimbaud Presse, Aachen 2009 (64 pp, ISBN 978 3890865317).

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Copertina del libro curato da Barthes

Barthes, Roland (1915-1980) (a cura di), Wilhelm von Gloeden, Amelio, Napoli 1978. Interventi di Joseph Beuys, Michelangelo Pistoletto, Andy Warhol. 

Dopo l'acquisto dell'archivio di Gloeden, il gallerista napoletano Lucio Amelio organizzò una mostra nella quale espose a fianco a fianco immagini originali di Gloeden e interventi grafici d'artisti contemporanei. Questo ne è il catalogo. 

Amelio si rivela uno scaltro mobilitatore di nomi celebri a fini promozionali: la  prefazione di Barthes (a cui è attribuita la cura dell'intera opera!) è infatti un ghiribizzo che esprime un parere estetico, ma nulla di nuovo ci dice su Gloeden; l'"intervento" di Warhol consiste nel ricalcare a matita i contorni di alcune foto di nudo, quello di Beuys nello scarabocchiare cartoline di Gloeden... 
Nell'insieme, gli interventi nulla aggiungono a quanto sappiamo di Gloeden, anzi al massimo lo tolgono, dato che una foto di Gloeden rielaborata da Beuys smette di essere sua e diventa semmai un'opera originale di Beuys; e lo stesso vale per Warhol. 

La qualità della stampa, in bianco e nero virato seppia, è senza infamia e senza lode. 

Bizzarro il formato quadrato, fra  -quarto e -ottavo

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Copertina del libro

Beatrice, Luca (a cura di). Von Gloeden, Taormina e il Mediterraneo, Art Com, Venezia 2019.

Catalogo della mostra omonima, tenuta a Taormina nel dicembre 2019/gennaio 2020.

Purtroppo è stato scelto di produrre poco più che un catalogo, in dimensioni ridotte (in-otttavo), con una trentina di foto provenienti dalla collezione Buciunì. Si tratta di un libro da sfogliare e basta, visto che non vi appare nessuno studio nuovo (gli scritti introduttivi sono, al solito, impressionistici e generici), né vi è attenzione filologica, al punto che non vengono neppure indicati i numeri di catalogo delle foto. Le foto sono di preferenza ritratti, paesaggi e scene di genere, con qualche nudo sparso.
La qualità della stampa, inoltre, non è eccezionale: la carta non è patinata, le scansioni a volte sono prive di definizione, e come se non bastasse, alla maggior parte delle scansioni è stata data una bizzarra sfumatura verde-bottiglia che non si è mai vista in nessun foto originaria di Gloeden.
L'interesse di questo libriccino è quindi fondamentalmente quello di testimonianza della mostra stessa.

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Copertina del libro di Burri, 1979

Burri, Peter (1957-1922) (et all.), Otto Meyer-Amden, Wilhelm von Gloeden, Elisàr von Kupffer, Kunsthalle Basel, Basel 1979 (Cofanetto con 1 vol. di testo e 3 voll. di immagini).
Catalogo di un'importante mostra tenutasi a Basilea nel 1979, piuttosto bizzarro
Infatti presenti quattro volumi in cofanetto, su tre diversi artisti: Otto Meyer-Amden, Wilhelm von Gloeden, Elisàr von Kupffer. Il primo fa la parte del leone, con un volume di 216 pagine dedicate ai suoi disegni di ragazzini prepuberi nudi, e con un voluminoso saggio introduttivo.
Gli altri tre sono volumetti: uno di testi di sole 32 pagine (con un saggio in francese di René Schérer ed uno in tedesco), uno su Kupffer, di appena 20 pagine, e infine uno su Gloeden, appena più generoso (48 pagine).
Vi appare una ventina di foto, sia di nudo che di paesaggio, stampate decentemente ma non più che questo, accompagnate da uno straordinario saggio biografico di Hieronimus Eckart, che fu poi edito a sé.

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Copertina del libro di Buthe

Buthe, Michael (1944-1994), Die Sonne von Taormina. Übermalte Photographien von Wilhelm von Gloeden, König, Köln 1987.

34 foto di Gloeden colorate da Buthe, con un testo di presentazione (in tedesco) di Alfred M. Fischer.
Mi sfugge il senso dell'operazione, che pure vedo riproporre con insistenza da artisti più o meno dotati. Le immagini erano già perfette così com'erano, e il nuovo intervento non ci rivela nulla di nuovo. E anche qualora l'operazione fosse riuscita, sarebbero state opere di Buthe, non di Gloeden. Un libro fondamentalmente irrilevante per l'apprezzamento di Gloeden.

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Copertina di "Beautés masculines"

Canet, Nicole (a cura di), Beautés masculines. Photographies 1848-1990. Portraits et nus, Galerie "Au bonheur du jour", Paris 2023.

Antologia dedicata al nudo maschile, che riserva  le pp. 64-69 ai fotografi italiani della Belle époque (Galdi, Gloeden e Plüschow). L'opera presenta una bella scelta d'autori, con immagini rare e scelte con buon criterio, e la confezione è lussuosa, tuttavia inevitabilmente i tre autori sopra citati costituiscono solo una sezione minore dell'insieme.
La curatrice ha comunque prodotto diverse monografie dedicate espressamente a loro.

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Copertina di Poésies arcadiennes

Canet, Nicole (cur.), Poésies Arcadiennes. Von Gloeden. Vincenzo Galdi. Von Plüschow. Photographies fin XIXe, Galerie au bonheur du jour, Paris 2003.

Catalogo (in 500 copie) di una mostra tenuta a Parigi, in-ottavo, con 58 immagini di Galdi, Plüschow e Gloeden. 

Primo d'una serie di contributi della stessa curatrice, via via migliori con il passare degli anni è, inevitabilmente, anche il più incerto. È in piccolo formato (in-ottavo) e abbastanza esile, stampato in bicromia (tutte le foto risultano pertanto gialle o seppiate, indipendentemente dal colore della viratura originale) e purtroppo con un retino grossolano che ammazza i dettagli minuti.
In più, la curatrice non possedeva ancora nel 2003 la competenza che ha poi dimostrato nei volumi successivi, col risultato che in questo volumetto le attribuzioni delle immagini non timbrate sono piuttosto incerte: in effetti, oltre la metà delle opere qui attribuite a Gloeden in assenza di firma o timbro non è di Gloeden, e il fotografo più rappresentato in questo catalogo è semmai Plüschow.
Ovviamente la situazione è diversa con le foto dotate di timbro, perché la curatrice ha sempre avuto, fin da quest'opera, l'abitudine mai abbastanza lodata d'indicare le annotazioni presenti sul retro delle immagini, specie il timbro e il numero di catalogo.
 

Se ci si esime da questo limite, però, andrà comunque notato che la scelta d'immagini è, fin da questa prima opera, d'interesse non comune. I libri di questa galleria si sono infatti sempre distinti per scelte operate in base alla qualità estetica degli scatti, che quindi risultano sempre innegabilmente belli, e alla loro inedicità, ogni volta che ciò fosse possibile. Quindi, a differenza di quanto è accaduto con altre monografie di quegli anni, che ormai rimasticavano in combinazioni più o meno diverse sempre le stesse trecento immagini già viste e riviste, in quest'opera si trovano moltissime immagini mai stampate prima, specialmente per quanto riguarda Plüschow.

Per tali motivi questo catalogo resta senz'altro meritevole di consultazione.

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Copertina di Gloedeneries caravagesques

Canet, Nicole (cur.), Gloedeneries Caravagesques: von Gloeden, von Pluschow, Vincenzo Galdi, Au Bonheur du Jour, Paris 2005.

Seconda prova di una galleria che negli anni ha saputo dare contributi non banali alla ricerca su questi tre fotografi, fornendo dati sempre aggornati alle scoperte più recenti.
Questo volume è di piccole dimensioni (in-ottavo, il che ha permesso di contenere il prezzo di vendita) e presenta una sessantina d'immagini dei tre autori nominati nel titolo.
Il pregio maggiore sta nel fatto che si trattava di foto per lo più mai viste prima. il testo è ridotto al minimo, però laddove possibile viene indicato il numero di catalogo di ogni foto.
Un buon prodotto.

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Canet, Nicole (cur.), Galdi secret. Photographies, portraits et nus 1890-1920, Galerie "Au boneur du jour", Paris 2011. 

E finalmente è toccato anche al napoletano Vincenzo Galdi (1871-1961), buon ultimo, che si cominciasse a fare un poco d'ordine fra le sue fotografie, di solito attribuite ad altri (se artistiche) o circolanti anonime (se pornografiche). 

Quest'opera ha un miglior rapporto costi/benefici rispetto a precedenti edizioni della stessa galleria-editrice, e soprattutto è frutto d'un lavoro di verifica scrupolosa a partire dalle immagini timbrate da Galdi stesso, quindi dall'attribuzione certa e verificata.
Ne emerge un sorprendente "corpus", che spazia dalla foto d'arte d'alta qualità alla produzione industriale e seriale che è legittimo definire pornografica 
 

[E qui un avviso per le anime sensibili: il libro pubblica in appendice anche una selezione d'immagini porno, decisamente "esplicite" e crude!  
Nonostante la crudezza, che potrebbe scioccare qualcuno, sono però documenti storici interessanti, che gettano uno squarcio di luce sui retroscena del turismo sessuale in Italia a cavallo fra Ottocento e Novecento.  
Retroscena che sbavavano rapidamente nello squallore e nel più cinico sfruttamento sessuale dei ragazzi proletari e sottoproletari]. 

Fra i risultati del libro, il riconoscimento per la prima volta d'un nutrito nucleo d'immagini scattate ad Algeri (che oggi sappiamo, per l'emergere di nuovi documenti, essere in realtà da attribuire alla fase finale dell'attività di Plüschow, 1910-1914).

Il testo introduttivo ha raccolto tutto quanto è stato possibile sapere su questo fotografo, gettando infine un po' di luce sulla sua vicenda biografica. 

