Home page Giovanni Dall'Orto > Scritti di cultura gay > Il gay canzonato > 2010.
 
Il gay canzonato.
Un elenco di canzonette a tema l, g, b & t:
di: Giovanni Dall'Orto
2010
<--- 2009 - vai al - 2011 --->

Saggio sull'omosessualità nella canzonetta (prima metà).
Saggio sull'omosessualità nella canzonetta (seconda metà).
Schede di canzonette italiane - 1920-1976.
Schede di canzonette italiane - 1977-presente:
 
      
      

1920-1976

1977      
1978       
1979       
1980       
1981
1982      
1983       
1984       
1985       
1986
1987      
1988       
1989       
1990       
1991
1992      
1993       
1994       
1995      
1996
1997      
1998       
1999       
2000       
2001
2002      
2003       
2004       
2005       
2006
2007      
2008       
2009       
2010       
2011
2012 

Ignoto 
Aggiunte


2010

Anche senza essere un "esperto" mi accorgo che a questa data ormai il mercato tradizionale della musica sta andando a pezzi. Se osservate l'elenco qui sotto vedrete che nel 2010 s'impenna la quantità di brani autoprodotti, autodistribuiti, creati per Youtube e non per un disco, o addirittura regalati. I brani che appartengono a Cd posti in commercio sono ormai una minoranza. Tant'è che le canzoni per le quali non posso proporre una copertina, per il semplice fatto che non ne è mai esistita una, sono sempre di più. Controllare per credere...

2010 - Africa Unite - "Così sia "- da - Rootz.
Un altro brano che affronta il tema dell'incitamento all'odio omofobico nelle canzoni reggae, dopo quello dei Fido Guido (2005), costruito su un bel motivo reggae ben eseguito e ben cantato.
In una recensione del Cd pubblicata dal quotidiano "La Stampa", il gruppo spiegava le ragioni per cui ha composto questa canzone, che chiede conto della loro virulente omofobia alle tre star del reggae Buju Banton, Beenie Man e Sizzla (e la cosa curiosa è che il messaggio a costoro è cantato nel pidgin giamaicano usato dai cantanti reggae). Il testo contiene considerazioni di semplice buonsenso, espresse in un'ottica, finalmente!, di sinistra: Alla canzone si accompagna un ottimo video, semplicissimo nell'idea su cui si basa ma ad altro impatto quanto a risultato, che merita la visione.
Consigliati sia la canzone che il video.


2010 - Aggettivo Sette - Musica per grassi. Autoprodotto, scaricabile gratuitamente dal suo sito.
Nonostante la tipica, fastidiosa omofobia dei freestylers, questo Cd è talmente cinico e cattivo contro tutti e tutto, da riuscire a volte divertente.
Si vedano i pezzi:
2010 - Amor Fou - "Un ragazzo come tanti" - da - I moralisti.

I dubbi e i tormenti morali d'un sacerdote alle prese con un amore impossibile per "un ragazzo come tanti":

Non è chiaro se il ragazzo amato sia in realtà un ragazz-ino, anche per una frase infelicemente ambigua che dice: "Poi si accorge di me e si prende il cuore / fra due piccole grandi mani", e quindi forse si parla di un piccolo...
Poi però, resosi conto d'essersi espresso male, l'autore ha voluto specificare su Youtube che: Il tema è trattato con gran delicatezza di tocco e rispetto.
Forse troppa delicatezza, al punto che non tutti coloro che ascoltano la canzone si accorgono delle sue implicazioni, se non le si spiega loro. Ma tutto sommato, ciò non danneggia più che tanto l'ascolto.


2010 - Antoniacci, Biagio - "Lei, lui e lei" - da - Inaspettata.
La canzone affronta un tema molto delicato: la pretesa che hanno alcune persone di avere il "diritto"  di mandare avanti in contemporanea un rapporto con un uomo ed uno con una donna. Ciò che non significa essere "bisessuali": bisessuale è chi può avere una relazione con un uomo o una donna, e non con un uomo e una donna. Altrimenti "gay" sarebbero coloro che collezionando relazioni con vari uomini, eterosessuali coloro che oltre alla moglie di fanno l'amante, e così via.

La canzone specifica che la prima "lei" tiene nascoste le due relazioni perché pensa che nessuno dei due sia in grado di "capire". Dunque si barcamena, di fatto decidendo per loro, e facendo torto sia a "lei" che a "lui":

La protagonista si rende conto del fatto che c'è qualcosa di sbagliato, ma fondamentalmente se ne frega: Ma come succede nella vita, se non scegli tu, sarà lei a scegliere per te. Il ragazzo abbandona l'università e torna dai suoi, la ragazza decide che passerà le vacanze da sola, e così la protagonista passerà l'estate da sola: L'italiano è zoppicante, ma il concetto è chiaro.


