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Il gay canzonato.
Un elenco di canzonette a tema l, g, b & t:
di: Giovanni Dall'Orto
2007
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Saggio sull'omosessualità nella canzonetta (prima metà).
Saggio sull'omosessualità nella canzonetta (seconda metà).
Schede di canzonette italiane - 1920-1976.
Schede di canzonette italiane - 1977-presente:
 
         
         

1920-1976

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2011
Ignoto 
Aggiunte

2007


2007 - Amor Fou - "Due cuori una darkroom" - da - La stagione del cannibale.

Nonostante il titolo sfacciato, e l'inizio esplicito,

il resto del testo della canzone scade poi nel vago e nell'insitinto, in affermazioni generiche da Baci Perugina.
Peccato perché questo gruppo avrebbe sicuramente potuto dare e dire di più, ma forse non ha osato.


2007 - Bassi Maestro - "Homo shit / Real shit" - da - Monkee Bizniz Vol. 3.
Freestyle che, nonostante il titolo, parla esclusivamente della condizione di rapper dell'autore e dela sua concezione del rap.
Il solo legame con l'omosessualità è una frase che si ascolta in sottofondo all'inizio: "A questo giro le checche isteriche restano a casa!".
Nient'altro.


2007 - Casto, Immanuel - Feel the porn groove.
Contiene le canzoni:
2007 - Casto, Immanuel - Io batto.
Ep con quattro canzoni, tutte con tematiche gay, ed almeno tre con protagonisti o coprotagonisti impegnati nella prostituzione:
2007 - Ceccarini, Ciri - Sono ciò che sono - Canzoni autoprodotte inedite, già scaricabili dal suo sito, oggi rintracciabili su Youtube e Myspace.
Bravo a cantare, con musiche non banali, e testi decisamente belli: peccato che Ciri Ceccarini sia ancora solo nella fase di promozione iniziale del suo lavoro. A mio parere è in assoluto uno dei nomi più interessanti del panorama musicale gay italiano attuale. E questo in barba al fatto che, paradosso dei paradossi, politicamente faccia riferimento a "Futuro e Libertà".
Il suo primo Cd è annunciato per il 2012, ma alcuni brani circolano già grazie al suo sito ed a Youtube:
2007 - Cochi e Renato - "L'aeroporto di Malpensa" - da - Finché c'è la salute.
La canzone è puro nonsense, con rime bislacche e deliranti.
Nel descrivere, e prendere in giro, l'aeroporto lombardo della Malpensa, racconta di un nano che da un mese aspettava che arrivasse Biancaneve, mentre l'io narrante scopriva nel frattempo che: Quando Biancaneve infine ritorna, il nano s'arrabbia perché scopre che se n'era andata via con gli altri sei nani ("oh nano, oh nano / le donne son così; / oh nano se lo vuoi / posso prestarti il gay!").
Ma a tutto c'è rimedio. Tant'è vero che adesso all'aeroporto di Malpensa c'è un nano La canzone è pure carina e divertente, nel suo delirio. Certo però che se si fosse risparmiata l'ennesima, e nel 2007 non più tanto scusabile, deliberata confusione tra gay e travestiti, avrebbe fatto una cosa buona e giusta...
 
2007 - Cochi e Renato - "Silvano" - da - Finché c'è la salute.
Riproposta della canzone del 1978, con testo pesantemente riscritto, ma senza obliterare il carattere omosessuale del rapporto con Silvano (e Rino):
2007 - Delitto Perfetto - "Vacanze omosessuali" - da - Doublethinkers.
Non so se per capire il testo di questa canzone occorra avere il cervello fritto, o se banalmente non ci sia nulla da capire, però lascio che questo ciascuno lo decida da sé.
Tanto meno comprendo cosa c'entri l'omosessualità - annunciata nel titolo - col testo della canzone. A meno di voler trovare un doppio senso gay nelle frasi che sto per citare, che però a mio parere sono troppo vaghe per potersi configurare come un'allusione esplicita al tema: A mio modesto parere, insomma, questo brano non ha nulla a che spartire con il tema lgbt. O se ce l'ha, per quel che si riesce a capire dall'accozzaglia di frasi citate, è come se non ce l'avesse.


2007 - Dell'Era, Roberto - "Ami lei o ami me?" (Singolo).
Decisamente "azzeccato" il tono di questa canzone, che vede un uomo chiedere alla sua ragazza di decidersi: ama l'io narrante, o ama "lei"?
Ormai è finita l'epoca in cui la situazione sarebbe stata solo un pretesto per fantasie erotiche più o meno (di solito, più) morbose, con "lui" che sbava all'idea di "farsi" tutte e due. In questo testo il fatto che la donna amata possa preferire un'altra donna passa in secondo piano rispetto al fatto - oggettivamente portatore di sofferenza - che non riesce a decidere se ami l'io narrante o un'altra persona.
Ed anche se noi gay sappiamo che tali situazioni-pasticcio si verificano quando una donna sta finalmente permettendo al proprio lesbismo di venire a galla, e quindi immaginiamo che l'io narrante alla fine difficilmente la spunterà, lui ci è simpatico lo stesso, per il modo tranquillo e rispettoso della persona amata con cui pone la domanda. Che è suo diritto porre. Ma senza pensare di "possedere" la donna "in bilico": Bella anche la melodia, dolce e sommessa, timidamente accompagnata da pianoforte e chitarre, molto adatta al carattere intimo e malinconico del pezzo.
Nonostante la difficoltà del tema trattato, quindi, direi che questa canzone è - a mio parere - decisamente riuscita.


