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Il gay canzonato.
Un elenco di canzonette a tema l, g, b & t:
di: Giovanni Dall'Orto
1990
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Saggio sull'omosessualità nella canzonetta (prima metà).
Saggio sull'omosessualità nella canzonetta (seconda metà).
Schede di canzonette italiane - 1920-1976.
Schede di canzonette italiane - 1977-presente:
 
   
   

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Ignoto 
Aggiunte

1990

1990 - Baglioni, Claudio (feat. Mia Martini) - "Stelle di stelle" - da - Oltre.
Testo criptico, che affastella parole che spesso sembrano scelte più per il suono che per il significato.
Dalla catasta scappa fuori anche un riferimento all'omosessualità, ma utilizzando un termine d'anteguerra e desueto come "pederasta", la cui "inspiegabile" scelta riesco a spiegare, appunto, solo per ragioni fonetiche: Dubito che Baglioni intendesse dire per davvero che un tempo aveva sperato di poter essere un giorno un... "pederasta triste"; immagino semmai che il senso del verso sia che egli aveva sperato di poter diventare un artista, nonostante il fatto che la società parli male degli artisti definendoli, appunto, "pederasti tristi", cialtroni, egoisti eccetera.
Un modo contorto per esprimere un concetto semplice...


1985 - Bromuro - Federica (45 giri).
Sul canale Youtube del gruppo è descritta così: "Canzone scritta nel 1985 a Jesolo su richiesta di una nostra amica: scassava talmente che gliel'abbiamo scritta". Secondo una pagina di presentazione del gruppo sarebbe però stata incisa su 45 giri solo nel 1990.
Il testo è di rara grezzaggine e cafonaggine: si stenta a credere che la razza umana riesca a riprodursi, se gli approcci fra eterosessuali sono su questo livello...
Un bulletto sulla spiaggia rimprovera una certa Federica: non può andare in giro "a caccia di banane" (sic!) sculettando e con quei vestiti succinti e aderenti che fanno arrapare tutti i maschi: "ci fai sentire male".
La grezzaggine dell'io narrante giunge infine al vero e proprio insulto: E uno che per far rima con Riccione usa "ricchione" è proprio senza speranza.
Da evitare.


1990 - Busi, Aldo - Pazza!. Musicassetta allegata a un volume dallo stesso titolo.
Come Oscar Wilde prima di lui, anche Aldo Busi può affermare d'aver dato prova di genio nella vita, e di semplice talento nelle opere.
Autore d'uno splendido romanzo d'esordio, poi riproposto altre quaranta volte con quaranta titoli diversi, ciò nonostante Busi è sempre riuscito a smerciare tutto quel che ha fatto. La sua abilità di promotore e piazzista ha esibito i tratti del genio... a differenza di quanto è avvenuto nella sua attività di romanziere.
Per dimostrare a se stesso che poteva vendere qualsiasi cosa Busi s'è quindi messo a promuovere nuovi talenti, a esibirsi in teatro e a ballare, a creare fumetti o ancora, tasto dolente, a cantare...
Pur non avendo il minimo talento canoro, e pur essendo stonato come una campana (Sabryna Trash al confronto è Lady Gaga), ammucchiò in questa musicassetta nove efferate creazioni della sua ugola... e riuscì come previsto a vendere il libro, e l'audiocassetta allegata. Geniale!
L'operazione si salva in parte per i testi a forte impronta camp, a tratti divertenti, ma sottolineo di avere detto "in parte".
Prevediblmente, quasi tutte le canzoni contengono allusioni o tematiche di tipo omosessuale:
1990 - Crystal Ltd - "Señorita torero" (45 giri).
Cover della canzone di Ivan Cattaneo del 1979.


1990 - Di Bella, Rosario - "Come se parlassero due amici" - da - Pittore di me stesso.
Questa canzone m'è stata segnalata come a tema gay, ma secondo me non lo è. Il testo, infatti, si rivolge a una persona di cui non rivela mai il sesso, invitandola a parlarsi come fra "due amici". Ora, è vero che "amici" in italiano è maschile, però se il cantante si rivolgesse a una donna direbbe comunque "amici", non certo "amiche"...
Vero è che il sentimento verso questa persona amica è di tipo amoroso: ma resta il fatto che nessun indizio permette di dedurre che si tratti d'un uomo anziché di una donna.
   
