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Il gay canzonato.
Un elenco di canzonette a tema l, g, b & t:
di: Giovanni Dall'Orto
1979
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Saggio sull'omosessualità nella canzonetta (prima metà).
Saggio sull'omosessualità nella canzonetta (seconda metà).
Schede di canzonette italiane - 1920-1976.
Schede di canzonette italiane - 1977-presente:
 
    
    
    

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Ignoto 
Aggiunte
 

1979

Un anno decisamente esplosivo, il 1979, per quel che riguarda il numero di canzonette "a tematica"... Tutti scoprono all'improvviso il tema, tutti ne vogliono parlare...
L'omosessualità era ormai palesemente "sdoganata" nel mercato discografico, e suscitava interesse (nonché prurito e curiosità morbose) sia a destra che a sinistra...


1979 - Berto Pisano e la sua orchestra - Sigla iniziale e conclusiva del film: Dove vai se il vizietto non ce l'hai?
L'elenco dei pezzi dell'Lp non permette di risalire al titolo del brano della sigla, che comunque è facilmente rintracciabile tramite Youtube. (Potrebbe essere "Tic nervoso", che è il solo brano ripetuto due volte).
Il film è il palese tentativo di approfittare del successo commerciale de Il vizietto, messo in piedi accozzando una vicenda in cui due investigatori devono fingersi gay per infiltrarsi in un palazzo come domestici, per un'indagine.
Da segnalare il fatto che nella pellicola imitata, che aveva una sua folle dignità artistica nonostante l'abuso di stereotipi, il "vizietto" era un "peccato di gioventù", cioè una relazione eterosessuale da cui era nato un figlio, mentre qui è l'omosessualità tout-court. Tant'è che "fingersi gay" significa fondamentalmente sfrociare, scheccare e buttarsi a pesce in qualsiasi stereotipo razzista antigay.
Conferma questa visione di destra anche il testo di questo coretto (nato per essere ascoltato come sottofondo una volta, e poi dimenticato per sempre) che sottoscrive all'allarme sociale dei reazionari: e ormai stanno diventando tutti froci, e ormai sono i normali a doversi vergognare, e dove andremo a finire di 'sto passo signora mia: Squallido.

(P.S. Il vero film Il vizietto ha una colonna sonora firmata da Ennio Morricone, e scusate se è poco. Non avendo testo, però, non può rientrare nei criteri della presente discografia).


1979 - Il bagaglino - Oh gay! (Cabaret).
Colonna sonora d'uno spettacolo con tematiche buffonesche/omosessuali, con bravi interpreti, ma dalla prospettiva inequivocabilmente pecoreccia e di destra. Fondamentalmente, la visione dell'omosessualità che emerge dai testi è quella d'anteguerra, del "terzo sesso": essere "gay" significa travestirsi da donna, prostituirsi la sera, e andare a Casablanca per cambiare sesso!
Qui di seguito elenco solo le canzoni espressamente a  tema "gay".


1979 - Bella, Marcella - "Lady Anima" - da - Camminando e cantando.
Dopo il successo strepitoso di "Pensiero stupendo" l'anno precedente, ecco rispuntare lo stesso tema "scabroso" (due lei e una lui) in questa canzone. Che però non risvegliò la medesima curiosità. Forse perché laddove il brano cantato da Patty Pravo raccontava nel suo svolgersi qualcosa che stava effettivamente succedendo, qui ci si limita a evocare qualcosa che potrebbe succedere, e però alla fine non succede.

"Lady Anima" si basa sul classico tema del lui che lascia lei (l'io narrante) per un'altra, ma il quadro è complicato dal fatto che la seconda  "lei" è innamorata dell'io narrante:

Purtroppo però quello del ménage à trois resta solo un sogno, col risultato pratico che l'io narrrante è ridotta alla sola anima, dovendo rinunciare ai desideri del proprio corpo: Il motivetto di questa canzone non è malvagio, e pur non avendo bissato il successo di "Pensiero stupendo", "Lady Anima" ha comunque goduto d'una buona notorietà.
Una cover di questa canzone è stata anche incisa da J.D. Vine nel 2005 nella Pride compilation.


