![]() ![]() Abbadessa, Emanuela , È da lì che viene la luce, Piemme, Milano 2019.
La fiction è sempre stata, fin dall'esempio prìncipe di Peyrefitte, lo strumento per raccontare di Gloeden senza impegnarsi con nomi e dati, che avrebbero suscitato reazioni da parte delle persone della vita reale. Dunque era lecito aspettarsi che anche questo (ennesimo) romanzo su Gloeden contenesse qualche dato, fosse anche solo qualche pettegolezzo, sulla sua vita. Non è così. Pur dicendosi "ispirata" dalla sua vita, l'autrice non ha rispettato alcun dato biografico di Gloeden, e lo proclama sin dal fatto di avere ambientato la vicenda del protagonista del romanzo nel 1932, ossia un anno dopo la morte del fotografo. Il romanzo è fondamentalmente un innesto di Morte a Venezia di Luchino Visconti su Una giornata particolare di Ettore Scola, presentando un Artista (con governante lesbica) che viene distratto dalle fantasie erotiche sulle sue modelle dal turbamento causatogli da un ragazzotto diciassettenne, che diventa suo assistente e modello. Scoperto mentre gli ruba un casto bacio, viene punito da una squadraccia fascista, che lo picchia in modo tale da compromettere le sue già precarie condizioni di salute, portandolo alla morte. Praticamente nessun dettaglio sul modo di operare del protagonista del romanzo ha un riscontro nella vicenda reale di Gloeden. Oltre a ciò, l'aver trasposto negli anni Trenta, cioè in pieno fascismo, una vicenda accaduta, in ben altro clima politico e culturale, negli anni 1890-1907, rende la narrazione anacronistica (come lo sono vari altri dettagli, ad esempio la presenza dell'acqua corrente nella casa di una famiglia poverissima) e poco credibile. Non entro nel merito del romanzo in sé, ma dal punto di vista documentario e storico esso non ha il minimo valore: è, come dichiara l'autrice stessa, una sua libera fantasia.
Adams, Washington Irving Lincoln (1865-1946), In Nature's image, Baker & Taylor, NY 1898.
Se ne veda, alle pp. 61-70, il capitolo VI, dedicato al nudo in fotografia. Benché presenti una foto di Gloeden e una di Plueschow, nonché un breve e non banale giudizio critico su Gloeden (definito il più felice tra i fotografi contemporanei di nudo) l'interesse del brano sta per noi nel modo in cui esplicita la mentalità entro cui Gloeden dovette operare. Da un lato il nudo maschile viene qui giudicato come meno "problematico" e "offensivo" di quello femminile, dall'altro il soggetto ideale per il nudo sono giudicati, agli esatti antipodi del modo di pensare odierno, i bambini, che sono raccomandati a chi vuole scattare foto di nudo. Ciò dipende ovviamente dall'ottica vittoriana, e soprattutto pre-freudiana, che vede la donna come altamente sessualizzata in sé, l'uomo come poco "sessuale" a parte i genitali, e i bambini come "innocenti" e al di fuori della logica del sesso. L'intero volume è online e scaricabile dalla Open Library. ![]() Alù, Giorgia,
Pan, the saint and the peasant: Southern bodies imag(in)ed at the
turn of the nineteenth century, "Mediterranean studies", XIV
2005, pp. 203-224.
Studio accademico su Gloeden che non aggiunge nessuna notizia o nessuna interpretazione nuova. L'autrice è infatti unicamente interessata a verificare come sia possibile leggere le foto di Gloeden (e Plüschow), attraverso un filtro psicoanalitico e foucaultiano, quali esercizi di razzismo verso i ragazzi del Sud (in ciò trascurando la dimensione classista della loro opera). Molto spazio è dedicato alla “costruzione del sé attraverso lo sguardo dell'Altro”, e molto poco al significato sociale o artistico della produzione di Plüschow e Gloeden, trattati come se condividessero lo stesso sguardo e lo stesso approccio: “The look from the place of the other” , as Lacan calls it, allows the artist to recognize himself in the desired Other and, at the same time, to distance himself from it. Therefore, the homoeroticism of his photographs works as a strategy to reconstruct his ego and protect it from fragmentation”. (p. 215).La conclusione dello studio è che: “Through the camera, the Southern body becomes both a represented and a representing object. At the same time, through the Other's body the photographer can construct his relationship with the world and his perception of it. The artist projects his fears and fantasies of what and who is alien onto the Other's body; he can also play and re-play his own anguish, perplexities and anxieties”. (p. 221).Inutile per lo studioso di Gloeden. ![]() Sguardo (malinconico) sugli ultimi anni di Gloeden, e bilancio della sua arte, giudicata positivamente. Ho messo online questo brano nel presente sito. Bell, Alexander Graham (1847-1922), A country where going to America is an industry, "National geographic magazine", december 1909, pp. 1063-1102. Reportage sull'emigrazione
siciliana negli Usa, con 27 foto di Gloeden, alcune delle quali mai viste
altrove. Non parla di Gloeden, si limita ad utilizzarne le foto. L'intero numero della rivista è online sul sito del "Biodiversity trust". ![]() Boisard, Auguste (secc. XIX-XX), Taormina la divine, "Le Monde illustré", 4 juillet 1903, p. 147-150. L'articolo
è in teoria su Taormina, ma l'autore si sofferma per una
pagina buona a descrivere la sua visita allo studio di Gloeden, dove in
assenza dell'artista è ricevuto da Pancrazio Buciunì (che gli mostre le
foto di nudo che Gloeden gli aveva scattato). Il testo originario è online, assieme al resto del numero, su Gallica.fr. ![]()
Bolognari,
Mario, I ragazzi di von Gloeden. Poetiche omosessuali e rappresentazioni
dell'erotismo siciliano tra Ottocento e Novecento, Città del
Sole Edizioni, Reggio Calabria 2012.