Infine, la gran parte delle immagini che è qui pubblicata è inedita, il che rivela un lavoro preparatorio accurato. Sia nei testi che nelle immagini, insomma, il libro ha caratteri di vera novità nel panorama, estremamente ripetitivo, dei libri sulla foto di nudo d'anteguerra in Italia.

L'opera vale senz'altro il prezzo, non popolarissimo.

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Copertina di "Joyeux polissons" (2022)

Canet, Nicole (a cura di), Joyeux polissons, Galerie "Au boneur du jour", Paris 2022.

In questa scanzonata antologia della fotografia pornografica omosessuale nel periodo 1860-1930, appare un capitolo (pp. 26-45) dedicato al "très singulier Vincenzo Galdi".
Vi sono riprodotte (con qualità di stampa assai migliore perché a tutta pagina e non in miniatura) le foto pornografiche già apparse in Galdi secret.
Il libro merita la consultazione, perché chiarisce il contesto in cui operò il très singulier Galdi, permettendo di apprezzare il carattere innovativo della sua (non troppo morale) impresa, rispetto ai suoi contemporanei. Che si attardano in foto di studio, rigidamente in posa, contro fondali dipinti, tutte cose di cui Galdi fa a meno sin dall'inizio.
Formato del libro in-ottavo, testi (brevi) in inglese e francese, stampa buona, prezzo adeguato.

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Copertina del libro curato da Caputo

Caputo, Annarita (a cura di), Wilhelm von Gloeden. Fotografie ritrovate all'Istituto statale d'arte di Firenze 1899-1902, Pogliai polistampa, Firenze 2000. 

Un istituto d'arte, a Firenze, s'accorge di avere nei suoi archivi un tesoretto di foto di Wilhelm von Gloeden, acquistate un secolo prima come materiale didattico (le date di stampa delle foto si concentrano fra il 1899 e il 1902). Decide allora di valorizzare questo patrimonio, lo sottopone a restauro, fa una scelta delle foto più belle, e infine produce questo libro. Un'idea decisamente brillante.

Diciamo subito però che la scelta operata è esageratamente casta: ci sono pochissimi nudi (e notoriamente gli istituti d'arte non sopportano la vista del nudo nell'arte!), qualche seminudo drappeggiato, il resto è composto da ritratti e scene arcadiche. (Ovviamente, al solito, uno dei pochi nudi presenti è "stranamente" messo anche in copertina).
Aggiungiamo che chi ha operato la scelta (non so se nel 1902 o nel 2000) ha inteso mantenersi sui binari della "decenza", scegliendo immagini prudentemente "per famiglie", che oggi passerebbero la censura di Instagram o Facebook, ma che poi sono in buona parte quelle che abbiamo già visto pubblicate mille volte altrove.

Nonostante questi limiti il libro è un bell'oggetto, di grande formato (in-quarto largo), smerciato a un prezzo contenuto, con una bella stampa nitida, su carta patinata.
Poiché la collezione su cui si basa il libro fu messa insieme col criterio del valore estetico delle immagini, il libro risulta logicamente molto ben riuscito dal punto di vista estetico.
Interessanti e ben fatti anche i brevi saggi iniziali e finali, per quanto ahinoi troppo corti per risultare significativi.
Nonostante i limiti, è insomma un buon libro.

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Caspers, Hurbert, Taormina, la Sicilia e i tedeschi, in: "Sicilia" n. 22, 1959, pp. 17-27. 

Una pura e semplice curiosità. Un articolo in tedesco sulla presenza turistica tedesca a Taormina, illustrato da 6 (castissime) foto di von Gloeden... due delle quali (la prima e l'ultima) sono però di Plüschow!


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Copertina di Cochonnerie 2

Colonnese, Gaetano (1942?-2004) (a cura di), Cochonnerie 2, Colonnese, Napoli 1982. 

Collezione di foto pornografiche (di quelle smerciate nei bordelli, prive di qualunque sforzo di redenzione artistica) di fine Ottocento e primi Novecento.  
Utile (assieme all'opera seguente) come termine di riferimento del confine (che esisteva!) tra la foto semplicemente "erotica" e quella francamente e apertamente pornografica in quegli anni. 
Delle tre foto omosessuali qui proposte, una presente un modello usato a Roma da Vincenzo Galdi.

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Copertina del libro curato da Colonnese

Colonnese, Gaetano (1942?-2004) (a cura di), Petite cochonnerie, Colonnese, Napoli 1991. 

Questa "porcheriola", libricino minuscolo (in-sedicesimo), propone foto pornografiche di fine Ottocento. Alcune pagine (poche) sono dedicate alla pornografia omosessuale, e in queste foto mi pare di riconoscere un paio di modelli di Wilhelm von Plüschow (1852-1930).



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Copertina del libro curato da Dall'Orto

Dall'Orto, Giovanni (a cura di), Von Gloeden ieri e oggi, Babilonia, Milano 1993. 

Questo libro, curato da me, raccoglie foto di Gloeden che scelsi col criterio di proporre immagini per quanto possibile non ancora pubblicate su altri libri, e che fossero di nudo maschile.  

Mi basai interamente sulla collezione Malambrì di Taormina. 

Accanto a queste, appaiono le foto di nudo maschile (sia in bianco e nero che a colori) di tre autori nostri contemporanei che nelle loro immagini hanno tratto ispirazione dalle atmosfere di Gloeden: Tony Patrioli, GiovanBattista Brambilla e "Sebastian" (Sebastiano Gino Gambera). 

Ne ho messo online la prefazione, "Un nuovo von Gloeden". Non contiene nulla di particolarmente innovativo su Gloeden, se non la decisione di produrre dichiaratamente per il mercato gay e a un prezzo contenuto.

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Copertina di Ekkehard, 1982.

Ekkehard, Hieronimus (1926-1928) (a cura di), Wilhelm von Gloeden. Photographie als Beschwörung, Rimbaud Presse, Aachen 1982.

Intorno a quest'opera è stato creato un certo caos editoriale, con tre libri ben diversi con lo stesso titolo, autore ed editore.
Questa prima edizione (68 pagine, in formato "tascabile", ISBN 3922322158), che riscrive ed amplia i contenuti dell'introduzione al catalogo della mostra di Basilea del 1979, va considerata un saggio illustrato: propone infatti soprattutto testo, accompagnato da piccole illustrazioni (purtroppo senza indicazione del numero di catalogo e stampate in modo non proprio eccelso), ed è un modello di ricerca, svolta quand'erano ancora vivi i testimoni che avevano conosciuto Gloeden.
Contiene un'importante bibliografia e aggiunge, rispetto al catalogo del 1979, un'antologia di testi originali (i due testi autobiografici di Gloeden noti, più un'antologia di pareri dei suoi contemporanei).
Si tratta di un'opera di grande interesse per gli studiosi di Gloeden, anche se è purtroppo disponibile solo in tedesco. Il fatto stesso che in copertina appaia una foto di Plüschow, mostra il contesto "pionieristico" dell'opera, scritta quando la differenziazione fra i due autori era ancora solo all'inizio.
A testimonianza dell'importanza di questo contributo, a vent'anni dalla morte dell'autore è stata pubblicata una seconda edizione, sempre in formato tascabile, portata a 112 pagine (e con una foto di copertina di Gloeden, questa volta):

Copertina della riedizione del 2018 dell'opera di Ekkehard

Ekkehard, Hieronimus (1926-1928) (a cura di), Wilhelm von Gloeden. Photographie als Beschwörung, Rimbaud Presse, Aachen 2018, ISBN 978-3890863368.
Una nota di Bernhard Albers aggiorna sulle notizie apprese nel frattempo, ma purtroppo la bibliografia resta ferma a quella del 1982.
Anche qui la dozzina di foto, stampate ancora peggio che nell'edizione originaria (anche se in più casi in dimensioni meno minuscole) va intesa come illustrazione del testo, più che come materiale di studio a sé.

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A complicare ulteriormente la situazione sta l'edizione, due anni dopo la prima opera, di:  
Ekkehard, Hieronimus (1926-1928) (a cura di), Wilhelm von Gloeden, Rimbaud Presse, Aachen 1984 (ISBN 3890869890).

Copertina del libro curato da Ekkehard

Opuscolo in formato tascabile, molto esile, contiene giusto una pagina di presentazione e diciannove foto di Gloeden e Plüschow, mischiate e senza indicazione di numero di catalogo.
Stampa in bianco e nero, di scarsa qualità.  
Sarebbe quindi un'operina trascurabile, a differenza del testo precedente, se non fosse per il fatto che alcuni scatti non sono più apparsi in altre pubblicazioni. 

Come se la confusione non fosse stata sufficiente, infine, di questa seconda stampa esiste un'ulteriore edizione inglese (ISBN 0907040756):

Copertina del libro curato da Turner

Cooper, Emmanuel  (presentazione di), Wilhelm von Gloeden. Taormina, GMP, London 1985. 
Presenta le medesime immagini del precedente; la sola differenza è l'aggiunta d'un brevissimo testo di presentazione, in inglese.

Anche in questo caso, di scarso rilievo per lo studioso.


Copertina di "Akte"

E non finisce qui! Nel 1988 apparve, sempre per la Rimbaud presse, Wilhelm von Gloeden, Akte, un libriccino di 22 pagine (ISBN 9783922322221), con la stessa copertina del libretto dell'edizione del 1984 (ma specchiata), di cui però non sono mai riuscito a vedere una copia, e che ipotizzo possa esserne una ristampa.

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Copertina di Et in Arcadia ego

Et in Arcadia ego. Fotografien von Wilhelm von Gloeden, Guglielmo Plüschow und Vincenzo Galdi, Edition Oehrli, Zurich 2000. 

Opera antologica contenente 82 scatti di Gloeden, Plüschow (in prevalenza) e Galdi, in buona percentuale mai editi in precedenza.