1979 - Bosé, Miguel - "Super Superman" (45 giri) - Poi in - Chicas!.
Ho esitato un po' prima d'inserire questa canzone, dato che il cantante è italo-spagnolo e il testo è in inglese, quindi non si tratta propriamente di "musica italiana". Tuttavia Bosé ha cantato anche in italiano (anche in questo stesso Lp) e in Italia ha avuto una brillante carriera, quindi può essere considerato senza problemi un protagonista della scena musicale italiana. Perciò, come si vede, ho infine optato per l'inclusione.

Fu questo motivetto leggerino e disimpegnato a dare fama mondiale a questo efebico ragazzetto dalla bellezza mozzafiato, ancora ben lontano dalla musica più raffinata che avrebbe cantato nella sua carriera successiva. Si tratta d'una canzoncina senza pretese, con la solita musichetta accattivante e priva di sorprese che si richiede a brani di questo tipo.
La vera sorpresa è semmai il testo, che è un inno gay fatto e finito, ma che grazie all'autocensura di quegli anni passò tranquillamente anche sulle reti televisive più tradizionali. Leggere in chiave gay il testo, infatti, in quegli anni era im-pensabile, e infatti nessuno lo pensò, o per lo meno osò dirlo: chi l'avesse detto, sarebbe stato coperto di accuse di "insinuare" calunnie "inaccettabili". (Viceversa, oggi i commenti di Youtube sulla "frociaggine" di questa canzone appaiono con una tale insistenza e cattiveria da far sospettare una certa intolleranza da parte dei loro autori, che prendono di mira anche il cantante con una veemenza francamente omofobica).

Rileggendo oggi il testo ci si chiede come sia stato possibile lasciare che l'autocensura ci rendesse tutti tanto ciechi.
La canzone sembra a prima vista una fra le tante canzonette dedicate a un personaggio dei fumetti o del cinema. Ma non lo è. Non è infatti dedicata a "quel" Superman, bensì ad un superman molto terrestre, il cui superomismo si esprime sulla... pista da ballo: "Super-ballerino / super-mosse / super-toccatore / super-amante".

Dopo aver reso ben chiaro questo concetto, il cantante si lancia in una dichiarazione d'amore sfacciatissima:

Wow.
Personalmente ritengo che questa canzone sia il compromesso fra una precisa volontà di coming out da parte del cantante, rimasta costante nel corso della sua carriera, e le esigenze di marketing, che imponevano che fosse impacchettato e venduto come "surrogato sessuale per ragazzine", inzeppando i suoi dischi di lagne melense (oltre il limite del kitsch) per improbabili "lei".
Ricordo però d'aver visto di persona negli anni Ottanta un calendario distribuito privatamente da Bosé agli amici in occasione del Natale, traboccante di bellissimi nudi maschili, che implicava che nella vita privata questo cantante fosse molto più "sciallato" su certi temi di quanto la casa discografica esigeva che fosse in pubblico.
Il caso di Tiziano Ferro ci ha del resto mostrato quali mostruosi tiranni possano essere i manager delle case discografiche, massimamente quelli gay "velati" e paranoidi, che impediscono ai loro cantanti di dire ciò che hanno paura che un giorno qualcuno potrebbe poi chiedere a loro.

Comunque sia, nonostante Bosé un coming out in piena regola non l'abbia fatto mai, con gli anni qualcuno s'è accorto dello scherzetto giocato quand'era un furbo giovinetto, tant'è che in Rete ho trovato la copertina che riproduco qui sopra (che immagino sia fan-art, essendo troppo rozza per essere stata prodotta da una casa discografica seria) dove, guarda tu il caso, i fasci di luce colorata della discoteca si uniscono per formare un simbolo rainbow. Quando si dice la coincidenza...