La migliore e più completa opera storica su Gloeden e sulla Taormina del suo tempo attualmente esistente. Bolognari, Mario, "Taormina and the strange case of Baron von Gloeden", in:
Lorenzo Benadusi, P.L. Bernardini, E. Bianco, e Paola Guazzo (curr.), Homosexuality in Italian literature, society, and culture, 1789-1919,
Cambridge Scholars Publishing, Newcastle Upon Tyne 2017, pp. 155-183
.[Questo è solo un "segnaposto", in attesa di trovare
il tempo per recensirla].
Boss, Mrs George C. Jr, Sicily, the battle-field of nations and of nature, "National geographic magazine", January 1909, pp. 96-118. Il testo è illustrato da foto acquistate in Italia dalla moglie di Alexander Graham Bell, che purtroppo ebbe l'idea geniale di firmarle tutte come proprie. Almeno sei sono certamente di Gloeden, ma forse le immagini da attribuire a lui sono di più. L'intero numero della rivista è online sul sito del "Biodiversity trust".
Calogero, Lorenzo, Taormina la trasgressiva! Ovvero: l'origine del "mito Taormina", "Quaderni taorminesi"; ca. 2000, pp. 35-38.
Di quest'opera ho potuto consultare solo una fotocopia, a cui mancava l'indicazione dell'anno, che comunque dovrebbe essere il quinto (verso il 2000). Si tratta di un articolo la cui importanza consiste nel prendere infine atto, in una rivista rivolta a un pubblico locale, dell'importanza del turismo omosessuale (e quindi dell'immagine propagandata per il mondo da von Gloeden) per gli inizi delle fortune turistiche di Taormina.
Per
il resto, Calogero riferisce le vicende basandosi sul solo romanzo di
Peyrefitte quale fonte storica. D'Agostino, Carlo (sec. XIX-sec. XX), Il barone Guglielmo von Glöden, "La Rondine mensile artistica letteraria mondana", anno III, nn. 5-6, maggio 1928, s.i.p. L'ultimo omaggio d'una rivista (un bollettino turistico taorminese) a un Gloeden sempre più visto come un avanzo del passsato. Ho ripubblicato il testo nel presente sito.
Cust, Robert
H. Hobart (1861-1940), Photographic studies, illustrated by Guglilemo Plüschow
and Count von Gloeden, "The photogram", XLI-XLII, n. 41, London 1897,
pp. 129-133 (prima parte), e Un
vero e proprio saggio sul nudo in fotografia, che utilizza come
esemplificazione le foto di Gloeden e Plueschow. Palesemente l'autore
ha preferenze sessuali per i ragazzi, ma cerca di proporre un discorso
oggettivo, soprattutto per spezzare una lancia a favore dell'idea che
la fotografia possa essere arte, e in particolare il nudo offra
occasioni molto sottovalutate di produrre il Bello. Ho pubblicato testo e traduzione di entrambe le puntate nel presente sito.
Essebac,
Achille (Achille Bécasse, 1868-1936), L'élu,
chapitre VI, Chamerot & Renouard, Paris 1898. Al
riparo dell'apparenza della finzione narrativa, il romanzo descrive
al capitolo VI la baraonda di "ragazzi di vita" che vanno e
vengono dallo studio d'un fotografo omosessuale di Roma, che è
palesemente Plüschow
. Essebac
lo aveva evidentemente frequentato, come si giudica da dettagli che
appaiono anche in altri suoi romanzi (come la descrizione in
Partenza...vers
la beauté!
dei ragazzi ciociari a Roma, a poca distanza
dallo studio di Plüschow,
che infatti non a caso li utilizzò come modelli, nel loro
caratteristico costume, nelle sue foto). Ho tradotto e pubblicato il brano nel presente sito. Taccuino di viaggio in Italia di un omosessuale molto appassionato di adolescenti. Visitando Roma descrive la scalinata su cui si offrono i "modelli per artisti" ciociari, e commenta la produzione di foto di nudo maschile venduta dai negozi di via Sistina. Curiosamente, trova o troppo effeminati o troppo bestiali i modelli di Gloeden, mentre va in visibilio per i "ragazzi di vita" di Plüschow (che egli frequentò, vedi la voce precedente). Ho trascritto e tradotto in italiano questa parte nel mio sito, qui. ![]() Faeta, Francesco,
Wilhelm von Gloeden. Per una lettura antropologica delle immagini,
"Fotologia" (Alinari, Firenze), vol. 9, 1988, pp. 88-104.
L'autore ha, nel 1984, interrogato sulle pratiche omosessuali la generazione di taorminesi che conobbe Gloeden (compreso un suo amante per due anni, V. L. P. , nato nel 1910). Purtroppo il taglio del saggio è di tipo strettamente antropologico, quindi, pur contenendo qualche intrigante frustolo delle
risposte, l'autore è meno interessato a raccontare cosa ne pensavano i
suoi testimoni dell'omosessualità e di Gloeden, e più a confrontare, in
un approccio accademico, cosa ne pensavano Roland Barthes o
Michel Foucault.
