Home page Giovanni Dall'Orto > Scritti di cultura gay > Il gay canzonato > 1980.
 
Il gay canzonato.
Un elenco di canzonette a tema l, g, b & t:
di: Giovanni Dall'Orto
1980
<--- 1979 - vai al - 1981 --->
 

Saggio sull'omosessualità nella canzonetta (prima metà).
Saggio sull'omosessualità nella canzonetta (seconda metà).
Schede di canzonette italiane - 1920-1976.
Schede di canzonette italiane - 1977-presente:
 
     
     
     

1920-1976

1977     
1978      
1979      
1980      
1981
1982     
1983      
1984      
1985      
1986
1987     
1988      
1989      
1990      
1991
1992     
1993      
1994      
1995     
1996
1997     
1998      
1999      
2000      
2001
2002     
2003      
2004      
2005      
2006
2007     
2008      
2009      
2010      
2011
Ignoto 
Aggiunte
 

 

1980

1980 - Argento, Sonia - "Supergay" - (45 giri).
Una fanciulla cerca di sedurre un tetragono "supergay", che invece non le bada e preferisce parlare "con lui".
Ma pur di andarci a letto lei è disposta a tutto: anche al ménage a tre, se proprio il "supergay" vuole.



1980 - Attivissimo, Renata - "Il mio ragazzo Alessandra" - (45 giri).
Lamento della fidanzata d'un uomo col vizietto del travestimento (e questo passi) e che al solito batte il marciapiede (e questo no). Non si capisce per che motivo in quegli anni fosse quasi obbligatorio il parallelo "transgenderismo = prostituzione di strada".
La cosa qui sarebbe ancora sopportabile (dopo tutto, ognuno è figlio del proprio tempo...) se la canzone non fosse pure atroce, e la cantante non strillasse invece che cantare... Fate voi.
1980 - Banco [del mutuo soccorso] - "Paolo, Pa' " - da - Urgentissimo. (Anche su 45 giri).
Dolce e tutto sommato simpatica canzone sulla vita segreta d'un travestito di provincia: E dopo averlo riconsciuto e rimproverato per non aver"lo" mai detto, il cantante, a sorpresa, gli propone di... "fare una pazzia" assieme!
 

1980 - Battiato, Franco - "Prospettiva Nevskij" - da - Patriots.
Una riga accenna all'innamoramento di Djaghilev per il ballerino Nijinski. Questa canzone è stata ripresa nel 1985 da Alice.
1980 - Battiato, Franco - "Venezia Istambul" - da - Patriots.

Dice di Socrate che:

E poco oltre: (La specificazione "(uomini)", fra parentesi, appare nel testo stampato sull'Lp, ma non nel testo cantato).

Chi volesse divertirsi a leggere in che modo i fans di Battiato affrontino la presenza della tematica omosessuale nelle sue canzoni (con le molle, e tanta, tanta retorica) può dare un'occhiata qui.
 



1980 - Bella, Gianni - "Jesus Christ" - da - Dolce uragano.
Evocazione d'un personaggio dal bizzarro soprannome, probabilmente un travestito prostituto.
Non ho trovato alcuna notizia che permetta di capire se si stia parlando d'una persona veramente esistita, e magari celebre in un qualche ambito locale (a un certo punto il testo cita Napoli), o se questo sia un puro personaggio di fantasia: (e immagino che questa ultima frase voglia dire che questo tizio non teme la "concorrenza", fra le lenzuola, da parte di nessuna donna biologica).

Il testo si limita alla pura evocazione/descrizione del personaggio (capace di "far morire quaranta cuori") senza lo svolgimento d'una vicenda, per quanto breve.