1990 - Elio e le storie tese - "Vattene amore" - Inedito. (Se ne trovano versioni dal vivo su "Youtube").
Parodia massacrante di "Vattene amore", presentata nel 1990 al Festival di Sanremo da Amedeo Minghi e Mietta, un minestrone nonsense con anche allusioni sessuali, fra le quali una è omosessuale:
1990 - Gautier, Valentina - "Angeli"  - da - Quasi un angelo.
Bizzarra canzone che parla degli omosessuali, sotto la trasparente metafora degli "angeli", per esprimere la fascinazione che l'io narrante prova per loro, e che però elenca una tale sfilza di luoghi comuni da essere quasi offensiva!
Ok, lasciamo stare il fatto che l'io narrante pensa che tutti i gay siano terribilmente sexy, "corpi conturbanti da shock, / look molto chic, molto sexy / (...) / maquillage perfetti da star": nelle fantasie erotiche è lecito vedere la gente come ci pare, e questa canzone ammette senza problemi la fantasia erotica della "tentazione del sesso degli angeli".

Più inquietante il testo laddove esalta come "angelici" (??) alcuni degli aspetti più negativi della condizione degli omosessuali, costretti ad amori clandestini e senza volto:

Non comprendo perché un "amore rapido" (leggi: "sveltina") in un "albergo squallido" (leggi: bleah!) dovrebbe essere una cosa bella, ma daccapo, le fantasie sessuali ciascuno di noi se le sceglie come preferisce.

Quando però scopriamo che secondo la cantante noi gay siamo "donne in fondo all'anima", ossia siamo in pratica tutti trans, allora ci si chiede se forse non avrebbe dovuto portare dal meccanico le sue fantasie per una revisione completa prima di scrivere frasi come:

Negli anni successivi a questa prova canora la Gautier s'è progressivamente caratterizzata come sempre più "frociarola", fino a rivolgersi espressamente alla comunità omosessuale. Quindi forse questo primo passo falso glielo possiamo anche perdonare, anche perché "è degli amici il perdonare".
A patto ovviamente che "perdonare" non implichi fingere che questa sia una canzone dal messaggio positivo, perché anche a volerla stiracchiare da tutte le parti non riesce comunque a distinguere fra realtà e fantasia, fra transessuali e gay, fra nero e bianco.
Certo, se non altro la musica non è banale e ciò aiuta a rialzare la media. Ma anche così, il voto di sufficienza non c'è.



1990 - Manfredi, Max - "A casa a piedi" - da - Le parole del gatto (E la musica anche).
(Canzone ancora da recensire).


1990 - Mietta - "Piccolissimi segreti" - da - Canzoni.
Il testo di questa canzone è costruito in perfetto equilibrio per poter esser letto sia come testo d'amore e intimità fra due donne, sia come riflessione generica sull'amicizia.
I "piccolissimi segreti" del titolo possono così essere letti come scappatelle amorose in una relazione lesbica, oppure come il fatto che l'io narrante ama l'amica e non osa dirglielo ("Così da sempre abita dentro me / un piccolissimo segreto che, / (...) / nascondo sempre e / da sempre anche a te"), oppure ancora come la riflessione sul fatto che l'amicizia, per funzionare, deve sforzarsi di non dar dispiaceri inutili alla propria amica: L'ambiguità impedisce insomma di leggere la canzone come "a tematica lesbica", ma contemporaneamente non fornisce alcun indizio sul fatto che vada considerata come "a tematica non lesbica"! Scelga quindi chi ascolta, l'interpretazione che preferisce.

La musica della canzone è piuttosto anodina, e dubito che qualcuno griderà al capolavoro per questo brano, tuttavia, considerato il fatto che la cantante dà buona prova di sé, e che il testo è gradevolmente evocativo, io l'ascolto me la sentirei di consigliarlo.