Falco, Giuseppe (1875-1941), Su alcune anomalie sessuali, "Rivista di medicina legale e giurisprudenza medica", 1919, pp. 100-106 e pp. 133-137. Con una tavola f.t. Saggio medico-legale interamente
dedicato al caso di Wilhelm
von Plüschow (qui citato come "G. P.").
L'autore ha chiaramente letto la sentenza del processo, dato che ne cita alcuni estratti, ma non si è basata solo su quella, visto che fornisce ulteriori dati, alcuni dei quali ignoti (per esempio, un problema con la polizia a Roma nel 1898). Purtroppo solo la prima metà del documento parla del caso, la seconda essendo dedicata a un esame morfologico dei modelli, alla ricerca di eventuali "tare degenerative" sui loro organismi (!), basandosi sull'esame delle foto sequestrate, consegnate al Museo di criminologia di Roma, nel quale si trovano tuttora.
Gippius,
Zinaida (1869-1945), Una serata presso il barone G., "Babilonia",
febbraio 1999, pp. 62-63.
Tradotta dal russo da Paolo Galvagni, ecco la descrizione d'una serata trascorsa nel 1899 da una scrittrice lesbica presso von Gloeden, a Taormina. Rivela l'atteggiamento "folcloristico" e "colonialista" con cui Gloeden interagisce coi ragazzi indigeni, ma anche il clima di sogno di cui aveva saputo ammantare la sua permanenza in Sicilia, trasformando gli indigeni in esotiche (ed erotiche) comparse. L'ho
messa online nel presente sito.
Gloeden, davanti a un consesso di colleghi fotografi, spiega la sua estetica e la sua idea di fotografia, e racconta come è giunto a creare il mondo delle sue foto. Ho fatto tradurre e ho pubblicato questo testo nel presente sito. Recensione all'opera
di Gloeden, in occasione d'una mostra a New York. Equilibrato.
Goldman, Jason, "The golden age of gay porn". Nostalgia and the photography of Wilhelm von Gloeden, ''GLQ', XII (2) 2006, pp. 237-258. Questo saggio è fondamentalmente una carrellata su come l'opera di Gloeden sia stata recepita sul mercato di lingua inglese, dai suoi giorni fino all'epoca di internet, su vari piani che vanno dalla idealzzazione nostalgica estetizzante del passato, alla pura e semplice pornografia.
Purtroppo in qualche piccolo punto il saggio propone osservazioni che
soffrono del fatto che la divisione fra quanto prodotto da Gloeden e
quanto prodotto da Pluschow e Galdi nel 2006 era ancora ancora
incompleta, attribuendo così a Gloeden caratteristiche che che in
realtà erano più tipiche degli altri due fotografi che sue.
Helbig, Konrad (1917-1986), Ragazzi, editions Braus, Heidelberg 2001. Quest'opera (in-quarto, splendidamente
stampata in bicromia, con testo in tedesco e italiano) non contiene alcuna
foto di Gloeden, bensì il lavoro d'un fotografo tedesco che nelle
sue immagini di ragazzi italiani degli anni Cinquanta e Sessanta mostra
di averne assorbito il linguaggio, contaminandolo magari con quello, posteriore,
di Herbert List. Interessante come documentazione della persistenza della visione gloedeniana anche dopo la sua morte. E splendida come opera in sé.
Hüttinger, Martin, Weisheit aus der Projektion männlicher Jugend: Wilhelm von Gloeden - Photographien im Lichte der biblischen Weisheitsliteratur, "Werkstatt Schwule Theologie", XIV (2) 2007, pp. 250-260. Considerazioni teologiche queer sulle fotografie di Gloeden. Non leggo il tedesco, quindi non ho idea di cosa dica, ma certo questo è il saggio più bizzarro mai scritto sul "barone fotografo". Relazione
su una nmostra di Gloeden tenuta a Bruxelles, contenente un
interessante giudizio artistico del suo lavoro. Ne ho pubblicato testo
e traduzione italiana nel presente sito. Gloeden è nominato altrove in questo numero nache alle pp. 369, 404, 406, 421, 423, 431, 451 e 454. L'annata del Bulletin è online qui. Recensione in preparazione. Testo del sermone
che il parroco della cattedrale di Taormina fu costretto a tenere dopo
le furibonde polemiche nate dalle accuse di fare "mercato di carne
umana" che il giornalista Umberto Bianchi scagliò contro Gloeden e la sua cerchia.
Il sacerdote ovviamente condanna coloro che praticano l'omosessualità,
ma lo fa con un costante sforzo di non nominarla mai, esattamente come
non nomina nessuno dei protagonisti dello scandalo, utilizzando giri di
parole tanto larghi che si capisce l'argomento della predica solo
conoscendo già i fatti a cui allude, senza mai citarli. Nonostante non riferisca nessun "fatto" utile allo storico, è comunque d'un testo importante per capire cosa, in quell'anno o poco dopo, abbia spinto Gloeden a smettere di fotografare il nudo. Ho messo online sul presente sito la trascrizione del testo.
Testimonianza
su Gloeden d'una ricca turista americana, che lo conobbe nel 1913.
Descrive il suo giardino, e l'affabilità con cui Gloeden riceveva i
clienti.
L'ho messa online e tradotta nel presente sito.
