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Il gay canzonato.
Un elenco di canzonette a tema l, g, b & t:
di: Giovanni Dall'Orto
2009
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Saggio sull'omosessualità nella canzonetta (prima metà).
Saggio sull'omosessualità nella canzonetta (seconda metà).
Schede di canzonette italiane - 1920-1976.
Schede di canzonette italiane - 1977-presente:
 
     
     

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Ignoto 
Aggiunte


2009
 

 

2009 - Niccolò Agliardi, “Perfetti”- da - Perfetti.
(Nel 2011 ne è stata tratta una cover per la voce di Eleonora Crupi, tradotta anche in un videoclip).

Questa canzone era destinata in origine a Sanremo 2009, e doveva fare da péndant all’ignobile “Luca” di Povia. Fatto sta che è stata scartata, e che di conseguenza tutti conoscono “Luca”, e ben pochi ricordano l’esistenza di “Perfetti”.

Di questa vicenda è stato detto da un lato che “Perfetti” è stata scartata perché fin dall’inizio s’era deciso di far vincere “Luca” (salvo spaventarsi all’ultimo istante e farla arrivare “solo” seconda), dall’altro invece che il respingimento era dovuto al fatto che Agliardi non era riuscito a trovare nessun cantante affermato per fare coppia con lui/lei.

Non sono un sostenitore ad ogni costo della teoria per cui "la verità sta nel mezzo", ma in questo caso direi che mi pare come minimo calunnioso affermare che questa canzone sia brutta (di certo musicalmente più brutta di quella di Povia non è), ma neppure che si tratti d’un flagrante caso di discriminazione artistica che ha impedito ad un grande capolavoro della musica occidentale di avere il meritato successo...

Diciamo allora che dal punto di vista musicale questo è il tipico prodotto da Sanremo, abbastanza orecchiabile da piacere al primo ascolto a tutti, e abbastanza scontato da stufare al decimo: esattamente come tutte le altre canzoni sanremesi.
Da questo punto di vista propendo anch’io per l’idea che questa canzone non è stata scartata perché fosse particolarmente brutta, ma senza pensare che siamo di fronte ad una vincitrice mancata. Semmai, l’ammissione di questo pezzo avrebbe concesso un “diritto di replica” sul tema omosessuale, che però evidentemente gli organizzatori non volevano concedere e non hanno concesso...

Se allora valutiamo la canzone sul piano delle parole, devo dire che pur non essendo fra coloro che giudicano "poesia" le parole delle canzunett, con "Perfetti" ci troviamo finalmente di fronte ad un testo equilibrato, simpatico, e a quella "normalità" della condizione gay che manca tanto disperatamente alla canzone italiana.
La coppia di cui parla non è infatti obbligata ad essere trasgressiva ad ogni costo, né a scioccare, né a rivendicare in piazza: si limita ad esistere, coi suoi problemi, come tutte le coppie. Certo, con magari in più il problema degli altri, del giudizio della gente (gli sguardi al supermercato, i preconcetti), che però all’epoca l’amore aveva permesso di tenere in poco conto.

“Perfetti” è una canzone che, ahimè, racconta d’un amore ormai finito, ma per i motivi per cui finiscono tutte le coppie che finiscono, etero o gay che siano: l’età (“a vent'anni ho sentito l'amore... / ma a vent'anni che te ne fai?”), le circostanze, un certo sciocco orgoglio che si riconosco come tale solo a cose fatte:

(Come si nota da questa citazione un difetto della canzone sta nella sintassi decisamente scombinata, al limite dell’incomprensibilità, ma questo temo sia ormai il problema del 98% delle canzonette non “autoriali”).

Di peculiarmente gay in questa fine c’è forse la difficoltà ad accettarsi da parte di uno dei due, nonché la difficoltà tutta maschile di accettare i sentimenti:

Per quanto appena detto, a me “Perfetti” sembra una canzone riuscita, soprattutto nello sforzo di tenersi parimenti lontana dagli Scilla e Cariddi del patetismo ("tutti ci odiano, per questo i nostri amori sono dannati") e dello scandalismo a tutti i costi.

Da ascoltare.


2009 - Agresti, Andrea - "Rinasco finocchio" - da - L'agresti mai detto?
Rock&roll con testo "umoristico," molto breve, che ci fa sapere che oramai per lavorare in televisione è assolutamente necessario far parte della mafia omosessuale. Sì, un altro che spunta fuori con 'sta lagna (che mi ricorda la barzelletta del balbuziente che grida che non lo vogliono far lavorare in radio perché è gay) dopo "Gay", di Renato Pareti (1979), "Tu sei gay", di Leone di Lernia (1997) e "Ma che ce pozzo fà si nun so' gay?" di Giorgio Coccobello (2005). Che la tv non sia certo l'Asilo Mariuccia l'ha mostrato di recente il passaggio di un buon numero di donne dal ruolo di velina televisiva a deputato, passando per il letto del proprietario delle tv. Ma se il signor Agresti, ed altri come lui, sono a conoscenza di questo strapotere di persone "dal sesso confuso", potrebbero dirci di chi tratta, per favore?
(E poi mi spiegano come mai io, che finocchio ci sono nato, non sono stato ancora assunto in Rai, allora?)


2009 - Amoroso, Alessandra - "Segreto" - da - Senza nuvole.
Può essere letta in senso omosessuale, questa canzone che parla di un amore su cui incombe la maledizione della segretezza, così come accade a quelli di molte, troppe persone omosessuali a cui manca ancora il coraggio di vivere i loro sentimenti a viso aperto.
E in questo senso lo interpreta effettivamente LesWiki, che lo elenca fra le canzoni leggibili in chiave lesbica proprio per l'assenza di indicazioni di genere della persona amata.