2010 - Ardecore - "Per quella lei ci muore" - da - San Cadoco.
Storia lesbica con finale tragico: il fidanzato di una delle due donne, pazzo di gelosia, la accoltella e uccide.
Se ne veda la mia recensione al videoclip.


2010 - Ballo, Pietro e Malgioglio, Cristiano - "I ragazzi napoletani" - da - Un amore così grande.
Ristampa (nella medesima versione) della canzone già edita nel 1992 come: Malgioglio, Cristiano e Pietro Ballo - "I ragazzi napoletani".


2010 - Carere, Ciccio - "Let's twist again. Ma guarda stu cazz.... gay" - da - 60 gradi all'ombra.
Rock 'n roll (anzi, twist) in siciliano che ripete (diecimila volte) poco altro che: Se qui c'era da ridere mi devo essere perso la battuta...


2010 - Ceccarini, Ciri - "Non scappo più" - (Inedito. Ascoltabile su Youtube).
Secondo quanto ha dichiarato lo stesso cantante: Il cantante è bravo, il testo non è per nulla banale, e la canzone ha un motivo accattivante: certamente è insolito ascoltare, in Italia, qualcosa di così esplicito e così ben eseguito, dato che sembra ci sia una maledizione per cui se un cantante gay ha qualcosa di nuovo da dire è stonato, e se sa cantare canta solo minchiate irrilevanti. Ciri Ceccarini è l'eccezione alla regola.
Ascolto consigliato.
(Nota: l'immagine qui sopra è un fotogramma dal video pubblicato dall'autore su Youtube, e non la copertina d'un inesistente Cd).


2010 - Cipria - "Gigolò". (Inedito. Ascoltabile su Youtube).
A quanto mi risulta, nel momento in cui scrivo queste righe (2011) il brano è disponibile solo su Youtube (e Myspace), dove però il videoclip aggroviglia i termini al punto che non è molto chiaro se questa possa considerarsi una canzone a tematica gay oppure no. E penso che questa ambiguità sia voluta, da parte del complesso.
Infatti il brano in sé non specifica l'orientamento dell'io narrante, che è un prostituto che magnifica le proprie doti e promette di far "volare" chi acquisterà le sue prestazioni. Non viene mai specificato il sesso dei/delle clienti, ed anche se in italiano in genere per "gigolò" s'intende il prostituto che si offre a donne, a questo livello potrebbe anche proporsi ad una clientela maschile: Poi però il video provvede a disambiguare la materia, mostrandoci il cantante del complesso (dotato di adeguata presenza scenica e due occhi tanto azzurri da sembrare colorati con la computergrafica) al telefono con una donna un po' sovrappeso ed agée. Dunque è tutto chiaro: il signorino si vende alle donne, e questa canzone non rientra nel tema della presente bibliografia.

E invece no. Perché nel videoclip la presenza gay viene tirata in ballo da una serie di scritte che verso la fine intervallano le immagini, che affermano che ogni giorno in Italia persone eterosessuali ed omosessuali ricorrono ai gigolò perché insoddisfatte del loro uomo. Ed ogni anno ci sono gigolò che si arricchiscono senza chiasso, senza badare alle caratteristiche fisiche altrui.
E qui arriva un'affermazione stranissima: "Se tutti fossimo gigolò saremmo un po' meno ricchi, ma più etero e omosessuali sarebbero felici". Ah, ecco.
In conclusione la cannonata: dopo che è apparsa la parola "fine", viene menzionato la manifestazione del Sicilia Pride del 2010, che si sarebbe tenuta a Palermo il 19 giugno di quell'anno. E sinceramente mi si scusi se non vedo il rapporto fra la prostituzione ed un gay pride...

Al di là di queste considerazioni, la canzone gode d'un ritornello davvero azzeccato ed orecchiabile, di un cantante bravo e con una bella voce (oltre che - come detto - di una presenza fisica che lo rende credibile nel ruolo in cui appare nel video).
All'ascolto il brano risulta decisamente gradevole, e il complesso si direbbe uno di quelli destinati ad affermarsi in un futuro prossimo.
Se sono rose, fioriranno.


2010 - Errore, Loredana - "La voce delle stelle" - da - Ragazza occhi cielo (Ep).
Canzone melodica all'italiana, un po' tradizionale, con arrangiamento alquanto sanremese.
LesWiki informa che: Come si nota, LesWiki usa il condizionale, "dovrebbe parlare", e in effetti da nessuna parte un indizio fa pensare a una donna come destinataria di questa canzone, mentre una frase nomina con chiarezza una persona di sesso maschile: Dunque, la canzone non ha tema lesbico.
Tanto rumore per nulla...