Nel 1908 Gloeden subì pesanti attacchi, che riuscì a rintuzzare senza danni irreparabili, come "mercante di carne umana". Nel
1910 la polemica si riaccese a causa d'una denuncia anonima che
segnalava la sua opera come oscena, provocando un'indagine da parte del
Ministero degli Interni, che avrebbe tenuto aperto un fascicolo su
Gloeden fino allo scoppio della guerra. Secondo
Nina Matteucci l'opera di Gloeden dava in effetti accesso
nientepopodimenoché alla Grecità classica stessa, miracolosamente
rediviva nelle sue foto. Negli
anni precedenti la guerra (1910-1915) Gloeden mobilitò tutte le sue
amicizie per sfuggire al cappio che gli si chiudeva attorno, ottenendo
articoli come questo e addirittura un premio del Ministero della
pubbica istruzione. Questo articolo fotografa lo "zenit" della parabola artistica di Gloeden, nell'attimo subito precedente l'inizio della discesa della sua fama, quindi merita la lettura. Ho
messo online questo testo nel presente sito. ![]() Michel,
Etienne (secc. XIX-XX), Jean Lorrain en Sicile, ''L'Esprit Français'', 4e
année, tome V, n. 6, 10 juin 1932, pp. 141-146.
Racconto d'un incontro fra l'autore e Wilhelm von Gloeden, avvenuto nel 1911, nel quale il fotografo aveva raccontato i due suoi incontri con il romanziere francese (morto nel 1906). Lo scritto è particolarmenre interessante per la minuziosisima descrizione del giardino e della casa di Gloeden. Ciò che questo articolo tace è che Lorrain era (notoriamente!) omosessuale; ciò sapendo, la descrizione dell'affinità più volte sottolineata da Gloeden con lo scrittore francese si capisce meglio. Dal racconto emerge un Gloeden che introduce il suo celebre ospite ai ragazzi taorminesi, organizzando per lui una serata presso la propria villa sul Monte Ziretto, nel quali "figli di pastori e contadini" danzano per gli ospiti balli tradizionali siciliani. Ho messo online nel presente sito testo francese e traduzione italiana. ![]() Miraglia, Marina (1938-2015), L'eredità di Wilhelm von Gloeden, Amelio, Napoli 1977. Opuscolo di
sette pagine (non illustrato) che introduce in modo equilibrato e senza
pruderie l'opera di Gloeden, e annuncia l'acquisizione del suo
archivio
da parte della galleria Lucio Amelio di Napoli. Che con le lastre
originali
aveva ristampato le foto della mostra a cui questo libretto si
accompagnava.
Da questa collezione il fondo sarebbe passato, alla morte del gallerista, alla Fondazione Alinari di Firenze, dove tuttora si trova.
![]() Miraglia,
Marina (1938-2015), Guglielmo Plüschow alla ricerca del bello ideale, "AFT
(Archivio fotografico toscano)", anno IV, n. 7, giugno 1988, pp. 62-67.
Il testo è integralmente online in scansione come .jpg. Si tratta d'uno scritto fondamentalmente di critica d'arte, che dopo qualche scarno appunto biografico (non privo di qualche imprecisione, ma per l'epoca insolitamente informato) tratta delle differenze artistiche fra Gloeden e Plüschow, e dell'inserimento di Plüschow nel contesto dell'arte fotografica della fine del XIX secolo. Nonostante le scoperte intervenute con gli anni abbiano reso in parte superata la parte biografica, il saggio merita ancora la lettura per la parte critica, che rimane valida. Mormorio, Diego, La lunga vacanza del barone von Gloeden, Peliti associati, Roma 2002. Tre raccontini (36 pagine), in-ottavo piccolo, sull'arrivo di Gloeden a Taormina, sul suo amico e poi avversario, il barone Geleng, e sul processo per "oscenità" subito dal suo erede nel 1936-41. Il
tema omosessuale è comunque tenuto in sottotono, se non nascosto.
Nicolosi, Pietro (1925-2002), I baroni di Taormina, Flaccovio, Palermo 1959 e Giannotta, Catania 1973 (prefazione di Roger Peyrefitte). Libro di storia locale taorminese contenente una biografia di "Guglielmo" Gloeden (pp. 39-66), e di qualche altro ricco turista omosessuale che frequentò Taormina fra Ottocento e Novecento. È assai
utile per ricostruire l'ambiente sociale in cui operò e visse
il "barone fotografo": l'autore aveva ancora a disposizione i testimoni
oculari di quell'epoca.
Oliari, Enrico, L'omo delinquente. Scandali e delitti gay dall'Unità d'Italia a Giolitti, Prospettiva editrice, Roma 2006. Contiene i capitoli:
Palumbo, Pacifico, Wilhelm von Gloeden & me. Original paintings and drawings inspired by Wilhelm von Gloeden photographs, Booksmyth, Shelburne Falls, Ma 2021.
Da
ragazzo, racconta Palumbo nell'introduzione, l'autore voleva fare il
pittore, ma il padre glielo aveva proibito perché sarebbe diventato o
comunista o queer. Andato in
pensione, Palumbo ha infine fatto un corso di pittura, ed ecco la
realizzazione del suo sogno in 88 pagine a colori di trasposizioni a
colori d'immagini di Gloeden, Plueschow e Galdi. Più 24 pagine di
trasposizioni di foto di nudo maschile scattate dall'autore.
![]() Perna, Raffaella, Wilhelm von Gloeden. Travestimenti, ritratti, tableaux vivants, Postmedia, Milano 2013. Finalmente uno
storico italiano della fotografia affronta Gloeden senza preconcetti e
senza cercare di nascondere sotto il tappeto il fatto che la sua opera
appartenne, anche, alla cultura omosessuale di fine Ottocento
e inizio Novecento.