1990 - Nannini, Gianna - Scandalo.
In questo Lp la Nannini si lascia infine andare un po', ed offre (alla buon'ora!) un piccolo raccolto d'allusioni e testi "bisessuali" (anche se ha negato di poter essere definita in quel modo: "Diciamo che non ho una preferenza precisa in campo sessuale. Quando si trova la persona giusta non è importante se è un uomo o una donna". "Va bene. Bisessuale". "Non mi piace definirmi bisessuale. Mi sembra di escludere un sacco di gente, hai capito? Magari i trans… Non mi sento bisessuale, mi sento polisessuale". "Corriere Magazine", 7 settembre 2006).
Oltre alle canzoni che nomino qui sotto, ne appaiono altre in cui non è specificato il sesso della persona amata (per esempio "Madonna Welt") e che si si presterebbero a una lettura lesbica, tuttavia  la Nannini si preoccupa sempre d'inserire nei suoi Cd abbondandi canzoni d'amore-e-sesso per uomini, in modo che diventi più logica una lettura di default in chiave eterosessuale.
Ovviamente le sue (numerose) fans lesbiche preferiscono leggerle altrimenti...
1990 - Pavone, Rita - "Gemma" - da - Gemma e le altre. (Nota: la registrazione è del 1988).
Un "lento" d'atmosfera romantica e un po' triste (non manca neppure l'armonica a bocca che "piange"), per parlare d'una donna che non riesce ad accettare la propria omosessualità e vive la vita come se si sentisse un ospite sgradito.

Non è mai facile parlare dei lati sgradevoli della condizione omosessuale, perché il rischio di scadere nel patetismo è enorme -- e in effetti anche questa canzone alla fine inciampa, nei versi conclusivi, nel tentativo di suicidio di Gemma. Che non era necessario, in quanto i versi precedenti erano riusciti efficacemente a delineare la condizione umana di questa donna senza bisogno di strafare o drammatizzare.
Tuttavia, prima dello scivolone finale, il testo s'era caratterizzato per la delicatezza di tocco con la quale era riuscito a delineare una condizione umana complessa, senza nominarla e usando solo poche immagini allusive:

Va notato che l'ascoltatore arriva alla conclusione che qui si sta parlando d'una donna lesbica solo per accumulazione d'indizi, ma che la cosa non è mai detta in modo netto, al punto che è possibile ascoltare il testo senza neppure accorgersi del vero significato della canzone.
Il vezzo di scrivere canzoni "palindrome" in quegli anni era certamente una moda (un po' vile), ma era anche una necessità, volta a evitare censure e messe al bando da parte radio e televisioni, che prima che esistesse la Rete erano gli unici canali di promozione per un artista. Questo spiega come mai io qui mi trovi di continuo a segnalare canzoni che "possono" essere lette in chiave omosessuale, "ma anche no".

Concludo con due parole sulla musica, di qualità decisamente più andante rispetto a quella del testo, e che si limita a un accompagnamento un po' svogliato della voce.
Ciò senz'altro nuoce all'impatto finale: a mio parere infatti se questa canzone, coraggiosa per quei tempi, finì per passare inosservata, ciò si dovette (almeno in parte) anche all'assenza d'un accompagnamento melodico tale da renderla "memorabile".


1990 - Pooh - "Uomini soli" - da - Uomini soli.
Contiene la frase: Nient'altro, ma fu carino che i Pooh si fossero ricordati anche di noi.

1990 - Santarita Sakkascia - "Happy gays" - da - Il meglio dei Santarita Sakkascia (demotape). Poi in Santarita Sakkascia (Lp, 1991).
Cover della sigla della serie televisiva degli anni Settanta Happy days, che è stata a sua volta ripresa nel 1997 dai Penetrator.
I Roldeg stones (poi "Articolo 3ntino") hanno inciso anch'essi, sempre nel 1997, un'ulteriore cover in chiave gay della sigla, anch'essa intitolata "Happy gays", che però ha un testo completamente diverso da quello del brano dei Santarita Sakkascia.
(Commento ancora da scrivere).