L'aspetto più interessante di questo libro è che riproduce nella sua integrità l'album d'un collezionista anonimo d'inizio Novecento, passato poi di mano in mano fino ad arrivare al pittore Paul Guerrier (1920-?).
Grazie a ciò il libro testimonia il gusto e le scelte d'un omosessuale della Belle époque, forse un artista egli stesso, che mise assieme questa raccolta di palese impronta omoerotica facendo attenzione a non infrangere mai il confine della "decenza", dato che non appare nessun nudo "integrale" frontale. In compenso, abbondano le figure drappeggiate, e le ambientazioni "arcadiche" e "classiche", accanto a rovine grecoromane o nei parchi delle grande ville nobiliari della Campagna romana. Per completare, qualche nudo di schiena e (noblesse oblige) un paio di nudi femminili.

La raccolta fu messa assieme in epoca relativamente tarda, visto che include (n. 66 e 81) immagini scattate da Plüschow in Algeria fra il 1910 e il 1914.

Il libro è elegantemente confezionato, con copertina in tela e stampa delle foto a quattro colori, anche se poi le virature sono praticamente tutte della medesima tonalità del seppia, verosimillmente per una preferenza del collezionista originale.

Un saggio iniziale di Tobias Natter (pp. 1-12) parla nei dettagli (in inglese e tedesco) non dei tre fotografi antologizzati, bensì dell'"Album Guerrier" in quanto tale, con considerazioni interessanti sul mercato e il collezionismo novecentesco di questo tipo d'immagini.
Un saggio finale di Peter Weiermeier alle pp. 101-105 delinea invece rapidamente i tre autori, con considerazioni non banali sul modo in cui una parte della loro clientela apprezzasse il carattere di "arte omosessuale" di queste produzioni.

Un'opera sicuramente importante, sia per la qualità della stampa, sia per il fatto che le foto sono per lo più inedite e comunque non banali. Consigliata.

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Edizione con copertina rigida Edizione con copertina non cartonata
Falzone Barbarò, Michele; Miraglia, Marina; Mussa, Italo (a cura di), Le fotografie di von Gloeden, Longanesi, Milano 1980. Con una nota di Goffredo Parise 
Disponibile in due versioni (diverse unicamente nella foto di copertina): con e senza copertina cartonata. 

In questo libro, in-quarto, è documentata un po' tutta l'attività di Gloeden (ritratti, sia maschili che femminili, bozzetti, nudi) eccetto che per le foto di paesaggi. La scelta si basa sulla collezione Malambrì. 

La qualità della stampa è decisamente cattiva, ma è comunque adeguata a un'opera ad alta tiratura e a basso costo. Questo è stata infatti il primo libro sull'opera di Gloeden non per soli (ricchi) "amatori", ma distribuito in tutte le librerie e a un prezzo accessibile. 

Il punto debole è il delirante scritto di Parise, a tratti motivato da pura e semplice omofobia aggressiva e virulenta, dal quale non a caso si dissociano espressamente gli altri curatori. 

Il punto forte sono invece i tre saggi critici. di eccellente qualità.  
Quelli di Miraglia e Mussa svelano tutti i debiti di Gloeden verso la cultura artistica del tempo, anche se al prezzo, per ansia di "nobilitazione" artistica, di darne una lettura estetizzante e depurata da qualunque intento erotico. Lettura un po' irrealistica, anche se non necessariamente irreale... ma certo  parziale, e pudibonda. 

Falzone Barbarò propone invece una documentata biografia, e soprattutto la minuziosa ricostruzione del processo per oscenità subito, e vinto, dall'erede di Gloeden (Pancrazio Buciunì) nel 1939-41. (Raffaella Perna ha poi ulteriormente dettagliato la vicenda nel suo libro).

Che qualcosa sia comunque andato storto in quest'opera è rivelato dalla riedizione, in formato tascabile (in-ottavo, anch'essa mediocremente stampata), dalla quale la firma di Falzone Barbarò è stata ritirata: 

Riedizione in formato ridotto

Miraglia, Marina e Mussa, Italo (a cura di), Le fotografie di von Gloeden, TEA, Milano 1996. Con una nota di Goffredo Parise.
Immagino che di fronte a certe letture avventate la pazienza scappi perfino a un critico d'arte, abituato a tutto

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Copertina di "Tristi esotici"

Fagioli, Marco e  Minunno, Lucia (curr.), Tristi esotici. L'esotismo nella fotografia, Aiòn edizioni, sl 2022.

Catalogo d'una mostra sull'esotismo nella fotografia (mai tenuta), contiene un capitolo, "Tra esotismo ed erotismo" (alle pp. 213-232) che presenta quella forma particolare di esotismo che fu l'approccio alle popolazioni italiane di Wilhelm von Gloeden (e in due fotografie, di Wilhelm von Plueschow). Uno sguardo per metà "antropologico" e per l'altra metà "erotico".
La scelta delle foto è eccellente (sono in maggioranza inedite) ma, a parte un cenno alle pp. 42-43, nessun testo le accompagna, e mancano perfino i numeri di catalogo.
Peccato, perché il libro è un bel prodotto.

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Copertina di '?Fotografia pittorica''
  
AA.VV., Fotografia pittorica 1889/1911, Electa e Alinari, Milano e Firenze 1979.

Catalogo d'una mostra antologica tenuta a Venezia e Firenze nel 1979-1980.  
Dedica tre pagine a Gloeden (pp. 47-49), sul quale la scheda critica non dice nulla di nuovo, e sei a Plüschow (pp. 65-70, per metà nudi femminili), del quale usa peraltro un nudo femminile per la copertina, e sul quale la scheda critica non sa ancora praticamente nulla, arrivando addirittura a chiedersi che legame vi fosse mai tra Plüschow e Galdi, e dando parecchie informazioni errate, fra le quali una pretesa residenza di Plüschow a Taormina. 
Visibilmente imbarazzato dalla tematica gay, che schiva totalmente (non a caso il meno importante Plüschow ha il doppio delle pagine di Gloeden per il solo fatto di poterne pubblicare i nudi femminili, contro nessun nudo integrale maschile), questo catalogo non è significativo per i nostri due autori. 
Risulta invece assai interessante per quanto riguarda la corrente artistica, il pittorialismo fotografico, all'interno della cui estetica operarono entrambi i fotografi.
Sicuramente più utile per lo storico dell'arte che per l'appassionato di questi due fotografi, ma interessante.

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Copertina del libro curato da Gallo

Gallo, Francesco, W. Von Gloeden. Fotografie originali [titolo in copertina: W. Von Gloeden fecit], Comune di Taormina (Tipolitografia Pino, Catania) 1981. 

Catalogo d'una mostra fotografica di von Gloeden, composta da 21 originali. Stampa decisamente tirata via, come era d'uso allora.

Due o tre foto paiono da attribuire a Plüschow piuttosto che a Gloeden. 

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Copertina di Amore ed arte

Gloeden, Wilhelm von, Amore e arte, Nino Malambrì, Taormina 1999. 

Catalogo d'una mostra tenuta a Taormina nel 1999-2000, a partire dalla collezione di  Nino (Giovanni) Malambrì (da non confondere con suo fratello Vittorio Malambrì, anch'egli editore di libri su Gloeden, ma con azienda separata). 

La collezione non è nata solo dai (pochi) relitti dell'eredità di Gloeden rimasti a Taormina, ma sembra essersi arricchita tramite il mercato antiquario, come svela l'intrufolamento di qualche scatto di Plüschow (sicuramente sua è per esempio la foto a pagina 16: dietro il lenzuolo fa capolino l'inconfondibile porta decorata a borchie della sua terrazza romana). 

Il punto debole del libro è il disordine estremo con cui è stato redatto, affastellando foto antiche e recenti, immagini di cimeli, testi di vario tipo e lunghezza sia in italiano che in inglese, nudi maschili e femminili, paesaggi, dipinti... Una macedonia! 
Che però, a dispetto di queste premesse, risulta alla fine gustosa, perché questa non è un'opera pretenziosa: è esattamente quello che dichiara d'essere (il catalogo d'una collezione privata, che come tutte le collezioni può contenere scarpe e ciabatte). 

Il formato del libro è in-quarto, la paginazione (136 pp.) generosa, la stampa è a colori e di qualità più che dignitosa, il rapporto qualità-prezzo è decisamente onesto.

Com'era da aspettarsi, una parte delle immagini qui proposte è già apparsa nei libri editi in passato dalla famiglia Malambrì basandosi sulla medesima collezione, cosa che può dare un poco di sensazione di déja vu. In compenso la stampa delle immagini riproposte è qui decisamente migliore che nelle prime edizioni. 
Mi lascia perplesso solo la monotonia della viratura, che prevede unicamente tonalità e sfumature del seppia, facendomi sospettare che, almeno in alcuni casi, essa non sia originale bensì aggiunta a posteriori colorando immagini in bianco e nero della precedente edizione. 

Una riproposta sono anche alcuni testi, compreso "L'innocenza morbosa dell'occhio fotografico di Wilhelm von Gloeden" di Italo Mussa; un paio di scritti nuovi non aggiungono poi nulla alla comprensione di Gloeden, essendo più che altro "omaggi" retorici all'artista. 

Curioso l'omaggio dell'editore (che era un fotografo), con alcune foto "in stile" di una ragazza (la figlia?) vestita, anche se il contrasto fra vesti moderne e ambientazione anticheggiante è un po' kitsch. Esperimenti di questo tipo, più frequenti di quanto si pensi, aiutano peraltro a meglio comprendere l'unicità della sensibilità artistica di Gloeden, molto facile da riconoscere e quindi apparentemente molto "facile" da copiare, mentre alla prova dei fatti risulta impossibile da replicare. Tutti i fotografi contemporanei che vi si sono cimentati hanno dimostrato che non sono le anfore o le coroncine di fiori a creare la "tipica" atmosfera di Gloeden, che nelle loro foto è sempre del tutto assente, quanto la messa in scena, le pose, gli sguardi, la tipologia dei modelli...

Interessanti, infine, anche le immagini di cimeli gloedeniani (medaglie, acquerelli, autoritratti) che Malambrì dissemina per il testo. 

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Copertina del Calendario 2000

Gloeden, Wilhelm von, Taormina. Wilhelm von Gloeden. Calendario 2000, Vittorio Malambrì, Taormina 1999.