2010 -  Ferrarini, Paolo - "Nuova vita - (Coming-out song)". (Autoprodotto, inedito, ascoltabile su Youtube).
Paolo Ferrarini celebra con questa canzone l'anniversario del proprio coming out come gay. L'artista la pubblica con un augurio: Il testo risale in effetti a dodici anni prima, cioè al periodo in cui Ferrarini accettò l'idea d'essere gay, concludendo che prima di allora: La musica è strana, con un'insolita mistura di radici nel minimalismo, nel rock d'avanguardia e nella New Age, ma è gradevole. Non è però easy listening, nel senso che va ascoltata più volte prima che entri nell'orecchio, e questo può essere un handicap, dal punto di vista commerciale.

Considero Ferrarini tra i migliori artisti lgbt italiani attualmente "emergenti": produce brani non scontati, raffinati, e finalmente lontani dai ragli inascoltabili che hanno ingolfato la Rete da quando chiunque abbia un prurito musicale può improvvisarsi cantante. Gay inclusi.
Deve però crescere ancora un poco: non sempre le musiche da lui pubblicate sono state ripulite a dovere in postproduzione e qualche nota un po' incerta è rimasta, e soprattutto alcune cose che propone sono un tantino astruse: forse comprensibili a lui e ai suoi amici, ma non necessariamente a un "pubblico".

Ciò detto, Ferrarini è uno che ha cose da dire e ha le capacità per farlo, quindi mi auguro che continui a lavorare, e che il suo lavoro venga apprezzato, ottenendo il successo che merita.


2010 - Fibra, Fabri - "Non ditelo" - da - Quorum.
Fa un effetto incredibile sentire un grezzone con l'accento del tamarro del Gratosoglio che rappa, come in questo brano, su quanto lui è figo e su quanto gli altri siano ignoranti e grezzi: "Vorresti fare il rap ma ti mancano le basi / senti questi ragazzi scesi dal pero / il massimo che dicono è "pappappero"".
Va bene che l'autocritica non è la virtù maggiormente diffusa fra noi esseri umani, però a sentire 'sto tizio che fa le rime del "Corriere dei Piccoli" d'un secolo fa e crede di aver fatto chissacché, scappa da ridere a ogni frase che sputacchia, da tanto trasuda megalomania.
Se fosse un gay, sarebbe una "convinta". E se la presunzione fosse oro, si piazzerebbe fra i dieci uomini più ricchi del mondo.

E a suggello di questo capolavoro della lirica occidentale, Fibra si lancia in un attacco gratuito contro un cantante di quelli usa-e-getta prodotti in serie dai reality che vanno di moda in Tv, un certo Mengoni, che viene accusato d'essere gay, senza che Mengoni avesse mai attaccato Fibra o avesse provocato in altro modo un'aggressione.
Ora, io non so se se questo Mengoni sia gay o no, non me ne frega minimamente di saperlo, ho sentito su Youtube una sua canzone e non m'è piaciuta (fa venire il diabete), lui umanamente sembra abbastanza spocchiosetto (se fosse gay, sarebbe una "convinta" al cubo), ma ciò detto, resta comunque il fatto che l'attacco di cui è stato vittima è scorretto e inaccettabile:

Ebbene: una cosa sarebbe criticare i cantanti che fanno la recita dell'eterosessualità per convenienza e ipocrisia (ma in tal caso non si capisce perché prendersela con il solo Mengoni, e non con tutti gli altri).
Tutt'altra cosa è invece l'attacco ad hominem, con la scenetta della "figa" (Fibra è palesemente uno di quelli che considerano le donne come "la parte inutile che sta intorno a un buco") che "prende il ...", eccetera, che rivela una totale mancanza di rispetto al diritto di Mengoni di fare quel che ca**o gli pare del proprio corpo e delle proprie frequentazioni. Nella misura in cui Mengoni non ha mai parlato male dei gay, a differenza di Fibra, non esiste nessun motivo per giustificare un outing, nel caso fosse gay.

Fibra è un maschilista di quelli che sembrano usciti da una tribù beduina, o da un branco di pecorai del XIII secolo, e ha già dato prova in altre occasioni d'essere un omofobo della più bell'acqua. Tuttavia criticarlo non ha senso, dato che manca del minimo spiraglio di facoltà critica, tant'è che lui è addirittura convinto di essere un paladino dei gay, e di essere considerato tale dai diretti interessati! Mio dio!