1980 - Cattaneo, Ivan - Urlo di una spia in agguato avant la guerre (3e).
Contiene quattro canzoni con allusioni o tematiche gay:
1980 - Dalla, Lucio - "Balla balla ballerino" - da - Dalla. (Anche in 45 giri).
Ambigua (come al solito nelle canzoni di Dalla) l'invocazione al ballerino ("vieni angelo benedetto / prova a mettere i piedi sul mio petto"), mentre è esplicita l'invocazione di fermare un treno per via di un bel ragazzo: Questo modo svagato di introdurre il tema ha sempre permesso a Dalla veri e propri "coming out" senza chiasso (culminati infine in Luna Matana)


 
1980 - D'Angelo, Roberta - "Casablanca" - da - Casablanca. (Anche in 45 giri).
Nominare Casablanca nel 1980 portava di riflesso alla mente di chiunque due cose: il film con Humphrey Bogart in impermeabile bianco e l'eterna sigaretta in bocca, e le cliniche che in quella città s'erano specializzate nelle operazioni di cambio di sesso prima che in qualsiasi altra città del mondo, come dimostra la canzone omonima degli Squallor uscita nello stesso anno, dedicata proprio al tema del cambio di sesso.

In questo brano la cantante allude a entrambi gli stereotipi, ma si diverte a farlo in un modo ellittico, che potrebbe facilmente sfuggire agli ascoltatori d'oggi.
Il testo racconta infatti d'un uomo che:

In nessun punto è dichiarato esplicitamente che la persona di cui si sta parlando è omosessuale, tuttavia il testo prosegue affermando che l'uomo di cui si sta parlando si era illuso: e questa a me pare un'allusione alla sigaretta di Bogart, tanto celebre che ci hanno scritto su dei saggi.
Humphrey Bogart fuma in Casblanca (1942).
Posso ricordare, come parallelo, che nella canzone "Salve o divina! (travestitostory)" di Ivan Cattaneo, del 1977, appaiono questi inequivocabili versi: Vedo pertanto nelle mutandine rosa e nei tacchi a spillo un'allusione ai trans (sono mises un po' provocatorie!), tuttavia ammetto che forse sto leggendo più di quanto la cantante abbia voluto metterci.

In effetti, a differenza degli Squallor, la D'Angelo non intendeva essere esplicita, ritenendo sufficiente evocare un'atmosfera rarefatta di misterioso intrigo... "alla Casablanca", appunto. E qui il grande pubblico avrebbe faticato meno a decifrare un papiro in aramaico che le allusioni lgbt, per cui dubito che le abbia mai notate qualcuno.
Per queste ragioni la canzone ha una scarsa importanza per la ricerca di questa bibliografia, ed è inclusa qui solo per puro scrupolo di completezza.


Copertina di ''Una storia sbagliata''

1980 - De André, Fabrizio - "Una storia sbagliata" - (45 giri).
Dedicata all'assassinio di Pierpaolo Pasolini.
"Storia diversa per gente normale" ma "storia comune, per gente speciale", "storia di periferia, con la stazione Termini ai piedi del cuore"...


1980 - Easy Going - Casanova.
Disco-music con testo in inglese per un gruppo italiano, a parte il vocalist Russel Russel (ritratto qui in copertina come novello Casanova). L'Lp contiene:

1980 - Fortis, Alberto - Tra demonio e santità.
Se ne vedano i brani:
1980 - Graziani, Ivan - "Dada" - da - Viaggi e intemperie.
Storia di amore e droga di Dada per "Ivette senza tette". Dada decide di "guarire" Ivette, ma rimane presa a sua volta nell'ingranaggio, divenendo drogata anche lei.
Un po' deprimente, direi...


1980 - Jannacci, Enzo - "Silvano" - da - Ci vuole orecchio. (Anche su 45 giri).