Fondamentalmente un tentativo di merchandising, che però non ebbe un seguito
Palesemente l'interesse per il calendario fu rapidamente superato. Ma trattandosi d'immagini di ampie dimensioni, e ben stampate (e scelte fra quelle relativamente più caste), che potevano essere ritagliate e trasformate in piccoli poster, il prodotto mantenne il suo interesse per un certo periodo. 
 
Il calendario era in vendita esclusivamente presso l'editore. 

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Copertina del libro delle edizioni Alinari

Gloeden, Wilhelm von, Fotografie. (Capolavori dalle collezioni Alinari), Alinari, Firenze 2000. 

Libro di piccolo formato (in-ottavo), ottimamente stampato (in bicromia, foto molto nitide, anche grazie al piccolo formato) e ben curato nella grafica, con un saggio introduttivo in italiano (di Charles-Henry Favrod, L'innocenza di Eros e di Dioniso, pp. 5-11). 

La collezione Alinari possedeva quanto era rimasto dell'archivio di Gloeden, incluse le lastre dei negativi, e il libro contiene quindi solo opere sicuramente di Gloeden, talora ristampate proprio dai negativi originali.

Piuttosto deludente è però la scelta, che è volta a presentare una visione "normalizzata" dell'artista, con spazio spropositato dedicato ai bozzetti "di genere" scattati da Giuseppe Bruno e poi inglobati nel catalogo di Gloeden.
Pochi i nudi (e sovra-rappresentati quelli femminili), più numerosi i semi-nudi, il resto della selezione è costituita da foto di paesaggio e di ritratto. Molte le foto già edite in precedenza
Il libro in sé è un bel prodotto, ma il contributo che diede allo studio di Gloeden fu decisamente limitato dalla paura, qui evidentissima, di entrare nel terreno minato dell'erotismo omosessuale.

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Copertina del libro delle edizioni Malambrì

Gloeden, Wilhelm von, L'arte di Gloeden. Il barone fotografo, Malambrì, Taormina 1979. 

La stampa di questo libro è assolutamente scadente, ma ciò nonostante questa fu un'opera fondamentale nel processo di riscoperta di Gloeden, dato che si basò sulla collezione Malambrì, che aveva accesso all'archivio originale di Gloeden, già in possesso del suo erede Pancrazio Bucinì o Buciunì (morto nel 1977 a 81 anni).
(Successivamente questo archivio fu acquistato dal gallerista napoletano Lucio Amelio e poi, alla morte di Amelio, dalla fondazione Alinari di Firenze, nel cui archivio oggi si trova).  

Elevato il numero d'immagini, perlopiù inedite. Data la provenienza, a differenza di quanto avviene in altri libri su Gloeden, qui le foto sono sicuramente sue. 

Questo libro ebbe un buon successo commerciale (nonostante fosse venduto per lo più "in loco", al turismo gay che frequentava e frequenta Taormina). Al punto che molte altre edizioni riproducono, anche se spesso con una stampa migliore, fondamentalmente selezioni dalla collezione Malambrì, duplicando (a volte fino alla nausea!) molti degli scatti già presenti in questo libro. 

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Copertina del libro della Twelvetreees press

Gloeden, Wilhelm von, Taormina, Twelvetrees press, Pasadena (CA) 1990. 

Quanto è curata la grafica di quest'opera (stampa a quattro colori, dimensione in-quarto grande, carta avoriata...) tanto è trascurata e sciatta la parte scientifica del lavoro. Questo libro è infatti un allegro minestrone di tutti i fotografi di nudo operanti in Italia a cavallo tra Ottocento e Novecento, senza escludere neppure qualche tocco porno di Vincenzo Galdi. Il tutto attribuito, tanto per far prima, al povero Gloeden. 

Quel che ha fatto qui l'editore è stato pubblicare una collezione privata attribuendola in blocco al primo autore che gli veniva alla mente. Gesto interessante (in quanto documenta involontariamente la storia del gusto collezionistico e della diffusione di questo tipo di produzione) ma assolutamente azzardato per tutto il resto. Tant'è vero che la maggior parte delle foto di questo libro non è stata scattata da Gloeden (a iniziare da quella in copertina, che è un profilo di Vincenzo Galdi scattato da Plüschow...). Inutile specificare che di quisquilie come l'eventuale presenza o meno del timbro del fotografo, o del numero di catalogo, o di eventuali annotazioni, non viene fatto mai il minimo cenno!

Non basta. Essendo questo il testo da cui proveniva in origine la maggior parte delle scansioni di Gloeden online, ne consegue che sulla Rete hanno circolato a lungo (a mezzo secolo dall'inizio degli studi su Gloeden!) foto con attribuzione errata.
Per fortuna il fenomeno s'è andato via via attenuando col passare degli anni, grazie ai libri successivi, dotati di maggiore scrupolo filologico.

In effetti questo è stato, per fortuna, l'ultimo libro ad alto costo su Gloeden a scadere in tanta sciatteria: negli anni successivi la qualità del lavoro filologico è infatti costantemente migliorata. Al punto da rendere obsolete per lo studioso opere come questa. 

Il che non toglie che queste foto, ben stampate e in grande formato, siano una vera gioia per gli occhi... nonostante non siano di Gloeden. 

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Copertina del libro del 1998

Gloeden, Wilhelm von, Taormina, Schirmer art book, Munich, Paris & London 1998. 

L'interesse di questo libro in-ottavo è costituito più dalla parte scritta che dalle immagini. Queste ultime sono infatti scelte fra gli scatti più celebri, riprodotti in molte altre opere e quindi piuttosto scontati: quasi nessuna immagine è apparsa solo in questo libro.
Riscatta però il prodotto l'eleganza della veste grafica e dell'impaginazione, e una buona stampa in bicromia. Viceversa l'assenza dei numeri di catalogo delle foto lo rende di scarsa utilità per lo studioso.

Fuori dall'ordinario è però l'ottimo saggio storico-biografico di Ulrich Pohlmann, Wilhelm von Gloeden's Sicilian Arcadia (pp. 5-25), frutto della migliore filologia d'arte finalmente applicata anche al "barone fotografo". Una lettura raccomandata. 

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Copertina del libro curato da Malambrì, 1998

Gloeden, Wilhelm von, Taormina: poesia ed innocenza, Vittorio Malambrì, Taormina 1998. 

Ancora dalla collezione Malambrì una scelta che in parte ripropone (con un formato più ridotto, a metà strada fra l'in-quarto e l'in-ottavo) foto già edite nella precedente raccolta, e in parte propone foto inedite.

Prevale nettamente l'aspetto del nudo, da godere in quanto tale, essendo assente l'apparato critico, a parte una breve introduzione rapsodica che, se non altro, propone un breve ma prezioso scritto autobiografico di Gloeden (che ho riprodotto nel mio sito).

Rispetto alla precedente raccolta di Malambì qui è decisamente migliorata la stampa, che è dignitosa, in bicromia. 

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Copertina del postcard book

Gloeden, Wilhelm von, Wilhelm von Gloeden, Postcardbook Taschen, Köln 1993. 

Libretto composto da 29 cartoline a colori (monocromatiche) di nudi di Gloeden (nessuno dei quali inedito), e una di Plüschow a lui attribuita per errore.
Con 3 pagine di testo di Simone Philippi (sic) su Gloeden, in tedesco.
 

Copertina della cartella dei poster di Gloeden

Questo editore ha commercializzato anche una cartella di poster in-folio di Gloeden:  
Gloeden, Wilhelm von, Wilhelm von Gloeden, Posterbook Taschen, Köln 1994. 

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Copertina del catalogo dell'esposizione

Gloeden, Wilhelm von, A monograph for an exhibit of his original vintage photographs, celebrating the 25th anniversary of the Stonewall Uprising, Elizabeth Taylor Medical Clinic, s.i.t., June 16 1994. 

Foglio piegato, di 8 facciate in-ottavo, in bianco e nero (tonalità seppia), con un lungo testo di presentazione dell'opera di Gloeden (non firmato), e numerose piccole foto (dalla raccolta del "National Geographic", molte mai viste prima). In 500 copie. (Grazie a Jim Graham, organizzatore dell'evento, per avermene inviato copia). 

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Copertina di Homosexual men in action

Homosexual men in action 1890-1930, Janssen verlag, Simon's town (Sud Africa) 2002. 

Questa costoso libretto in-ottavo raccoglie, alla rinfusa, immagini omosessuali espressamente pornografiche, cioè nate senza la minima pretesa d'arte, esclusivamente per eccitare l'acquirente.
Lo riporto solo perché il confronto rende lampante la differenza con le foto di Gloeden, che si collocano su tutt'altro livello. Anche se a dire il vero più di una fra queste immagini potrebbe essere opera di Vincenzo Galdi, l'assistente/amante di Plüschow.
 
La stampa è decisamente mediocre, specie in rapporto al prezzo: alcune immagini sono palesemente copie di copie.
Manca inoltre il minimo commento storico, ed è una carenza grave, trattandosi di foto che è escluso che possano avere, oggi, funzione diversa da quella storico-documentaria...
 

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Copertina di Sicilian boys

Jacques (sic, ma Gloeden, Wilhelm von), Sicilian boys 1966, International male studio, Copenhagen 1966. 

Curiosissimo, questo opuscolo tascabile di 32 pagine. Contiene una raccolta di foto di Gloeden, alcune delle quali non ho mai più visto stampate, proponendole per un utilizzo palesemente pornografico.

L'autore è annunciato come "il noto fotografo francese Jacques", per una comica confusione tra il barone von Gloeden e il barone Jacques de Fersen, entrambi protagonisti di biografie romanzate di Roger Peyrefitte.

Le foto, stampate in bianco e nero con una coloritura carne sui corpi nudi in metà delle pagine, sono tutte di Gloeden, senza "intrusi": segno che  furono ottenute direttamente dalla fonte (probabilmente l'erede, Pancrazio Bucinì).

Insomma, è un'operetta che svela l'imbarazzante contiguità esistente, nell'epoca precedente la nascita del vero e proprio mercato della pornografia, fra opera di Gloeden e la produzione para- o pre- pornografica per omosessuali. Quella che tutti gli storici della fotografia, oggi, farebbero qualunque cosa per dimenticare, e che invece tenne viva la ditta Gloeden per svariati decenni.