Tuttavia a onor del vero va detto che in nessun punto di questa canzone appare un qualsiasi indizio che permetta di chiarire che Alessandra Amoroso intendesse parlare proprio di un amore lesbico: un amore può essere "segreto" anche perché adulterino, per esempio. O interraziale. O interconfessionale. O... Non esiste solo l'omosessualità: gli odiatori di professione hanno vedute molto molto ampie, quando si tratta di scegliere le categorie da vittimizzare con le loro vedute molto ristrette.

Quindi io qualche dubbio sull'opportunità di mantenere questa canzone nel presente elenco l'ho avuto.
Gudicate allora voi dal testo:

Che ne dite?


2009 - Antolesbo - Antolesbo super. Autoprodotto, dal sito - ''Soundcloud''.
Questo misterioso gruppo (che nell'autopresentazione su Soundcloud si dice di Carrara) ha prodotto un "corpus" di canzoni, dedicate al lesbismo di una non meglio specificata Antonella, che conta quasi 150 pezzi. Come dire che la metà o quasi di tutti i brani musicali con tema lesbico pubblicati in Italia dal dopoguerra ad oggi, li hanno scritti loro...
In realtà (e per fortuna) all'ascolto in buona parte queste tracce si rivelano solo scherzi, frasi, jingles di pochi secondi; tuttavia, anche dopo questa scrematura, restano ancora decine e decine di brani sul tema.

A quanto dice il pezzo "Hanno ucciso l'Antolesbo" nella raccolta Trilogy (2011), la persona presa di mira è una dj ("Solita notte / fra i gay dentro all'Hub / c'è l'Antolesbo alla consolle / che mixa per noi") della serata gay "Hub" a Torre del Lago (e nei pezzi è citato e ricitato ossessivamente il "Mamamia", che è della stessa città).
Gli autori di queste canzoni (i quali sono palesemente gay) saranno con ogni probabilità i suoi colleghi di lavoro, vista la disinvoltura con cui creano questi pastiches e soprattutto l'accesso alle attrezzature per farlo, che sono palesemente di qualità professionale.
Infatti il prodotto, pur non essendo perfetto (qualche sbavatura c'è), è qualitativamente assai superiore alla roba che i dilettanti allo sbaraglio caricano di solito su questi siti di file sharing. E fra le persone che si alternano come vocalists ce n'è una o due che sa cantare (le altre no, però!).

Tutte le canzoni si direbbero cover su basi di altri cantanti (ne riconosco solo una parte, e non saprei dire se fra le rimanenti qualcuna sia di produzione propria o no). [Nota del 30/11/2012: loro mi hanno scritto e mi hanno specificato di usare anche basi scritte espressamente da loro. E che Antonella ci tiene a specificare che lei lesbica non è. Ne prendo doverosa nota].

L'orizzonte mentale degli autori si rivela un'appendice della cultura di massa, con citazioni continue di jingles pubblicitari, titoli di trasmissioni televisive, sigle e siparietti televisivi, musica commerciale (con predilezioni per i brani più da "sfranta"), brani da radio, titoli di film, "Adeste fideles" per chitarra e bonghi, "Per Elisa" in arrangiamento dance... e poi il segnale orario della radio, canzoncine di "tanti auguri a te", il richiamo dell'arrotino (in "ArroBoot")... per culminare con vere e proprie canzoni altrui infilate così come sono, crude e intere, nella pentola. Vampirismo sonoro allo stato puro.

Ne risulta un un pastone totalmente privo di punti di riferimento, in cui tutto equivale a tutto, e tutto vale semplicemente in quanto esiste, acriticamente. E in cui tutto finisce per avere esattamente lo stesso insipido sapore elettronico-dance-trash.
Siamo al punto finale dell'assenza di significati e contenuti proposto dalla cultura da discoteca, per la quali i gay non sono più "persone", ma solo "consumatori" che non occorre che pensino, basta che "si divertano", ovviamente a pagamento.
Da qui nasce l'arrangiamento dance di "Fratelli d'Italia" (e in sé ciò non è un'eresia) fatto al solo scopo di poter cantare, stonando, il seguente testo immortale: "Io son l'Antonella / volevo sapere / se c'è l'Emiliano / con le pizze in mano". Ma c'era davvero bisogno di tanto sforzo per dire questo?

Il contenuto stesso dei testi dello smisurato corpus anthonellianus è infatti su questa linea: alla fine, l'intero corpus non fa altro che reiterare cinque o sei concetti: che Antonella è "lella" cioè lesbica, o che è scema, o che è brava e bella, o che balla, o che beve un sacco di Negroni, o che si ubriaca, o che va a caccia di lelle.
È il trionfo del "canto ppe' canta'!"; ovvero perché ho una consolle davanti e qualcosa devo pur farne. Non ho nulla da dire, però ci metto 150 brani per dirlo: e vuoi mettere la soddisfazione?