2007 - Di Lernia, Leone - "Sono gay" - da - Si nu baccalà. Anche in - Leone best 2008.
Leone di Lernia usa deliberatatamente la volgarità e l'insulto per farsi notare, quindi tanto vale tirare un sospiro di rassegnazione e non fargli più pubblicità di quanto meriti stando qui a spiegare perché la sua omofobia maschilista sia spregevole.
I testi si commentano da soli, anche qui, specie laddove appare il dialogo fra il maschio/io narrante, e il "frocione" che si offre come oggetto sessuale da usare e buttare (addirittura viene definito "una f**a artificiale"): Non credo occorra ulteriore commento.


2007 - Drupi - "Lo voglio piccolo" - da - Fuori target.
Non ho mai sentito dire che Drupi fosse gay, neppure nei pettegolezzi.
Pertanto non riesco a spiegare questa canzone irta di doppi sensi sodomitici, se non come una burla da carnevale (anche i cantanti amano gli scherzi), oppure come un tentativo studiato a tavolino per suscitare un poco di scandalo mediatico. Che però non ci fu (nessuno se ne accorse), anche perché ormai la logica dei doppi sensi da decodificare, popolare nei decenni precedenti, nel 2007 era sparita di fronte ai testi in cui non c'è nulla da decifrare. (E ho notato che i gay più giovani, abituati ai testi espliciti, faticano non solo a comprendere il contenuto omosessuale delle vecchie canzoni "a chiave", ma faticano addirittura a credere che sia mai esistita un'epoca in cui questo tipo di gioco fosse necessario!).

Il gioco dei doppi sensi qui si basa sull'affermazione iniziale di desiderare un amore delicato, dopodiché si parte con un elenco di cose che l'io narrante desidera prendere "dentro di sé", con la preferenza per una dimensione contenuta:

Io non riesco a immaginarmi quanto si sia divertito chi ha scritto il testo, che in ogni singola frase si può leggere nei doppi sensi come il lamento d'un amante che ha trovato eccessive - fino a provarne dolore - le dimensioni del membro del suo ex, e che è ora alla ricerca di qualcuno che gli offra un "fiore" (o "sole" che dir si voglia) che sia di dimensioni più contenute. Gli basterà più piccolo, assicura l'io narrante, e sarà sufficiente a fare "salire e scendere" la "felicità" fino a che, perseverando, essa raggiungerà l'acme, "germogliando": Questo testo assolutamente sfacciato è talmente geniale che è sinceramente un peccato che non si fosse fatto gran caso al sotto-testo. Ma questo è il rischio che si corre quando si è troppo bravi ad occultare il gioco dei doppi sensi allo scopo di darsi l'aria svagata del "Chi? Io??".

Di questa canzone esiste anche un remix del dj Alberto Remondino, con un accattivante ritmo dance, e un arrangiamento curato e dalle sonorità elettroniche.
Un ascolto, a mio parere, lo merita senz'altro.


2007 - Fibra, Fabri - "La posta di Fibra" - da - Bugiardo.
Ci sono molti modi in cui un rapper può farsi notare, ma sinceramente quello di mettersi a fare l'imitazione casereccia di Eminem, con tanto di sparate omofobe, mi pare la più inconcludente (soprattutto se si mette a fare le suddette sparate nello stesso periodo in cui Eminem decide che non è il caso di tenere aperta una faida perpetua con la comunità gay e fa marcia indietro... Gli inconvenienti del provincialismo!).

In questo brano Fibra immagina di possedere un fan-club, e sogna che esso lo sommerga di lettere per esporgli i suoi problemi, che ovviamente sono assurdità.
Il modello di questo brano è palesemente "Stan" di Eminem (in: The Marshall Mathers Lp II, del 2000) che però ha ben altra profondità.
Nel modello, infatti, appare una critica per nulla implicita al comportamento d'un fan che, ossessionato dal divo a cui scrive lunghe lettere, trascura la vita reale, disprezzando il rapporto con la sua ragazza. E da quanto il fan scrive al divo si capisce che esiste un innamoramento che è sublimazione di un'omosessualità non accettata e non capita, fino a portare alla tragedia.
Per essere opera d'un'esimia testa di c.... come Eminem, direi che non sia malaccio.