1990 - Skiantos - "Il sesso è peccato, farlo male" - demo tape, FGCI & Motown Modena. Poi in: Doppia dose (2 cd) 1999.
La versione originale è stata reincisa nel 2004 nella raccolta Rarities, con nuovo arrangiamento.

Canzone sbarazzina-provocatoria che esalta il sesso (sicuro). Contiene i versi:

Questa frase è stata però censurata nella riedizione eseguita nel 1999 assieme ai Datura!
I curatori del canale Youtube "Le introvabili" commentano al proposito: A riprova m'inviano l'articolo "Sesso sicuro con Moana e Skiantos", apparso su "La Stampa" in data 27 luglio 1991, in cui Freak Antony ammette: Quelli erano i tempi...


1990 - Trash, Sabrina - "Piglialu in culu". (Singolo sul retro di: "Mo'!". Autoprodotto, scaricabile gratuitamente dal suo sito).

Benvenuti alla conoscenza con Sabryna (nel 1990 ancora "Sabrina") Trash, all'anagrafe Andrea Nonsochi, "diva sderenata" che costellerà ossessivamente questa mia piccola cronaca della presenza lgbt nella canzonetta coi suoi aborti musicali, con perseveranza degna di miglior causa.
Il problema di questa travestita "battona" autonominatasi cantante è che è dotata di senso dell'umorismo. Parecchio, senso dell'umorismo. Cosicché alcuni dei suoi aborti musicali sono semplicemente esilaranti, nonostante la volgarità più gratuita esibita, ostentata e sbattuta in faccia all'ascoltatore.
I suoi prodotti sono atroci, lei lo sa, non obbliga nessuno ad ascoltarli, dopodiché è lei la prima a sparare cattiverie pesantissime su se stessa e sulle proprie canzoni. Anzi, lei stessa è il bersaglio preferito delle proprie canzoni, nelle quali si autodescrive come un orrido mostro (nel 2010 si è autodedicata un minalbum dal titolo The trav monster).
Ma come si fa a criticare una cantante alla quale i fans, sul suo canale Youtube, lasciamo fan-messaggi come questo: "Sabryna, questa canzone è orrenda: complimentissimi! 5 stelle?".

D'altro canto io penso che nei testi di Sabryna Trash in futuro si ritroverà molta più "vita vera" che in tutto il resto delle canzonette a tema lgbt messe assieme. Perché negli anni queste canzoni hanno creato una specie di diario personale d'una persona omosessuale che si prostituiva, e che ha raccontato cosa abbia significato per lei "fare la vita". I rapporti coi genitori, con il "marito" di turno, con i "clienti fetenti", con le colleghe/rivali, con gli odiatissimi gay che si spacciano per etero, con la malattia venerea... con gli antidepressivi, con gli anni che avanzano... Nulla viene dimenticato nelle caustiche canzoni della "diva imperettata". Cha racconta lo squallore della sua vita, ridendoci sopra.

Se le primissime canzoni non sono neppure definibili "cover" (Sabryna si limita a sbatter su una musicassetta e a ricantarci sopra un testo cambiato, cercando di sovrastare con la propria voce quella del/la cantante originale!) col tempo sono arrivate le "basi" e i remix, il sito web e i download via internet, e perfino un po' di postproduzione che fa sì che la voce segua almeno in parte il ritmo della musica... ma il carattere di queste canzoni "caserecce" è rimasto uguale a se stesso.
Se nonostante la sua totale negazione per l'arte del canto (è raro trovare qualcuno così tanto stonato e per di più così totalmente privo del senso del ritmo!) Sabryna s'è costruita un suo piccolo fandom, è perché in lei il trash è una scelta autentica. La sua produzione si basa infatti su una genettiana estetica della mostruosità, che dice: "Avete fatto di me un mostro? Ebbene, lo sono, me ne vanto, ed anzi mi presento ancora più mostruosa di quanto voi stessi osiate presentarmi". Fino al punto di creare una canzone, "Tegàme"  (toscano per "donna brutta", "cessa") per proclamare al mondo che razza di cessa sia la cantante...