Incocciare in questo materiale è certo insolito, di primo acchito; gli ascolti non sono affatto sgradevoli perché le basi sono scelte fra i brani più celebri e la confezione è curata... ciononostante dopo una dozzina di ascolti la minestra inizia a sembrare sempre la stessa e dopo quindici si capisce che se lo sembra è perché lo è, dopodiché la noia prevale. Eppure a questo punto resta ancora dieci volte tanto da ascoltare!
Purtroppo il meccanismo di creazione è seriale, come la cultura di cui è l'espressione: si prende una canzone, che so, "Non è Francesca", si sostituisce "Antonella" o "Antò" o "Anto lella" a "Francesca", e poi si modifica il testo in modo che supporti il cambiamento di nome per dire che Antolella beve Negroni, o caccia lelle o balla sulla pista. E avanti la prossima canzone.
Se la "peste cantautoriale" negli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso ci ha inflitto musiche atroci perché "quel che contava è il testo e il messaggio", gli Antolesbo sono l'esatto opposto: la leucemia discotecara del Duemila, nella quale il rumore in quanto tale prende il sopravvento su tutto il resto e nulla conta più.

Chi può essersi imbarcato in questo overkill? [Nota del 30 novembre 2012: adesso c'è una pagina di Facebook con tanto di fan club. Ne prendo nuovamente doverosa nota).
Riesco a immaginare (mi smentisca chi ne sa di più) tale iper-produzione solo nel contesto di siparietti usa-e-getta nel corso di feste in cui, settimana dopo settimana e anno dopo anno, viene presentato ogni volta un motivetto diverso. In questo modo si propone alla clientela un prodotto che è omogeneo, ma che al tempo stesso varia.
In attesa di scoprire chi e cosa e perché stia dietro questa enorme compilation, mi limiterò a segnalare i brani con almeno un minimo di contenuto gay di senso compiuto (almeno una frase o due!).

Antolesbo super comprende ventisette tracce ed otto "bonus", tra le quali appaiono:


2009 - Canzian, Adriano - "Amyl nitrate" [Ep].
Il titolo richiama il nome scientifico del "popper", la "droga gay".
Come in molte canzoni house, però, la realtà gay è solo evocata nel titolo, mentre non esiste alcun testo.
Irrilevante per il nostro tema.


2009 - Carboni, Luca - "Quale allegria" - da - Musiche ribelli.
Cover del brano di Lucio Dalla, del 1977.


2009 - Di Marco, Andrea - "Marianna è una lesbica". (Dalla trasmissione tv: Mai dire 'Grande fratello' show, 21 aprile 2009).
Andrea Di Marco, nei panni di Povia, prende in giro l'autore di "Luca era gay", facendo un'imitazione in cui "Povia" canta questa canzone. Che vorrebbe dimostrare come Povia non ce l'abbia affatto con le persone omosessuali, ma che non fa altro che peggiorare la situazione man mano che prosegue, con effetto comico azzeccato.
Le note vicende giudiziarie fra Mediaset e Youtube fanno sì che questo filmato sia cancellato con regolarità ogni volta che riappare su Youtube, quindi occorre un po' di fortuna per riuscire a beccarlo (no, sul sito Mediaset non risulta presente).
Ecco un estratto dal testo:
2009 - Duccio (Gabbrielli, Duccio) - "Lacrime di coccodrillo". (Singolo digitale).
Nella presentazione che l'autore ha fatto del brano afferma che si tratta di una canzone La storia sarebbe quella d'un coccodrillo che viveva in uno stagno "navigando tra le lacrime che aveva pianto" perché ogni volta che cercava di baciare la luna sulle acque dello stagno, lei volava via. Ma la luna fermò il suo giro eterno e "il coccodrillo uscì allo scoperto / e così vinse la sua paura di essere diverso".
La luna ora è accanto a lui, avendo "deciso di fermarsi assieme a chi non l'ha tradita mai".

Confesso che se la tematica gay non fosse stata dichiarata dall'autore stesso, io da solo non ci sarei mai arrivato a vederla, dato che la favola mi sembra giusto questo, e non ne vedo l'aggancio con la tematica lgbt. Fra il cercare una donna ed arrivare a mettersi col migliore amico, ce ne corre!

Apprezzo dunque il fatto che questo giovane cantante abbia voluto affrontare il tema in modo ironico e leggero, anzi addirittura fiabesco, però poi non riesco a capire dove mai l'abbia affrontato. E in effetti non ci riesce neppure il videoclip, nel quale il cantante è attorniato da ragazze in bikini che sgambettano sul bordo d'una piscina, e gli si strusciano anche addosso. Il coccodrillo? Giusto un pupazzo gonfiabile (il che è molto simbolico, di cosa sia l'omosessualità dei videoclip italiani!)
Quanto all'"amico zelante", fa giusto un paio di facce "libbiddinose", ma non interagisce mai con l'io narrante, salvo forse alla fine, quando i due si allontanano assieme.

Tutto qui? Direi che non ci siamo. Provaci ancora, Sam...


2009 - Enantino - "L'amiche mi è recchiòne" - da - Amore e guèrre. (Autoprodotto)
Enantino è un personaggio immaginario, un folksinger pugliese che avrebbe scritto questa canzone nel 1969. Ma di questo personaggio non si trovano tracce precedenti al 2008... Come del resto non si trova alcuna traccia in Rete del Cd da cui questo brano (diffuso tramite Myspace e Youtube) sarebbe presumibilmente tratto...

Il testo della canzone è in pugliese strettissimo, e non ne avrei capito altro se non il senso generale ("il mio amico è ricchione, ma ciò nonostante gli voglio bene egualmente") se lo stesso autore non avesse fornito la traduzione in un blog in cui un gruppo di persone stava cercando invano di decrittare l'arcano linguaggio (e qui mi si permetta una domanda: quanto è verosimile che un vero folksinger nato a ridosso della guerra, quindi settanta-ottantenne, frequenti con la massima disinvoltura i dibattiti dei blog? Suvvia!).