L'imitazione, prevedibilmente, non ha nessuna di queste sfumature. I fans che scrivono sono solo casi umani pronti per il manicomio (al punto da autodefinirsi "matti"). E l'io narrante li sfotte aggressivamente, e in effetti meritatamente, visto quanto appaiono patetici nelle lettere che egli ha inventato per loro.
Fra gli scriventi spicca anche un omosessuale, descritto secondo i soliti stereotipi maschilisti (non indossa mutande, bensì un tanga... capisc'ammè).
Citerò lo scambio di battute, esimendomi dai commenti, superflui visto che brano e tono si commentano da sé:

Questo brano non valse a Fibra le sperate proteste da parte della comunità gay (che in Italia è tutt'altra cosa che negli Usa, e per la quale lui rimase "Fabri-CHI?") tali da rendelo "chiacchierato".
Si sarebbe quindi dovuto attendere sino all'outing a Mengoni perché la sua omofobia potesse infine passare all'incasso della fama pubblica.


2007 - Frangetto - "Gayland is burning". (Inedito, creato per la distribuzione attraverso Youtube).
Parodia in chiave gay di "Frangetta (aka Milano is burning)" del gruppo "Il deboscio".
Gli autori, anonimi, sulla base musicale elettronico-ossessivo di "Milano is burning" si divertono a fare il verso a tutti i tic e modi di dire dei gay milanesi, con particolare attenzione alle ipocrisie e ai tentativi di mostrarsi diversi da ciò sono.
A differenza dell'originale, e dell'altra parodia ("Torre del Lago is burning"), qui le voci recitanti non sono sintetiche. Ecco alcune affermazioni delle voci recitanti: Per me che vivo a Milano, e che ho sentito pronunciare a ripetizione molte di queste frasi, è un brano divertente e che ha centrato in pieno il suo bersaglio.


2007 - Gabinetto di guerra - ''Meglio fascista che frocio''.
Non ho ancora né visto né ascoltato questo Cd, e spero che usi come titolo la famigerata frase di Alessandra Mussolini in senso sarcastico. Ma visto che un titolo propone il machonazi, purtroppo, non ci spero. Contiene: [Se qualcuno fosse in grado di aiutarmi ad ascoltare questi brani lo prego di contattarmi. Grazie in anticipo].


2007 - Grasso, Gabriella - "Come un dessert" (singolo).
Di questo brano, a ritmo di bossa nova, esiste anche un videoclip (dal quale è tratta l'immagine qui sopra).
La cosa curiosa è che il testo non specifica il sesso della persona a cui la canzone è indirizzata (a meno che l'allusione a "il frutto dell'amore che c'è in te" non si rivolga a una donna incinta), ed è il clip, inaspettatamente, a sciogliere il dubbio .
L'io narrante dice di volere "mangiare come un dessert" la persona che desidera, ed ecco che nel filmato la Grasso addobba con panna montata e fragole il corpo nudo di una donna, che poi viene... servita in tavola... Ben cantata e spiritosa nelle sue iperboli, la canzone è gradevole e ben riuscita. Consigliata.



2007 - Irvanus J. - "Torre del Lago is burning". (Inedito, creato per la distribuzione attraverso Youtube).
Seconda parodia in chiave gay (dopo "Gayland is burning") di "Frangetta (aka Milano is burning)" del gruppo "Il deboscio".
L'autore "Irvanus J." è anonimo, ma visto che elenca uno per uno tutti gli esercizi commerciali gay di Torre del Lago e dintorni, sospetto che il brano sia opera delle stesse persone che due anni dopo avrebbero iniziato a produrre le cover di Antolesbo.
Anche qui una voce sintetica legge una serie di frasi, palesemente scritte da qualcuno che conosce molto bene la cultura e il mondo gay dall'interno, sempre sulla base musicale ossessiva di "Milano is burning".
Molto divertente, ma per capire le allusioni bisogna conoscere la realtà gay italiana: Per concludere con un esilarante: Dovendo confrontare le due parodie, direi che questa ha una vena comica più divertente, mentre "Gayland is burning" è molto più azzeccata in quanto satira della Milano gay.


2007 - La Terremoto de Alcorcón - "Libérate (italiano)" - da - Libérate.
La "Terremoto de Alcorcón" è la quintessenza della frociarola spagnola.
Si tratta d'un personaggio semialfabetizzato ed ultra-provinciale, totalmente trash, che scimmiotta i successi internazionali senza neppur comprendere la lingua in cui sono cantati ("Time goes by so slowly" diventa "Time gous bai, con Loli"). Assieme a lei si esibiscono due travestiti barbuti e imparruccati, Las Feldene Flesh, che suonano e ballano.
"Libérate" è un inno scritto per l'Europride del 2007, e si diverte ad affastellare tutto il peggio del peggio del camp e della sottocultura frocia iberica, citandone tutte le "icone" (il videoclip spagnolo di questo brano vede la nostra eroina imitare una serie di cantanti che sono appunto "icone gay").
Poi, siccome quello era l'Europride, Pepa Charro, la cantante che ha creato il personaggio della Terremoto, s'è ricordata d'essersi laureata in lingue e ha deciso di tradurre l'inno in vari idiomi europei, fra i quali l'italiano. Rivelando così che la nostra lingua non aveva mai fatto parte del suo piano di studi, ahinoi! (Una che pronuncia "taglio" come "tagh-li-o" non ne ha mai fatto neppure la lezione numero uno!).
In compenso, chi le ha tradotto il testo ha fatto un ottimo lavoro, provvedendo a scovare l'esatto corrispondente italico del trash frociarolo iberico, permettendole così di citare le canzonette: "Laméte", "Parole, parole, parole", "Rrumore", "Pensiero stupendo", "Le mile vole vlu", "Paza idea" e "Triangolo". Azzeccato!
Il testo, su base dance, invita: (Oddio, proprio fino alla morte, speriamo di no!).
La pronuncia demenziale della Terremoto si sposa perfettamente col suo personaggio altrettanto demenziale, rendendo questo brano un piccolo capolavoro trash-camp-kitsch. Se non l'avete ancora ascoltato, allora la vostra vita non ha avuto fin qui alcun significato. Correte a farlo.