Oggi che il trash è diventato un sottogenere del vorace mercato della musica (si pensi solo al personaggio di Immanuel Casto, nato da una pura operazione di marke(t)ting, per quanto innegabilmente riuscita), resta una fondamantale differenza tra Sabryna Trash e gli altri cantanti: che mentre da che mondo è mondo i cantanti danno via il cu*o gratis pur di aver l'occasione di venderci a caro prezzo le loro canzoni, Sabryna Trash vende il cu*o per poterci dar via gratis le sue canzoni. Mi sembra una differenza decisiva.

Quanto alla presente canzone, essa risale ai primi passi della "diva sderenata" ed è in dialetto calabrese. E siccome il testo lo trovate qui, ed io non ne capisco nemmeno una parola su due, mi esimo dal commentare oltre.
(P.S.: Sì, ho censurato una parte della copertina. Il mio sito non è una pornochat).


1990 - Trash, Sabryna - "Scapolo" - da - Scapolo. (Autoprodotto, scaricabile gratuitamente dal suo sito).
Sabrina fa il verso a "Scandalo" della Nannini, con esiti disastrosi. La qualità canora di questo brano è infatti grosso modo quella che si avrebbe registrando i suoni che escono da un pollaio in cui sia entrata una volpe...
Nel 1990 non c'era ancora la moda del "karaoke" e non esistevano quindi le "basi" musicali a disposizione degli aspiranti "cantanti" (della domenica), pertanto qui Sabrina si limita a schiaffare una cassetta nel mangiacassette e a strillarci sopra con tutto il fiato che ha nei polmoni che lei vuole un maschio per marito, e mentre la musica va avanti per conto proprio lei comodamente starnazza per i fatti suoi, senza far più caso al ritmo, all'intonazione e a tutte quelle stupidaggini lì.

Col passare degli anni Sabryna Trash ha rivelato doti umoristiche da "stornellatrice" stralunata, che giustificano l'inesplicabile esistenza d'un suo piccolo fandom. Inoltre ha preso la buona abitudine di far ripulire e mixare da un tecnico del suono i suoi "parti" prima di sgravarsene.
Ma tutto questo è successo dopo. In queste "cagate" degli inizi prevale a volte, come in questo caso, il (dubbio) piacere di fare il karaoke sbilenco, sostituendo le parole di canzoni famose con parolacce a tutto spiano. E sai che divertimento, per l'ascoltatore...

Non credo quindi che questo starnazzo meriti un ascolto. E anche se non mi darete retta, tanto lo so che dopo trenta secondi avrete già tolto l'audio e sarete scappati a far suffumigi alle orecchie per decontaminarle...


1990 - Trash, Sabryna - "Sposa!" - da - Sposa!. (Autoprodotto, scaricabile gratuitamente dal suo sito).
Parodia di "Bad" di Michael Jackson.
Fortunatamente prima di essere pubblicato online dopo esser stato recuperato dal demotape originale, questo brano è stato ripreso, ripulito e remixato (non è la solita musicassetta sovrastata dai coccodè di Sabrina, se non altro era già stata fatta con una base priva della voce del cantante), quindi è relativamente più ascoltabile del precedente.
E a differenza di quella testé citata, questa ciambella è riuscita col buco, visto che vi fa capolino la vena caustica e al tempo stesso autoironica che da allora è sempre stato il motivo per cui le parodie di questa "diva" improbabile riescono a strappare la risata.

Sabrina qui delira sul proprio desiderio di rientrare nei ranghi: ha infine trovato un camionista (Gaetano) come marito, e vuol diventare la sua "sposa" e far la casalinga. Spingendosi fino al desiderio di maternità ("perché sono mammifera, lo sai?").
Sabrina giura che diventerà fedelissima, anzi andrà a Casablanca per diventare completamente donna pur di compiacere al suo Gaetano! Però i soldi per farlo non li ha, quindi allo scopo di potergli essere totalmente fedele è... costretta a tornare sul marciapiede per procurarseli!

Per concludere: Puro delirio.


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Inedito.
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