Il testo parla di sessualità in modo abbastanza crudo (a iniziare dall'uso del termine "ricchione" per dire "gay"), ma tutto sommato non fastidioso: infatti l'uso del linguaggio crudo e "popolare" fa parte dell'operazione del "falso d'autore" inventata da Enantino, e in quel contesto ha un suo senso.
Colpisce semmai il contrasto fra, da un lato, il linguaggio arcaico usato (sia nella lingua, sia nella musica - una ballata per sola voce e chitarra) e dall'altro la modernità dell'atteggiamento d'accettazione, che non credo proprio ci si sarebbe potuto aspettare da una vera ballata folcloristica del 1969.

Senza peli sulla lingua, ma con una certa indulgenza, vengono elencati i sintomi che nel comportamento dell'amico, Franz, hanno fatto capire all'io narrante che era "ricchione": una volta, al mare, simulò di affogare per potere dare un bacio all'amico, un'altra volta, col pretesto della stanchezza, una mano scivolò sul didietro dell'amico...
Ma la prova del nove si ebbe una volta in cui una "massera" (contadina) voleva "dare una botta o due" a Franz. Comincò così a giocare col suo passero, ma il passero dormiva, tranquillo e zitto, e non volle svegliarsi neppure con i cannoni.
Franz arrivò piangendo dall'amico, che gli diede una mano (o qualcos'altro): l'io narrante si "sfregò" così la contadina, mentre Franz si "sfregò" il fratello della contadina. La scena è talmente improbabile da sembrare uscita direttamente da un film porno, ma lasciamo correre, tanto non è questo che conta nella canzone.
La quale conclude col ritornello, che afferma che "L'amico mio è ricchione, ed io gli voglio bene / ed anche se è ricchione, gli voglio bene assai, / e la mamma non glielo dice mai" (ma anche "alla sua mamma non l'ha mai detto").

Che dire? Un "falso d'autore", quando è ben fatto, oltre che gradevole è anche divertente, e questa canzone è entrambe le cose.


2009 - Fedez - "Canzone da gay" - (Inedita, da Youtube).
Un altro rapper omofobo: ma ca..., ma ne esiste uno che non lo sia?!? (Ok, la mia era solo una domanda retorica, non linciatemi: qualcuno, come Caparezza ed altri, per fortuna esiste).

Per carità: onore al rap per aver dato possibilità d'espressione a tanti buzzurri delle periferie urbane che, essendo totalmente ignoranti in fatto di musica e litigando parecchio con la lingua italiana, non avrebbero avuto nessun'altra possibilità di lanciare al mondo i loro messaggi-karaoke... Però una volta visto il risultato, ti assale il dubbio sul fatto che il mondo sarebbe stato davvero peggiore se ne avessimo fatto a meno...

Il qui presente Fedez, col suo accentino da montanaro lombardo arrivato giù in pianura solo perché trascinato dalla buzza dell'ultima piena, ci fa sapere le ragioni del mancato successo dei suoi capolavori rap. Ebbene sì: drammatico ma vero: alla gente piacciono solo le "canzoni da gay", il che nel suo linguaggio omofobo significa "schifose".
Quindi anche lui è costretto, contro la sua volontà, a fare queste canzoni "da gay", per tutte le checche che quando si guardano allo specchio scoprono di essere sempre più donna (di bene in meglio):

Il resto di questo capolavoro è dedicato a spalare merda sull'intero mondo del rap italiano, composto da incompetenti, incapaci e bastardi.
Ed ehi, è stato lui a dirlo, mica io!


2009 - Ferrarini, Paolo - "Gravità (erotic dream of a gay priest)" - da - Paradigmi gnoseologici.
Come capita sempre più spesso ormai, la canzone è nata come un tutt'uno con il videoclip, che si trova con facilità su Youtube.
Le parole della canzone, dalle atmosfrere evocative un po' "New Age", sono in buona parte in un linguaggio inventato (l'autore studia linguistica), ma il videoclip mostra il "sogno erotico" d'un sacerdote gay innamorato d'un gran bel ragazzo (mostrato generosamente ignudo).
Ovviamente m'è impossibile commentare la parte scritta nel linguaggio inventato, ma il finale è cantato in inglese standard e, dando voce al tormento del sacerdote, afferma:
2009 - Fornasari, Greta - "Paola e Francesca" - da - Fabrizio Varchetta - Siamo gli operai.
Fabrizio Varchetta è l'autore di questa canzone, che però curiosamente nel suo Cd è affidata alla voce di Greta Fornasari.
Ancora un richiamo alla coppia di "amanti dannati", Paolo e Francesca, della Divina Commedia, come già nel 1977 Mauro Pelosi con  "Claudio e Francesco" e successivamente, nel 2010, Piero Spina con "Paolo e Francesco".

La canzone è splendida (ed è bella anche per la musica e l'interpretazione).
In essa una donna rivela all'altra di non poterene più della doppia vita e della finzione, e finalmente presenta l'accettazione di sé e del proprio amore per quel che è, ossia un passo di maturazione interiore, un momento di crescita.
L'io narrante ha fatto i conti con la famiglia, col ragazzo (...ex, ormai?), ed ora li sta facendo con la ragazza amata, che a quanto pare è terrorizzata da questo cambiamento ed ha reagito sparendo e non facendosi più sentire, per paura di dover fare a sua volta le stesse scelte. Ma l'io narrante dichiara di essere stufa di chiamarla solo "amica": se ha coraggio può chiamarla amore... Altrimenti potrà salutarla prima che se ne vada:

Wow! Consigliatissima.