2007 - Lucariello - "Mariarca" - da - Quiet.
Hip-hop in dialetto napoletano.
Storia di una ragazza già madre a 16 anni con tre figli, e un amore sbagliato con un marito alcolizzato.
La ragazza vuole ricomincaire a parlare, vuole riaccendere gli occhi con il vero amore, vuole ricomincaire a rispettarsi.
S'è innamorata d'un'altra donna, e pensa che non ci sia nulla di male, checché ne dica il prete, che pretenderebbe che lei nascondesse i peccati: Abbastanza cupa, come atrmosfera, ma temo che la storia che racconta non sia necessariamente di fantasia.
Una canzone di denuncia, insomma.


2007 - Marcorè, Neri - "Vivo o morto o Pacs" - da - Parla con me, 25 gennaio 2007 [non disponibile online].
Imitazione umoristica del cantante Ligabue, del quale parodizza "Vivo, morto o X", eseguita durante la trasmissione televisiva Parla con me del 25 gennaio 2007.
Ha per tema l'eterna questione del riconoscimento delle coppie di fatto in Italia:
2007 - Mastelloni, Leopoldo - 87amori.
Cofanetto di ben 4 Cd, che raccoglie canzoni presentate da Mastelloni nei suoi spettacoli teatrali negli anni precedenti. La data del 2007 è pertanto quella dell'incisione in questa raccolta, ma le singole canzoni possono risalire anche molti anni prima.
Sul tema lgbt si veda:
2007 - Momo (pseud. Simona Cipollari) - "Momosessuale" - da - Il giocoliere.
Esistono persone convinte del fatto che il nome della rosa sia la rosa stessa, e che le parole siano le cose che etichettano.
Il che è come dire che uno scontrino di guardaroba è il cappotto.
Tutto ciò è ridicolo, come sa chiunque abbia mai esclamato: "Un attimo, un attimo: prima devo finire di... cosare 'sto coso qui!". La parola è svanita, mangiata dalla fretta, ma la comunicazione è avvenuta lo stesso. Dunque, la parola non è la cosa.
Come sa del resto qualsiasi bambino, che capisce benissimo cosa puffano dire i puffi quando puffano "puffo" al puffo dei verbi. No, le parole non sono le cose. Sono solo segnaposti. Etichette. Scontrini...
Purtroppo, ci sono cose che si sapevano da bambini ma che si decide di dimenticare, per viltà o convenienza, perché ci fa comodo farlo.
Come nel caso di tante persone omosessuali, che di fronte alla difficoltà di ammettere di essere quel che sono, credono che sia possibile "scegliere di non scegliere". E quindi scelgono di "rifiutare di farsi etichettare", entrando nella categoria delle persone etichettate dall'etichetta "persona che non vuole farsi etichettare" (e già qui la testa inizia a girare...).

C'è addirittura tutta una teorizzazione su quanto sia giusto etichettarsi in questo modo piuttosto che in altri, dato che chi si etichetta come "senza etichetta" e più furbo e più figo di chi si "lascia etichettare" in qualsiasi altro modo. Dimostrazione di quanta paura faccia ancora l'etichetta di "omosessuali", per schivare la quale sono stati inventati tutti questi equilibrismi mentali. (Ho letto proprio oggi su un sito di annunci sessuali gay: "Sto cercando solo sesso: infatti NON SONO GAY". Ah, ecco! Quelli che "sono gay", sui siti di sesso gay ci vanno invece a scambiare foto di cuccioli, immagino!).

A questa categoria di persone "senza categoria", che si etichettano come "Senza Etichetta", sembra appartenere Momo, che ha creato la canzone "mOmosessuale" per farci capire che lei appartiene ad una categoria sessuale di cui fa parte lei soltanto al mondo, e basta, dato che Momo è lei, e nessun altro.
Con ciò viene da chiedersi come faccia ad avere una sessualità, visto che la sessualità per esistere richiede d'essere condivisa da almeno due persone, ma forse Momo avrà rivalutato l'autoerotismo (e speriamo in tal caso che la sua partner la sappia soddisfare e sia di suo gradimento).

In un'intervista del 2007 la cantante ha dichiarato, a proposito di questa canzone: 

Applausi a scena aperta da parte di chi ritiene "limitante" ammettere di essere, semplicemente e banalmente, omosessuali, senza la m.... davanti.
Leggo per esempio fra i commenti a un'altra intervista concessa da Momo e presente su Youtube, che: In realtà Foucault non ha mai detto che la sessualità è "una invenzione sociale finta", ma, come disse una volta Oscar Wilde, i sostenitori di queste bizzarre teorie non hanno mai permesso che un volgarissimo fatto sciupasse i loro pregiudizi preferiti...