Composta nel 1977 assieme a Cochi e Renato, che la incisero nel 1978.
Il testo cantato da Jannacci è diverso, e privo della sezione in cui si allude a un rapporto (omo)sessuale.
Resta comunque esplicitamente omoerotica:


1980 - Kaos Rock - "Kekka maledetta" - World war 3. (Riedito in Cd nel 2004). 
L'interesse di questo complesso punk rock è palesemente concentrato sulla sola musica, dato che le parole del testo sono poche e ripetute allo spasimo.
Questo brano ha in effetti molte chitarre e veramente poche parole, limitandosi a invocare una ventina di volte una "kekka maledetta", verso la quale infine ammette però un interesse: Auguri per la nottata...
1980 - Kaos Rock - "Trans" - da - World war 3.
Anche qui l'interesse per la musica sopraffà quello per il testo, striminzitissimo, che si limita a continuare a ripetere la domanda "uomo o donna?", per concludere che nella realtà di un trans la risposta è "donna, donna!".
Tutto qui: sai lo sforzo...


1980 - Le Insolite - "Estate al mare" e "Avanti, c'è posto" (45 giri).
Un clone delle "Sorelle Bandiera", che però purtroppo "cantava" per davvero, e non in playback usando cantanti vere.
Non c'è nulla di gay, neppure un minimo guizzo di camp, che almeno nel modello originale c'era.
E non c'è nulla di divertente. A meno che per voi quattro tizi indegni di nota, (mal) vestiti da donna e imparruccati, siano di per sé fonte di sollazzo.
Spesso la logica del "Se ci sono riuscite quellellà, perché noi no?", è cattiva consigliera...


1980 - Liberovici, Andrea - Liberovici.
Un Lp un po' immaturo, in cui appaiono fremiti d'una "diversità" frettolosamente camuffata da desiderio di "sesso tous-azimuts". Del resto qui il giovanissimo autore sembrerebbe amare più l'eroina che gli eroi...
Si vedano soprattutto le canzoni:

1980 - Louis e Loran - "Gay". (45 giri).
Di tanto in tanto spunta, nel mondo gay, qualche personaggio (di solito, qualche "caso umano") che emotivamente sente l'impulso irresistibile di urlare al mondo il suo diritto a esistere, pur non possedendo gli strumenti culturali, politici, artistici o di qualsiasi altro tipo per farlo. Louis e Loran appartenevano a questa categoria.
Il loro coming out, pur essendo innegabilmente lodevole per l'epoca, è stato uno di quelli di cui la Causa gay avrebbe potuto benissimo fare a meno, anzi... Per fortuna all'epoca non c'era né "Amici" né "Il grande fratello", quindi a differenza di quanto accadrebbe oggi nessuno s'è mai accorto che l'avessero fatto.
Sì, perché, ccioè, al limite, cioè, no?, il testo sarebbe di questo livello qquà: E già sul fatto che essere un gay non significhi avere la capacità di rendere felice un lui, bensì solo l'incapacità di rendere felice una lei, avrei un bel po' di obiezioni da fare. Non è questione di sfumature, ma proprio di approccio filosofico: definire l'omosessualità come l'incapacità a far qualcosa anziché come la capacità a fare qualcos'altro, è già denigratorio. Anzi, omofobico.
Perché dire alla ex fidanzata "tu sei donna come me" va bene se si sta scherzando con un'amica "frociarola", ma in una canzoncina-manifesto la frase è un attimino fuori luogo. Il gay che si sente donna non è infatti un gay: è una trans, tanto per mettere i puntini sulle zeta.

Louis e Loran rappresentano insomma tutti i gay che pur "sentendo" emotivamente l'ingiustizia dell'oppressione da loro subita, intellettualmente ragionano ancora con le categorie mentali dei loro oppressori, giudicando se stessi (e passi) e gli altri gay (e questo invece, no!) sulla base delle categorie omofobiche.
Questi sono i soli gay che oggi come oggi passano in tv, specie nei realities. Ma, ripeto, è dubbio che il loro viscerale coraggio ottenga i risultati a cui emotivamente mirano, dato che poi le loro stesse parole lanciano siluri e bombe contro le loro aspirazioni...

Post scriptum: la canzone è cantata in modo atroce: sembra un coretto dell'oratorio. E forse anche questo ha influenzato un pochino il mio giudizio...