2009 - Hate for breakfast - "Squadrismo hardcore" - da - Squadrismo hardcore.
Canzone neofascista in apologia del genere musicale a cui la canzone stessa appartiene: Come giustamente dice il testo, non c'è nulla da spiegare, per un commento basta leggere i testi.



2009 - Malleo - "Il travestito" - da - Malleodorante. (Autoprodotto, su Youtube).
Merita solo poche parole questo prodotto sub-dilettantesco, inciso malissimo (la voce a tratti soffoca la base musicale e a tratti deve rincorrerla; sono più le note stonate di quelle intonate; nelle note tenute c'è la tendenza a glissare verso il basso; il microfono è troppo vicino alla bocca... ma non c'è almeno una cosa fatta nel modo giusto?).
Quanto alle parole, chiedo venia a mi chi legge, ma preferirei astenermi dal dare un giudizio.

Nel testo l'io narrante racconta di avere sognato una donna stupenda, più grande di lui, ma apparentemente irraggiungibile:

Finalmente trova il coraggio di farle la proposta, ma ha una sorpresa: Se aggiungerò che il cosiddetto "video" che illustra la canzone su Youtube sembra fatto da una bambina delle medie, avrò detto tutto.


 
2009 - Masini Marco - "L'Italia" - da - L'Italia... e altre storie.
Passato inosservato, forse perché testo politicamente critico verso l'andazzo dell'Italietta berluschina, questo brano contiene a sorpresa anche un accenno alla situazione delle coppie dello stesso sesso: Nel video che accompagna la canzone la scena è visualizzata mostrando una coppia gay che viene fermata alla frontiera dell'Italia e lasciata fuori.
Forse però a nuocere alla fama di questa canzone (di cui, ripeto, quasi nessun gay si accorse, all'epoca) contribuì soprattutto l'accanita cagnara mediatica orchestrata attorno a "Luca era gay", presentato nello stesso festival, che conteneva un messaggio anti-gay decisamente più gradito ai mass-media clericali italiani. Forse in un anno diverso da quello l'avremmo notato meglio.

(Post scriptum: sono io il solo a pensare che il riferimento calcistico a Zoff, nel momento in cui si cercava di fare un discorso di critica sociale, sia decisamente fuori posto, anzi una caduta di tono non necessaria? C'è stato già il proprietario d'una squadra calcistica che s'è messo a fare politica come se fosse calcio, fondando un partito con un nome che sembrava un incitamento da stadio e scegliendo come colore quello della squadra nazionale... Non ci è bastato?).


2009 - Parlato, Gennaro Cosmo - "Nel mio cielo" - da - Soubrette.
Di questo brano il cantante ha dichiarato in un'intervista: Il testo si presenta come preghiera d'uno dei due amanti affinché la si smetta di vivere nella paura e nella doppia vita, e si trovi il coraggio del proprio amore: Bella l'interpretazione, come pure l'arrangiamento un po' elettronico.
2009 - Parlato, Gennaro Cosmo - "Sabrina" - da - Soubrette.
Un aspetto un po' negativo di questa canzone è che racconta d'una transessuale presentandocela, come da stereotipo, come una sex-worker, anche se perlomeno fa la spogliarellista e non la prostituta.
L'aspetto positivo è che lo sguardo su questa Sabrina è per una volta tanto simpatetico, e non morboso, arrapato o moralistico: La canzone è giocata sul contrasto fra la dimensione di sogno in cui vive Sabrina, e la realtà molto materiale in cui deve vivere per tentare di fare di questo sogno una realtà: Di questo brano il cantante ha detto:
2009 - Povia - "Luca era gay" - da - Centravanti di mestiere.
(Commento ancora da scrivere).
Movimento gay preso per il naso da Povia.
Fra le "risposte implicite" ("implicita" perché la risposta è uscita un anno prima della domanda) non va dimentcata "Leila" dei Superzoo, che racconta cosa si nasconda dietro le vantate "guarigioni" in termini di violenze e sequestri di persona da parte delle famiglie, ai danni degli adolescenti presi di mira dai programmi di "cura" ai quali Luca di Tolve fa oggi propaganda.
Parodie:
La canzone ha scatenato una serie di risposte in musica, non tutte di buon gusto e non tutte meno omofobe di quella di Povia.
Dopo aver scartato le stronzate degli adolescenti sessuorepressi in vena di stupidera su Youtube, segnalo: Va inoltre aggiunto:

2009 - Rondelli, Bobo - "Gigolò". Inedita, disponibile in versione dal vivo su Youtube.
Brano di cabaret.
L'io narrante è un gigolò che fa la bella vita a Rotterdam prostituendosi a donne. Peccato che la sua ultima cliente, in un costosissimo ristorante di lusso, chieda di andare un attimo in bagno e sparisca lasciando il conto da pagare, e che l'io narrante non abbia in tasca un soldo.
Ma un altro avventore, capita la situazione, "da gran gentiluomo", paga lui.
Ai ringraziamenti del gigolò, Il finale è intuibile: Più che a commentare, questo brano mi spinge a chiedermi che senso abbia. Il motivo comico starebbe nel fatto che al prostituto è stato "rotto il c...". E la mia domanda è cosa ci sarebbe di comico, in ciò.
Molte situazioni comiche si basano sul concetto dell'"uscì a suonare e tornò suonato", ovvero, "chi la fa l'aspetti"; tuttavia qui il prostituto non aveva "rotto" nulla a nessuno. È il cliente che scappa senza pagare, truffando una prostituta, che merita il "chi la fa l'aspetti", non è certo la prostituta a meritare che come se non bastasse le venga pure "rotto" alcunché.