Resta da capire dove andranno a parare questi trucchetti per farsi pubblicità e far parlare di sé. Mengoni non ha reagito in nessun modo, e forse ha fatto la cosa giusta, anche perché, giusta o sbagliata che fosse l'accusa di Fibra, chi mai è 'sto tizio per pretendere di chiedere conto a chicchessia della sua vita sessuale? Chi gliene ha dato il permesso, o l'incarico? E chi crede di essere, soprattutto?
Fibra torni al lavoro per cui è più portato: pascolare le capre. Ci sono ancora terreni agricoli liberi, dalle parti del Gratosoglio.
E si affretti: visto che per apprezzare i suoi talenti occorre essere una capra, siamo certi del fatto che troverà un pubblico entusiasta nel suo nuovo lavoro.


2010 - Giambrone, Giuseppe - "Mascoloni" [single].
Parodia di "Emozioni" di Paola & Chiara, cantata in un misto d'italiano e palermitano.
Il testo è curioso. Inizia raccontando i problemi d'identità d'un travestito, tipico aderente alla sottocultura della "omosessualità mediterranea", che si definisce più sulla base del ruolo sessuale (passivo) che in base all'orientamento verso il proprio sesso: A questo punto però la canzone scivola inaspettatamente su un altro tema, cioè sulla progressiva avanzata della cultura che definisce la persona omosessuale in base al suo orientamento (gay) invece che in base al ruolo sessuale. Questo fa sì che la distinzione tradizionale della sottocultura omosessuale mediterranea, (quella fra "maschi" e "femminelle") sia sempre meno rigida.
Da qui l'allarme per la "sparizione" dei "maschioni", che si trasformano via via in "gay", che (orrore!) accettano anche il ruolo passivo. In questo modo però, per il vecchio modo di ragionare, smettono automaticamente di essere "maschi".

E così la seconda parte della canzone passa dal chiedersi "chi sono?", al chiedersi "dove sono?"

2010 - Giambrone, Giuseppe - "Vacca vacca sei" [single].
In questa parodia di "Waka Waka" di Shakira, che Giambrone nei suoi spettacoli interpreta en travesti, il genere della persona a cui si rivolge è femminile, ma il tipo di camp e l'improbabilità del ritratto della donna presa di mira rendono palese che qui si sta parlando, al femminile, di un gay, come da sottocultura camp. Tanto più che questa donna ha il problema dei "pila" (peli) che crescono troppo, quindi, più palese di così...
Il testo, in dialetto siciliano, propone una soluzione drastica al problema posto anche dal brano appena recensito, la progressiva sparizione dei "veri maschi": correre in aeroporto e andare a cercare in Africa (dove sopravvive ancora la visione antica dell'omosessualità basata sul ruolo sessuale) il prodotto ruspante: Purtroppo la comprensione può risultare un poco difficile a chi non sia abituato al siciliano, ma almeno il senso generale di questo delirio camp dovrebbe essere chiaro a tutti.
Divertente.


2010 - Giordano, Giovanni - "Zoo (il leone è diventato gay)" - (Inedita, ascoltabile in versione dal vivo su "Youtube").
Filastrocca piuttosto sciocchina (spero vivamente sia nata come canzone per bambini!), basata su una monocorde frase musicale ripetuta all'infinito, che descrive uno zoo completamente rivoluzionato nelle abitudini. Contiene anche la frase:

Nient'altro. Insignificante per il nostro tema.

2010 - Grasso, Gabriella - "L'arte di fare" - da - Cadò.
Ho avuto qualche dubbio sul fatto d'includere o meno questa canzone. Il sesso della persona amata a cui l'io narrante si rivolge non viene mai specificato, quindi non è certo che la canzone possa essere inclusa fra quelle a tematica lgbt. In effetti, vedendo anche gli altri brani di questo Cd, si ha l'impressione che la Grasso (che ormai suona nei concerti di Carmen Consoli) stia tentando di rivolgersi a un pubblico più ampio, tirando il freno sulla tematica lesbica, che non tutti nel "pubblico più ampio" riescono a mandar giù.
Tuttavia, in considerazione sia della copertina (allusiva e ammiccante, anche se non propriamente esplicita), sia dei dischi precedenti della Grasso, e soprattutto dal tono con cui l'io narrante si rivolge alla persona amata, credo che non occorra un gran volo dell'immaginazione per concludere che la persona a cui l'io narrante si rivolge qui sia una donna. Quindi mi si conceda questo piccolo strappo alla regola.