La copertina di un 45 giri di Cristiano Malgioglio

1980 - Malgioglio, Cristiano - "Ma va'" - (45 giri).
Si dice in giro che un nuovo amante [e che si tratti di un uomo lo rivela il verso "ne ho avuti (sottinteso: "di uomini"), prima di te"], vero stallone, stia spompando nel letto l'io narrante.
Che sciocchezza! Semmai è l'io narrante il vero spolpatore: ha la coda di spasimanti dietro, dato che "lui piace".
E poi, altro che stallone, se l'io narrante tira fuori il suo aspetto da pantera (giuro, dice proprio così!) lo stallone finirà graffiato, domato e vestito di rosa, come una femminuccia!
Insomma, siamo alla sceneggiata di: "Mezzafemmena vs. Maschione Verace (Ma Non Troppo)": Puro delirio camp. O forse kitsch (in Malgioglio la linea non è mai molto chiara, dato che non si capisce mai se "ci fa", come richiede il camp, o se davvero "ci è", com'è tipico del kitsch).


1980 - Mastelloni, Leopoldo - "Ambiguità" - (45 giri).
Scialba canzonetta italian-napoletana, anche qui con la solita menata dell'ambiguità, che tanto andava di moda pur di evitare un onesto coming out.
E mi sfugge in cosa consisterebbe l'ambiguità in qualcuno che si pitta esplicitissimamente la faccia come la peggio femmenella smandrappata:
1980 - Mastelloni, Leopoldo - "M'o' ddà" - da - Quand'ero un neomelodico.
Versione in napoletano (piuttosto stretto) di "Padam, padam" di Edith Piaf.
La canzone parla dell'amore per un uomo da parte di una donna.
L'uomo amato parla male dell'io narrante, dice che è brutta, ma poi torna ad andare a letto con lei: "Non è ammore, / ma 'e vase me ddà".
La circostanza a mio personale parere spinge a sospettare che chi parla sia un femmenello, anche per la crudezza del linguaggio usato, non proprio da signora, come nella frase che dà titolo alla canzone: Ovviamente potrei sbagliarmi, anche perché non ho capito una parte consistente del testo. Ma nel dubbio, intanto segnalo.
1980 - Mastelloni, Leopoldo - "O' Milord" - da - Quand'ero un neomelodico.
Versione in napoletano di "Milord" di Edith Piaf.
La canzone è cantata al femminile e racconta il desiderio d'una prostituta per un uomo bellissimo e molto distinto, e per questo soprannominato "'O Milord".
Ma ecco la sorpresa: E alla luce di questa rivelazione assume un altro significato la dichiarazione: Alla fine l'agognato Milord, dopo averlo a lungo e ostentatamente ignorato, si ferma a cercare l'io narrante, e lo bacia in bocca.
Ma a questo punto è l'io narrante a respingerlo, dicendogli: "Vattenne / (...) / Addio, anzi adieu, Milord".
A quanto pare i personaggi di Mastelloni trarrebbero giovamento da quattro chiacchiere con uno psichiatra....


1980 - Melissa  - "Un po' gay" (45 giri).
(Nota: questa "Melissa" non va confusa con "Melissa di Belfast", altra cantante di quel periodo).
Questo disco bizzarro è decisamente audace, per quegli anni.
Si basa sul fatto che l'io narrante ha un capriccio piuttosto originale: desidera andare a letto con un uomo "un po' gay", presentato peraltro in modo stereotipato, quale damina di compagnia con la quale spettegolare e parlare di trucchi (non è chiaro se prima o dopo il sesso): Ma una volta ottenuto quel che cercava, alla fine l'io narrante conclude che non ne valeva la pena:
1980 - Pupo - ''Firenze S. M. Novella'' - 45 giri.
Descrizione della stazione di Santa Maria Novella a Firenze, compresa

 