Ma evidentemente nel 2009 sopravvive un'italietta provinciale che è preda d'irresistibili scoppi d'ilarità isterica di fronte alla semplice menzione di certe pratiche sessuali.
L'omofobia s'esprime anche attraverso questi canali che, se contestati, protestano d'essere "solo scherzi", "solo cose per far ridere", senza chiedersi mai se l'ideologia che trasmettono sia tale da far piangere qualcuno, quando viene messa in pratica...


2009 - Supino, Osvaldo - "Fell for the enemy" [single].
Osvaldo Supino è un fenomeno sociologico prima che un fenomeno musicale. Supino (italianissimo nonostante canti in inglese) è il tipico prodotto dell'epoca Internet e soprattutto dell'epoca Myspace prima e Youtube poi. Prima di quest'epoca sarebbe stato impensabile.
Totalmente autoprodotto, con una buffa quanto italianissima gestione famigliare dietro ai suoi prodotti (con mammà, fratello e parenti vari a cucire costumi, disegnare copertine, girare video e ttutte ccose), è un esempio di come il provincialismo, in Italia, continui ad essere un pregio. Le scelte estetiche di Supino sono infatti sempre catastrofiche, ma lo sono con una tale coerenza (pardon, pervicacia) da mostrare quanto Gillo Dorfles segnalava già decenni fa nel suo fortunato saggio sul kitsch: che alcune forme di kitsch contengono una sorta di estetica dell'assenza di estetica.
Supino rientra di certo in questo tipo di categoria, esibendo il kitsch con una tale ostinazione da dimostrare che in lui il cattivo gusto non è più un'assenza di cultura, è diventato esso stesso una forma di cultura e di gusto (quello della "sfranta di provincia").

Supino è stato accusato d'essere un clone gay di Britney Spears (ma questo avveniva prima che Lady Gaga le sifonasse l'intero fandom gay in una notte), tuttavia ciò è falso: Supino è semmai il clone della "Youtube celebrity" Chris Crocker, che a sua volta era un clone gay (anzi, mezzo-travestita) di Britney Spears.
La qui presente "Fell for the enemy", per esempio, è in effetti una canzone proprio di Crocker, ed ha un testo gay, che si basa su un gioco di parole. Basandosi sul doppio senso del verbo "to fall" il titolo può infatti voler dire sia "Caduto combattendo per il nemico", sia "Innamorato del nemico", cioè di un uomo eterosessuale (e maschilista).

Non mi soffermerò ad analizzare la canzone, che dopo tutto non c'entra con il mio esame della presenza omosessuale nella canzonetta italiana, visto che è solo la cover d'una canzone americana.
Ciò che m'interessa qui è ovviamente il cantante, che per qualche tempo ha praticato una strana forma di coming out, non negando mai d'essere gay quando parlava a testate gay, e parlando da eterosessuale con le testate o i blog non gay. Alla fine, a domanda precisa di una rivista non gay ha risposto, ed ammesso ciò che era noto a tutti, quindi ora la cosa è ufficiale anche per sette persone che non ci erano ancora arrivate da sole.

Supino nelle sue azioni non ha rivelato le fredde e calcolate tecniche di marketing utilizzate da un cantante per alcuni versi simile a lui, Immanuel Casto. Anzi, direi che si sia mosso fondamentalmente d'istinto, spinto da un narcisismo adolescenziale sconfinato (io non ho parole per le foto "erotiche", in posa da pin-up, nelle quali mette in mostra con vanità tutte le costoline e tutti gli ossicini del suo fisico da anoressico, privo del minimo muscolo).
Il punto è che Supino s'è fatto avanti nel momento esatto in cui Myspace (oggi già tramontato, ma non prima di aver goduto d'un istante di accecante fulgore), Youtube e la Rete erano ormai sufficientemente diffusi da poter "creare" una Youtube celebrity anche in Italia, ma prima che la case discografiche la smettessero non solo di snobbare, ma anzi di combattere a suono di avvocati questi canali di comunicazione e promozione.
Egli ha quindi avuto in pratica la scena web tutta per sé solo, come dimostra il milione e passa di visitatori raggiunto dal video di "Work that body" al momento in cui scrivevo queste righe (ottobre 2011). Tutto ciò senza investire un solo centesimo in promozione o pubblicità. Oggi Supino fa le serate in giro per l'Italia (ed se va a Verona "canta" all'Arena, e scusate se è poco), e sai che gliene frega a lui se Wikipedia si ostina a snobbarlo e rifiuta di considerarlo abbastanza importante da meritarsi una voce.
Perfino il video di "Fell for the enemy", su Youtube, ha un numero di visite quasi pari a quello dell'originale. Niente male per una "star fai-da-te".

In conclusione, vorrei notare anche il curioso modo in cui molti gay hanno reagito, con fastidio, al successo di questa "convinta", sparando commenti al curaro: "Eh si , mi fa vergognare di essere gay". Suscitando per fortuna anche reazioni come quella in questo sito, che giustamente chiede alle "signorine critichini":

Pertanto: lunga vita alle "convinte"!