L'opera interessa
quindi soprattutto a chi desideri leggere una biografica critico-artistica
che superi una buona volta le favole diffuse dal romanzone
di Peyrefitte, magari a integrazione del meraviglioso saggio
di Mario Bolognari, che ha un taglio storico-antropologico e non biografico-artistico. Molte sono le lacune riempite da Perna nelle conoscenze (approssimative e spesso intenzionalmente mistificanti) circolate fino ad oggi, con un amorevole lavoro filologico di particolare importanza e interesse, anche se inevitabilmente destinato a sfuggire al lettore non pienamente addentro nel tema. Si aggiunga
il fatto che l'aspetto iconografico non è per niente secondario,
dato che Perna ha cercato di proporre immagini per quanto possibile inedite:
cosa non facile per un autore, come Gloeden, su cui il mercato ha già
proposto letteralmente
decine di edizioni, ma in buona parte riuscita, restando alla larga
dalle paludi del "visto e stravisto".
Lodevole l'attenzione (ormai imprescindibile per qualsiasi lavoro che voglia avere, come questo, un approccio filologico) prestata nel riportare sempre il numero di catalogo laddove presente sul retro delle foto, ed anche la competenza che ha permesso all'autrice di non sbagliare neppure un'attribuzione: qui tutte le foto di Galdi e Plüschow sono chiaramente identificate come tali. Qui siamo ormai a ben altro livello, rispetto ad alcune opere di solo un paio di decenni fa. Il prezzo e le dimensioni contenute (109 pagine, di cui una buona metà d'immagini) fanno di quest'opera l'introduzione ideale a Gloeden ed alla sua opera, e la consiglio come tale. Il solo limite
che riesco a immaginare è che, essendo l'attenzione dell'autrice
rivolta con prepotenza alla storia dell'arte, l'importanza sociale e addirittura
politica che ebbe l'opera di Gloeden per l'immaginario collettivo omosessuale
dell'Otto e Novecento è molto trascurata, salvo laddove abbia avuto
influssi su artisti gay contemporanei come Mapplethorpe o LaChapelle, che
sono peraltro discussi apertamente e senza nessun falso pudore.
Post scriptum:
su
Academia.edu sono leggibili e scaricabili le pagine introduttive dell'opera.
Peters, Kathrin, "Anatomy is sublime: the photographic activity of Wilhelm von Gloeden and Magnus Hirschfeld", in: Michael Thomas Taylor, Annette F. Timm e Rainer Herrn (curr.), Not straight from Germany: sexual publics and sexual citizenship since Magnus Hirschfeld, University of Michigan Press, Ann Arbor 2017, pp. 170-190. Analisi dell'uso di foto di Gloeden fatto da Magnus Hirschfeld per illustrare le opere sue e dei suoi discepoli per
dimostrare la teoria degli "stadi sessuali intermedi".
Peters, Kathrin, "Sichtbarkeit und Körper: Wilhelm von Gloeden, eine Revision", in: Herta Wolf (cur.) Zeigen und/oder Beweisen? Die Fotografie als Kulturtechnik und Medium des Wissens, De Gruyter, Berlin/Boston 2016, pp. 170-190. (Riflessione queer).
Peyrefitte, Roger (1907-2000), Eccentrici amori, Longanesi, Milano 1967. L'edizione originale (Les amours singuliers) fu edita nel 1949. Una delle due narrazioni di questo libro è dedicato a una compiaciuta biografia di Wilhelm von Gloeden, mentre la seconda parla della passione incestuosa d'una madre per il figlio omosessuale. Fu quest'opera narrativa a ridare celebrità a Gloeden, dopo un periodo d'eclissi della sua fama, al punto che per decenni l'opera del "barone fotografo" è stata letta attraverso il filtro (e in parte specchio deformante) di Peyrefitte. Quest'opera è anche, indirettamente, responsabile della corsa ad attribuire a Gloeden qualunque foto di nudo maschile prodotta in Italia a fine Ottocento, corsa che nel secolo scorso ha inquinato il corpus di Gloeden con opere di altri fotografi. Essendo quello di Gloeden (grazie a Peyrefitte) il solo nome noto, le sue foto valevano di più sul mercato antiquario. Da qui valanghe di attribuzioni "disinvolte", e non certo disinteressate, da parte di commercianti d'immagini e collezionisti. Nota bene: nonostante Peyrefitte abbia fatto in tempo a parlare con chi aveva conosciuto Gloeden in vita, e si basi nel suo racconto su fonti di prima mano, lo scritto rimane comunque opera letteraria e romanzata. Non è certo una biografia di carattere "scientifico" e filologico, e va quindi presa con molta prudenza. Ciò detto,
chiunque studi Gloeden dovrebbe partire dalla lettura di questo testo,
perché molti saggi critici posteriori sono conferme o smentite (di
solito non dichiarate) al ritratto reso celebre in quest'opera.