Il testo è molto bello, poetico ma non oscuro o strologato:

Una splendida canzone, ben eseguita, con una melodia sorretta da un allegro motivo di bossanova molto orecchiabile e da un arrangiamento semplice ma raffinato e non banale. Da ascoltare.
2010 - Grasso, Gabriella - "Leggera come il vento" - da - Cadò.
La canzone è dedicata a una "rosa", simbolo d'una persona senza nome, cosicché dal primo verso in poi tutti gli aggettivi sono concordati, al femminile, con la "rosa" iniziale.
L'autrice gioca un po' con le concordanze degli aggettivi, in modo da impedire di capire se le desinenze al femminile si riferiscano al sesso della persona amata o se concordino con la "rosa". Così se il primo verso sembra chiaramente dedicato a una donna: "Sei nata da un fiore proibito", il  secondo chiarisce che la cantante sta parlando in realtà alla rosa: "a te, rosa, ho donato il mio sorriso". E così prosegue: Dubito che una donna (a parte forse Alda Merini!) si rivolga normalmente in questi termini a un maschio...

Questa è una canzone d'amore decisamente lirica, molto interessante, dall'arrangiamento unplugged molto raffinato e dai ritmi sudamericani (una bossanova lenta) del tutto insoliti per questo tipo di canzone.
Il risultato è veramente originale, raffinato e maturo.
Una splendida prova per Gabriella Grasso, che esegue benissimo una canzone di per sé già bella.
Da ascoltare!


2010 - Kalambur - "Gay prize" - da - Fanatix love.
Pare sia di moda fra i compositori di musicaccia da discoteca dare titoli contenenti riferimenti alla realtà lgbt, preferibilmente in inglese, anche se non vi appare nemmeno una riga di testo, e quindi neppure un minimo riferimento a questo mondo.
Questa musica (priva di testo, appunto) appartiene a codesta categoria.
Bah.


2010 - Immortadell - "A chi lo do stasera" - (Inedita, ascoltabile in versione dal vivo su Youtube).
Cover, in salsa un po' metal, della canzone degli "Squallor" del 1984.


2010 - Lo stato sociale - "Magari non è gay ma è aperto" - da - Welfare pop.
Presa in giro dei "metrosexual" e "bicurious", che squittiscono indignati se osi insinuare che siano gay.
L'io narrante vuole abbordare un ragazzo in un locale, ma il suo gaydar non riesce a capire se sia gay o no. Eppure, anche se il fanciullo concupito forse nega di essere gay, ha tutti i tic delle sfrante... Da qui l'ironia: La canzone ha però un tono un poco ambiguo che si presta ai fraintendimenti, come quello di GayWave:
2010 - Marshell [Marcella Spiaggiari] - "Anche se non vuoi" - da - Anche se non vuoi.
Voce un po' miagolante su sfondo chitarroso, per una canzone d'amore rivolta a una ragazza, alla quale vien detto: Non sono un fan di questa cantante, che sul suo myspace mette un'autopresentazione decisamente bizzarra, ma nel caso qualcuna/o trovasse interessanti le sue produzioni segnalo che il sito LesWiki segnala qui altre canzoni "a tematica" prodotte da lei.
2010 - Marshell [Marcella Spiaggiari] - "La perla nera" - da - Anche se non vuoi.
Riedizione del brano apparso in origine nel 2004 come: Marc in Cella, "La perla nera", sul sito "Coop for music".


2010 - Nobraino - "Narcisisti misti" - da - No Usa! No Uk!.
Considerazioni ruspanti d'un giovine "normale" (a cui il cantante dà voce con un'intonazione non proprio infallibile) a una festa culturale frequentata solo da persone implacabilmente catalogate come narcisisti, snob, checche e "tardone": Alla fine si consola individuando una bella ragazza che "fa finta" d'ascoltare un "critico arrogante", e la invita: Interessante nella frase finale il concetto per cui la vera intellettualità è la pomiciata. Un'intera generazione cresciuta a tette e culi in Tv ormai ha assorbito il concetto per cui la cultura è inutile, anzi dannosa, e contano solo bellezza fisica e la gioventù.
La fabbrica di veline e tronisti ha colpito ancora. E il bello è che il nome del complesso se ne vanta pure, del fatto di non avere cervello!


2010 - Perrone, Salvatore - "Ti parlerò di me". (Autoprodotto, da Youtube).
Il brano è autoprodotto, e si vede. Si fatica ad arrivare in fondo, perché il cantante stenta a mantenere la voce nella tonalità prevista (anche se forse Stockhausen avrebbe potuto apprezzarlo...) e spesso peggiora le cose, glissando per raggiungere le note non azzeccate. Ahi...
Il testo si rivolge a un "tu" non specificato per spiegare il motivo per cui l'io narrante non può amarlo, o per meglio dire amarla: Dunque, la condizione dell'omosessuale è presentata, per l'ennesima volta, come un dramma, come un "macigno sulle spalle", e come una limitazione che rende impossibile fare qualcosa, anziché come una possibilità che apre prospettive inusuali.