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Copertina del libro curato da Janssen

Janssen, Volker (a cura di), Wilhelm von Gloeden, Wilhelm von Plüschow, Vincenzo Galdi. Italienische Jünglings-Photographien um 1900, Janssen Verlag, Berlin 1991. 

Utile scelta di foto firmate, che mette alfine un po' d'ordine nelle attribuzioni dei tre fotografi che operarono nello stesso periodo in Italia. Un lavoro scrupoloso e interessante, per l'epoca in cui fu pubblicato. 

Buono il formato (in-quarto grande), ma la stampa in bianco e nero non è più che discreta. 

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Copertina di Auch ich in Arkadien

Kiermeier-Debre, Joseph (a cura di), Wilhelm von Gloeden - Auch ich in Arkadien, Boehalu, Koeln 2007.

Catalogo dell'esposizione della smisurata collezione di Heinz Peter Barandun, ricca di oltre 800 foto di Gloeden, Galdi, Plüschow, D'Agata, Bruno e Crupi. Pubblica letteralmente centinaia d'immagini, anche se per la massima parte si tratta d'icone grandi quanto un grosso francobollo (la maggioranza delle pagine contiene una foto a grande formato e poi, sopra e/o sotto, da quattro a otto iconcine).

Palese è, nel lavoro di preparazione, l'intenzione di creare un'opera di riferimento (numerosi i saggi che accompagnano le foto, purtroppo in tedesco, lingua che non mi è accessibile). Intento in buona parte riuscito, direi, dato che questa è ormai l'opera di riferimento, se non lo standard de facto, per aste o studi su Gloeden e la sua "scuola".

Il catalogo è di ampie dimensioni (cm 24x24,5) e conta ben 208 pagine. Il costo era in origine straordinariamente contenuto, ma purtroppo la grande richiesta, dopo l'esaurimento della prima edizione, ha ormai reso il suo acquisto sul mercato dell'usato decisamente costoso.

In breve, questa è oggi senz'altro l'opera che merita d'essere segnalata per prima a chiunque volesse consultare un libro d'immagini su Gloeden e i fotografi collegati. Per lo scrupolo filologico, per la cura nella riproduzione delle immagini (che essendo tutte a colori, rivelano la tonalità originaria delle stampe), per la ricchezza sbalorditiva delle proposte, per l'attenzione alla corretta attribuzione delle opere firmate e non firmate, per la presenza di opere rarissime di autori come D'Agata e Bruno.

Poiché la perfezione non è ahimé di questo mondo, però, purtroppo anche questo eccellente volume doveva avere un punto debole, che è la grafica. Chi ha impaginato il libro (immagino qualcuno proveninete dalla grafica del Web) non aveva la più pallida idea di come funzioni la grafica libraria. Pertanto, il caos regna incontrastato su tutto questo libro. Per non insozzare la purezza della grafica con volgari didascalie e scritte, le foto sono attribuite in base a un numerino, che va poi riscontrato in fondo al catalogo, scritto in un corpo letteralmente microscopico e, nelle foto a piena pagina, nascosto in un qualche recesso della foto stessa. Il numero di pagina è scritto due volte con due font poco leggibili, sovrapposti l'uno all'altro. Esistono doppie pagine di dimensioni doppie, piegate in due a fisarmonica, che creano groppi di otto pagine la cui numerazione è semplicemente indistricabile. E mi fermo qui. Chi ha impaginato questo libro ha reso un disservizio agli studiosi, tanto che io, per poter usare il libro per studio, ho dovuto prima ricopiare a mano autore e numero sotto ogni singola immagine. Uno spreco di tempo, totalmente privo di senso.

Tutto ciò fortunatamente nulla toglie all'aspetto davvero importante del catalogo, che è la sua attendibilità e serietà, tale da renderlo davvero l'opera che non si può fare a meno di consultare, specie poi se si riesce a leggere il testo in tedesco.

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Copertina del libro

Kostka, Jürgen (a cura di), Gloeden, Plüschow, Galdi. Aktphotographien um 1900, Rimbaud Presse, Aachen 2009 (64 pp, ISBN 978 3890865317).


(recensione ancora da scrivere) 

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Copertina del libro curato da Lemagny

Lemagny, Jean-Claude (a cura di), Taormina. Debut de siècle, Editions du Chêne, Paris 1977. 

Questo libro si basa su due nuclei: alcune immagini acquistate dall'erede di Gloeden, Pancrazio Buciunì, più una collezione privata di originali di "Gloeden"; che però sono tutte di Plüschow, salvo qualche eccezione che è di mano di Vincenzo Galdi. Bene simboleggiando il problema attributivo che afflisse i primi decenni di ricerca su Gloeden, (mal) giudicato sulla base di opere non sue, ma attribuitegli.

Paradossalmente quest'opera fu la maggiore raccolta di foto di Plüschow stampata fino ad allora, e ha oltre tutto il pregio di documentare scatti rari, che da allora non sono più riapparsi sul mercato o in altre antologie. 

L'ironia è tanto più marcata in quanto nel testo di presentazione si dà credito alla fantasia di Peyrefitte secondo la quale Plüschow si sarebbe specializzato in nudi femminili, e suo cugino Gloeden in nudi maschili... come quelli pubblicati qui. (La confusione attributiva fra i due cugini - causata dal "vizietto" di vendere foto altrui per foto di Gloeden per valutarle di più - arrivò negli anni Settanta a tal punto, che una studiosa sostenne seriamente che "Plüschow" era  uno pseudonimo di Gloeden sotto cui vendere la produzione più esplicitamente erotica [3])... 

L'opera ha una presentazione (per l'epoca) lussuosa: copertina in tela con cofanetto e stampa a colori, sforzandosi per la prima volta di documentare le variegate tonalità delle virature dell'epoca.

Nonostante i limiti, un libro tuttora utile.

Copertina del libro curato da Lemagny, edizione in inglese

Di quest'opera sembra (vedi foto qui sopra) che esista anche un'edizione inglese: Lemagny, Jean-Claude (a cura di), Photographs of the classic male nude, Camera graphic press, New York 1975 (che non ho mai avuto per le mani). 

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Copertina del libro curato da Leslie

Leslie, Charles, Wilhelm von Gloeden, photographer. A brief introduction to his life and work, Soho, New York 1977 e JFL, New York 1980. 

Leslie ha dedicato molto tempo a ricostruire la vita di Gloeden, interrogando tutti i superstiti di quell'epoca che ha potuto raggiungere. 

Questo libro è lo splendido risultato di tale sforzo: metà biografia, accurata e approfondita, metà scelta d'immagini, molte delle quali inedite, tutte di attribuzione certa. 

Un libro prezioso per le immagini che pubblica, e indispensabile per la ricerca biografica che propone, che si legge come un romanzo. Purtroppo l'interesse soprattutto biografico ha portato l'autore a trascurare di riferire il numero di catalogo delle immagini da lui pubblicate.

Un'aggiunta a tale ricerca, un saggio sugli stranieri omosessuali a Taormina a cavallo dei due secoli (Charles Leslie, Wilhelm von Gloeden, 1856-1931. A memory of Taormina), si può leggere online nel sito della Leslie-Lohman foundation. 

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Copertina del libro curato da Marzullo

Marzullo, Angelo, Per W. von Gloeden [sulla copertina: Angelo Marzullo... per von Gloeden], Comune di Taormina (Studio tipografico, Roma), 1981. 

Opuscolo di rielaborazioni grafiche d'immagini di Gloeden, in bianco e nero. Nient'altro che una curiosità bibliografica.

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Copertina di Messina e Reggio

AA.VV. , Messina e Reggio prima e dopo il terremoto del 28 dicembre 1908, Società Fotografica Italiana, Firenze 1909. Anche in ristrampa anastatica, Libreria Bonazinga, Messina  1977.

Ponderoso volume edito per raccogliere fondi per le vittime del terremoto di Messina del 28 dicembre 1908. Gloeden contribuì donando diverse fotografie, per lo più di "tipi siciliani". Si veda alle pagine 335-340 e 346. L'occasione giustificò una scelta molto "documentaristica", ovviamente senza alcun nudo.

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Copertina di ''Sicilia mitica Arcadia''

Mirisola, Vincenzo e Vanzella, Giuseppe (a cura di), Sicilia mitica Arcadia. Von Gloeden e la "Scuola" di Taormina, Edizioni gente di fotografia, Palermo 2004. 

Nel panorama delle pubblicazioni sempre più numerose su Gloeden & c. questo libro si presenta come un colpo di cannone: per il formato (in-quarto grande), per la confezione lussuosa (bicromia, copertina rigida, sopraccoperta) e per la cura meticolosa della stampa (nitidissime le immagini), cosa che se non altro giustifica il prezzo decisamente non "popolare" (44 euro). Ma è una cannonata che rischia di dover fare i conti con una polvere da sparo bagnata dal solito, vecchio, imbarazzante tema in cui s'inciampa sempre parlando di Gloeden: l'omosessualità. 

I curatori di questo volume, che sono tra i migliori studiosi della fotografia d'epoca in Sicilia, hanno intrapreso l'opera meritoria di ricostruire il contesto dei fotografi operanti a Taormina negli stessi decenni di Gloeden, soprattutto Giovanni Crupi (1859-1925) e Gaetano D'Agata (1883-1949), ma anche altri. Fotografi per lo più di paesaggi (per cartoline turistiche) e di scene "di genere". Che però non disdegnarono qualche nudo maschile, anche se per lo più insipido e mancante della trasfigurazione poetica del desiderio erotico verso il corpo maschile, che fu il tratto caratteristico di Gloeden (e sarà stato forse perché Gloeden era gay e loro no...?). 