2009 - Il teatro degli orrori - "Direzioni diverse" - da - A sangue freddo.
Una canzone a tematica gay un po' strana, dato che nulla nelle parole permette di capire che il "tu" a cui si si rivolge il cantante sia un altro uomo.
La circostanza è svelata infatti solo dal videoclip.

Il testo, piuttosto breve, racconta l'addio fra due persone che la vita (o per meglio dire, a quanto pare dal verso finale, l'attaccamento patologico alla carriera) "spinge in direzioni diverse", costringendole a interrompere una relazione che sarebbe stato bello durasse tutta la vita:

La musica è raffinata, il particolare tono di voce del cantante è sicuramente insolito, e nell'insieme si tratta d'una canzone tutt'altro che banale, che vale la pena di ascoltare.
Resta però il fatto che il testo non contiene nulla di specificamente gay.


2009 - The Zen Circus - "Andate tutti affanculo" - da - Andate tutti affanculo.
Il testo, decisamente sgrammaticato, se la prende con "cinici" e "stronzi" o con gli schiavi del consumismo, in una confusione d'idee pari solo alla pretesa di far poesia usando frasi iniziate e non concluse, e ragionamenti sconclusionati.
In questo marasma galleggia un riferimeno agli omosessuali, presentati per l'ennesima volta, e con un secolo di ritardo,come un "terzo sesso" elencato in aggiunta a quelli delle donne e degli uomini: Il sound della canzone è quello della ballata anni Sessanta, con chitarra acustica e armonica a bocca. A tratti ricorda i Nomadi.
Un brano gradevole, specie per chi sia in vena di revival, ma insignificante per il nostro argomento.


2009 - Trash, Sabryna - "Maschioni ricchioni" - da - Ghiv3. Anche come singolo. (Autoprodotto, scaricabile gratuitamente dal suo sito).
La nostra travestita preferita ritorna alla carica con la lagna sul fatto che troppi clienti desiderano essere sodomizzati, e che di stalloni veri e di maschi che la "cavalchino" non riesce a trovarne più: "I maschi attivi sono spariti / sento solo i nitriti"!
Il suo disappunto è espresso con una toscanissima sequela d'insulti contro i "ricchioni" che fingono d'essere "maschioni" (salvo poi buttarsi "carponi") cantata con una vocina in falsetto da bambina ubriaca, dall'effetto comico azzeccato.
Anche il testo demenziale, nella sua pazzia talebana, è decisamente buffo: La postproduzione del disco è piuttosto curata, al punto che, incredibilmente, la "diva sderenata" sembrerebbe addirittura cantare a ritmo con la musica.
Insomma, per farla breve, una delle canzoni di Sabryna Trash sul tema lgbt più folli, divertenti e riuscite.


2009 - I tre quarti - "Cristo era gay" - da - Da dietro.
Cosa io pensi di questo complesso l'ho già detto, ma lo riassumo in una parola: spregevoli.

Per quel che riguarda il presente brano, che è una parodia di "Luca era gay" di Povia, il gusto infantile per la parolaccia fine a se stessa e la bestemmia sono tali da privare di qualsiasi senso la canzone.
Si tratta infatti di poco più che del testo di "Luca era gay" con le frasi "Pijallo ner c**o", "Lo pija ner c**o", "L'ha pijato ner c**o" sostituite alle frasi del testo orginario almeno una volta per verso.
Come se non bastasse, il gusto per la sodomia viene esteso - chissà perché - anche a Dio e a Gesù.
Ritengo di avere di meglio da fare che sprecare tempo ad ascoltare questa roba. Corro a risciacquarmi le orecchie con Sabryna Trash, che al loro confronto pare Maria Callas!

2009 - I tre quarti - "Frocetto" - da - Da dietro.
Parodia di ''Minuetto'' di Mia Martini, sotto forma di un dialogo fra un donna e il suo ragazzo.
Costui desidera solo sodomizzarla, in quanto finisce per rivelare d'essere omosessuale e di preferire prenderlo in quel posto (non chiedetemi che logica ci sia in questo sillogismo: non l'ho creato io!). La donna si consola rivelando a sua volta di essere, oltre che ex prostituta, anche mezza lesbica (non chiedetemi... eccetera).

Nessuno dei due cantanti riesce ad azzeccare una nota che sia una, quindi la canzone risulta uno strazio miagolante: una sega elettrica avrebbe prodotto un suono più gradevole.
Il testo è pura pornolalia: ne cito qualche verso, scelto tra i meno ripugnanti, giusto per far capire a che livelli si riesca ad arrivare:

Mi chiedo quale ragazza potrebbe mai avere un ragionevole soddisfazione in un'esperienza sessuale con un ragazzo con una mentalità paleolitica come questa. Nessuna, suppongo.
Il che spiega allora come facciano "I tre quarti" ad avere tutto 'sto tempo libero per produrre "canzoni" come questa...


2009 - Uochi tochi - "Il ballerino" - da - Libro audio.
Un freestyle piuttosto insolito, e finalmente senza rime infantili, accozzate alla bell'e meglio e senza badare al senso di quel che ne viene fuori.
Anzi, direi che il testo, lungo e articolato, sia una vera e propria concione, recitata su un accompagnamento musicale di sottofondo.
"Il ballerino" racconta i turbamenti infantili dell'io narrante, che a undici anni, per desiderio di distinguersi dalla stupida volgarità dei suoi coetanei, decide di studiare danza.
A sedici anni, poi, capisce che il suo desiderio di "stare a ritmo" avrebbe avuto migliori possibilità di esprimersi suonando la batteria; peccato però per il tempo sprecato, che non sarebbe stato tale se gli adulti avessero accettato di parlare coi bambini e di spiegar loro il mondo e la sua stupidità.