Mi spiace, ma questa torta non è riuscita come si sarebbe voluto, nonostante l'intenzione del cantante fosse indiscutibilmente buona. Peccato.
  


2010 - Pino, Valerio - "Perché" [Ep].
Il titolo di questo brano è anche la domanda che sorge in chi, affranto, ha appena ascoltato questa "canzone", opera d'un ballerino spagnolo diventato famoso per il suo fisico scultoreo esibito con gran generosità in un celebre programma televisivo per "nuovi talenti".
I settimanali di pettegolezzi avevano iniziato a cicalare sul suo orientamento sessuale (ma certa gente non ha nulla di più interessante da fare, nella vita?), e lui per tutta risposta ha fatto un mezzo coming out (peraltro rapidamente rimangiato) ed ha piazzato questa canzone di disco elettronica sull'omosessualità. Che però contiene giusto tre frasi e due idee, ripetute cento volte fino alla nausea con una voce che se sale e scende di tre semitoni è già tanto: È sempre un fatto positivo che perfino i ballerini della tv italiana scoprano (sia pure con alcuni decenni di ritardo e buoni ultimi sulla Terra) il significato del coming out. Ma purtroppo il loro retroterra culturale resta pur sempre quello di ballerini della tv italiana. Che non è propriamente quello della Scuola di danza della Scala, ecco... E ciò si nota.
Insomma, la storia della musica italiana poteva anche fare a meno di questa canzone raffazzonata, messa insieme in fretta e senza sforzarsi troppo, al solo scopo di cavalcare e soprattutto monetizzare nel più breve tempo possibile lo scandalo mediatico.


2010 - Prophilax - Vent'anni di analità. Autoprodotto. Scaricabile gratuitamente dal sito del complesso.
Antologia della produzione dei Prophilax, reinterpreta e incisa qui con un cura decisamente "professionale". Contiene anche alcuni inediti.
Si vedano le tracce:

2010 - Resistenzalibera - "Io scrivo - Rap contro l'omofobia" (nata come video per Youtube).
Rap di un gruppo siciliano, politicamente orientato a sinistra, che spezza una lancia contro l'omofobia descrivendo quanto possa essere brutta e negativa (e claustrofobica, e infelice, e perseguitata, e discriminata, e...) la condizione omosessuale.
Oddio: l'intento è ottimo. Ma, ehm ehm, forse è stato messo un po' troppo entusiasmo nel descrivere gli aspetti negativi della condizione lgbt.
E per carità, gli aspetti negativi ci sono eccome. Ma a scegliere solo quelli si rischia d'ottenere un effetto opposto a quello cercato! Dopo avere ascoltato questo rap che gronda lacrime e disperazione, infatti, uno è portato a chiedersi se dopo tutto il suicidio non sia un'alternativa meno dolorosa.
Contribuisce a questo effetto anche l'interpretazione, enfatica e ansimante, impregnata di iperbolico pathos. (Ed è anche un po' faticosa da seguire, perché il rapper tende a mangiarsi le parole del testo, che già di suo è scritto in un italiano vacillante, con una sintassi brulicante di anacoluti).
Quanto al video, la sua ambientazione, che più che postindustriale definirei postatomica, direi che metta la ciliegina in cima alla torta... Finito il video, siamo tutti pronti per la pillola di antidepressivo: Insomma: l'impalcatura di questo brano rivela la mentalità di persone eterosessuali che hanno cercato di mettersi nei nostri panni, per simpatia politica, senza rendersi conto del fatto che nella condizione gay ci sono ombre ma anche luci, e che le luci servono proprio a fugare le ombre..
Giusto è pensare all'adolescente che fatica ad accettarsi: ma forse per asciugargli le lacrime sarebbe utile anche fargli sapere che c'è una felicità alla quale ha diritto...

Come conclusione, l'analisi di Resistenzalibera critica lo Stato, e il suo ostruzionismo ai diritti gay, giungendo a inserire un cameo della Ministro alle pari opportunità, Mara Carfagna, mentre si esibisce in una dichiarazione omofoba, seguito da un attacco all'ipocrisia di chi deve il suo posto alla frequentazione di organizzatori di bunga-bunga salvo poi sparare a zero sull'immoralità altrui.
Ebbene, l'analisi politica è corretta, e condivisibile, tuttavia psicologicamente parlando non credo serva molto ad asciugare le lacrime di quel ragazzo. Anche perché se avessimo dovuto aspettare che a salvarci fossero le analisi della sinistra italiana, nei 40 anni passati, saremmo stati freschi.

Concludendo, siamo di fronte a una proposta altamente commendevole per le intenzioni, ma tale da suscitare qualche perplessità per quanto riguarda i risultati.