Molti dunque i paesaggi e i "tipi siciliani" di questo libro: chi cerca una pubblicazione sui nudi di Gloeden non inizi da qui. Intendiamoci, le foto sono splendide, splendidamente scelte e splendidamente stampate. Ma il nudo occupa solo una sezioncina (pp. 41-56); il resto è un'analisi di storia della fotografia per capire Gloeden, dato che egli apprese a fotografare proprio a Taormina (da Giuseppe Bruno, come si premurò di farci sapere egli stesso), anche se i curatori qui negano seccamente che il maestro sia stato lui). Dunque, per capirlo è interessante osservare la produzione di Bruno, Crupi, dei suoi altri colleghi, e dei suoi imitatori. 

Ciò detto, passa in secondo piano il fatto che la scelta dei nudi sia piuttosto banale, trattandosi di scatti già editi altre volte e scelti fra i più "accademici" e innocui (a iniziare dalla copertina). 

Meno irrilevante è però che nei lunghi saggi iniziali, "La scuola di Taormina" di Vincenzo Mirisola" (pp. 8-13) e "Il fuoco di Taormina" di Giuseppe Vanzella (pp. 16-39, utile sintesi biografico-artistica), i due curatori rivelino atteggiamenti opposti rispetto all'aspetto omosessuale dell'arte di Gloeden. 

Se Vanzella riconosce senza problemi l'aspetto erotico e a tratti perfino grassoccio del buon Gloeden, e la cosa non lo turba, Mirisola è al contrario soffocato da un rigurgito di omofobia che gli rimane di traverso, spingendolo a negare con vero furore che possa esistere una mostruosità quale un'arte omosessuale: 

"Si è parlato molto - troppo, a mio parere - dell'omosessualità di von Gloeden, e dell'influenza che questa ha avuto sulla sua produzione artistica.  
Guardare alla persona, considerane vizi e virtù, inclinazione e comportamenti, scandagliarne la vita privata per trovare una giustificazione alle immagini, è un modo sbagliato e forviante (sic) di accostarsi all'arte. In arte, e in fotografia, valgono le opere, e solo queste hanno importanza, l'invenzione di forme e la materia plasmata e modellata dalla luce. 
Dire che l'estetica di Gloeden è un'estetica omosessuale, è negare gli stessi valori fondanti dell'arte (sic!) 
Essa non ha sesso, non esiste un'arte maschile o femminile, e dunque (sic) non esiste nemmeno un'arte omosessuale. Neanche in un piccolo centro lontano dai fermenti culturali, come la Taormina di fine Ottocento, si avevano questi preconcetti. 
Nella sua residenza, meta di innumerevoli visitatori di tutto il mondo, alcuni (sic!) dichiaratamente omosessuali, von Gloeden non diede mai scandalo [falso - NdR]. Era intimo amico del parroco di Castelmola, e i suoi ospiti erano spesso sistemati presso i frati del vicino convento di San Domenico [che però all'epoca non abitavano più lì: il convento era stato espropriato ed era - come è - un semplice hotel. NdR]. 
I taorminesi sorridevano della sua eccentricità e tolleravano le sue piccole manie, rispettosi della diversità e di quella che intuivano essere una grande individualità d'artista" (pp. 9-11).
Ma se la cosa è tanto irrilevante, perché allora in copertina è stato messo un maschietto seminudo di Gloeden, invece di un bel carretto siciliano di D'Agata o un panorama di Crupi con l'Etna fumante?  
Vuoi vedere che alla fine, l'erotismo la sua importanza ce l'ha... magari solo per smerciarli, i libri d'arte?  
Fooorse è così...

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Copertina del libro curato da Mussa

Mussa, Italo (a cura di), Wilhelm von Gloeden, Malambrì, Taormina 1980. 

Catalogo d'una mostra taorminese su von Gloeden intitolata "L'innocenza morbosa dell'occhio fotografico di Wilhelm von Gloeden" (e questo è il titolo che appare anche nel frontespizio). 

Pochi i nudi veri e propri, a cui sono preferiti ritratti, bozzetti di genere e paesaggi, per dare di Gloeden l'immagine più castigata che fosse possibile (poi però in copertina è stato messo un nudo, chissà perché).

In compenso le opere hanno provenienza certa (la collezione Malambrì, cioè l'archivio di Gloeden), e riportano addirittura il numero del catalogo di Gloeden. Anzi, una dozzina di pagine è dedicata (caso all'epoca unico) a riprodurre i fotocataloghi di Gloeden, cosa che mi ha permesso il riconoscimento di decine e decine di foto non ancora edite a stampa.
Questa è insomma un'opera che se può dare forse poche soddisfazioni all'utente qualsiasi (uno strano formato quadrato a metà fra -quarto e -ottavo, stampa a due colori ma scadente, con una fastidiosa viratura giallognola), è in compenso utile allo studioso.
 

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Copertina del libro curato da Mussa 2

Mussa, Italo (a cura di), Wilhelm von Gloeden. Photograph, Galleria del Levante, Munchen-Milano 1979.  

Catalogo (in-quarto) d'una mostra su von Gloeden, tenuta a Milano e in Germania, con testo in tedesco e italiano che racconta brevemente la storia del fotografo. 

Mediocre la stampa, (mal) eseguita in bianco e nero, e oltre tutto usando un inelegante inchiostro rosso-brunastro, che male imita la viratura seppia.  

In compenso non è banale la scelta, che propone foto mai più o comunque poco viste da allora, e che non è inquinata da opere d'autori diversi da Gloeden. La collezione su cui si basò la mostra fu infatti creata in epoca relativamente tarda (dopo il 1907) come si capisce dal fatto che è ricca di scatti dell'ultima produzione di Gloeden (1907-1914), che sono più rari di quelli meno tardi. Per questo motivo la consultazione rimane comunque interessante. 

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Frontespizio della Scribner's magazine

Neville-Rolfe, Eustace, A Pompeiian gentleman's home life. The recently excavated house of "A. Vettius", "Scribner's magazine",  XXII 1898,  March, pp. 277-290. 
Un articolo sulla Casa dei Vetti, a Pompei, da poco scoperta, illustrata con immagini di Plüschow, che piazza ragazzotti discinti in costume pseudo-romano nella villa (uno di loro è un modello di Gloeden, evidentemente in gita dal cugino). A mezza strada fra ricostruzione artistica e kitsch. 
[La scansione di tutte le pagine è online su WikiCommons. L'annata con l'intero articolo è invece online qui.]. 

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Copertina da Private case n. 11

Plüschow, Wilhelm von, "Privat case" n. 21, H B Wilson DMK Co, Cheb (Cecoslovacchia) 1999.

Numero monografico di rivista dedicata all'erotismo, priva di testo d'accompagnamento (se si eccettua una paginetta di prefazione), che presenta oltre un centinaio di fotografie di Wilhelm von Plüschow, fra le quali molte mai pubblicate altrove (interessante la serie scattata durante il viaggio in Nordafrica). Il formato è quello del volume rilegato, in-ottavo, con copertina cartonata.
Pubblica molti nudi, sia maschili che femminili, ma anche paesaggi e ritratti.

Purtroppo la rivista non ha finalità storiche, e quindi finisce per pubblicare accanto a foto certamente di Plüschow (segnalando correttamente il timbro e il numero di catalogo laddove siano disponibili) anche alcune foto di Wilhelm von Gloeden e non meno di cinque di Giuseppe Bruno, oltre tutto firmate, il che segnala che questo non può essere usato sempre come testo di riferimento autorevole.
D'altro canto si nota che l'antologia fu messa insieme con buon discernimento critico, tant'è che le foto di Gloeden presenti sono tutte opere minori e poco note di "tipi siciliani" in costume, mentre non appare nessuno scatto dei modelli presenti nelle immagini più celebri. 

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Copertina del libro curato da Pohlmann

Pohlmann, Ulrich, Wilhelm von Gloeden - Sehnsucht nach Arkadien, Nishen, Berlin 1987. 

Questo libro in-quarto, nonostante l'apparenza esteriore elegante ma dimessa, è stata in assoluto l'opera migliore mai pubblicata su Gloeden prima di Auch ich in Arkadien.
Ben 160 le pagine, splendida la stampa in bicromia, nitidissime le immagini riprodotte, ricchissimo l'apparato critico, esaustiva la scelta (che spazia dal paesaggio al nudo), scrupolosamente esatte le attribuzioni (con tanto di numero dal catalogo di Gloeden)...

Addirittura strepitoso il corposissimo (una sessantina di pagine!) saggio biografico-critico iniziale, purtroppo solo in tedesco, che con teutonica meticolosità raccoglie dati e fotografie, cataloga, confronta, analizza, documenta... Come è possibile verificare anche a chi, come me, non parla il tedesco, grazie agli estratti che sono stati tradotti e pubblicati online: uno in inglese, e l'altro anche in italiano. 

Vi è analizzata non solo la vita e  l'opera di Gloeden e le fonti a cui s'ispirò, ma anche la vicenda dei principali artisti stranieri (soprattutto omosessuali) che videro nell'Italia ottocentesca una nuova "Arcadia" (soprattutto sessuale) fonte d'inesauribile ispirazione "classica". Fra costoro, ovviamente, anche Wilhelm von Plüschow.

Un libro di cui è impossibile parlare troppo bene.
I nudi sono in realtà pochi, ma in questo che va considerato un "saggio illustrato" la cosa è, per una volta, giustificata, visto che lo studioso intendeva documentare storicamente e criticamente tutti gli aspetti della produzione di Gloeden, inclusi quelli che oggi non interessano più al pubblico.

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Copertina del libro di Pohlmann su Plüschow

Pohlmann, Ulrich (cur.), Guglielmo Plüschow (1852-1930) - Ein Photograph aus Mecklenburg in Italien, NWM, Grevesmühlen 1995.

Catalogo d'una mostra organizzata, basandosi su una collezione privata, nel "castello" (cioè palazzo) della famiglia Plüschow, la prima ad essere organizzata con intenti filologici. La stampa del libro è buona.

Il pregio del catalogo è che fornisce un campionario ragionato dell'enorme (oltre 12.000 scatti in Italia, più un paio di migliaia in Algeria) produzione di Plüschow, sul quale le informazioni erano talmente confuse che ne era addirittura stata messa in dubbio l'esistenza. Vi appaiono nudi maschili e femminili, foto "antiquarie" in località archeologiche, e foto scattate in ville della campagna romana.