Peyrefitte,
Roger (1907-2000), Wilhelm von Gloeden, Éditions textes gais, Paris 2008. Riedizione con nuovo titolo de Les amours singuliers.(vedi voce precedente). Con un'operazione commerciale di rara confusionarietà, viene qui riproposto solo il primo dei due raconti de Les amours singuliers (quello che fa parlare in prima persona Gloeden della propria vita), con l'aggiunta di un'introduzione che parla del rapporto di Peyrefitte con Taormina e Gloeden, e di un'appendice di una cinquantina di fotografie di nudo "dalla collezione Peyrefitte" (ma ne sono state aggiunte a casaccio diverse, trovate chissaddove). Una
scelta che ci riporta indietro di trent'anni, con foto di Gloeden,
Pluschow e Galdi (più una foto, del tutto estranea al gruppo, di Louise Binder-Mestro) mescolate
in un guazzabuglio che esclude che queste foto possano avere un valore documentario ed esemplificativo rispetto al racconto,
rivelandosi alla fine solo una carrellata di ragazzotti nudi col
pisello al vento. Eppure
uno studio serio su Peyrefitte e Taormina si sarebbe effettivamente
rivelato molto interessante, dato che per decenni Gloeden è stato letto
quasi esclusivamente attraverso l'intepretazione che ne aveva dato
Peyrefitte nel 1949. Purtroppo ci si deve accontentare di qualche
ricordo e pettegolezzo del suo esecutore testamentario, interessante
sì, ma non risolutivo. Fondamentalmente, un'iniziativa editoriale inutile. ![]() Pietsch,
Ludwig (1824-1911), Kunst und Photographie,"Velhagen &
Klasings Monatshefte", 1893-94, pp. 385-399. Saggio
sull'arte di Gloeden, in tedesco, illustrato da alcune incisioni tratte
da foto di Gloeden risalenti alla produzione del periodo napoletano e del
periodo dell'apprendistato fotografico con Giuseppe Bruno a Taormina. Ho
caricato le scansioni dell'intero articolo, ottenute grazie alla cortesia
di Malcom Gain, su
WikiCommons (fare clic su ogni immagine per ingrandirla).
Pohlmann, Ulrich, "Wilhelm von Gloeden: la visione di un paradiso terrestre fin de siècle", in: Peter Weiermair, Il nudo maschile nella fotografia del XIX e del XX secolo, Essegi, Ravenna 1987, pp. 29-43. Questo eccellente saggio di uno dei migliori studiosi di Gloeden, ne esamina l'opera dal punto di vista della storia della fotografia e della storia sociale. Non nasconde minimamente il carattere omosessuale della sua produzione, e ne valuta il significato nel contesto sociale, culturale e artistico dell'epoca, con osservazioni acute e interessanti. Raccomandato.
Pohlmann,
Ulrich, Guglielmo Plüschow (1852-1930). Ein Photograph aus Mecklenburg
in Italien [1995]. È qui pubblicato online, in tedesco solamente, il testo critico che accompagna l'omonimo libro.
Radić, Xavier, Queer reflections on Baron Wilhelm von Gloeden. A creative reconsideration of pose, gaze and technique, Lambert Academic publishing, Saarbrücken 2011.
Ottimo (o meglio, pessimo) esempio della regola: "ti definisci "queer", quindi ti è consentito dire qualsiasi cosa ti passi in mente spacciandola per un fatto". Questo libriccino esageratamente costoso (sono 61 pagine in-ottavo, stampa in bianco e nero su carta non patinata; i conti relativi al prezzo li lascio a chi mi legge) è una tesina di dottorato riproposta tale e quale dall'autore, che afferma di avere come credenziale 40 anni di carriera come fotografo... Nonostante le "credenziali", però, egli non sa nulla di nuovo su Gloeden, e neppure gli interessava saperlo: a lui interessava infatti scrivere la prima cosa che gli passava per la mente guardando alcune foto di Gloeden (poche: qui ci sono più autoritratti dell'autore nudo che foto di Gloeden). Ed anche questo poco è filtrato attraverso la lettura di Roland Barthes, che a sua volta di Gloeden sapeva pochino. In partiolare Radić sembra ossessionato dallo "sguardo" dei modelli. La farò breve. Risparmiate i vostri soldi, questo scritto non ha nulla di nuovo da dire, neppure da una prospettiva queer. Riggs, Arthur Stanley, Inexhaustible Italy, "National Geographic", October 1916 (vol. XXX, n. 4), pp. 273-368 del numero speciale: Italy: the gifted mother of civilisation. Reportage
di viaggio sull'Italia del 1916, divisa fra arte rinascimentale e
folclore, con numerose illustrazioni di "tipi italiani" scattate da Gloeden (che
quindi in questo numero è solo un illustratore). L'intero testo è online sul sito del "Biodiversity trust".
Rosenthal, Donald, The photographs of Frederick Rolfe, Baron Corvo, 1860-1913, Asphodel, North Pomfret 2008. Questa monografia (in 250 copie) sulle foto di nudo maschile scattate in Italia e in Inghilterra dall'eccentrico scrittore inglese Frederick Rolfe, dedica una sezione (alle pp. 108-123) ad analizzare l'influenza che ebbero Gloeden e Plueschow sulle immagini di Rolfe. Costui era peraltro poco più di un entusiasta dilettante, e in più aveva un caratteraccio; non ci fu quindi nessuna influenza da lui su Gloeden e Pluschow. Tuttavia,
Rosenthal svolge un lavoro meticoloso di ricostruzione della rete di
amicizie di Rolfe, che apparteneva anch'egli a quel sottobosco
omosessuale che acquistava le foto dei due più celebri artisti che
vivevano in Italia (uno di loro, sir Franck Brangwin, citato a pagina
109, frequentò a lungo la casa di Kitson a Taormina).