2010 - Seestop - "E vai via". Singolo autoprodotto, edito su "Youtube".
Recriminazione d'una ragazza che vede il suo ragazzo andare via da lei per un altro uomo (nel commento al video, il brano viene citato anche col titolo alternativo "Il mio nemico").
È stata pubblicata per mezzo d'un videoclip che ha assorbito in pieno la struttura e l'estetica dei video di fan-art, nei quali una canzone è commentata da immagini statiche (fotografie o disegni) che richiamano o meno ciò che il testo sta dicendo. Di fatto è indistinguibile da un video creato da un fan, segnando così la completa saldatura tra la produzione professionale degli artisti da un lato, e quella amatoriale dei fans dall'altro.
Il carattere di "demo" dell'incisione spiega la qualità non ottimale del suono ed anche dell'interpretazione, presa a tratti da vertigini nel cercare la nota, pur non essendo malvagia.

Notevole poi il fatto che anche questa canzone abbia dato voce alle "lei" usate come "donne dello schermo" dai troppi gay velati di cui pullula il mondo:

Si tratta d'una novità, nel regno della canzonetta italiana, ed è il segnale d'un cambiamento di costumi. Come ha detto Sconsolata (il personaggio creato dalla cabarettista Anna Maria Barbera), nel suo tentativo di sedurre il ballerino Kledi: "Kledi, se sei gay, dimmelo: io non ciò preggiudizi... Ciò esiggeenze!"


2010 - Sonofghost dj & dj Riky B - "Benvenuti a 'sti frocioni" - Dal sito Soundcloud.
Ma davvero il mercato sentiva il bisogno d'un remix dance (peraltro banalotto) di questo stornello, già proposto nel 1981 in Fracchia la belva umana, e rimasticato nel 2007 dagli Zozzoni de noantri?
Cos'è che lo rende tanto irresistibile?
A meno che dare del frocio a qualcun altro costituisca una delle poche consolazioni che si hanno nella vita quando si ha la malasorte di essere nato tamarro e grezzo...


2010 - Spina, Piero - Versatile.
Se ne vedano i brani:
2010 - Supino, Osvaldo - "Get sexy" [single].
Il testo di questa canzone in inglese non contiene nulla a tematica gay (anzi, ad un certo punto si rivolge alle "bitches"). La sensibilità sfacciatamente gay di questo cantante si percepisce in effetti solo a partire dai suoi videoclip.
Lo inserisco ugualmente in questo elenco perché serve comunque per segnalare quanto la Rete stia cambiando i termini: questa canzone nasce come videoclip che a sua volta nasce per la diffusione sulla Rete. La canzone presa da sola non è gay, mentre l'insieme del prodotto "Get sexy" (e Osvaldo Supino in genere), invece, lo è.


2010 - Supino, Osvaldo - "LOL" [single].
Vale quanto detto alla voce precedente.
Dopo aver reso chiaro il punto, non inserirò in questo elenco ulteriori brani di Supino, a meno che non abbiano espressi richiami al tema gay.
 

2010 - Trash, Sabryna - "Non sono una trans!" - da - Aspetta & sperma. (Autoprodotto, scaricabile dal suo sito).
In apertura il brano sembrerebbe una sorta di "apologia per se stessa", ma bastano pochi versi per rendersi conto del fatto che si tratta dell'esatto opposto: di un gioco al massacro autodenigratorio, tanto più divertente quanto più iperbolico: Il testo è ravvivato anche da siparietti comici, e con sbigottimento ci troviamo di fronte a un prodotto che sta ad anni luce dal livello vomitevole  da cui Sabryna era partita.
La cura con cui sono realizzati la base musicale e il missaggio è infatti ormai professionale, ed oltre a ciò Sabryna qui non canta ma parla in rima, ragione per cui l'ascolto, essendoci risparmiate le sue stecche agghiaccianti, è addirittura gradevole.
Ovviamente a impedire di considerare questo brano una canzone "normale" restano il tema e il linguaggio, ma certo questo pezzo regge senza problemi il confronto con tante fetenzìe rap di ben maggiore fama. Ed io stento a credere alle mie orecchie.

Noto anche, in margine, un'evoluzione personale: nelle primissime canzoni Sabryna si diceva senza remore transessuale, e non escludeva di ricorrere all'operazione di cambio di sesso, mentre qui rivendica un'appartenenza identitaria diversa. Ma questo è un dettaglio minore.


2010 - Valentina Ok - "'E guagliune 'e 'sta città" - da - Amami con passione.
(Commento ancora da scrivere).

2010 - Valentina Ok e Nello Amato - "'Na storia diversa" - da - Amami con passione.
(Commento ancora da scrivere).