1980 - Rettore, Donatella - "Gaio" - da - Magnifico delirio.
Donatella Rettore si diverte qui con le rime sdrucciole e le filastrocche (apparentemente) sciocche e nonsense, per parlare di gayezza senza che l'ascoltatore distratto (cioè il 99% degli eterosessuali) se ne accorga.
"Gaio" è in italiano (anche) un nome maschile. Certo, è un nome ampiamente fuorimoda, però la canzone si diletta di tali toscanismi arcaici (agoraio, posteggiaio) che è impossibile capire al primo ascolto se il termine vada inteso con la maiuscola o senza. Il che è proprio ciò che vuole Rettore.
Alla fine però, aggirandosi nel labirinto dei versi (che ammiccano tutti, ma senza mai costruire un discorso consequenziale) si capisce che questo Gaio ha gusti tali che forse mammà avrebbe fatto meglio a battezzarlo Travestaio: (E per chi fosse troppo giovane per saperlo, ricordo che "altra sponda" era un eufemismo assai diffuso negli anni Sessanta per indicare l'omosessualità).


1980 - Squallor - Tromba.
In questo Lp, per la tematica lgbt si vedano le canzoni:
1980 - Tozzi, Umberto - "Stella stai" - da - Tozzi. (Anche come 45 giri).
Per fare una rima insulsa la canzone usa a sproposito la parola "gay" (parlando di una stella nel cielo): Chiedo scusa sir, e ciò cosa vorrebbe dire?

In aggiunta, i curatori del canale Youtube "Le introvabili" mi fanno notare che:



1980 - Zero, Renato - "Profumi balocchi e maritozzi" - da - Tregua I. Riedito anche in Puro spirito (2011).
Un folle divertissement, assolutamente camp: Comunque, Paradossalmente, nella sua demenzialità questa canzone è molto più azzeccata, in quanto "inno gay", di quanto non sia la bolsa "Onda gay".
Ed è stupefacente notare quanto fosse disposto a compromettersi questo cantante quando il piano era quello del camp, mentre rendeva ben poco laddove provava ad essere serio.
(Il che peraltro, ben considerando 'o zpezzore 'ntellettuale e 'a gramatica de 'e canzoni sua, ao', nun è che cce stupisca assai...).
1980 - Zero, Renato - "Santa Giovanna" - da - Tregua I.
A quanto mi risulti, questa è la sola canzone di Zero a nominare (e solo di passata!) il lesbismo.
Il testo è scombinato, e sgrammaticato al limite dell'incomprensibilità, comunque con un poco di sforzo è possibile decifrarlo: Tutto qui.


1980 - Zero, Renato - "Onda gay" - da - Tregua II.
Questa è la canzone in assoluto più esplicita di Renato Zero sulla tematica gay: un vero inno all'orgoglio omosessuale...
Peccato perciò che abbia una musica scontata, scritta "con la mano sinistra", e che il testo risulti piatto e retorico. Probabilmente il terrore di compromettersi troppo ha paralizzato l'autore, impedendogli di dire qualcosa che non fosse assolutamente banale (e si noti l'ostentata presa di distanza ottenuta rivolgendosi al "gay" usando sempre il "tu" e mai il "noi").
Per me che non amo Renato Zero è però comunque giusto ammettere che almeno la buona intenzione ce l'aveva messa: dopo tutto stiamo parlando del 1980, ed aspettarsi "Born this way" di Lady Gaga già all'epoca sarebbe stato un po' troppo: Walter Farina ne ha cantato una cover nel 2011.


<--- 1979 - vai al - 1981 --->

 
Inedito.
Quest'opera è pubblicata sotto una Licenza Creative Commons "Attribuzione - Non opere derivate 2.5" Italia.
La ripubblicazione integrale è consentita a chiunque sotto i termini di tale licenza. La ripubblicazione parziale è concesso esclusivamente previo accordo con l'autore: scrivere per accordi.
[Torna alla pagina principale] [Torna all'indice delle canzonette gay]
[Mandami correzioni, suggerimenti o proponimi un nuovo link]