Saglimbeni,
Gaetano (1932-2016), I peccati e gli amori di Taormina, Edizioni P&M Associati,
Messina 1990. Vedi
il capitolo 3, "Gloeden: vizi privati e pubbliche virtù del
barone fotografo", pp. 29-40. Testo non di storia ma cronaca rosa, si basa
fondamentalmente su Nicolosi.
Scheid, Uwe, Il vero nudo. Akstudien von Guglielmo Plüschow, “Fotogeschichte”, V 1985, heft 18, pp. 9-21. Articolo pioniere, uscito negli anni in cui ancora si dubitava, addirittura, che Plüschow fosse mai esistito. Scheid
presenta in termini generici l'artista, di cui ai tempi non si sapeva
assolutamente nulla, e spiega con quali criteri (confronto fra modelli,
località e oggetti di scena) fosse giunto all'attribuzione (che era
corretta).
![]()
Schiff, Gert (1926-1980), The
sun of Taormina, "Print collector's newsletter", Vol. IX No. 6, January-February
1979, pp 198-201.
Articolata recensione dei due volumi a cura di Jean-Claude Lemagny (1977) e di Charles Leslie (1977). Irrimediabilmente datata a causa della massa enorme di nuovo materiale edito nel frattempo, e della migliore conoscenza delle opere di Plüschow e Galdi che nel 1979 erano praticamente ignoti, è però ancora di qualche utilità per l'analisi dei paralleli iconografici fra le opere di Gloeden, Plüschow e Galdi e gli artisti loro contemporanei.
Söderström , Göran (1934-viv), "Carl von Platen". In: Silverstolpe, Fredrick et all, Sympatiens hemlighetsfulla makt - Stockholms homosexuella 1860-1960, Stockholmia förlag, Stoccolma 1999, pp. 332-356. Saggiio in svedese su un fotografo d'inizio Novecento, Carl von Platen,, arrestato nel 1903 e internato in manicomio per aver fotografato seminudi i suoi amanti. Costui nel febbraio 1898 avva viaggiato fino a Taormina con uno di loro, il sedicenne Herbert Lundgren,
e lo aveva fatto posare per Gloeden. Purtroppo Lundgren morì di
tubercolosi durante il viaggio di ritorno, e l'inchiesta di polizia
sulle cause della sua morte svelò il rapporto (illegale in Svezia,
all'epoca) fra Platen e lui, dando inizio all'inchiesta contro Platen. Il saggio pubblica alcune foto di tale servizio, almeno una delle quali, la numero 1412 (piuttosto bruttina), è entrata a far parte del catalogo commerciale di Gloeden. ![]() Trede,
Theodor (1833-19..), Volksleben in Süditalien, "Velhagen &
Klasings Monatshefte", XII 1897-98, pp. 449-461.
Saggio sull'arte di Gloeden, in tedesco, assai prezioso in quanto pubblica principalmente opere della primissima produzione di Gloeden, risalente al periodo del soggiorno in Abruzzo a Francavilla a Mare, e opere scattate durante l'apprendistato fotografico con Giuseppe Bruno a Taormina. Si noti che le immagini non sono fotografie ma, com'era comune all'epoca per problemi tecnici, incisioni fedelmente tratte dalle foto. Ho caricato le scansioni dell'intero articolo, ottenute grazie alla cortesia di Malcom Gain, su WikiCommons (fare clic su ogni immagine per ingrandirla). ![]() Triolo, Lorenzo, Il barone e il cameriere, Luoghi interiori, Città di Castello 2020.
Ancora
un romanzo, questa volta con
Pancrazio Buciunì come "io narrante" della vicenda di Gloeden.
Personalmente non ho amato la scelta di fare dell'io narrante un
personaggio un po' sempliciotto, che distorce tutti i nomi delle
persone che nomina, e non riesce a parlare un italiano corretto (salvo
negli intermezzi in cui la vena lirica prende la mano a Triolo e lo fa
parlare, ben poco credibilmente, come un professore di filosofia).
Né ho apprezzato una certa caratterizzazione grassoccia e volgare, che include anche la sua fissazione sui "genitali grossi" dei modelli di Gloeden, fissazione che fin qui ho trovato più negli eterosessuali che denigrano Gloeden che nei gay che lo apprezzano. Si aggiunga la preoccupazione di Buciunì/Triolo di insistere - per la millionesima volta - sul fatto che i ragazzi fotografati da Gloeden non ebbero mai rapporti sessuali né con lui né con altri turisti, i quali a dire dell'io narrante avevano rapporti esclusivamente tra di loro. Allo stesso Gloeden, dipinto come castissimo, sono attribuiti solo tre amori in tutta la vita, uno dichiaratamente di fantasia, uno per il cantante Wüllmer (il costruttore della "casa bianca", il cui coinvolgimento nello scandalo Plüschow nel 1907 Triolo passa peraltro sotto silenzio) ed uno per il pittore inglese Kitson. Sappiamo da altre fonti che questa ricostruzione è completamente falsa, e sarebbe stato semmai più interessante e produttivo ricostruire il processo collettivo di rimozione e "costruzione della tradizione" con cui, dopo la morte di Gloeden, i taorminesi hanno inventato un'immagine di sé casta e pura, in cui giammai il tarlo dell'omosessualità aveva intaccato la loro sana virilità. Sì, Gloeden era purpu, però faceva sesso solo con altri furasteri, giammai con i ragazzi che fotografava (ossia, i nostri padri e nonni). Amen. Nel complesso è una lettura gradevole, meno enfatica di quella di Peyrefitte, utile a introdurre il personaggio per chi non lo conoscesse, anche se le generose infusioni di dettagli e aneddoti inventati di sana pianta sconsigliano dall'utilizzare questa narrazione come fonte storica attendibile. Anche se ammetto che mi ha dato una serie di utili spunti da verificare. (Nota al margine: cosa avrà spinto l'autore a usare la medesima immagine di copertina del catalogo della mostra taorminese del 2020, con la medesima viratura verde-bottiglia, ingenerando confusione tra i due libri?).