Nel parlare della sua esperienza come studente di ballo, l'io narrante ovviamente parla dei sospetti di omosessualità che immancabilmente gli erano piovuti addosso. L'argomento è discusso con ironia e gusto del paradosso:

Non sono abituato a canzoni che fanno discorsi tanto complessi e tanto articolati, ma devo dire che i ragionamenti proposti in questo brano sono spesso veri e stimolanti, e il risultato è tutt'altro che malvagio, anzi.
Ciononostante faccio un po' di fatica a digerire l'idea che possa essere definita "canzone" un pezzo inusuale come questo, che non è cantato bensì declamato con affanno in una specie di prosa enfatica e cadenzata.
Ma ovviamente ogni generazione definisce "musica" ciò che vuole. Perfino ciò che Mariano Apicella sbatte sotto ai versi composti da Silvio Berlusconi...


2009 - Valentina - "Ok (English version)" - da - Barbie e Winnitu.
(Il brano apparentemente era già stato edito come single nel 2006, ma non ho trovato traccia di tale prima edizione).
Valentina divenne celebre un po' di anni fa a Napoli, e persino un poco oltre i confini della Circumvesuviana (la comica Rosaria Porcaro si è ispirata palesemente a lei per il personaggio comico televisivo di Natasha), con una canzoncina intitolata "Ok", che "fece il botto", e che si segnalava per la confezione surreale: dal testo (in cui una trans fremeva come una ben poco credibile verginella per un appuntamento amoroso), all'utilizzo creativo del condizionale e del congiuntivo ("sarei una pazza se non ci verrei"). Non ho potuto ancora inserire quel brano in questa bibliografia perché non sono finora riuscito a sapere né in che anno sia stato pubblicato né in quale raccolta (uscì su una musicassetta autoprodotta, al limite dell'auto-piratato).
Sia come sia, Valentina divenne talmente celebre per "OK", da essere stata a lungo indicata come "Valentina Ok". Al punto che nel 2009, dopo aver già cercato di bissare il trionfo con un brano intitolato "KO" (giuro che non scherzo) deve avere pensato che dopo aver conquistato Topolinia, ora era arrivato il turno del mondo intero, impadronendosene grazie al fascino della versione inglese di "Ok" (ed è un peccato che l'inglese non abbia i congiuntivi, sennò chissà che capolavoro!).

Ciò che stupisce in questo brano è il contrasto fra la confezione assolutamente professionale (ma lo stupore è relativo, ricordando quale cultura musicale plurisecolare abbia Napoli) nonché il fatto che Valentina se la cavi a cantare molto meglio di tante più acclamate "colleghe", e la piccionaggine totale dell'operazione, con Valentina che canta il testo inglese leggendolo da un foglietto come se fosse italiano:

ROTFL!
La cosa è resa ancora più irresistibile per la forte cadenza napoletana dell'artista (ascoltate il verso "bat ai dont nnou", detto con cadenza tale che uno "uè" alla fine non ci starebbe male!), con tanto di napoletanissima "erre" rafforzata in inizio di parola!
Il commento d'un caricamento di questo capolavoro su Youtube cattura perfettamente, a mio parere, il senso dell'operazione: Il problema è che non si riesce a considerare brutto questo brano sderenato. Valentina agisce con tale assoluta convinzione, con tale granitica in-coscienza di quel che sta facendo, da assurgere all'involontariamente comico. Com'era già avvenuto con la versione italiana di "Ok".
A quanto pare il personaggio è abbastanza spiritoso da non capire perché la si prenda in giro ma da apprezzare comunque che lo si noti, e quindi sta al gioco. Al punto da produrre un videoclip, sì, proprio un video, per accompagnare questa canzone... A monsterpiece!
Si tratta d'un filmato nel quale non si capisce se il regista abbia deliberatamente forzato i toni per stare al gioco e "fare personaggio", o se si sia visto imporre dalla cantante a colpi di tacchi a spillo la sua visione munnezzara: fatto sta che è un incubo all'altezza delle peggiori aspettative!
Valentina santa subito!


2009 - Valentina Ok e Anna Merolla - "Da donna a trans" [single].
(Commento ancora da scrivere).
Il confronto fra una "donna biologica e " 'nu tranz".


2009 - Zalone, Checco - "I uomini sessuali" - Dalla colonna sonora del film - Cado dalle nubi.
Questo brano è, fondamentalmente, una presa in giro dei cantanti che affermano di scrivere brani "socialmente impegnati" sul tema omosessuale, lasciandosi poi andare senza accorgersene a un atteggiamento pietista e paternalistico, o peggio ancora rivelando d'essere essi stessi vittime del pregiudizio che dicono di voler combattere.
Il riferimento più immediato è ovviamente "Il mio amico", di Anna Tatangelo, già preso di mira da questo comico l'anno precedente nel brano: "Il mio amico gay".

Zalone non è affatto immune da omofobia, che fa purtroppo capolino nei suoi sketch sconfinanti nel pecoreccio, tuttavia il presente brano in sé è fatto con intelligenza e riesce a centrare il bersaglio, indipendentemente dai limiti di chi lo canta:

Su Youtube è possibile trovare anche lo spezzone con la scena del film (Cado dalle nubi) nella quale il personaggio interpretato da questo comico canta il brano in un locale gay, creando comprensibile imbarazzo.


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