Dunque, godiamoci questa canzone, e la saggezza che ne promana:

Dunque, al di là della scombinatezza dei versi, nei quali non si riesce a trovare una concatenazione logica che sia una (ma è Arte, quindi...) sembrerebbe che per amare, occorra "cambiare le parole", cioè chiamare le cose con altri nomi, diversi da quelli che hanno. Come se bastasse chiamare "giustizia" l'ingiustizia per cambiarne la natura, oppure "mOmosessualità" la frociaggine per fare cambiare atteggiamento a tutti gli omofobi di questo mondo...
Magari! Fosse davvero tutto così facile e semplicistico, mi convertirei anch'io a questo modo di pensare!
Purtroppo Gertrude Stein ha osservato, già molti decenni fa, che "Una rosa, è una rosa, è una rosa"...
Anche se la chiami con altri nomi.


2007 - Morlacchi, Jessica - "Pensieri timidi" - (Singolo).
Una donna (presumibilmente eterosessuale) comprende infine che l'attaccamento dimostrato nei suoi confronti da una sua cara amica non è semplice amicizia, ma vero e proprio amore. E risponde con questa canzone, rispettosa, cortese, affettuosa, anche se ferma rispetto alla propria impossibilità di ricambiare quel sentimento e soprattutto quel desiderio sessuale: Il tema, potenzialmente scabroso, è trattato con la giusta miscela di simpatia, tenerezza, rispetto per l'orientamento sessuale dell'amica da un lato, e richiesta di rispetto del proprio orientamento dall'altra.
A tratti l'io narrante sembra anzi quasi dispiaciuto di non poter offrire all'amica ciò che vorrebbe: Dunque il titolo si riferisce, con l'espressione "pensieri timidi", al tipo d'affetto che l'io narrante prova nell'amicizia verso l'altra donna, e nel termine "timido" c'è la misura di come l'affetto d'una donna eterosessuale verso un'altra donna possa risultare "timido", appunto, se paragonato al sentimento d'una donna lesbica, le cui emozioni vengono qualificate di "desideri liberi / senza limiti". Ecco un modo poetico per dire le cose senza offendere. Finalmente.

Solo alla fine emerge, appena accennato, il rischio che la diseguaglianza degli affetti provati metta a rischio l'amicizia stessa: "E stammi ad ascoltare, / fermati, / o mi vedrai volare via".
Purtroppo, dato che all'amore non si comanda, una volta rivelata la vera natura delle proprie emozioni ed aperto il vaso di Pandora, è difficile immaginare che tutto possa tornare come prima.
Ma ahimè, così va la vita.


2007 - MVB (Manuel Vozza Band) - "Saffo" (Singolo autoprodotto, pubblicato come videoclip su Youtube).
Si fatica a percepire il messaggio di questa canzone, a causa dell'inusuale (per questo tema) accompagnamento molto metal, con profusione di chitarre elettriche, ma soprattutto d'un bilanciamento difettoso nell'incisione (catastrofe ricorrente in quasi tutti i demo autoprodotti che si trovano su Youtube), che permette alle chitarre di sovrastare e a tratti soffocare la voce e tutto ciò che essa sta dicendo.

Il testo (cantato da un uomo) parla d'una ragazza, Saffo, che dopo avere avuto "brutte storie col sesso forte" ha capito che la sua strada è un'altra:

Il clip alterna riprese dei suonatori a quelle d'una ragazza che ne corteggia un'altra, ed alla fine la bacia e passeggia tenendola per mano (l'immagine che ho pubblicato qui sopra è tratta da un fotogramma del clip, non è la copertina d'un inesistente Cd).

Non sgradevole il motivo, orecchiabile il ritornello, buona l'interpretazione, e sicuramente insolito il risultato. Merita l'ascolto.




2007 - Pestrada, Natalia - "Non chiamarmi trave" (autoprodotta). Inedita, è stata scaricabile gratuitamente per un certo periodo dal blog di Platinette. Il link del download non funziona più, ma è possibile ascoltarla egualmente in streaming.
Parodia di "I don't feel like dancing" degli Scissor sisters. È un brano autopromozionale di questa drag queen che racconta in breve la sua carriera e le sue ambizioni, citando altre colleghe o personaggi legati alle discoteche gay (Carl du Pigné, Platinette, Resident Virus).
Il concetto fondamentale è: La conclusione è: "Non chiamarmi "trave", bella: al massimo un po' gay!".
Il brano è ben cantato (finalmente una drag che non si limita a "cantare" in playback!) e il testo è divertente, quindi azzecca lo scopo autopromozionale per cui è nato. Si ascolta piacevolmente.