![]() Verdicchio, Pasquale (1954-vivente), Looters, photographers, and thieves: aspects of Italian
photographic culture in the nineteenth and twentieth centuries, Fairleigh
Dickinson University Press, Madison NJ 2011.
Contiene due saggi su von Gloeden (devo ancora leggerlo).
W.
von Gloeden's photographische Freilichtstudien, "Die Kunst für
Alle", n. 16, 1900-1901, Mai, pp. 378-383.
Testo
anonimo, in tedesco, ilustrato, riedito anastaticamente nell'antologia
della Janssen verlag, pp. 3-6 (manca la p. 381, che contiene due foto). L'articolo completo è online qui.
![]() (White, Joseph Gleeson, 1851-1896), On photographing the nude, "The photogram", 1894, p. 55-56, 85-86, 103-104 e 134-137. Discute del nudo in generale,
ma usa molte foto (anche) di Gloeden per illustrare il pezzo. Fu un tentativo compiuto dal redattore Joseph Gleeson White (che scrisse il testo, ma non lo firmò), poeta "uraniano" e segretamente omosessuale, d'introdurre il tema della foto di nudo maschile al suo pubblico. L'intero articolo, scansito dalla collezione di Malcom Gain, è online e scaricabile su WikiCommons.
Di
quest'opera è stata fatta un'edizione per collezionisti, a tiratura
limitata a 25 copie, edita da Callum James, Portsmouth 2006, 12 pagine.
(White, Joseph Gleeson, 1851-1896), The nude in photography: with some studies taken in the open air, ''The studio'', June 1893, pp. 104-109. Articolo sul nudo fotografico maschile, illustrato da molte foto di Gloeden (e del "Baron Corvo"). Anche in questo caso White scrisse il testo, ma non lo firmò. L'intero articolo, scansito dalla collezione di Malcom Gain, è online e scaricabile su WikiCommons. Esiste anche una scelta di estratti da questo testo operata da una rivista americana col titolo:: Photographing the Nude, "The American amateur photographer", VI 1894, pp. 255-260. La parte che parla di Gloeden vi è inclusa. Anche questo testo è online e scaricabile, dal sito dell'Hathi Trust.
White, Joseph Gleeson, 1851-1896, The nude in photography, "The photographic times", XXIX 1897, May, n. 5, pp. 209-220.. In
questo saggio, uscito postumo (il che permise di pubblicarlo con la
firma dell'autore), White riprende il tema già trattato nel 1893, in
risposta a obiezioni per lo più d'impronta puritanica. Il saggio può essere consultato online sul sito dell'Hathi Trust.
Questo articolo è sostanzialmente un riassunto della biografia fornita da Leslie nella sua monografia su Gloeden. Anche se l'articolo non contiene nulla di particolarmente scandaloso,
credo sia doveroso avvisare che questo link porta al sito dell'associazione pedofila Nambla.
L'autore ringrazia fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su persone, luoghi e fatti descritti in questa scheda biografica, e chi gli segnalerà eventuali errori contenuti in questa pagina. |
Note
[1]
Questo elenco non è ovviamente esaustivo. Alcune opere
che non sono mai riuscito a consultare di persona o che devo ancora leggere sono: Arcara, Stefania, Hellenic transgressions, homosexual politics: Wilde, Symonds and Sicily, ''Studies in travel writing'', CLXII 2012, pp. 135-147. *** Cox, Guy, The prepuce in Italian art. Evidence from von Gloeden’s photographs, "Open Access Library Journal", III (08) 2016. Online. James, Marie-Louise, The erotic gaze of the Italienreise: Wilhelm von Gloeden and Der Tod in Venedig, "Publications of the English Goethe Society", XC (3) 2021, pp. 229-252. *** Moreno Pérez, Javier, Eromenofilia. Representaciones fotográficas del muchacho adolescente desnudo a finales de s. XIX y principios de s. XX. Homerotismo en la obra de Wilhelm von Gloeden, Wilhelm von Pluschow, Vincenzo Galdi, Tesi di dottorato, 07/2018. *** Palumbo, Berardino, A Baron, some guides, and a few ephebic boys: cultural intimacy, sexuality, and heritage in Sicily, "Anthropological quarterly", LXXVI (4) 2013, pp. 1087-1118. *** Perna, Raffaella, La fortuna dei nudi maschili di Wilhelm von Gloeden, "Bollettino Telematico dell'Arte", 9 Marzo 2017, n. 835.
********************* Scritti in lingue che non parlo: *** Rune Gade, Hinsides figenbladet -- om Wilhelm von Gloedens fotografier, "Magasin fra Det Kongelige Bibliotek", XI (4) 1996, pp. 61-68. *** Sunnemar, Jonatan, Sydeuropeiska kroppar i fotokonst 1890-1910 - En analys av Wilhelm von Gloedens fotografier av nakna sicilianska ynglingar, Diva-portal.org, 2018.*********************
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