1979 - Califano, Franco - "Avventura con un travestito" - da - Ti perdo.
Testo recitato, in romanesco. Come il nostro virile eroe si trovò malgré lui sedotto e bidonato da un travestito, da lui scambiato per una donna... e con il quale nonostante tutto il "fattaccio" avviene.
C'è chi dice di trovarlo umoristico, io personalmente lo trovo solo pecoreccio e volgare. De gustibus.


1979 - Cattaneo, Ivan - Superivan.
Si veda l'rriverente recensione che di questo Lp ha proposto il sito "Orrore a 33 giri". L'album contiene le canzoni:
1979 - Cocco, Elio - ''Milano-Livorno'' (45 giri).
Storia tristissima d'un ragazzo morto a 21 anni per overdose d'eroina nel cesso d'una stazione o d'un treno, che riporta il commento d'un viaggiatore benpensante alla notizia del ritardo causato al suo treno dal ritrovamento del corpo:

1979 - Cohen, Alfredo [pseudonimo di Alfredo D'Aloisio] - "Valery" - 45 giri. Riedita in Cd in - AA.VV. - Gay right compilation.
Canzone del 1976, dedicata a un personaggio reale, la transessuale Valérie Taccarelli.
La musica è di Franco Battiato, ed è stata riadattata nel 1982 ad "Alexanderplatz", canzone portata al successo da Milva. Grazie alla musica, e a un testo all'altezza della sfida posta dalla musica, questa è a mio parere fra le due o tre canzoni più belle fra tutte quelle proposte da militanti gay in quegli anni.

Il testo è l'esaltazione d'un adolescente transessuale napoletano, cantato per quel che è, con le sue contraddizioni e i suoi problemi, e a mio parere esprime un affetto, una simpatia e soprattutto una complicità che raramente ho trovato nelle molte altre canzoni dedicate a persone transessuali. Qui non abbiamo né un "caso umano", né un mostro, né un giocattolo erotico, ma un ragazzo/ragazza, che come tutti, per la sua tenera età, va ancora a scuola (come dimostra a un certo punto l'allusione a una bidella che l'aiuta con le ripetizioni).
Il testo riesce anche ad affrontare il tema, delicatissimo, della sessualità degli adolescenti, senza scadere nel morboso e nello scandalistico fine a se stesso:

Immagino che il testo poetico, a tratti piuttosto oscuro, contenga metafore relative alla vita di Valery, ma anche se ci ho provato non saprei decifrarle (per esempio: l'inverno si riferisce alla vera e propria stagione, oppure alla terza età, per dire che Valery non ha paura d'invecchiare? Non so dirlo...).
1979 - Cohen, Alfredo - "Roma" - 45 giri. (Retro della canzone precedente).
Esaltazione alla Pasolini (poeta a cui alludono i versi: "Città grande / che parla per amore, / conosce i suoi poeti, / e poi li affida agli assassini") della città di Roma e dei suoi "ragazzi di vita": Concludendo con una dichiarazione d'amore per la città in quanto tale, ma anche come luogo d'amore: Una visione un po' particolare di questa città, ma pur sempre legittima, da un punto di vista artistico.


1979 - Collage - "Strano" - da - Concerto d'amore.
Una favola alla rovescia, in cui una ragazza preserva la sua castità fino alle nozze ed è premiata riuscendo a sposare il principe. Che però è brutto, tanto che "così appollaiato su quella poltrona / mi sembra una scimmia con scettro e corona!".
Ma c'è peggio: Un motivetto allegro e sì, decisamente strano, ma divertente.


1979 - Concato, Fabio - "Porcellone" - da - Zio Tom. (Anche in 45 giri).
Andato a sgridare il ragazzo del piano di fronte perché va sempre in giro per la casa nudo, un marito scandalizzato viene "aggredito" sessualmente e... cede. Questo brano è stato riproposto nel 1994, con nuovo arrangiamento, nel Cd Scomporre e ricomporre.

In questo Lp viene ripubblicata anche: "Dedicato a Dean Martin", del 1977.
 