2007 - Saretta - "Mio marito è gay" - Dalla trasmissione radio - Lo zoo di 105, nella rubrica "Festival di San Jimmy 2007". Disponibile su Youtube.
Parodia di "Too little too late" di Jojo.
Il tono della canzone è umoristico, eppure questo brano riesce a dire cose serie: in una società in cui tutti incoraggiano i gay a guarire e sposarsi, è l'unica voce, nel panorama della canzonetta italiana, che abbia mai provato a chiedersi quale sia il destino di chi il gay "guarito" lo ha sposato.
Specie per il fatto che tutti lo sappiamo benissimo che l'omosessualità non "guarisce", a cominciare dagli stessi propagandisti delle "teorie riparative", che possono promettere (a scanso di querele per promesse menzognere) solo di riuscire a tenere sotto controllo i desideri omosessuali, e non di riuscire a sostituirli con desideri eterosessuali...
Pertanto, l'incauta donna è destinata a scoprire significative assenza di entusiasmo per una certa parte della vita matrimoniale, e magari addirittura la ricerca di altri orizzonti: (M***** è il nome di un conduttore di "Radio 105", e non sapendo quanto abbia gradito lo scherzo dell'inserimento del suo cognome ho preferito censurarlo).

Prevedibilmente, trattandosi d'un prodotto destinato all'usa-e-getta, l'incisione è messa insieme un po' alla buona, e la voce di Saretta ha qualche vaevieni non corretto in postproduzione, ma nell'insieme il risultato è decisamente riuscito.
Direi quindi che il brano un ascolto lo meriti: è molto breve, e come detto è praticamente l'unico in lingua italiana ad affrontare questo argomento.


2007 - Silvestri, Daniele - "Gino e l'alfetta" - da - Il latitante.
Se ne veda la recensione che ne ho fatto parlando del videoclip che ne è stato tratto.


2007 - Spina, Piero - "Arlecchino incolore" - da - Non sono casto.
Piero Spina è uno dei pochi cantanti "militanti" gay in Italia. Agli inizi (ne ricevetti un paio di demo alla rivista che dirigevo) era soprattutto la passione a muoverlo, purtroppo senza un supporto vocale all'altezza del suo entusiasmo. Ed era un peccato, visto la chiarezza d'idee e la determinazione con cui riusciva a scrivere le sue canzoni. Purtroppo la sua voce aveva la tendenza a glissare sulle note, e a faticare parecchio a tenerle.
Poi, per fortuna, complice evidentemente un'applicazione e uno studio del canto, la situazione è decisamente migliorata.
Adesso Spina non rientrerà forse ancora tra le vette del belcanto operistico, ma riesce a proporre dei Cd gradevoli, e per qualità canora sicuramente non inferiori a quelli di tanti cantanti mainstream di successo.
ll suo handicap attuale non è più la voce, bensì la distribuzione quasi inesistente dei suoi Cd. Si spera che la distribuzione online potrà contribuire, in futuro, a risolvere il problema.

Il testo della presente canzone d'amore si rivolge a un "tu" di cui non è specificato il sesso. Unico indizio, nel videoclip che ha accompagnato questa canzone, è l'insistenza con cui è ripreso a un certo punto un bel ragazzo, unica altra persona ritratta nel filmato, a parte il cantante.

2007 - Spina, Piero - "Un diritto al rovescio" - da - Non sono casto. Poi in: Arci Libertà e Musica Cd Box 2008.
La canzone, come rivela il titolo, si basa su un rovesciamento, e presenta un gay che si rivolge a un amico eterosessuale esprimendogli la sua accettazione con tutte le frasi fatte e ipocrite che di solito gli eterosessuali usano con i gay:

Il trucco retorico funziona, e la canzone strappa un sorriso e - si spera - anche qualcosa di più.


2007 - Trash, Sabryna - "Cerco un marito in chat". (Singolo autoprodotto, scaricabile gratuitamente dal suo sito).
Parodia di: "That don't impress me much" di Shania Twain.
In questo brano la base musicale e Sabryna Trash vanno ciascuno per conto proprio... ma ciò andrà considerato, immagino, come una simpatica alternativa alle banali canzoni in cui un cantante riesce a tenere il ritmo...
Sul suo sito, la rea di questo crimine lo presenta come "I buoni propositi di una travestita rotta a tutto e bisognosa di una nuova relazione proficua". E non occorre fare illazioni sul significato di "proficua", dato che è la diva stessa ad ammettere: "sono certa che un pollo troverò: / cerco un marito da spenna'!".
Il testo è significativo e, come sempre con questa diva, molto esplicito: Ma neppure una "diva dall'ugola incrostata" riesce a cavare un gran sugo dalle chat, tant'è che la canzone si conclude con la lagna che si legge nel 90% dei profili delle chat stesse: Insolito ascoltare una Sabryna Trash tanto "normale" e intenta a fare ciò che fanno tutti, ma forse proprio per questo, a mio parere, qui non abbiamo uno dei suoi pezzi più divertenti o riusciti: tutto sommato, non ci dice nulla che non sapessimo già da soli.

Su Youtube è anche presente un video pirata in cui la "diva sderenata" ha schiaffato la propria canzone sopra il videoclip originale di Shania Twain. L'effetto è, ovviamente, demenziale.