2010 - Valentino, Viola - "Domani è un altro giorno" - da - Alleati non ovvi.
Da molti anni Viola Valentino si sta proponendo come "icona gay" attraverso dimostrazioni di simpatia e solidarietà alla comunità lgbt che invano ci sogneremmo dalle "icone gay" attualmente in carica (assurdamente e in blocco omofobe, a parte la Mannoia, la Rettore e la Oxa).
Questo sforzo non si era però fin qui concretizzato nella decisione di prendere il toro per le corna affrontando le tematiche gay in un brano.

Con "Domani è un altro giorno", questa decisione è arrivata, e il mio parere personale è che con questa canzone Viola Valentino abbia fatto un centro pieno.
La canzone è a tematica gay (parla di omofobia), ha una bella musica (sobria e priva di pretenziosità, ma orecchiabile e cantabile), un testo preziosamente incastonato nella musica senza sbavature e forzature, e un arrangiamento elegante, mai sopra le righe. L'effetto complessivo è di gran sobrietà ed antiretorica, quanto mai opportune nella trattazione d'un tema difficile come la violenza omofobica, nel quale era essenziale non sbagliare il tono.
E in effetti anche il testo, qui, si rivela all'altezza dell'impresa, evitando le immagini "a facile effetto" e i facili shock. (Anche se un poco di retorica c'è comunque: non credo infatti che la frase "e se ti fa star bene, dai continua pure" vada presa alla lettera! Trovo questa frase un troppo retorico invito cattolico a "porgere l'altra chiappa": inopportuno!).

Il risultato è una delle migliori canzoni a tema che abbia mai ascoltato: elegante e raffinata, ma non cerebrale ed elitaria. Non a caso è stata, meritatamente, scelta come inno dell'Europride del 2010.
Se questo basterà a rendere celebre e amato questo brano, non lo so: di solito la qualità del prodotto non basta a garantirne il successo, la Fama essendo una dea cieca che si muove in modo completamente imprevedibile. Ma se la Fama volesse incapricciarsi proprio di "Domani è un altro giorno", almeno in questo caso si tratterebbe di una buona scelta, "di qualità".
Insomma, stiamo parlando d'un brano che posso invitare con convinzione, una volta tanto, ad ascoltare e fare ascoltare.

Il testo (complimenti ad A.<ntonio?> Gallo, che lo firma) descrive in modo antiretorico, appunto, la realtà delle persone omofobiche autrici dei "raid" in branco per picchiare (e talora uccidere) le persone omosessuali:

Ma la denuncia assume toni anche più precisi e dettagliati, quali io non ricordo (e se sbalio, mi corigirete) di aver mai sentito da una canzonetta italiana: Come si vede, siamo di fronte a un testo di una qualità non banale.
Il titolo stesso della canzone si spiega con il fatto che l'io narrante della canzone (che è un uomo gay) conclude la sua nottata constatando con sollievo la propria incolumità, per quella volta, pur avendo presente il fatto che il pericolo della violenza omofobica è incombente e costante, e quindi potrebbe presentarsi domani stesso. Ma... domani è un altro giorno: Concludendo, questa è una canzone particolarmente ispirata e ben riuscita, con un equilibrio di tono - sia nel testo, sia nella musica - che solo raramente capita di ascoltare.
E per ascoltarla si potrebbe accompagnare le note e le parole con le immagini del video non ufficiale che hanno realizzato Milena e Pietro Galeoto, oppure di quello (anch'esso non ufficiale) di Rossana Ruberti: entrambi sono visibili su Youtube.

Brava Viola Valentino, ci sei riuscita. Mille di queste canzoni.


2010 - Xara - "Chi è Massimiliano" - (singolo) - Autoprodotto per la diffusione promozionale tramite "Youtube".
Una ragazza scopre un messaggino erotico nel telefono del suo ragazzo e, giustamente gelosa, gli chiede conto di chi sia il mittente, Massimilano: Le ragazze d'oggi sono meno giuggiolone di quanto sembri, dato che anche questa ha compreso un dato di fatto fondamentale: Meglio non impegnarsi mai con un gay velato...


<--- 2009 - vai al - 2011 --->

 
Inedito.
Quest'opera è pubblicata sotto una Licenza Creative Commons "Attribuzione - Non opere derivate 2.5" Italia.
La ripubblicazione integrale è consentita a chiunque sotto i termini di tale licenza. La ripubblicazione parziale è concesso esclusivamente previo accordo con l'autore: scrivere per accordi.
[Torna alla pagina principale] [Torna all'indice delle canzonette gay]
[Mandami correzioni, suggerimenti o proponimi un nuovo link]