1979 - Dalla, Lucio - "Anna e Marco" - da - Lucio Dalla.
In "un locale che fa schifo" in cui Anna e Marco sono andati a ballare, c'è "una checca che fa il tifo".
Nient'altro da segnalare.
1979 - Dalla, Lucio - "Stella di mare" - da - Lucio Dalla.
Ambigua canzone d'amore il cui ritornello dice: "tu, come me", dedicata a una persona di sesso volutamente ambiguo (gli aggettivi al femminile concordano tutti per il genere con la parola "stella").
Quando uscì si spettegolò e speculò addirittura sul fatto che Dalla avesse inteso alludere a un prostituto, per la frase: "e se non ti avessi uscirei fuori a comprarti".


1979 - Dalla, Lucio e Francesco De Gregori - "Ma come fanno i marinai" - da - Banana republic. (Anche in 45 giri) .
La canzone si chiede di passata: "ma come fanno i marinai / a baciarsi fra di loro / ma rimanere veri uomini, però?".
Per quanto un po' nonsense, la domanda per qualche tempo diventò un vero "tormentone". Un mio amico che ha fatto il militare in marina mi diceva che tutti gli canticchiavano adosso questi due versi, di continuo...


1979 - Daniele, Pino - "Chillo è nu buono guaglione" - da - Pino Daniele.
Divertita descrizione (per metà in dialetto napoletano) d'un transessuale che "fà 'a vita 'e notte sott'a nu lampione" per mettere da parte i soldi per l'operazione di cambio di sesso.
In questo modo vuole realizzare il suo sogno di normalità: Ancora una volta transessualità e prostituzione sono presentati come se fossero la stessa cosa, e questo non va certo bene, tuttavia questa canzone si riscatta grazie a una palese volontà di "denuncia sociale" della condizione umana di Teresa, che dopo tutto desidera unicamente poter "scendere a far la spesa" e "invitare gli amici a casa" come chiunque altro, mentre è costretta a "fare la vita" in assenza d'alternative.
Alla fin fine, tutto quel che vuole la povera Teresa è solo che "nessuno le dica niente"...



1979 - Easy Going - Fear.
Secondo Ep di musica da discoteca, con testi in inglese, di un complesso italianissimo.
Il disco contiene:
1979 - Lipps, Inc., " Funkytown" (45 giri).
Nel bel mezzo di questa analisi che - almeno nelle intenzioni - è seria, vorrei interrompere per un attimo con una burla, relativa a un brano che è diventato celebre (è stato usato anche come esempio, parlando di psicologia della percezione e del "debunking" delle leggende urbane) a causa del contenuto omosessuale del testo... che non contiene il minimo contenuto omosessuale!

Prima di continuare v'invito ad andare ad ascoltare la canzone, e fare attenzione al ritornello che la cantante, con la voce distorta dal Vocoder, ripete più volte, e che dice: "gotta make a move to a town that's right for me" ("Devo proprio trasferirmi in una città che sia su misura per me"). Non leggete oltre e fate quel che vi dico, e solo dopo tornate a leggere qui.

Fatto?
Ebbene, qualche tempo dopo l'uscita di questa canzonetta (che ebbe un successo mondiale e arrivò in cima alle classifiche), iniziò a circolare la voce secondo cui i cantanti avevano nascosto molto abilmente un "messaggio" in lingua italiana.
La cosa in sé era ridicola, dato che non si vede perché mai in un disco destinato a una distribuzione mondiale ci si dovesse preoccupare di "nascondere" un messaggio proprio in lingua italiana. Eppure quando si faceva questa banale ma definitiva obiezione, qualcuno ti portava la musicassetta o il disco e ti diceva: "Ascolta bene, ascolta con attenzione il ritornello. Non dice forse: "Caro amico mio, culattone, aspettami?" Qui si scoppiava a ridere, si ascoltava la canzone e.. capperi! Il ritornello diceva proprio così!
Non solo, ma una volta imparato il ritornello del "culattone", diventa praticamente impossibile riuscire a percepire di nuovo le parole del testo inglese, che pure prima sembravano tanto chiare.