2007 - Trash, Sabryna - "Ho dato il c**o a cani e porci". (Singolo autoprodotto, scaricabile gratuitamente dal suo sito. Ne esistono due diversi arrangiamenti).
Il titolo è abbastanza esplicativo da solo e sì, la canzone è volgare quanto il titolo fa presumere. Ma è anche divertente, perché oltrepassa il limite dell'assurdo e del demenziale. Altro che Immanuel Casto!
Con un'esilarante vocina in barcollante falsetto, azzeccatissima, Miss Trash strilla al mondo la sua disponibilità come oggetto sessuale. Ma lo fa a modo suo, utilizzando rime dissennate e descrizioni decisamente esplicite.
Al solito, o diverte o ripugna e basta, però se il genere demenziale non vi dispiace, allora questo è uno dei capolavori della Diva Sderenata: Decisamente curati l'arrangiamento e la postproduzione, che rendono l'ascolto tutt'altro che sgradevole, almeno musicalmente partando.


2007 - Trash, Sabryna - "Mi fate tutti skifo!" - da - Mi fate tutti skifo! (Singolo autoprodotto, scaricabile gratuitamente dal suo sito).
Sbocco di misantropia contro i clienti e il mondo in genere, compresa la povera madre, che ha il torto di telefonare sempre mentre Sabrina si trova con i clienti: La povera madre viene così apostrofata: Brano piuttosto violento, creato con la deliberata intenzione di disgustare, non è uno dei migliori prodotti di Sabryna Trash.
Risulta però divertente per il geniale tormentone della telefonata della mamma che continua a in(te)rrompere.


2007 - Trash, Sabryna - "Tutte in dark room". (Singolo autoprodotto, già scaricabile gratuitamente dal suo sito, ora su Youtube).
Parodia di "Ma quale idea" di Pino D'Angiò (1981).
Così come molte travestite (specie se di origine meridionale), anche Sabryna Trash prova attrazione sessuale esclusivamente per maschi cosiddetti "eterosessuali". Ciò la porta a scatenare di tanto in tanto vere e proprie sclerate contro omosessuali e checche (le due categorie, nel suo orizzonte mentale, tendono a fondersi in una sola), soprattutto quando vestono i panni ingannevoli del maschio "normale".

Sabryna qui dà fuori di testa contro la "concorrenza", lanciandosi in una filippica di rara veemenza:

Divertente, ma anche un buon esempio dell'omofobia interiorizzata presente all'interno del mondo gay.


2007 - Trash, Sabryna feat. La Mikela - "Ho l'emorroidi!". (Singolo autoprodotto, scaricabile gratuitamente dal suo sito).
Parodia di "Voulez vous" di Amanda Lear.
Come in molta musica trash, è stato scelto come tema centrale del pezzo un argomento disgustoso o repellente: A dar manforte alla diva in questo brano corre in aiuto "La Mikela" (il cui vocione virile non lascia dubbi sul sesso) che duetta con Sabryna, che intanto leva alto il suo grido di dolore: Il problema è che per una travestita le emorroidi sono un impedimento professionale, come non manca di notare la zelante, e al solito sboccata, Sabryna: Come farà? Si accettano scommesse...

Complessivamente, un brano buffo, anche se il divertimento per la "trovata" del tema si esaurisce dopo un solo ascolto, o poco più. Diciamo che... l'artista ha saputo esaurire l'argomento al punto che l'ascoltatore non prova alcuna necessità di essere ulteriormente illuminato... Grazie...


2007 - I tre quarti - "Ero un mignottone" - da - Ero un mignottone. (Autoprodotto. Scaricabile gratuitamente dal loro sito).
Ragazzini lo siamo stati tutti, quindi cretini (a causa degli sconvolgimenti neurologici causati dalla botta ormonale dell'adolescenza) lo siamo stati tutti. Tuttavia, se non altro noi, che ragazzini cretini lo siamo stati qualche decennio fa, abbiamo avuto un vantaggio: non avevamo a disposizione tutta questa tecnologia a basso costo che ci permettesse di mostrare al  mondo intero quanto fossimo cretini, registrare le prove inequivocabili della nostra deficienza, e infine tramandarle a futura memoria. In modo da poter diventare cianotici per la vergogna fra qualche anno, riascoltando le fetenzie prodotte.
"I tre quarti", sfortunatamente per loro, non hanno avuto la fortuna di nascere quando queste prassi autolesionistiche non erano possibili. E quindi hanno reso pubblico al mondo di essere tre ragazzini "coatti" talmente sfigati che è impossibile che qualche ragazza li trovi minimamente interessanti, al punto da essere costretti alla masturbazione mentale, raccontando in queste canzoni tutto il sesso che nella vita reale non vedono mai.
A ciò aggiungono, per sentirsi ancora più "grandi", una sequela di bestemmie né divertenti né necessarie. Ed io che sono ateo "credente e praticante" provo fastidio per la bestemmia gratuita, perché rivela l'opposto di quel che crede di esprimere. Rivela sudditanza mentale ed emotiva nei confronti della religione, dato che si bestemmia solo ciò che si percepisce come significativo. Non a caso, nessuno bestemmia Ahura Mazda, o Poseidone.  (Il vero ateo non prova nessuna soddisfazione nell'insultare entità che sa che non esistono: insultare dio o la madonna non gli dà maggiore soddisfazione di quella che proverebbe ad insultare Paperino o Topolino, o i brontosauri o i marziani: si può bestemmiare solo su ciò in cui si crede. Chissà se 'sti ragazzini ci arriveranno mai, a capirlo... ).