Poco o nulla si è salvato del fotografo nel palazzo di famiglia, assai poco felice d'essere associata a lui dopo la sua condanna per prossenetismo nel 1907.
Il curatore della mostra ha comunque scritto una bella introduzione in tedesco ricca di dati,
che è disponibile anche online (il che permette di farla tradurre da "Google translator").

L'unico difetto del libro è che non riporta la numerazione originale delle foto bensì quella della collezione privata in cui si trovavano, rendendo impossibile la loro collocazione nel catalogo di Plüschow. Peccato, visto che un numero consistente di questi scatti è apparso unicamente qui. Ciononostante, quest'opera si colloca per ora fra i tre o quattro testi fondamentali su "Guglielmo" Plüschow.

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Copertina del libro curato da Puig

Puig, Herman (a cura di), Von Gloeden et le XIXe siècle, Puig, Paris 1977.

Un'opera pioniera, dedicata ai fotografi italiani pionieri del nudo maschile: Marconi, Plüschow, Galdi, Gloeden e altri. Risente dell'impostazione di moda all'epoca, ossia quella dei "cataloghi di belle foto da sfogliare distrattamente", senza l'"impaccio" di testi.

Formato in-quarto, buona la stampa in b/n con inchiostro color seppia, senza testo. 

Interessante la scelta, corrette le attribuzioni delle foto. 

Per quell'epoca fu certamente un libro "filologico", cosa che nonostante tutto lo rende utile ancor oggi.

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Copertina di De Taormina a Barcelona

Puig, Herman (a cura di), De Taormina a Barcelona. Von Gloeden, von Pluschow, Galdi / Anonimo, Herman Puig, Editorial Mayoría, Madrid 1979.

Il curatore di quest'opera, oggi piuttosto rara, aveva accesso all'immensa collezione della mitica Galleria Texbraun di Parigi, a cui attinse liberamente per mettere insieme quest'antologia, ricca d'immagini altrimenti inedite.
Più che il precedente, questo libro risente dell'impostazione dell'epoca in cui fu creato. Vi è solo una generica, rapsodica e inutile introduzione in spagnolo, per poi passare a presentare le foto, divise per autore, ma prive di numero di catalogo o di qualsiasi altro dato. (Ed oggi sappiamo che le foto presentate qui come di "Anonimo" furono in realtà scattate da Plüschow ad Algeri fra il 1911 e il 1914).

La stampa è buona, ma a tutte le foto è stata imposta d'autorità una viratura fra il giallognolo e il marroncino che, lungi dall'arricchire il prodotto, gli conferisce una patina di monotonia.

In coda, Puig aggiunge una serie di foto di nudo scattate da lui, prive di qualsiasi legame col resto dell'opera, fosse anche solo d'ispirazione, dato che si basano totalmente su un'estetica americana anni Settanta. Un'aggiunta del tutto inutile.

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Copertina - Ritratti di Gloeden - Collezione Raimondo Biffi  Copertina alternativa dello stesso libro

Ritratti di von Gloeden. Con una nota autobiografica, Edizioni dell'Elefante, Roma 1964. 

La prima opera che segnalò al mercato editoriale la riscoperta di Gloeden dopo l'oblio seguito alla sua morte. Rarissima (edita in 200 esemplari numerati), ne ho potuto consultare una copia alla Biblioteca Nazionale di Firenze.
Per qualche motivo fu edita con due diverse copertine (un giovane nordafricano con sigaretta in bocca e una bimba con fiori). La confezione (copertina cartonata ricoperta di stoffa, pagine con barbe non tosate) è chiaramente pensata per il mercato del collezionismo.

Non osa pubblicare alcun nudo maschile, ma solo undici ritratti, sia maschili che femminili, più un nudo (ovviamente, femminile).

Propone anche un breve quanto prezioso scritto d'autopresentazione dell'autore, proposta niente affatto banale, per l'epoca.

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Copertina del libro

Ruggiero, Corrado (a cura di), Le bambine di Plüschow, Colonnesse, Napoli 1982.

Nonostante il titolo da trigger warning, fortunatamente nessuna modella qui è in età infantile: il libriccino, in-ottavo piccolo, contiene semplicemente 16 nudi femminili di Wilhelm von Plüschow (1852-1930).

L'opera, edita in un periodo in cui ancora non si sapeva nulla su questo fotografo (e lo dimostra l'introduzione, che si limita a dire che lo sguardo del fotografo sulle "bambine" innocenti è innocente esso stesso -- certo, come no!), è nata aspirando a diventare rarità bibliografica (in 500 copie numerate); ciononostante non gode della cura che libri di questo tipo avrebbero avuto negli anni successivi.

La stampa è infatti abbastanza dozzinale, le foto sono tutte in bianco e nero, virate nella stessa tonalità di marroncino che vorrebbe imitare il seppia, con un fregio in inchiostro metallico in princisbecco di sapore vagamente Liberty...

Insomma, libretto da sfogliare, interessante in quanto unico a considerare monograficamente la produzione di Plüschow diretta al mercato eterosessuale, ma di scarso valore per la ricerca storica (anzi, a naso direi che alcune foto qui pubblicate siano semmai di Vincenzo Galdi).

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Copertina di Visual Communication

Russel, Bruce , Wilhelm von Gloeden, Wilhelm von Plüschow. Two photo essays. -- I Von Plüschow: toward a definition of his canon. -- II Von Gloeden: a reappraisal. In: "Visual communication", IX, spring 1983, n. 2, pp. 57-80. 

Questo fu il primo studio a tentare, e con successo, di separare attribuzioni e informazioni su Gloeden e  Plüschow. 

La parte del leone la fa comunque un lungo saggio su Gloeden, che mette in relazione il suo lavoro con quello degli artisti contemporanei (pittori e fotografi), e ribatte ad alcune letture critiche precedenti (in particolare a quella di Barthes). 

Splendide le foto, a piena pagina, ottimamente stampate, e in buona parte inedite. 

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Copertina del libro curato da Schickendanz

Schickendanz, Hans-Joachim (a cura di), Wilhelm von Gloeden. Akte in Arkadien, Harenberg, Dortmund 1987. 

Un'ottantina di foto, scelte con oculatezza (mancano finalmente le "intrusioni" altrui).  

Il formato è quello della cartolina, la stampa (seppiata) è discreta, ma le ridotte dimensioni penalizzano un po' l'insieme. Non viene riportato il numero di catalogo delle foto. Inoltre la scelta non è particolarmante originale: quasi tutti questi scatti sono apparsi, prima o poi, anche altrove.
Infine, l'editore si è preso delle libertà, rifilando ai margini alcune foto e addirittura tagliandone qualcuna per pubblicare solo il dettaglio (per es. a p. 65 e 71). Tutto sommato, un'opera piuttosto superata, ormai.

Propone però un saggio finale in lingua tedesca.

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Frontespizio (1903)

Die Schönheit, Erste Jahrgang, Die Schönheit, Liepzig 1903 (a cura di Karl Vanselow 1877-1959).
Raccolta in volume della prima annata di una rivista fotografica sulla "bellezza".
Pubblica scatti di Gloeden (in genere ritratti e nudi casti) alle pagine 11, 103, 127, 149, 197, 271, 275, 333, 407, 451, 467, 519, 571, 579, 595, 617, 627, 645, 671, 679, 723, 727.
Altre annate della rivista che pubblicano foto di Gloeden sono: III 1906, pp. 107, 115, 169, 511, 601, 733. IV 1907, pp. 227, 459, 481. V 1908, p. 109. VI 1909, pp. 199, 239, 295, 299, 375. VIII1911, p. 275. IX 1912, p. 447.

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Stratz, Carl Heinrich (1858-1924), Der Körper des Kindes für Eltern, Erzieher, Ärzte und Künstler. Mit 187 in den Text gedruckten Abbildungen und 2 Tafeln, Enke, Stuttgart 1903. 

Studio medico-scientifico sullo sviluppo del corpo del bambino, composto soprattutto di testo, ma illustrato anche con disegni, grafici e fotografie, le quali ultime non sempre riescono a togliere il sospetto che l'opera ogni tranto strizzi l'occhio a un lettore con gusti un po' pedofili.
Contiene diverse immagini di Plüschow, e qualcuna di Gloeden, pubblicata a nome di Plüschow.
Il testo è online e scaricabile sull'Internet archive.

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Copertina dell'opuscolo

Turner, Jonathan (a cura di), Baron Wilhelm von Gloeden. A portfolio, Galleria il Ponte, Roma s.d. ma 1998.

Cataloghino di 16 pagine, che accompagnò la mostra (novembre-dicembre 1998) di otto ristampe di foto di Gloeden in grande formato, all'epoca inedite, ma ripubblicate tutte nell'opuscolo seguente.
Insignificante il testo (in italiano e inglese), mediocre la stampa. Giusto una curiosità bibliografica.

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Copertina del libro curato da Turner

Turner, Jonathan (a cura di), Baron Wilhelm von Gloeden (1856-1931), Martin Brown Fine art, Sydney 1999. 

Opuscolo (32 pagine) in-quarto, catalogo d'una mostra che mescolava opere di Gloeden e rielaborazioni di nostri contemporanei. Il curatore è palesemente più interessato ai - e informato sui - contemporanei, il commento non dà quindi informazioni nuove.

In compenso alcune foto sono inedite o poco viste, specie una serie di negativi di 30x40 cm trasposti su carta, evidente tentativo (da parte di Gloeden) di evolversi, rispetto alle ingombranti lastre di vetro, e di cui per la mostra è stata operata una ristampa (che essendo riproduzione d'una riproduzione risulta specchiata - in controstampa - rispetto al negativo originale su vetro).

Stampa in bicromia, dignitosa ma non eccelsa.

Non sono peraltro entusiasta delle rielaborazioni contemporanee qui proposte, che a mio parere nulla aggiungono e semmai molto tolgono alle opere originali.

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Copertina del libro curato da Wedemeyer

Wedemeyer, Manfred (cur.), Jünglinge in Arkadien. 49 Photographien von Wilhelm von Gloeden aus der Sammlung Christoph Niess, Jüptner, Westerland (Sylt) 1991.