La "leggenda urbana" si spense da sola dopo qualche anno, tuttavia da quando Internet ha fatto risorgere dalle tombe decine di migliaia di canzoni abbandonate nel dimenticatoio, fra cui questa, ha ricominciato a circolare.
A questo punto il Cicap (Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sul paranormale) fece una cosa intelligente: usò questo brano musicale per spiegare un fenomeno psicologico, la pareidolia, ossia la tendenza innata nel cervello umano a riconoscere messaggi familiari e di senso compiuto nel "rumore bianco" dei dati che gli arrivano ininterrottamente.
Proprio come un computer con un file .mp3 o una fotografia .jpg, infatti, anche il cervello umano interpola continuamente dati nelle lacune o nelle zone "disturbate" per ottenere un senso compiuto.

Questa è la causa di tante pretese scoperte "paranormali". Come per esempio i casi della signora che sente il marito che le parla nelle scariche della radio mal sintonizzata, o di chi "vede" il ritratto della madonna in una fetta di toast bruciacchiato, o volti umani scolpiti sulla superficie di Marte... Per non parlare di messaggi satanici nelle canzoni rock suonate al contrario, via via fino alla paranoia, che è la condizione di chi non riesce più a concepire che un oggetto o un evento possa non contenere alcun "messaggio nascosto".

Nel caso in questione, il fenomeno veniva reso "credibile" anche dal fatto che la tematica gay era allora fortemente censurata, e quindi ascoltando le canzonette, le nostre "antenne" erano protese al massimo per captare gli accenni anche minimali, che erano deliberatamente costruiti in modo da permettere di negarne la presenza, in caso di polemiche.
Eravamo dunque "tarati" in modo "ipersensibile", col pericolo di scoprire ogni tanto un messaggio dove non c'era (come mi è stato rimproverato a proposito di alcune delle canzonette che ho inserito in questo elenco).
Il caso di "Funkytown" è però smaccato: ora che Youtube consente il confronto, basterebbe notare come nelle numerose cover che questo brano ebbe negli anni successivi, per quanto ci si provi e riprovi, il messaggio in italiano non si riesce più a percepirlo.
Forse perché, banalmente, manca il vocoder a rendere confusa la frase, e i cantanti scandiscono bene le parole... Un altro complotto misterioso sparito nel nulla!

(A chi fosse interessato a questo bizzarro fenomeno, segnalo anche "Piangerei per un gay (storia di un amore contorto)" (2010), esilarante trascrizione del testo italo-romanesco... d'una canzone iraniana del cantante Shahram Shabpareh, nonché "Ascanio e i trans" (2011), sempre su un brano dello stesso cantante!
In inglese questo tipo di "dirottamento del testo" è stato battezzato "mondegreen" se involontario, e "soramimi" se intenzionale).



1979 - Gaetano, Rino - "Resta vile maschio dove vai" - da - Resta vile maschio dove vai.
Canzone umoristica basata su un triangolo lui+lei+lei: lui in viaggio si porta dietro, oltre alla sua lei, un'altra lei per "farsela" con comodo; ma ecco che le due iniziano a socializzare un po' troppo, e a questo punto lui ("Non ha senso, in tre, non si può") cerca di svignarsela.
Ottenendo la risposta che dà il titolo alla canzone.
Molto esplicita la copertina...
Patty Pravo ha inciso nel 2011 una cover di questa canzone.