Quanto a questa canzone, il titolo è ingannevole perché il brano (dal testo semplicemente disgustoso) riguarda la sodomia eterosessuale, e il dialogo è fra un ragazzone superdotato e una donna sbocatissima che alla fine rivela in effetti "io ero un mignottone" (usato al maschile, come da vernacolo romanesco).
Le due voci che interpretano questa canzone non hanno la minima cognizione del significato della parola "cantare". Coprolalia su una base musicale.

2007 - I tre quarti - "Succhierò" - da - Ero un mignottone. (Autoprodotto. Scaricabile gratuitamente dal loro sito).
Parodia di "Salirò" di Daniele Silvestri (2002).
L'io narrante descrive con termini crudi la sua condizione di persona costretta ad accontentarsi di un rapporto orale con un partner minidotato, mentre la sua aspirazione sarebbe subire il rapporto anale con oggetti di dimensioni sempre crescenti, fino ad arrivare a un ombrellone da aprire dopo l'inserimento.
Il testo non ha alcun contenuto degno di menzione, e l'interpretazione canora è quella d'una persona che non ha la minima idea di cosa significhi la parola "intonazione".
La tipica creazione da adolescenti romanacci, in crisi di foia insoddisfatta e con troppo tempo libero.


2007 - I tre quarti - "Ed ero frocissimo" - da - L'Italia del papa. (Autoprodotto. Scaricabile gratuitamente dal loro sito).
Un altro capolavoro di tre pischelli coatti laziali su basi musicali altrui, messe assieme su una pianolina elettronica o poco più, con due o tre tizi che miagolano invece di cantare, e testi d'una volgarità tale da superare il confine con l'insulto.
Come in questo, che non fa altro che alternare istruzioni su quali parti anatomiche vanno infilate in quali buchi e con quali conseguenze, e bestemmie assolutamente gratuite contro Gesù e Allah.
Gli omosessuali sono descritti in termini insultanti, degradanti, offensivi: Questa non è goliardia, perché non c'è neppure il tentativo di fare umorismo: si tratta di odio puro, scagliato contro il diverso, degradato proprio in quanto diverso. Omofobia allo stato puro.
Non a caso, reiterata in ben quattro brani in un anno, perché a chi odia, l'odio non è mai a sufficienza.

2007 - I tre quarti - "Incu**me" - da - L'Italia del papa. (Autoprodotto. Scaricabile gratuitamente dal loro sito).
L'io narrante proclama la sua passione per l'attività del titolo, e bestemmia.
Il cantante è al di sotto della decenza, il testo è pura pornolalia, priva di un qualsiasi senso che valga la pena di riferire qui. Zero spaccato come voto.


2007 - Zozzoni de noantri - "Benvenuti" - da - Zozzoni de noantri (Ep). Scaricabile gratuitamente dal sito degli "Zozzoni de noantri".
Questo "rap", inizia citando lo stornello "Benvenuti a 'sti frocioni", dal film Fracchia la belva umana (1981), dopo di che si lancia in un catena d'insulti e parolacce senza alcun filo logico o costrutto (non si capisce neppure contro chi siano rivolti).
"Cacca, pipì e pupù": il livello è questo (età mentale: due anni e mezzo).
Dopodiché gli "artisti" hanno aggiunto una nota nella pagine di download per dire che han sciolto il complesso perché stufi di vendere due copie all'anno dei loro Cd.
Oibò. Sono turbato e stupito per tanta insensibilità del mercato verso tali perle musicali...
2007 - Zozzoni de noantri - "Senza pudore" - da - Zozzoni de noantri (Ep). Scaricabile gratuitamente dal sito degli "Zozzoni de noantri".
Rap a base reggae, che la tira avanti interminabilmente per un'ora su tre note, sparando insulti sui personaggi della tv, con i soliti condimenti omofobi, tanto per non smentirsi: Questa non è satira: è linciaggio, tant'è che ho censurato i nomi perché a mio parere qui rientriamo nella diffamazione pura e semplice.
La mia domanda è: cosa ci ha guadagnato l'ascoltatore che ha virilmente sofferto e sopportato fino in fondo 'sto strazio, dopo aver ascoltato un insulto a testa per ogni celebrità televisiva?
E soprattutto: chi trova che la tv sia tanto insopportabile, perché la guarda?
E infine: perché concludere il pezzo con un "ve costa così tanto invitacce pure a noi?".
Ma chi le ha insegnate le PR, a 'sti due?
(P.S. Ma com'è che una fetta decisamente consistente delle porcate musicali omofobe vengono da Roma, e non da Napoli e Catania o da Genova e Milano? Cosa c'è nella cultura diffusa a Roma a rendere tanto facile esprimere il proprio disprezzo per le persone omosessuali? Davvero i romani sono come i rumeni, che trovano tanto ovvio, anzi spiritoso, esprimere verbalmente il proprio disgusto e odio verso le persone omosessuali? Riflettiamoci su....).


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Inedito.
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