Catalogo (opuscolo spillato, formato A4) per una mostra di 49 foto d'una collezione privata. Risente purtroppo di tutti i difetti tipici di quegli anni, quando proporre una sequenza di "belle immagini" da sfogliare era già considerata sufficiente per "accontentare" i lettori.

Manca infatti un testo scritto, a parte una paginetta d'introduzione del curatore. La stampa è mediocre, monocromatica, su carta non patinata color marrone chiaro, e con inchiostro marrone.

Infine, le immagini sono scelte senza nessun criterio che non sia l'appartenenza alla collezione: così Galdi, Plüschow e Gloeden si alternano allegramente, senza alcuno sforzo di distinguerli (e forse senza neppure la percezione del fatto che si trattasse in realtà di tre artisti diversi, visto che l'intera collezione è attribuita a Gloeden).

Unico aspetto che salva il libro è il fatto che alcune immagini non sono più apparse in pubblicazione da allora; per il resto si tratta solo d'una testimonianza su come Gloeden fosse considerato, e trattato, negli anni Novanta del secolo scorso.

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Copertina del libro curato da Weiermair

Weiermair, Peter (1944-2021) (a cura di), Wilhelm von Gloeden [in copertina: Erotic photographs], Taschen verlag, Köln 1994. (Anche in versione tedesca: Weiermair, Peter (a cura di), Wilhelm von Gloeden. Erotische photographien, Taschen verlag, Köln 1993, che differisce solo per la lingua del  testo). 

Copertina del libro curato da Weiermair, edizione economica

Weiermair, Peter (1944-2021) (a cura di), Wilhelm von Gloeden, Taschen verlag, Köln 1996. [Edizione softcover della precedente. Cambia unicamente la copertina]. 

Una graziosa scelta delle foto di Gloeden, con prefazione in inglese, francese e tedesco. Poche le foto di Plüschow "intrufolate" ma, particolare rivelatore, nell'edizione softcover l'immagine di copertina (qui sopra riprodotta) è proprio di Plüschow. Segno questo del maggiore "impatto" visivo (leggi: erotico, anzi sessuale) delle foto del cugino di Gloeden. 

Formato in-quarto piccolo, buona la stampa in bicromia, sciupata a volte dal fatto che certe immagini si direbbero (ahimé) riproduzioni di riproduzioni; ottimo comunque il rapporto qualità/prezzo. 

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Copertina del libro su Plueschow

Weiermair, Peter (1944-2021) (a cura di), Guglielmo Plüschow, Taschen verlag, Köln 1994. 

Quest'opera si segnala per essere stata il primo libro rivolto al grande pubblico dedicato al'opera del fotografo tedesco Wilhelm von Plüschow (1852-1930), fin lì edito sempre e solo in combinazione (e troppo spesso in totale confusione) con Wilhelm von Gloeden, suo contemporaneo nonché lontano parente.

L'editore ha addirittura predisposto tre edizioni diverse (in inglese, francese e tedesco, oguna col sottotitolo "Fotografie erotiche" in copertina), ciascuna con un bel saggio introduttivo di Weiermair e una bibliografia. Se la lingua differisce a seconda dell'edizione, la numerazione delle pagine e la scelta delle fotografie sono però identiche per tutti e tre i volumi.
Il costo, al momento della pubblicazione, era particolarmente conveniente, specie in considerazione del fatto che la grafica era più che dignitosa e la
stampa in bicromia, buona.

Allo scopo di allargare uteriormente il mercato, il libro contiene un'ampia proporzione di nudi femminili.

Qualcosa è però andato storto nella selezione, perché Weiermair, le cui capacità critiche sono indiscutibili, inglobò una decina di scatti che sembrerebbero d'altri fotografi, perlopiù nudi accademici di stile totalmente differente da quello di Plüschow (qualcuno si direbbe di Gaudenzio Marconi), oltre a uno scatto di Vincenzo Galdi, sulla via Appia.
Purtroppo la scelta (poco felice) di non indicare né numeri di catalogo, né l'eventuale presenza o meno d'un timbro sui positivi, non permette di capire come abbiano fatto queste foto a finire nel libro
.

A parte questo limite, comunque, l'opera si segnala per la pubblicazione d'una larga percentuale di scatti mai più apparsi in opere successive, che quindi è possibile vedere soltanto qui. Ne è quindi comunque utile la consultazione.

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Copertina del libro a cura di Zannier

Zannier, Italo (1932-viv.), Wilhelm von Gloeden. Fotografie. Nudi, paesaggi, scene di genere, Alinari, Firenze 2008.

Questo catalogo di grandi dimensioni (in-quarto) si basa sulle opere conservate nella collezione già di Pancrazio Buciunì, acquistata prima dal gallerista napoletano Lucio Amelio e, alla sua morte, dalla Fondazione Alinari di Firenze (che ha commercializzato a lungo stampe tratte dalle lastre negative originali superstiti). (Oggi è stata acquisita dalla Regione Toscana ed è in attesa di una collocazione definitiva).
La stampa è buona, la scelta interessante, e la provenienza è una volta tanto certa. Anche il prezzo è equo.

Alle stampe della collezione Alinari il curatore ha aggiunto un  nucleo tratto dalla collezione d'opere di Gloeden e Plüschow conservata presso la Collezione Bertarelli al Castello Sforzesco di Milano, che è la più importante collezione consultabile dal pubblico in Italia (quella Alinari nel 2023 era inaccessibile per trasloco della sede, in attesa d'essere resa disponibile dalla Regione Toscana, che l'ha acquisita dopo la débacle della Fondazione Alinari). Ottima idea.

L'unico neo è costituito dal fatto che questo libro è costruito secondo la vecchia concezione del "catalogo di belle immagini di sfogliare distrattamente", riducendo al minimo la parte di studio e commento.

La cosa è aggravata dal fatto che la Fondazione Alinari ha tentato per un periodo (che include quello in cui questo libro è stato pubblicato) d'imporre come nuovo standard degli studi la propria catalogazione interna, trascurando quella originale di Gloeden. Perciò di tutte le foto viene dato sempre il numero di catalogo delle collezioni Alinari e mai quello di Gloeden, rendendo di fatto inutile quest'opera per lo studioso.
Peccato, perché è un bel libro


 
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Nota : chi possedesse dati bibliografici e immagine di copertina di opere su Gloeden non incluse in questa lista farà cosa gradita inviandomele. 
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[Fare clic qui per la parte 2 - Opere di narrativa e saggistica]. ---> 
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 [Fare clic qui per l'indice delle pagine su Gloeden nel presente sito]. 
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L'autore ringrazia fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su persone, luoghi e fatti descritti in questa scheda biografica, e chi gli segnalerà eventuali errori contenuti in questa pagina.

Note 

[1] Ecco altri libri di cui ho solo la notizia bibliografica, ma che non ho mai consultato di persona (l'invio dell'immagine di copertina e di qualche dato, da parte di chi ne possedesse copia, mi sarà gradita): 

***
***
Copertina di Fotografias del desnudo clasico masculino.

Gloeden, Wilhelm von, Fotografías del desnudo clásico, Colectivo Sol, México 1983. 
Portfolio con 15 tavole slegate, in maggioranza opera di Plüschow e Galdi. 
***
Gloeden, Wilhelm von, Wilhelm von Gloeden: Sizilianischer Jüngling. Celebrating 25 Years of The Schirmer/Mosel Publishing, Schirmer/Mosel, _____ 1999. 

(Portfolio di 15 stampe formato in-quarto grande).

***

Pilat, Bianca (cur.), Wilhelm von Gloeden c/o Guglielmo Plüschow, catalogo della mostra (Milano, Galleria d’arte contemporanea, 1987), Galleria d’arte contemporanea, Milano 1987.

*** 
Copertina di Les jardins interdits

Puig, Herman (cur.), Les jardins interdits - Puig, Paris, s.d. ma ca. 1985.
Portfolio con 24 fogli sciolti di foto di Gloeden, Plüschow e Galdi. In 500 esemplari. 

*** 
Copertina di ''The boys of Taormina'' 1

The boys of Taormina, s.i.t., 1970 circa, 48 pagine. 
Formato rivista (si direbbe un tentativo di vendere sul nascente mercato pornografico le opere di Gloeden, senza peraltro grande successo, a giudicare dal fatto che il vol. 2 non è mai uscito).
Contiene anche il saggio introduttivo di Ron Lenz, The boys of Taormina, vol. 1.
 

*** 
Copertina di ''The boys of Taormina'' 2

The boys of Taormina and the baron von Gloeden, s.i.t.
So solo che è una pubblicazione inglese (forse di Barrington?). Null'altro.

[2] Link a siti su von Gloeden: 

Catalogo numerico delle fotografie di Wilhelm von Gloeden. 
Su WikiCommons. Creato da me. Include solo foto il cui numero di catalogo di Gloeden sia noto. 

Andrew Calimach, Von Gloeden, pioneer of homosexual photography. 
Con enorme antologia di immagini. 

Fotografare la mitologia. Von Gloeden. 

Guglielmo Plüschow (1852-1930). Portfolio. 
12 belle immagini dal sito dedicato alla famiglia Plüschow e... al suo palazzo/castello. 

Mostra a Trieste (2002). 
Testo in italiano. 

Rêves siciliens / Sicilian dreams.  
Blog letterario, con brevi racconti su Gloeden e i suoi modelli sotto forma di falsi documenti d'archivio (lettere, diari), illustrati. 

Von Gloeden. 
Biografia, foto, links. In inglese. Gestito da un collezionista. 

Wilhelm von Gloeden's Arcady. Remarks on an obsessed carrer. 

[3].Cfr.:
V. Mor., Il nudo secondo il misterioso barone von Plüschow, "Corriere della sera", 19/12/1983.
Michele De Luca, Ma è esistito davvero Von Pluschow?, "Avanti", 17 gennaio 1984, p. 8.
Bianca Pilat (a cura di), Wilhelm von Gloeden c/o Guglielmo Plüschow, Galleria di arte contemporanea, Milano 1987.

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