1979 - Laterza, Antonietta - Le belle signore.
Lp di canzoni femministe, con qualche puntata (finalmente!) anche nel lesbismo, per il quale si vedano le canzoni:
1979 - Le streghe - "Ballerino" (45 giri).
Ennesima canzoncina sul tema del "Balla balla ballerino, quanto sei bono mentre balli", che musicalmente è un clone di "Mamy blue".
Il ragazzo in pista, oltre all'esplicito desiderio del trio femminile che interpreta questa canzone, viene "lumato" (parola dialettale lombarda che significa "guardato con attenzione" "fissato") "persino" (sic) dai gay:
1979 - Leone, Nino - "Ragazzo punk" (45 giri).
Signora maestra no, non sono stato io! Ha cominciato lui! Io non volevo metterla, ma poi i curatori del canale Youtube "Le introvabili" hanno insistito!
Io lì a dire: "questa canzone parla di un ragazzo punk, non di un ragazzo gay", ma loro a insistere: ma ti sembra che la descrizione sia quella di un punk, scusa? E sì, messa così, in effetti la cosa è parecchio strana, come se qualcuno avesse scritto la canzone "Ragazzo gay" (Leone di Lernia nel 1997 ne ha pubblicato una piuttosto simile a questa, come spirito del testo, e s'intitola guarda caso proprio "Tu sei  gay"), e la casa discografica gli avesse poi d'imperio cambiato all'ultimo istante il titolo, presa da spavento.
Voi cosa ne pensate?


1979 - Malgioglio, Cristiano - Sbucciami.
Questo è fra tutti i dischi di Malgioglio quello in cui si parla di più di tematiche omosessuali. E uno dei dischi di quel periodo ad avere uno dei contenuti più sfacciatamente gay. Cosa che sorprendentemente allora passò inosservata (ma a volte il silenzio è solo sintomo d'imbarazzo):
1979 - Milva - "I suoi vent'anni" - da - La mia età.
Canzone molto strana (scritta da Mikis Theodorakis), racconto d'una seduzione lesbica (per lo meno, se interpretata come qui da una donna), passata praticamente inosservata alla comunità gay nonostante fosse cantata da un'artista di gran fama:
1979 - Mina - "Sensazioni" - da - Attila. Poi in: Del mio meglio, 1980.
Vaga atmosfera gay, tutta da decifrare, intorno al non meglio specificato amante.
Niente di che...


1979 - Miro - Ambiguità.
I riferimenti sparsi all'omosessualità e il clima di questo Lp di Miro sono tali che i responsabili del canale Youtube "Le introvabili", discutendo con me di questo autore, si sono fatti venire un sospetto: Dello stesso parere anche il sito "Orrore a 33 giri", che parlando di questo Lp afferma: E il recensore Vikk si spinge ancora più in là di così: Fra le canzoni allora segnalo:
1979 - Nannini, Gianna - "America" - da - California. (Anche in 45 giri).
La canzone contiene un'allusione a un gioco di parole piuttosto stupido, che in quel periodo andava di moda, basato sull'assonzana tra l'Africa e la f(r)ica. La Nannini vi allude di sghimbescio battezzando qui con il nome di "America" i genitali femminili e maschili, o per meglio dire il piacere sessuale in senso ampio.
(Lo stesso gioco, ma in modo più esplicito, lo avrebbe fatto anche l'io narrante della canzone "Limonata cha cha cha", cantata da Giuni Russo nel 1984, affermando che "Stasera mi manca l'Africa, / mi guardo intorno e non ce n'è", e lo avrebbe poi ripetuto la stessa Nannini nel 2006 nella canzone "Mi fai incazzare", nella quale è ancora più trasparente: "Mi fai tremare l'Africa / con la tua bocca sulla mia").

La canzone inizia come esaltazione della masturbazione ("per oggi sto con me, mi basto, e nessuno mi vede / e allora accarezzo la mia solitudine") per poi descrivere "lui" e "lei" che toccano piacevolmente la propria "America", concludendo infine con la richiesta, rivolta tanto a lui quanto a lei, di far sognare l'io narrante:

Ad ogni modo, non mi pare che la canzone possa essere catalogata fra quelle con tematica lesbica, dato che il testo è attento a specificare che "lei", nel corso delle sue attività erotiche, è a un "lui" che pensa: "Fammi l'amore! - Lei, che pensa ad un altro, e si inventa l'America".
Salvo poi concludere, specializzandosi nel contraddire nella frase dopo tutto quanto è stato affermato nella frase prima, "forte, sempre più forte... ed io sono l'America".

A me la Nannini più che una cantante sembra una sibilla, e non comprendo perché le mie amiche lesbiche la tengano in tanto alta considerazione. Forse perché non hanno mai fatto caso ai testi delle sue canzonette. Anche se ammetto che, se ci mettessimo ad ascoltare i testi delle canzonette delle icone gay maschili, il risultato non sarebbe poi molto migliore...

1979 - Nannini, Gianna - "Lei" - da - California.
Questa canzone parla di una "lei" descritta mentre racconta all'io narrante di un figlio non nato, di luoghi e persone...
Il rapporto fra le due donne non è chiaro se sia d'amicizia o amore, ma di sicuro ha conosciuto momenti d'intimità fisica, come lasciano intuire versi come: Eppure sullo sfondo incombe la figura di un "lui", Dunque la canzone è correttamente definibile come "a tematica bisessuale". Peraltro in perfetto accordo con quanto la Nannini ha sempre dichiarato di essere.


1979 - Pareti, Renato - Ansio-lexo-dormipoc.
Cantante di bella voce ma ossessionato dai gay. In questo Lp si vedano le canzoni:
1979 - Pupo - "Gelato al cioccolato" - da - Gelato al cioccolato. Reincisa da Malgioglio nel 2008 in Papaya.
Non lo dico io che questa canzone ha un doppio senso gay (sul quale si è peraltro spettegolato a lungo): è stato Pupo in persona a svelarlo, in un'intervista a "Repubblica" (Roberto Incerti, Porto a teatro la dannazione del gioco, 21 marzo 2008): Nella versione cantata da Pupo il testo è eterosessualizzato con aggettivi esplicitamente al femminile ("Bambina, ti voglio, ti sento"), ma il testo assume tutto un altro aspetto una volta che si adoperi la chiave di lettura suggerita da Pupo: La rivelazione di Pupo è interessante anche per chi, specialmente fra i più giovani, fatica un poco a comprendere la logica delle canzoni "cifrate" tipica di quegli anni. Ma in quel periodo le cose funzionavano così, e gli ascoltatori erano allenati a cercare chiavi di lettura nascoste, proprio come chi scriveva le canzoni era abituato a nasconderle...
 

1979 - Revolver - "Gay" (demo tape, poi su 45 giri)
Un gruppo punk fa una sortita (rara, per l'Italia) nel campo della trasgressione sessuale, aiutato dai cori in falsetto di Ivan Cattaneo.
Il testo non è molto significativo, e una volta di più identifica il gay col travestito (che palle!), ma almeno in questo contesto la cosa ha il senso provocatorio che avevano i travestimenti dei primissimi gruppi gay degli anni Settanta: épater le bourgeois e fargli sapere che i suoi diktat sul "dover essere" avevano perso valore: Certo, l'ultima frase citata fa pensare che, più che un gay, l'io narrante sia un licantropo o Mr Hyde. Ma immagino che la provocazione fosse voluta...


 
1979 - Riondino, David - "Samba '78" - da - David Riondino.
Canzone "impegnata" che contraddittoriamente denuncia l'emergere di un "conformismo dell'anticonformismo" negli anni del "riflusso" post-sessantottesco. Fra i bersagli del cantante: lo chic della diversità obbligatoria:
1979 - Tamara - "Tango diverso" - Sigla finale del film: La patata bollente. (Anche in 45 giri).
Il testo non contiene nulla d'esplicitamente omosessuale anche se, nel contesto del film, assume chiaramente un significato di questo tipo, dato che allude puntualmente alle azioni che i due protagonisti stanno compiendo (lo si nota meglio cercando su Youtube lo spezzone in cui i due ballano proprio sulle note di questo tango): Un bel brano, a suo modo coraggioso nel contesto del film per cui è stato scritto, anche se è inevitabilmente condannato a sembrare anodino se ascoltato al di fuori di quel contesto.



1979 - Le Sorelle Bandiera - "Rimmel & cipria" - (45 giri).
Anche in questo 45 giri delle "Sorelle Bandiera" nulla di apertamente gay.


1

1979 - Le Sorelle Bandiera - "Bella come me non hai avuto mai nessuno" - (45 giri).
Sigla tv de "L'altra domenca". Non ha tema gay.



1979 - Timothy e Luca - "Due" - (45 giri).
Uno dei prodotti in assoluto più bizzarri di quel periodo.
Due uomini, palesemente amanti, stanno in un'automobile. Questa è l'ennesima "orgasmo song" all'italiana, dunque i due parlano e non cantano, anche se sullo sfondo va per conto suo una fastidiosa musichetta uacciuoniuoniuoni, che oltre tutto è a volume troppo alto, al punto da rendere difficile capire cosa si stiano dicendo i due.
Vi aiuterò rivelando che uno sta confessando all'altro di averlo appena reso felicemente cornuto: Segue sclerata del neo-cornificato che riafferma il principio che "Tu sei mio! Mio!", riconsacrazione forzata del corpo violato ("Ci possono vedere!". "Mi frega: lo sanno tutti, di noi due!"), gemiti di "Amore, perdòno", lacrime del colpevole pentito (non scherzo!), e tarallucci e vino...
Tutto ciò mentre il pestilenziale uacciuoniuoniuoni impesta le orecchie per conto suo, implacabile.

Esiste un limite oltre il quale l'assurdo diventa sublime, e questo disco lo ha superato. La sua sola esistenza è un mistero trascendentale.
Immaginate infatti di essere un produttore musicale. Vi arriva un tizio e vi dice: "Ho un'idea per un disco. Due finocchi stanno parlando in una macchina, e uno dei due dice all'altro che lo ha reso cornuto andandosene in giro a spo***are la gente, e l'altro si mette a piangere. Che ne dice, lo facciamo, questo disco?".
Il fatto che sia stato fatto, implica che qualcuno abbia detto di sì. Come ciò sia stato possibile va però al di là della comprensione umana.
Questo disco è perciò un miracolo, e come tale è un segno dell'intervento divino nella realtà umana.

Adoriamolo, quindi, come epifania dell'ineffabile. La lingua umana non possiede parole per giudicare adeguatamente questo prodotto, tanto è "fuori scala" nel campo dell'estetica (il kitschometro esplode, se solo si prova a misurarlo).
Timothy e Luca santi subito!



1979 - Triangolo - Triangolo.
Di questo raro Lp il sito "Orrore a 33 giri" lascia intendere fra le righe che avrebbe un'ispirazioe gay-kitsch, ma a parte il fatto che comprendere le parole è piuttosto arduo, i testi sono per lo più demenzial-paradossali, senza nessun vero e proprio riferimento alla tematica lgbt. Il testo stampato sulla copertina contiene però aforismi, che vorrebbero essere nicciani ma sembrano più frasi da anti-Baci Perugina, che esprimono una pesante disprezzo verso le donne e che, insomma, qualche sospetto lo suscitano: Due sono le canzoni che si avvicinano maggiormente a scoprire il gioco in senso lgbt:
1979 - Urgu, Benito - "Filodiffusione" (45 giri).
Brano di cabaret, destinato a un ascolto one-shot.
Più che una canzone è una specie di sketch umoristico con sottofondo musicale, interamente costruito sui doppi sensi.

Il titolo deriva dal sottofondo di musichetta insulsa, del tipo di quelle (antenate della musica Chillout) che in quegli anni la filodiffusione propinava negli studi professionali.
Su questo sfondo, due persone si parlano. Uno dei due (molto effeminato e scheccante) promette che sarà dolce e non farà male all'altro, per il quale è "la prima volta", e che invece sente male. Allora si ricorre a un'opportuna pomata che toglie il dolore e lascia solo un piacevole solletichino.
Alla fine la faccenda arriva a conclusione, ed apprendiamo che era "grosso e lungo".
E che si trattava in realtà di...
Non posso dirlo, per non togliere la sorpresa, che è l'unico elemento che tiene in piedi il brano, che non regge a un secondo ascolto (la musica è insulsa, la registrazione decisamente sbilanciata e casereccia).
Però alla fine una risata la suscita... a chi non avesse ancora capito di cosa si trattava.


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Inedito.
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